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Tutto il mondo come Fiuggi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:41

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Tutto il mondo come Fiuggi

Dai 13 ai 18 anni è la fascia d’età per partecipare al gruppo Saette, presente nel Centro-sud, dove ragazzi e ragazze si confrontano e creano legami di amicizia. Al corso di Fiuggi sono emerse grandi e piccole storie raccontate con lo sguardo rivolto al futuro

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Dai 13 ai 18 anni è la fascia d’età per partecipare al gruppo Saette, presente nel Centro-sud, dove ragazzi e ragazze si confrontano e creano legami di amicizia. Al corso di Fiuggi sono emerse grandi e piccole storie raccontate con lo sguardo rivolto al futuro

Come vivete la pratica nella vita quotidiana e cosa vi aspettate da questo corso? L’incoraggiamento ai compagni di fede è un aspetto fondamentale della pratica buddista: con questo obiettivo in mente, volete dire qualcosa ai vostri coetanei?

Alessandro, 17 anni
Pratico da quasi tre anni. La cosa bella è vedere che condividiamo tutti lo stesso spirito, con la consapevolezza che ogni essere umano conta ed è importante. Il mio desiderio è di portare questo clima nella società e che nel mio capitolo arrivino tantissimi giovani. E poi pensavo che chi pratica fosse più serio degli altri, invece ho scoperto che se la gode di più!

Angelica, 12 anni e mezzo
Vi racconto un’esperienza che ho fatto durante uno spettacolo con i miei compagni di classe. Eravamo trenta, tutti un po’ spaventati. Allora proposi di ripetere tre Daimoku a bassa voce perché ci avrebbe portato fortuna. E lo abbiamo fatto insieme. Quando poi ho continuato a recitare mi chiedevano perché lo facessi e ho spiegato loro che più si recita più aumenta la fortuna. Lo spettacolo è andato molto bene e mi hanno detto: «È proprio vero che funziona!». Io ho scelto il Buddismo perché mi ci sento meglio.

Valeria, 16 anni
Ho iniziato a praticare perché dovevo fare un viaggio di istruzione in un paese straniero e avevo paura. Il corso è andato male ma ho continuato a praticare perché ho capito che avevo fatto una serie di esperienze che mi sarebbero servite. Anche i miei genitori praticano e ne sono orgogliosa. Quando ho cominciato ad andare alle riunioni non apprendevo niente, mi chiudevo completamente. Quest’anno però la situazione è cambiata: ho sentito che è cambiata l’aria, sarò cambiata anche io e si è creato un gruppo con un grande legame. Siamo pure riusciti a portare tanti amici nuovi. Ho trovato un gruppo al quale sento di appartenere. E anche se ho passato un anno terribile, per quanto riguarda la pratica, è stato veramente speciale.

Iris, 17 anni
Ora pratico regolarmente da quattro anni. Il fatto che i miei genitori pratichino è un grande sostegno. È stata mia mamma a incoraggiarmi a praticare. All’inizio mi vergognavo, alle riunioni stavo sempre dietro di lei e ogni volta era una tortura. Poi qualcosa nel gruppo è cambiato e fra di noi abbiamo creato dei bei legami, ora vado anche da sola e spontanea­mente intervengo senza vergognarmi. Faccio tanto shakubuku e porto sempre con me Felicità in questo mondo.

Ayumi, 14 anni
Sono nata “con” il Gohonzon perché mia madre praticava già e questa è una delle più grandi fortune della mia vita. Dal 2007 ho capito l’importanza della pratica e ho iniziato a recitare e partecipare regolarmente alle attività, in particolare a quella delle Saet­te dove incontro persone fantastiche. In occasione dell’esame di terza media ho fatto la mia prima ora di Daimoku e dopo mi sono sentita con uno stato vitale incredibile e mi sono chiesta perché non l’avevo mai fatto prima. L’esame è andato benissimo. È stato fantastico perché non ho avuto stress. Ho sentito una gioia e determinazione nuova.

Lorenzo, 15 anni
Questo è il mio primo corso. All’inizio non praticavo con regolarità, poi due o tre anni fa ho iniziato a sentire voglia di recitare regolarmente all’insaputa dei miei genitori. Ho preso un libretto di Gongyo e recitavo a scuola durante la ricreazione. Poi i miei genitori se ne sono accorti e mi hanno chiesto di farlo a casa con loro. Alle riunioni all’inizio ero super imbarazzato, mentre adesso partecipo. Pratico più seriamente dopo la riunione di Milano del 16 marzo 2008, quando ho recitato Gongyo con più di cinquemila persone. Voglio fare shakubuku ai miei compagni e creare un gruppo di giovanissimi anche a Cagliari.

Martina, 15 anni
Quest’anno è stato terribile perché ho subìto un intervento di appendicite con delle complicazioni. Allora ho iniziato a praticare di meno, fino a smettere. Ogni volta che mia madre mi diceva di praticare mi trascinavo davanti al Gohonzon. Secondo me non dev’essere un dovere, ma deve partire dal cuore. Sono stata bocciata a scuola, mi sono lasciata con il ragazzo e ho passato un compleanno da dimenticare, però ho deciso che il prossimo anno andrà meglio. Ho ricominciato a praticare da quando sono stata bocciata per non cadere in depressione, e al di là di ogni mia aspettativa sono riuscita a prenderla bene. La mia determinazione è ripartire alla grande, sicuramente meglio dell’anno passato, voglio essere promossa con buoni voti e riprendere la danza.

Andrea, 16 anni
Ho iniziato l’anno scorso, a Natale. Ero molto scettico, anche per ribellione verso i miei genitori. Mi sembrava una perdita di tempo mettersi lì e dire frasi sempre uguali. Crescendo mi sono avvicinato alla teo­ria buddista, però mi piaceva di più come filosofia. Ero contrario alle religioni. Una volta un amico mi chiese del Buddismo e siamo andati a una riunione giovani insieme. Per la prima volta andavo per mia scelta e ho anche recitato cinquanta minuti di Daimoku, e poi abbiamo pure mangiato. Da quella sera è scattata la molla e mi sono sentito proprio vivo. Non ho mai avuto problemi particolari e mi dicevo: «Se sto bene, che pratico a fare?», ma ho capito che puoi impreziosire quello che già hai, e allora se puoi fare di più perché accontentarsi?

Lucilla, 16 anni
È il mio secondo corso estivo. Quello dell’anno scorso è stata l’esperienza più bella di tutta la mia vita. Perché vedere questo fiume di gente buddista che gira per la città mi ha trasmesso tantissimo. Ero in una bolla di felicità quando sono tornata e ho capito cosa vuol dire kosen-rufu. Voglio che il mondo diventi come i corsi a Fiuggi, con questo stato vitale. Se succede qui perché non può succedere in città più grandi, in più paesi, in tutto il mondo? Per me è stato l’inizio di un cambiamento interiore e da questo corso mi aspetto anche di più.

Adriano, 13 anni
Pratico da quando avevo nove anni e da allora desideravo venire a un corso, quindi ho realizzato un sogno. Da due anni recito venti minuti di Daimoku al giorno. In seconda media ho avuto un anno difficile, in particolare il professore di tecnica se l’era presa con me. Per motivi di salute avevo fatto ben cinquantun giorni di assenza e quindi era alta la possibilità di essere bocciato. Per lo stress mi cadevano perfino i capelli. Mia madre mi diceva di recitare, ma non ci riuscivo perché ero troppo preoccupato. Comunque leggevo i libri di Ikeda e un giorno sono andato a una riunione a casa di mia nonna. Mi è piaciuto tantissimo. C’era una persona che aveva superato una situazione difficilissima e mi ha incoraggiato molto. Subito dopo ho scoperto che le assenze per malattia non vengono calcolate per essere bocciati. Ho l’obiettivo di creare un gruppo di giovani nel mio quartiere e per questo sto facendo tanto shakubuku.

Francesco, 16 anni
Durante questo corso, ascoltando le altre persone, mi sono reso conto che non ho mai sperimentato il potere della fede e anche quando pratico lo faccio con un atteggiamento un po’ da mendicante. Quando sto meglio poi smetto subito e soprattutto mi è difficile svegliarmi presto la mattina per recitare. Adesso ho l’obiettivo di dedicare più tempo e praticare più seriamente.

Gabriele, 15 anni
Ho iniziato in un periodo dove niente andava. Prima praticavo poco, solo quando c’erano dei problemi. Ero molto superficiale. Poi si è presentato l’esame di terza media. Stavo male, dal punto di vista scolastico e di relazioni. Mi sentivo molto insicuro. Mia madre mi spingeva a recitare, e ho deciso per conto mio di andare alla prima riunione. Mi ricordo come mi sentii dopo: pieno di speranza per ogni aspetto della mia vita. Era come vivere in un altro mondo. Ho iniziato a recitare ogni giorno e continuo anche adesso.

Tommaso, 15 anni
I primi due anni delle medie sono stati traumatizzanti: l’insegnante di italiano aveva una pessima considerazione di me e anche io di lei. Poi in terza media ha iniziato a darmi molto fastidio che una persona pensasse male di me e allora a Capodanno ho iniziato a praticare. Sono appassionato di arti marziali, e così ho iniziato a praticarle e a vedere che ero forte e a vincere degli incontri. Ero obeso e ho perso diciotto chili in sei mesi. La mattina mi svegliavo, recitavo e pensavo che proprio non mi piaceva andare a scuola; poi ho capito che potevo creare valore. La professoressa alla fine ha detto che si era sbagliata su di me e che io sono una persona fantastica. Quest’anno non ho avuto problemi particolari e adesso la mattina quando mi sveglio sento la voglia di praticare.

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