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La rivoluzione umana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:29

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La rivoluzione umana

Il Buddismo è una pratica dinamica che porta le persone ad affrontare le sofferenze e le conduce verso la felicità. In questa sezione affrontiamo i princìpi fondamentali della filosofia buddista, raccontiamo attraverso testimonianze i cambiamenti che le persone hanno sperimentato nella loro vita, percorriamo le tappe principali della storia del Buddismo, rispondiamo ad alcune domande e presentiamo alcuni scritti di Nichiren avvertendo i lettori che gli articoli che compongono queste pagine non sono sempre legati fra loro

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Il Buddismo è una pratica dinamica che porta le persone ad affrontare le sofferenze e le conduce verso la felicità. In questa sezione affrontiamo i princìpi fondamentali della filosofia buddista, raccontiamo attraverso testimonianze i cambiamenti che le persone hanno sperimentato nella loro vita, percorriamo le tappe principali della storia del Buddismo, rispondiamo ad alcune domande e presentiamo alcuni scritti di Nichiren avvertendo i lettori che gli articoli che compongono queste pagine non sono sempre legati fra loro

“Rivoluzione umana” è il termine usato dal secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda per descrivere un fondamentale processo di trasformazione interiore attraverso il quale rompiamo le catene del “piccolo io”, dominato dalla preoccupazione per noi stessi e dall’ego, accresciamo l’altruismo e manifestiamo il “grande io”, capace di prendersi cura e agire per gli altri.
Come spiega il presidente della Soka Gakkai Daisaku Ikeda: «Esistono molti tipi di rivoluzione: politica, economica, industriale, scientifica, artistica… ma non importa cosa cambi, il mondo non migliorerà fino a che le persone stesse rimarranno egoiste e senza compassione. Quindi la rivoluzione umana è fra tutte quella fondamentale e, contemporaneamente, necessaria per il genere umano».
La domanda su come si possa indirizzare la propria esistenza in direzione positiva è stata al centro di infinite teorie, religioni e pubblicazioni. Indubbiamente l’autodisciplina e l’impegno possono permettere di fare dei cambiamenti positivi, ad esempio si può migliorare il proprio stato di benessere fisico cominciando a fare attività sportiva regolarmente. Ma la forza di volontà richiesta è spesso difficile da mantenere: il nostro autocontrollo può crollare nel momento cruciale se non cambia la causa interna che influenza il nostro comportamento.
La rivoluzione umana consiste nel trasformare la propria vita nel profondo. Ciò richiede di identificare e sfidare quegli aspetti interiori che inibiscono la piena espressione del potenziale umano, superare e trasformare ciò che limita e influenza negativamente il pieno sviluppo personale. Il Buddismo afferma che esiste una condizione di vita pura, positiva e illuminata all’interno di ognuno: la Buddità. Questo stato vitale è caratterizzato da qualità come compassione, saggezza e coraggio che rendono capaci di trarre da ogni situazione qualcosa che abbia valore. Nichiren comprese che il profondo processo di cambiamento e purificazione avviene quando facciamo emergere questo stato vitale, e istituì la pratica della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo come la via diretta per poterlo sperimentare.
La natura di Budda si manifesta in modi concreti. Prima di tutto si diventa consapevoli del fatto che la vita contiene possibilità infinite e di un profondo senso della dignità umana. Quindi si sviluppa la saggezza per comprendere che cose da noi prima ritenute impossibili sono di fatto possibili. Terzo, sviluppiamo una potente vitalità che permette di affrontare i problemi con un senso di profonda liberazione. Diventa così naturale perseguire la propria rivoluzione umana cercando di migliorarsi ogni giorno.
L’interpretazione della legge di causa ed effetto all’interno di alcune tradizioni del Buddismo può incoraggiare a focalizzarsi sulle cause negative poste nel passato. Può sembrare che gli ostacoli e le sfide che si incontrano rappresentino un pedaggio di sforzi che attraversano intere vite per “pulirle”. Il messaggio del Sutra del Loto e del Buddismo di Nichiren è invece che, attraverso la fede e la pratica possiamo rivelare la nostra Buddità, il nostro stato vitale più elevato e illuminato, proprio nel momento presente, così come siamo. Questa saggezza illuminata ci permette di comprendere che anche le circostanze apparentemente più sfortunate, come una malattia incurabile o una perdita, possono fornire le migliori opportunità per affrontare la propria rivoluzione umana ed essere la spinta per una grande crescita personale.
Questo processo è rafforzato e accelerato quando si guarda oltre le preoccupazioni personali e si agisce per gli altri. Una situazione che prima sembrava un carico ingiusto può diventare la chiave per trovare lo scopo della vita, imparando come aiutare gli altri a lottare in una situazione simile.
Il processo individuale della rivoluzione umana è la vera chiave per diffondere il cambiamento su scala globale, a questo proposito nella prefazione del romanzo La rivoluzione umana Daisaku Ikeda scrive: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
Prendere la piena responsabilità di trasformare in meglio le proprie esistenze è il primo passo verso la creazione di una società basata sulla compassione e il rispetto per la dignità della vita di tutti gli esseri umani.

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la Storia (4) / Il Sutra del Loto

Gli insegnamenti di Shakyamuni sono registrati in un enorme corpus di testi, noti come sutra. Il modo in cui la filosofia del Buddismo viene presentata all’interno dei sutra è estremamente variegato, e rispecchia il fatto che Shakyamuni, invece di esporre la propria filosofia in maniera sistematica, preferì diffondere il suo insegnamento sotto forma di dialogo. I sutra vennero redatti negli anni successivi alla morte di Shakyamuni e si pensa che il Sutra del Loto sia stato composto tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo.
Il Sutra del Loto è stato probabilmente scritto in pali, e poi tradotto in sanscrito per dargli maggiore dignità letteraria, e in questa lingua è noto come il Saddharma-pundarika-sutra (“Sutra del Loto della Legge meravigliosa”). Il Sutra del Loto fu tradotto dal sanscrito al cinese nel 406 d.C. dal monaco Kumarajiva, il quale conosceva alla perfezione numerose lingue e commentava quotidianamente la traduzione con i suoi collaboratori, limandolo e perfezionandolo in una sorta di lavoro collettivo. La sua traduzione del Sutra del Loto è considerata la migliore, e si compone di otto volumi e ventotto capitoli. Molti studiosi di Buddismo considerano questa opera come il sutra che realizza lo scopo dell’apparizione di Shakyamuni in questo mondo. In particolare: 1) dichiara che tutti gli esseri viventi possiedono la natura di Budda, perciò tutti possono raggiungere l’Illuminazione; 2) chiarisce che il Budda non esiste in qualche luogo speciale e non è un essere soprannaturale; 3) dimostra che la natura essenziale della vita esiste continuamente attraverso passato, presente e futuro; 4) dichiara che non esistono categorie di persone che non possono ottenere la Buddità: negli insegnamenti precedenti le donne, per esempio, o i pratyekabudda (gli intellettuali, affetti da egoismo) non potevano ottenerla. In questo sutra, inoltre, Shakya­muni dimostra di aver realmente raggiunto l’Illuminazione nell’infinito passato, e non nella sua attuale esistenza come era stato supposto dai suoi seguaci.
L’esempio concreto della sua stessa vita illustra il fatto che ottenere l’Illuminazione non significa trasformarsi o diventare qualcosa che non si è. Al contrario, significa rivelare lo stato innato, “naturale” che già esiste interiormente. Come ha scritto Daisaku Ikeda il Sutra del Loto è in definitiva una lezione di empowerment: «Ci insegna che l’intima decisione di un individuo può trasformare ogni cosa; conferisce espressione definitiva all’infinito potenziale e alla dignità innati in ogni vita umana».

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la Testimonianza / Guarda caso…

Nell’estate del 2006 vivevo una situazione difficile: mi ero trasferito da poco a Padova per lavoro e per motivi sentimentali; dopo pochi mesi e per la prima volta in piena autonomia, decisi di interrompere una relazione che provocava ad entrambi grande sofferenza; una decisione sofferta ma indispensabile. Mi trovai, solo, in una città ancora poco familiare con tanti problemi e due soli punti fermi: il desiderio di riprendere la pratica corretta e mantenere il lavoro. Trascorsi l’estate alla ricerca di una casa e trovai anche il gruppo Firenze. Nel corso degli incontri si delineò la mia situazione esistenziale: una stanza piena di cose buttate a caso; occorreva mettere ordine, creare spazio, disfarmi del superfluo e ripulire. Partii dalla pratica per individuare le mie priorità e in breve tempo sentii crescere in me la serenità di chi vaggia sui binari corretti per la propria vita, una sensazione profonda che non vivevo ormai da parecchi anni. Mi concentrai soprattutto sul lavoro e sull’attività nel gruppo Firenze; iniziai a sentirmi ricco. Decisi di ricevere il Gohonzon, era il 18 febbraio 2007; insieme ottenni anche una migliore situazione professionale.
Giro lo sguardo e vedo il 2007 come l’anno della svolta concreta di questa mia esistenza: coltivando la mia determinazione ho avuto l’opportunità di scegliere la città in cui vivere e parallelamente mi sono permesso di cercare la professione in cui sentirmi a mio agio; per parecchi anni infatti ho svolto una attività che se da una parte mi ha garantito una discreta sicurezza economica mi ha anche portato una continua e profonda sofferenza: trasferendomi in autunno, guarda caso, a Firenze, ho iniziato il lungo percorso per realizzarla.
Finalmente assaporo una felicità piena e profonda perché sto realizzando una vita ricca; il viaggio è appena iniziato. Grazie a sensei e a tutti gli amici di Padova.
Luca Trinchero

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