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Sotto il cielo stellato d'Europa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:19

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    Sotto il cielo stellato d’Europa

    Come tante stelle, i dialoghi di pace con amici e conoscenti stanno rimpiendo la volta europea. Tutte occasioni per costruire e approfondire legami che andranno ben al di là dell’evento di marzo

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    Come tante stelle, i dialoghi di pace con amici e conoscenti stanno rimpiendo la volta europea. Tutte occasioni per costruire e approfondire legami che andranno ben al di là dell’evento di marzo

    «I have a dream», cioè «Ho un sogno», dichiarò Martin Luther King durante l’appassionante discorso tenuto il 28 agosto del 1963, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili.
    Anche il presidente Toda, poco prima di morire, si era rivolto a Daisaku Ikeda dicendogli: «Ho sognato di andare in Messico. Tutti stavano aspettando. Ogni singola persona stava aspettando. Tutti erano alla ricerca del Buddismo di Nichiren Daishonin. […] Il tuo vero palcoscenico è il mondo» (NR, 388, 5). Da allora, il presidente Ikeda ha viaggiato in tutto il mondo senza sosta per propagare gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e per realizzare il sogno del suo maestro. La promessa che la Divisione giovani europea intende fare in occasione della commemorazione del 16 marzo 1958, è di condividere questo sogno e di raccogliere il testimone di kosen-rufu.
    Manca solo un mese alla grande riunione che si terrà a Milano: partendo dalla propria rivoluzione umana e puntando a realizzare sogni impossibili, ognuno si sta impegnando a recitare Daimoku, a studiare, a parlare ai propri amici e conoscenti della pratica buddista. C’è chi riesce a fare tanto Daimoku, chi è un vero campione di shakubuku, chi ha deciso di fare attività in uno staff. Alcuni, però, guardando la propria cartolina mezza vuota (un bel biglietto raffigurante il cielo stellato d’Europa, consegnata a ogni giovane affinché lo riempia di nomi di persone con cui ha instaurato un dialogo di pace), o riflettendo semplicemente sui propri obiettivi ancora lontani, potrebbero sentirsi scoraggiati. Altri avrebbero voluto impegnarsi di più nella propria vita quotidiana, altri ancora, avendo iniziato il proprio percorso di fede solo adesso, non riescono a capire il significato che sta dietro a questo evento. Ciò che importa è che ognuno ha deciso di mettersi in gioco, di sfidarsi laddove ha più difficoltà. C’è chi combatte la malattia, chi si deve laureare, chi è in cerca di lavoro, chi non trova il fidanzato o la fidanzata… Ognuno di noi può utilizzare questa data importante come occasione per realizzare i propri obiettivi personali. Il presidente Ikeda, scrive: «In ogni impresa, l’inizio, le basi sono di vitale importanza. […] Poiché il Buddismo è il mezzo per ottenere la felicità assoluta è cruciale essere padroni delle basi corrette. Le basi del Buddismo sono la fede, la pratica e lo studio» (NR, 388, 11). Se ci impegniamo ad approfondire la nostra fede basandoci su una preghiera sincera e seguendo le guide del nostro maestro, questo mese che ci separa dal 16 marzo può diventare ricco di significato, così da poterlo considerare il periodo in cui abbiamo dato inizio alla creazione o fortificazione delle nostre basi sulle quali costruiremo tutte le nostre vittorie future.
    Tornando alla “cartolina mezza vuota”, la cosa più importante non sarà quindi riportare dieci o venti dialoghi di pace. Il valore di quest’azione sta nell’opportunità di approfondire, giorno dopo giorno, ognuno di questi dialoghi, in modo che il legame che si crea, anche se soltanto con uno di questi amici, sia di profondo valore. Perché, come afferma Kaneko Ikeda nel messaggio di Capodanno, «Nichiren, citando un proverbio popolare, scrive: “Uno è la madre di diecimila”. Se siamo in grado di far crescere sul serio una singola persona affinché sviluppi pienamente il suo talento, se riusciamo a creare anche con un unico essere umano un’amicizia sincera e genuina, ebbene questo diventa il primo passo per diffondere la felicità a diecimila persone» (NR, 388, 8).

    Ultime settimane per comunicare il numero dei dialoghi realizzati: imbucando la cartolina nel Centro culturale più vicino o comunicandolo ai responsabili giovani.

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