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Il mio segreto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:14

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Il mio segreto

Gerard Honan, Roma

Grazie all’opportunità di lavorare a Londra, ho potuto rivedere la sorella che vive in Gran Bretagna. Niente succede a caso: è stato il primo passo verso la riunificazione della mia famiglia. La pace nel mondo doveva iniziare da loro

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Grazie all’opportunità di lavorare a Londra, ho potuto rivedere la sorella che vive in Gran Bretagna. Niente succede a caso: è stato il primo passo verso la riunificazione della mia famiglia. La pace nel mondo doveva iniziare da loro

Sono irlandese, vivo a Roma e pratico da un anno e mezzo. Sono il più giovane di quattro figli, unico maschio, nato e cresciuto in un piccolo paese. I miei ricordi sono dominati dalla figura di mio padre, bravo carpentiere, ma spesso disoccupato e, ancora più spesso, in birreria. Quando rientrava a casa ubriaco, mia madre, nonostante i suoi cinque infarti, cercava sempre di proteggermi, ma la conclusione era sempre la stessa: mi picchiava senza motivo.
Le mie tre sorelle erano già andate via di casa per crearsi una vita migliore lontano da lui. Da adolescente ero molto aggressivo e quasi tutti gli uomini del mio paese mi temevano. Ormai non mi spaventava più affrontare mio padre, ma, per l’amore che nutrivo per mia madre, decisi di trasferirmi a Londra: almeno lei avrebbe sofferto meno. Ho vissuto in strada tre anni nei quali feci uso di varie droghe, poi, nel settembre 1989 incontrai Nadia, la donna destinata a diventare l’amore della mia vita.
Nonostante avessi trovato la stabilità affettiva, i miei “mondi bassi” erano sempre in agguato, avendo sempre vissuto in condizioni di conflitto. Quando nel 1991 una delle mie sorelle mi confidò che nostro padre aveva abusato di lei fin da quando aveva sei anni, la rabbia prese il sopravvento e dichiarai che avrei voluto ucciderlo. Mia sorella mi convinse che la mia vita era più importante e che non valeva la pena di rischiare di finire in prigione.
Nel 1992 raggiunsi Nadia a Roma, che nel frattempo aveva iniziato a recitare Nam-myoho-renge-kyo: quella è stata la mia fortuna. Nonostante continuassi a fare uso di alcol e droga per dimenticare quello che nostro padre ci aveva fatto subire, mi impegnai seriamente nella ricerca di un’occupazione, ma di notte sognavo spesso di ucciderlo.
Finalmente trovai un buon lavoro che mi permise anche di fare carriera. Poi nel 2002 nacque la nostra prima figlia, Shauna. Ero felice.
In seguito, anche le altre due sorelle mi confidarono di aver subìto molestie da parte di mio padre. Ma quando mi dissero che tutte e tre avevano deciso di intraprendere un’azione legale contro di lui, non fui d’accordo perché volevo evitare ulteriori sofferenze a mia madre. Quando mio padre venne a sapere delle loro intenzioni, fu sopraffatto dalla vergogna e si tolse la vita. Il motivo della mia rabbia all’improvviso sparì, lasciandomi confuso e ferito. L’alcol e la droga continuarono a riempire questo vuoto negli anni successivi.
A luglio 2006 nacque la nostra seconda figlia, Jodie-Kay, e nello stesso periodo decisi di lasciare il mio lavoro di manager perché non mi sentivo in grado di gestire le tante persone di cui ero responsabile, dato che non riuscivo nemmeno a gestire me stesso. Avevo progettato di aprire un ristorante italiano in Irlanda, ma andò tutto storto. Da quel momento, qualsiasi motivo per litigare con la mia compagna era buono per avere la scusa per uscire di casa e procurarmi della droga.
Nadia, che fino a quel momento aveva sempre visto il mio lato buono e rifiutato di vedere quello oscuro, decise di lasciarmi, ma grazie al suo Daimoku e all’incoraggiamento di un compagno di fede, il nostro rapporto si è salvato. È in quel periodo che ho cominciato a recitare per trasformare il mio carattere e, in seguito, per manifestare la mia Buddità.
Per circa tre mesi ho pianto spesso mentre recitavo Daimoku, poi leggendo più volte il Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza ho sentito una nuova consapevolezza nella mia vita. Con naturalezza ho smesso di far uso di ogni tipo di droga e le lacrime sono state sostituite dal sorriso. Ero senza un lavoro e senza soldi, però eravamo una famiglia felice. Un mio amico mi offrì un lavoro nel suo locale, la paga era di quaranta euro a notte: recitavo due ore di Daimoku al giorno e il Gosho mi sosteneva. In quel periodo sono diventato membro dell’Istituto Buddista: è stato senza dubbio uno dei giorni più belli della mia vita. Il giorno della mia rinascita. Mia figlia Shauna mi ha abbracciato e mi ha detto: «Io amo il mio nuovo papà». Dopo una settimana ho ricevuto un’offerta di lavoro a Bucarest dalla mia vecchia azienda con uno stipendio strepitoso. Tre settimane dopo mi hanno offerto un altro ruolo come responsabile del servizio clienti per il Regno Unito con sede a Windsor, Londra, con un ulteriore aumento di stipendio. In meno di un mese ho trasformato completamente la mia situazione economica decuplicando gli introiti giornalieri. E pensare che ho sempre recitato Daimoku per manifestare la Buddità nella mia vita e per realizzare kosen-rufu!
Erano sei anni che, contrariato dalla loro azione legale, non parlavo più con due delle mie sorelle, mentre con la terza avevo mantenuto un ottimo rapporto. Grazie all’opportunità di lavorare a Londra, ho potuto rivedere la sorella che vive in Gran Bretagna. Niente succede a caso: è stato il primo passo verso la riunificazione della mia famiglia. La pace nel mondo doveva iniziare da loro.
Le ho chiamate tutte e tre chiedendo loro di vedersi in Irlanda e due settimane dopo, a ventitré anni di distanza dall’ultima volta, eravamo riuniti insieme intorno a un tavolo. Una di loro mi ha guardato negli occhi e piangendo, mi ha detto: «Le fiamme nei tuoi occhi si sono spente, finalmente sei te stesso», e mi ha chiesto quale fosse il mio segreto. Lei, che aveva sofferto più di tutte, stava per conoscere Nam-myoho-renge-kyo.
Ho recitato Daimoku e Gongyo a casa sua con lo scopo che lei iniziasse a praticare e ormai è quasi un anno che lei e sua figlia recitano regolarmente.
Il mio desiderio era che potesse essere sostenuta nella pratica e, con mia immensa gioia ho saputo che un membro romano si sarebbe trasferito proprio nel piccolo paese dove lei vive. Insieme hanno parlato del Buddismo a molti compaesani e alla prima riunione di discussione, organizzata a casa di mia sorella, c’erano più di venti persone. Lei mi ringrazia sempre per averle fatto conoscere la pratica che le ha trasmesso gioia e serenità; entrambi, recitando per la felicità di nostro padre, stiamo sperimentando che “il veleno si può trasformare in medicina”.
Il mio contratto a Londra è finito e sono ritornato a Roma e ho già ricevuto una nuova proposta di lavoro. Poco dopo aver iniziato a praticare il Buddismo, avevo scritto in una pagina come desideravo che fosse la mia vita: oggi ha proprio queste caratteristiche! Vorrei ringraziare Nadia, l’amore della mia vita, tutti i membri che mi hanno sempre sostenuto, Enzo, mio cognato che non mi ha mai giudicato, Pino che ha vissuto e sopportato con tanto Daimoku il mio lato oscuro e Bruno che mi ha dato consigli preziosi nella fede nei momenti più difficili.

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