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Risposta a Kyo'o - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:05

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Risposta a Kyo’o

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Si dice che il leone, re degli animali, avanzi di tre passi, poi si raccolga su se stesso per saltare, sprigionando la stessa potenza nel catturare una piccola formica o nell’attaccare un animale feroce. Nell’iscrivere questo Gohonzon per la sua protezione, Nichiren è uguale al re leone. Questo è ciò che intende il sutra con «la potenza dei Budda simile a un leone all’attacco».

tratto da Il Nuovo Rinascimento, n. 348, pag. 18

Il leone all’attacco

di Laura Barbieri

Ho trascorso i primi mesi dello scorso anno recitando per mio padre, ricoverato in ospedale in condizioni gravissime. Per la prima volta, in questa occasione, ho percepito che davvero io e mio padre proveniamo da una promessa comune, come Bodhisattva della Terra, e il mio ruolo è quello di imparare a vivere meglio, di comprendere la mia missione, recitando per la sua vita. Nonostante l’avvicendarsi degli stati d’animo, una cosa è emersa con forza ogni giorno: la gratitudine nei suoi confronti perché nessuno mi ha mai spinto quanto lui ad approfondire la fede. Sono stati mesi durissimi, nei quali il Gohonzon è stato sempre al centro della battaglia per non cedere alla tentazione di rinunciare, che si concretizza nelle diagnosi senza speranza, nelle statistiche mediche, nei pensieri fintamente compassionevoli come «se deve vivere come un vegetale che lasci pure il suo corpo».
Davanti al Gohonzon ho recitato fino a riconoscere la matrice comune di questi pensieri, che è la mancanza di fiducia nelle illimitate potenzialità della vita, il dubbio che pone condizioni alle parole di Nichiren Daishonin che la vita è il più prezioso di tutti i tesori. Ho recitato Daimoku finché non ho sentito chiaramente che volevo “il miracolo”, la guarigione completa, nonostante gli autorevoli pareri medici e nonostante la sofferenza, come dichiaravo ai miei perplessi compagni di fede. Mio padre è infine uscito dall’ospedale, completamente guarito, il che non dipende da me, ma dal suo karma. Inoltre, in una situazione in cui deve comunque attivare le proprie risorse per rimettersi in sesto, ha cominciato a praticare, cosa che desideravo da più di vent’anni e che mi riempie di emozione e di gioia.
Per quanto riguarda la mia esperienza di fede, recitare così tanto Daimoku e così intensamente per scegliere la vita, mi ha fatto comprendere meglio il significato delle parole di Nichiren Daishonin sulla potenza dei Budda simile a un leone all’attacco. La potenza del Budda, che Nichiren ha iscritto nel Gohonzon e che ognuno può sperimentare grazie a lui, è presente in ogni istante di vita e si può manifestare in ogni occasione. Il Daishonin spiega che il leone sprigiona tutta la sua forza e la indirizza sulla preda, qualunque essa sia, senza stabilire strategie diversificate e senza introdurre varianti. Riflettendo su questo mi sono passati davanti tutti i miei obiettivi: quelli per cui mi sono concessa un tempo illimitato; quelli cronici; quelli che rinnego quando li rileggo nell’inesorabile quadernino; quelli che se si realizzano “bene”, altrimenti “bene lo stesso”; quelli “di attività per gli altri” e infine quelli degli altri. Ho visto l’esercito delle mie prede e la vasta gamma di strategie messe in campo per catturarle. Così ho deciso di seguire l’esempio del leone, di cercare davanti al Gohonzon per ognuno di questi obiettivi la stessa intensità che ho sperimentato grazie a mio padre. Perché se vivere o morire non sono la stessa cosa, anche guarire o rimanere ammalati, trovare o non trovare lavoro, realizzare o non realizzare gli obiettivi di attività non sono risultati equivalenti. Alla fine tutto rientra nella temibile alternativa “vincere o perdere”, che significa poi essere felici o infelici nella presente esistenza. Come ha scritto Robert Louis Stevenson: «Non c’è dovere che sottovalutiamo tanto quanto il dovere di essere felici» e quindi voglio imparare a vivere come una vera leonessa.

il Gosho

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Kyo’o Gozen, la figlia minore di Shijo Kingo, mentre era in esilio sull’isola di Sado, in risposta a un messaggio inviato dai genitori per informare il Daishonin della grave malattia che aveva colpito la bambina.

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