«”Non lesinare la propria vita” non vuol dire rinunciare sconsideratamente alla vita o trattarla con noncuranza» scrive il presidente Ikeda nel sesto appuntamento di questa serie, ma al giorno d’oggi significa attingere alla saggezza che si sviluppa dalla dedizione alla Legge mistica e utilizzarla concretamente
«Perciò vi dico, miei discepoli, cercate di praticare come insegna il Sutra del Loto, sforzandovi senza risparmiare la vostra vita!»
(La scelta del tempo, RSND, 1, 524)
Una volta chiesi al mio maestro Josei Toda perché fosse importante praticare il Buddismo “senza risparmiare la propria vita”. La sua risposta fu molto chiara: «La società è complessa e piena di contraddizioni, in nessun luogo è possibile trovare una strada diretta verso la felicità di tutto il genere umano. Potremmo definire questo il karma dell’umanità. Ma il Buddismo di Nichiren Daishonin fornisce i mezzi per trasformare il karma al livello più profondo. Esso insegna un percorso di eterna realizzazione e soddisfazione, la strada dell’eternità, della gioia, del vero io e della purezza. Nella vita non c’è cammino più elevato di questo. Ecco perché, se vi dedicate con tutto il cuore alla vostra pratica buddista, non avrete rimpianti».
Sono passati più di sessant’anni da quando divenni discepolo di Toda. Tutto è andato precisamente come lui diceva. Avendo lottato appassionatamente per kosen-rufu proprio come insegnava il mio maestro, ho il cuore traboccante della gioia di “dedicarsi alla Legge senza lesinare la propria vita”, e desidero trasmettere alla gioventù l’ineguagliabile via di questa missione.
L’essenza del Buddismo del Daishonin si trova nello spirito di non risparmiare la propria vita, cioè nel dedicarsi alla diffusione della Legge con altruismo; si trova nei generosi sforzi per realizzare kosen-rufu. Il poeta tedesco Friedrich Schiller (1759-1805) una volta scrisse: «Chi vuole vincere nella vita, deve sfidare la morte!». Dedicandoci al Buddismo del Daishonin e agli altri facciamo sì che le nostre esistenze brillino del loro massimo splendore. Questo stile di vita insegnato dal Buddismo costituisce un importante modello per vivere nel mondo di oggi. In questa puntata esaminiamo il nobile spirito di “non lesinare la propria vita” esposto da Nichiren Daishonin nel suo trattato La scelta del tempo.
La strada per la vittoria assoluta
Nel suo scritto il Daishonin proclama che l’Ultimo giorno della Legge – un’epoca in cui i veri insegnamenti del Budda sono andati perduti – è il tempo di diffondere la grande pura Legge di Nam-myoho-renge-kyo in tutto il Giappone e nel mondo intero, e dichiara di essere colui che si assumerà questo compito. Affermando che le auree parole del Budda non sono mai false, aggiunge: «Perciò vi dico, miei discepoli, cercate di praticare come insegna il Sutra del Loto, sforzandovi senza risparmiare la vostra vita!» (La scelta del tempo, RSND, 1, 524).
Il Daishonin sprona i propri discepoli a dedicarsi senza riserve alla pratica buddista per trionfare sui tre potenti nemici (vedi DB, 894) nell’Ultimo giorno della Legge.
Il concetto di “non risparmiare la propria vita” appare nel capitolo Esortazione alla devozione del Sutra del Loto, quando i bodhisattva fanno voto di diffondere altruisticamente la Legge mistica dopo la scomparsa del Budda (cfr. SDL, 249). Ne La scelta del tempo il Daishonin spiega il sentiero dell’impegno condiviso tra maestro e discepolo, la via di confutare il falso e rivelare il vero, la via del raggiungimento dell’Illuminazione in questa esistenza – alla cui base sta il sentiero di “non risparmiare la propria vita”. Se ci dedichiamo instancabilmente alla nostra pratica buddista, sicuramente otterremo la prova della vittoria – questa è l’incrollabile convinzione con cui il Daishonin esorta i suoi discepoli a «impegnarsi a praticare» (RSND, 1, 524).
In totale accordo con questo insegnamento, il primo e il secondo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, hanno perseverato nei loro sforzi altruistici per diffondere il corretto insegnamento del Buddismo del Daishonin, senza lasciarsi intimorire dalle persecuzioni esercitate dalle autorità militariste giapponesi.
Come terzo presidente, ho lottato con lo stesso intrepido spirito contro i tre potenti nemici. La crescita e il fantastico sviluppo della Soka Gakkai sono la prova delle vittoriose lotte dei primi tre presidenti per il Buddismo.
Lo spirito di dedicarsi altruisticamente a una causa ha anche un profondo significato nei termini della visione della propria vita. Come osservava lo storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975), per quanto la civiltà possa avanzare, ci sarà sempre l’esigenza di porsi domande fondamentali sulla vita e sulla morte. Perché nasciamo e perché moriamo? Da dove viene la vita, e dove va? La filosofia e la pratica buddista hanno lo scopo di rispondere a queste domande. A tutti importa della propria vita, ma ci sono troppi esempi di persone che, eccessivamente preoccupate del proprio benessere, causano sofferenze agli altri e mancano di realizzare il proprio potenziale. Questo, come notava Toda, è il karma dell’umanità.
Una prospettiva per il mondo contemporaneo
In Lettera da Sado il Daishonin fa l’esempio del pesce ingannato dall’esca e degli uccelli catturati nella rete a dispetto dei loro sforzi per mantenersi al riparo dal pericolo (cfr. RSND, 1, 266). Lo stesso tipo di illusione fondamentale, o ignoranza, si trova nella profondità dell’esistenza umana. Gli stati vitali distorti dell’Avidità, della Collera e della Stupidità, che scaturiscono dall’ignoranza od oscurità, sono ciò che conduce a tragedie umane come la carestia, la guerra, le epidemie e la distruzione ambientale.
Fino a quando non riusciremo a trionfare su questa ignoranza innata, non potremo trasformare il karma dell’umanità.
Studiosi di rilievo in tutto il mondo concordano sul fatto che la trasformazione del genere umano sia oggi un imperativo indifferibile per il nostro mondo. In effetti, non importa quanto avidamente una persona possa perseguire il proprio benessere, il potere, la fama o il piacere, questi in definitiva rappresentano «soltanto un sogno di prosperità, una gioia illusoria» (Sovrano, maestro e genitore, WND, 2, 36), per usare le parole del Daishonin. Sono aspirazioni transitorie e non conducono a una felicità duratura. In questo periodo di crisi economica globale sempre più persone stanno riconoscendo questa verità.
Perché la mancanza di rispetto per la vita è così diffusa nella società contemporanea? Da un certo punto di vista possiamo imputarlo al fatto che molte persone non hanno a cuore scopi o ideali ai quali dedicarsi senza riserve o per i quali dare la vita. Lo scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910) affermò: «Chi non teme nulla ed è pronto a dare la vita per una causa onorevole è molto più forte di chi è temuto o ha la vita degli altri in suo potere».
Chi può dedicarsi a una nobile causa incentrata sul rispetto per la vita, generalmente apprezza profondamente il valore della propria e dell’altrui esistenza. Chi manca di uno scopo importante che gli permetta di forgiare ed elevare la propria esistenza, tenderà a essere facilmente fuorviato dai torrenti dell’ego, dei desideri e della paura, e finirà persino per perdere la vita per faccende misere e insignificanti.
La fede che nutriamo nella Legge mistica – la verità ultima e la forza motrice dell’universo – è un grandioso astro di creazione di valore che permette alla vita di risplendere al massimo. La Legge mistica ha la potente funzione di scacciare l’oscurità o ignoranza dalla nostra vita, e di far emergere e sviluppare il coraggio, la saggezza e la compassione innate. Per realizzare tale trasformazione è fondamentale agire con l’altruismo di un bodhisattva. L’umanità è alla ricerca di una filosofia e di una pratica che aprano la via del bodhisattva a tutte le persone.
La sacralità della vita
In altre parole, possiamo dire che il Buddismo del Daishonin è il mezzo ineguagliabile per elevare lo stato vitale collettivo dell’umanità, una nobile causa che merita la nostra devozione incondizionata e dedizione altruistica, e che non sarà mai causa di rimpianto. Nel passo che stiamo studiando, il Daishonin in effetti sta dicendo ai suoi discepoli: «Poiché avete incontrato questo insegnamento grazie a profondi legami karmici fin dal passato, sforzatevi di praticarlo senza risparmiare la vostra vita!».
Toda diceva: «È stato un onore per me poter dare la vita per il nobile compito di kosen-rufu. Dedicandosi a uno scopo superiore qualsiasi persona può diventare forte e far sgorgare da sé un grande potere».
Poiché il Buddismo insegna che la vita è la cosa più sacra e preziosa dell’universo, è una filosofia di pace che sostiene la sacralità della vita e si oppone alla guerra e alla violenza.
Il Buddismo insegna quindi l’importanza di vivere con compassione e rispetto per la vita nel suo complesso.
Un giorno di vita è più prezioso di tutti i tesori dell’universo. Questo è il motivo per cui non dovremmo sprecare le nostre esistenze con «superficiali cose mondane» (Lettera da Sado, RSND, 1, 266), ma piuttosto dedicarci diligentemente ai «preziosi insegnamenti del Buddismo» (Ibidem).
La Legge mistica è un principio che guida tutta l’umanità nella direzione del bene. Una vita che si dedica con generosità alla Legge mistica è infinitamente profonda, grandiosa e nobile.
Dal piccolo al grande io
Quando si parla di “non lesinare la propria vita” non si intende certo rinunciare sconsideratamente alla vita o trattarla con noncuranza.
Il Buddismo insegna la “dedizione”, in giapponese kimyo[ref]Kimyo è la traduzione giapponese della parola sanscrita namu o nam (di Nam-myoho-renge-kyo). La Raccolta degli insegnamenti orali dice: «”Dedizione” significa dedizione al principio della verità eterna e immutabile dell’insegnamento teorico, e “vita” significa che la propria vita dedicata a quel principio si basa sulla saggezza della verità dell’insegnamento essenziale che funziona in accordo con le circostanze mutevoli» (BS, 109, 40).[/ref]. Ki, o “ritorno”, significa “ritornare” alla immutabile verità del Buddismo, e myo, o “vita”, significa basare la propria vita sulla saggezza buddista che funziona in accordo con le circostanze mutevoli. Quindi kimyo significa dedicare la propria vita alla Legge fondamentale dell’universo, alla verità ultima della Legge mistica. Allo stesso tempo, significa sviluppare la saggezza che deriva da quella verità e utilizzarla attivamente nella vita reale. Questo movimento ciclico di ritornare alla verità assoluta e poi andare nuovamente indietro nella realtà quotidiana è il vero significato di kimyo, o dedizione, nel Buddismo.
Una singola goccia d’acqua è destinata a evaporare e scomparire, ma se si unisce al grande oceano resiste e si arricchisce come se fosse una goccia di eternità. Attraverso la dedizione alla Legge mistica noi possiamo abbandonare il “piccolo io” e basarci sul nostro “grande io”, rendendo ancora più brillante il nostro splendore innato.
Quando ci risvegliamo a tale cambiamento riusciamo a portare le nostre esistenze alla loro completa pienezza. Questo è l’effetto fondamentale della nostra fede nella Legge mistica del tempo senza inizio.
Nessuno può evitare la morte. Ma se ci dedichiamo alla Legge mistica, l’essenza della nostra vita diventa tutt’uno con il grandioso stato vitale personificato da Nichiren Daishonin, il grande stato vitale della Buddità dell’intero universo. Chi dedica la propria esistenza alla Legge mistica lavorando duramente per sostenerla, proteggerla e propagarla, è in grado di fondere la propria vita con questo supremo regno della Buddità. Può conseguire uno stato vitale che nessun sapere o benessere può trasmettere. E, dopo la morte, la vita di chi si è dedicato sinceramente alla Legge mistica fino all’ultimo istante sarà libera e senza ostacoli, e permeerà l’intero universo.
La Legge mistica trasforma ogni cosa nella «più grande di tutte le gioie» (BS, 124, 54). Basandoci sulla Legge mistica possiamo conseguire uno stato di assoluta felicità, in cui sperimentare gioia sia nella vita sia nella morte. Questo è lo scopo della nostra pratica buddista e di tutte le nostre lotte in questa esistenza.
Toda diceva: «Durante i miei due anni di carcere ho vinto perché non ho pensato a me. Ho vinto perché ho accompagnato in prigione il signor Makiguchi, deciso a dare tutto me stesso per la causa di kosen-rufu. Dal momento in cui ho preso quella decisione, è sparita ogni confusione e paura».
Le nostre difficoltà e le nostre sfide sono quasi niente se paragonate alle altruistiche lotte di Makiguchi e Toda.
La sincerità vince
Nel corso della mia lunga vita ho osservato molte persone, e devo dire che gli individui realmente grandi sono molto rari. Il Daishonin afferma che, di tutte le persone che ha incontrato, «meno di una su mille mi colpisce per essere veramente lodevole» (Condoglianze per un marito defunto, WND, 2, 778).
All’epoca del Daishonin c’erano molti discepoli arroganti – tra i quali i cinque preti anziani (vedi DB, 142) – che intimamente si ritenevano migliori del loro maestro e lo guardavano dall’alto in basso. C’erano anche discepoli che, ben lontani dal rispettare il Daishonin, ne erano invidiosi, come lo era stato Devadatta di Shakyamuni.
Quando le attività di Toda caddero in disgrazia, alcuni membri della Soka Gakkai gli voltarono le spalle ricoprendolo di insulti e ingiurie. Così va il mondo, purtroppo.
I responsabili più alti che abbandonarono la fede e tradirono la Soka Gakkai – verso la quale avrebbero dovuto sentirsi in debito – erano invariabilmente persone che trascuravano la loro pratica quotidiana di Gongyo e Daimoku e non partecipavano regolarmente alle attività della Gakkai. Furono sconfitti dalla loro negatività innata e restarono vittime della loro stessa arroganza. Come risultato, la loro vita andò fuori binario conducendoli a una triste rovina, come molti di voi possono testimoniare.
Nella pratica buddista vincono le persone serie e sincere. Quelli che avanzano fino alla fine insieme alla Soka Gakkai – un’impareggiabile organizzazione di “buoni amici” o influenze positive – sono vincitori. È davvero immenso lo stato vitale che possiamo ottenere impegnandoci assiduamente per kosen-rufu. È una cosa che possiamo sperimentare e provare a noi stessi.
Ero consapevole che compiere una rivoluzione fosse una questione vitale e in particolare che la rivoluzione spirituale che abbiamo cercato di realizzare come discepoli di Toda comportava la dedizione totale alla Legge mistica. Con questa promessa, ho personalmente dato tutto me stesso nel sostenere e assistere il mio maestro, nel proteggere la Soka Gakkai e nell’incoraggiare i miei compagni membri, con lo scopo di espandere il nostro nobile movimento.
Il fatto di ricoprire una posizione nell’organizzazione non rende automaticamente grande un individuo. Le persone più ammirevoli sono quelle che combattono con più tenacia per kosen-rufu. La Soka Gakkai è essa stessa la personificazione di un Budda. Ho sempre creduto che mostrare il massimo rispetto per il proprio maestro e per la Soka Gakkai equivalga a dimostrare il massimo rispetto per Nichiren Daishonin.
Una dedizione sincera non può essere imposta. Tutto si riconduce al nostro impegno personale e all’essere preparati a combattere con spirito indipendente. Dove manca una promessa solenne si annida la negligenza, e le funzioni demoniache prendono il sopravvento. Quando l’intera organizzazione è sincera, può dare una chiara prova di vittoria in tutte le battaglie, anche quelle contro una grande ingiustizia. In particolare, niente è più forte della preghiera determinata delle donne della Soka Gakkai.
Proteggere la Legge, il proprio maestro e i propri compagni di fede con spirito generoso vuol dire condurre una vita veramente ammirevole. Rappresenta la più nobile essenza di tutta l’umanità.
Da giovane, mentre mi impegnavo tenacemente per sostenere Toda, scrissi nel mio diario: «Ogni giorno è una dura lotta. Da giovani si deve lottare con tutte le proprie forze. Sono nobili e belli / Affaticati, alzano gli occhi / Ma ecco che la speranza si desta / Per far nascere il futuro. Ecco che risuona una musica dal cielo» (D. Ikeda, Diario giovanile, Esperia, 2001, pag. 41)
Spero che i miei discepoli della Divisione giovani proseguano coraggiosamente su questo nobile sentiero.
L’unicità di maestro e discepolo non significa niente se resta una vuota e astratta teoria. Ciò che conta è se i discepoli abbracciano davvero la stessa promessa dei loro maestri e la mettono in atto. Questa è la cosa più importante.
La pianista tedesca Clara Schumann (1819-96) diceva: «In definitiva, non diamo tutti la vita per la nostra missione?». Qualunque possa essere il nostro peculiare scopo o missione, se ci dedichiamo a esso con tutto il cuore creeremo qualcosa che brillerà di eterno splendore. Coloro che eccellono nel loro campo – sia in quello delle arti, degli studi, della cultura, dello sport, della politica o degli affari – sono in genere individui di grande dedizione, che non lesinano la loro vita. Sono persone che fanno sforzi enormi per continuare a migliorare, spingendosi oltre il loro limite. Si dedicano senza riserve al settore che hanno scelto e continuano a sfidare se stessi: questo è il motivo per cui riescono a creare imprese e successi duraturi.
Una vita degna di rispetto
La Legge buddista è la legge fondamentale dell’universo che opera attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Se sosteniamo e pratichiamo questa Legge con impegno sincero, le nostre esistenze saranno dotate di un incommensurabile beneficio e di un grande onore. Il Daishonin paragona il potere della Legge mistica a una sorgente in cui «le pietre si trasformano in gioielli» (Cavalli bianchi e cigni bianchi, RSND, 1, 944). Una vita dedicata alla Legge mistica è l’esatto opposto di una vita superficiale ed egocentrica, impiegata a rincorrere fama e fortuna personali.
Toda diceva: «Il movimento per la rivoluzione umana deve essere diffuso in tutto il mondo. Daisaku, voglio che tu dia la tua vita per aprire la strada a kosen-rufu nel mondo. Questo è il mio sincero desiderio». Io ho fatto esattamente come mi ha chiesto.
Allo stesso modo tutti voi, miei amati compagni di fede, siete l’esempio dello spirito di “non risparmiare la propria vita” nella società contemporanea, basandovi sul nobile voto fatto dai primi tre presidenti. State tutti lottando instancabilmente per il Buddismo e per il benessere degli altri, perfino in questi tempi di difficoltà economica. Quando venite a sapere che un amico è in difficoltà accorrete per incoraggiarlo, mettendo da parte le vostre stesse preoccupazioni. Recitate Daimoku sinceramente fino a notte fonda. Condividete generosamente gli insegnamenti del Daishonin con gli altri, in modo da cambiare in meglio la società. Affrontate individui senza scrupoli che tentano di fuorviare le persone, contestando il falso e rivelando la verità.
In quale altro posto, se non tra i nostri meritevoli membri, si possono trovare individui così eroici, che praticano il Buddismo con tanto nobile impegno per la felicità altrui?
L’intero trattato La scelta del tempo si incentra proprio sulla questione di chi siano – nel corso dei tremila anni di storia del Buddismo – i devoti del Sutra del Loto che praticano con spirito sincero, proprio come insegna il Budda. È la Soka Gakkai che ai giorni nostri sta mettendo in pratica questo scritto.
Tutti voi, che state portando avanti il movimento di kosen-rufu basato su una fede direttamente collegata al Daishonin, siete incarnazioni della più importante filosofia della nostra epoca. Siete persone immensamente nobili, che lottano con dedizione sincera. Per favore siate assolutamente certi che la fortuna e i benefici che state accumulando sono illimitati e incalcolabili, e che brilleranno per tutta l’eternità, anche nelle vite dei vostri discendenti per infinite generazioni a venire.
Avanzate insieme a me con lo spirito di “non lesinare la propria vita”. Lottiamo gioiosamente fianco a fianco con il cuore di un re leone. Dedicatevi profondamente al Buddismo del Daishonin.
Accettando coraggiosamente
l’eredità di Soka,
la vittoria delle
nostre altruistiche battaglie
durerà in eterno.