Il corso del Centro-sud si è tenuto a Fiuggi a fine settembre. Tre giorni per approfondire la fede, mettersi in discussione, essere incoraggiati e motivati, emozionarsi con i colori degli artisti e le note del coro. Questo speciale ospita anche l’esperienza del responsabile europeo della SGI, Hideaki Takahashi, e una riunione con lui di domanda e risposta
Giunto alla sua quarta “edizione” – nel 2006 e 2007 i corsi erano stati a livello nazionale – il corso a Fiuggi anche quest’anno è stato un successo: più di duemilacinquecento persone provenienti dalla macroarea Sud, di cui oltre seicentocinquanta giovani e venti giovanissimi, l’atmosfera migliore che ci si potesse augurare. Non solo per i tre giorni di sole e tepore, ma anche per la gioia – misurata ma contagiosa – che i partecipanti hanno diffuso nella cittadina venendo a contatto con gli abitanti e con i commercianti (e che evidentemente lascia un buon ricordo visto che sulla vetrina di un negozio all’ingresso del paese campeggiava la scritta: Bentornati! sopra il logo della Soka Gakkai). Ma soprattutto per la maturità che si respirava, palpabile nella generale capacità di concentrazione durante gli interventi e i filmati, auspicabile risposta all’incoraggiamento ad approfondire la fede che emergeva dalle lezioni di Gosho e dagli altri interventi. Un’ulteriore dimostrazione del fatto che sempre di più, in occasione di questi grandi incontri, a trainare non è tanto l’emozione, sempre bella, di sentirsi portare dall’entusiasmo che cresce insieme a tante centinaia di compagni di fede, ma soprattutto la voglia e la capacità di approfondire in prima persona e di mettere subito in pratica.
Del resto, le due lezioni di studio su L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, il sabato, e L’importanza del cuore, la domenica mattina, tenute in modo ammirevole da cinque giovani coadiuvati da due adulti dietro le quinte, portavano proprio lì: ciò che conta è risvegliarsi alla propria natura più vera, la quintessenza delle migliori qualità dell’essere umano, che si incarna nel desiderio profondo della propria e altrui felicità, e comportarsi di conseguenza. Molto lucido. Molto impegnativo, ma alla nostra perfetta portata. Molto umano. Esattamente di quel tipo di umanesimo che il presidente Ikeda ha riconosciuto come essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin e sta cercando di spiegare in tutte le occasioni.
Un doveroso cenno va fatto a proposito dei cori, che hanno trascinato, colpito, toccato davvero. Primo fra tutti quello degli uomini, che sono arrivati in tanti, tantissimi correndo come “gladiatori di kosen-rufu” verso il palco. Forti, commossi e commoventi, hanno magistralmente cantato Kurenai no uta (Canzone dell’alba cremisi) “a cappella” dopo aver provato, e neppure tutti, solo una volta la sera dopo cena. E poi quello delle donne, che si è esibito durante la riunione delle Divisioni, il coro dell’Abruzzo e il coro dei giovani – e giovanissimi – che ha cantato Cuore e coraggio con la gioia e la convinzione che solo loro sanno tirare fuori. E che ha fatto dire, al termine dell’esecuzione, a Hideaki Takahashi: «Questa energia mi fa veramente sentire dentro un corso della Soka Gakkai».