Prendendo spunto dalla filosofia di Jigoro Kano, fondatore del moderno judo, il presidente Ikeda consiglia l’atteggiamento da ricercare per ottenere la vittoria: «Rimanere in una condizione di massima vigilanza è un elemento cruciale». Come nella disciplina sportiva, anche nella vita sfidarsi costantemente e liberarsi dal proprio ego sono azioni fondamentali per vincere sui punti deboli
Lo scopo della pratica buddista è riuscire a vivere con dignità, coerenza e fiducia in se stessi, vincendo su tutte le sfide che incontriamo.
Vorrei dedicare questa poesia ai membri della Divisione donne: Il fiore di loto / nel Buddismo è simbolo / di simultaneità di causa ed effetto. La pianta del loto è peculiare perché fiore e frutto si sviluppano contemporaneamente. Nel Buddismo viene utilizzata come metafora del principio di simultaneità di causa ed effetto di Nam-myoho-renge-kyo, cioè del fatto che la causa e l’effetto della Buddità esistono simultaneamente in un singolo istante di vita. Il fiore corrisponde alla “causa”, mentre il frutto corrisponde all’”effetto”.
Quando recitiamo Daimoku sinceramente, nella profondità della vita quella preghiera ha già ottenuto una risposta. Certi di questa verità avanziamo insieme sul nobile sentiero di kosen-rufu.
Il 30 maggio del 1974 misi piede per la prima volta in Cina. Oggi, 27 maggio, al mio risveglio sono stato colto da una profonda emozione al pensiero di aver potuto vivere tanto da vedere questo giorno, che segna il trentacinquesimo anniversario di quella visita. In un momento tra i più tesi della Guerra Fredda, mentre il Giappone considerava la Cina come un nemico, io proposi di stringere legami di amicizia con quel paese. Fui sommerso da un uragano di critiche. I miei sforzi vennero aspramente contrastati e divenni oggetto di attacchi maligni. È in una simile atmosfera che realizzai la mia prima visita in Cina. In seguito, in occasione della mia seconda visita, nel dicembre del 1974, venni accolto personalmente dal primo ministro cinese Zhou Enlai (1898-1976) con estrema cortesia e rispetto. Quell’incontro resterà per me un ricordo indelebile.
Proprio domani, quasi a ricordo di questo storico anniversario, riceverò una cattedra onoraria di Finanza ed economia dall’Università Xinjiang, una prestigiosa istituzione nella regione autonoma cinese di Xinjiang Uygur[ref]Xinjiang, è una regione autonoma ricca di petrolio e di gas naturale situata nel nord ovest della Repubblica popolare cinese. Gli uiguri, nativi della regione, sono una minoranza turcofona di religione musulmana che si batte per l’indipendenza. Nel luglio scorso, la protesta degli uiguri è stata repressa in un bagno di sangue.[/ref].
Come tutti sapete, la Soka Gakkai è stata ripetutamente oggetto di attacchi mossi dall’invidia e dal pregiudizio, ma nonostante ciò le persone di buon senso sono in grado di riconoscere la vera grandezza del nostro movimento. Ho saputo dalle varie organizzazioni SGI che le persone nelle loro comunità stanno mostrando vivo interesse e solidarietà per le nostre attività, e molti chiedono di incontrare i nostri rappresentanti per conoscerci meglio.
Promuovere l’amicizia
La regione autonoma di Xinjiang Uygur si trova nell’estremo nordovest della Cina. È famosa per aver costituito nell’antichità un fiorente centro lungo la Via della seta. La storia riporta che questa terra ha avuto profondi legami con il Buddismo. È un motivo di orgoglio per me poter affermare che durante i trentacinque anni successivi alla mia prima visita in Cina ho costruito un ponte dorato di amicizia che ora unisce i nostri paesi in una meravigliosa nuova via della seta per la pace, la cultura e l’educazione.
A quel tempo il miglioramento delle relazioni con la Cina era davvero prioritario per il Giappone. Inoltre, il fatto di impegnarci a promuovere il dialogo con il popolo cinese era coerente con lo spirito di Nichiren Daishonin, il cui obiettivo è la pace nel mondo. Anche il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, aveva insistito sull’importanza dell’amicizia con la Cina e io, da comune cittadino, ho iniziato a lavorare per concretizzare quell’ideale.
Ho sempre agito come rappresentante della gente comune, non del governo, e neppure come studioso. Tutte le onorificenze che ho ricevuto non sono altro che espressioni di fiducia verso i membri di tutto il mondo che si stanno impegnando senza posa per promuovere l’amicizia nelle loro rispettive comunità e per contribuire al benessere della società come buoni vicini e cittadini.
Oggi molti studiosi e importanti personalità a livello mondiale stanno esprimendo la loro stima per il nostro movimento. So bene quanto questo renderebbe felice Toda.
Tutti questi tributi sono fonte di onore, fortuna e benefici che continueranno a scorrere sui vostri discendenti per le generazioni a venire. Poiché maestro e discepolo sono un’unica entità, non vi è alcun dubbio che i discendenti di coloro che perseverano risoluti nella fede godranno di posizioni di onore e di rispetto nel futuro.
Un dialogo tra Islamismo e Buddismo
Attualmente sto portando avanti un dialogo con l’ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, statista e filosofo noto anche per essere uno dei principali studiosi musulmani del paese. Wahid è un uomo di vero discernimento. Lo rispetto sinceramente come leader saggio di elevata integrità, un uomo che riconosce l’importanza della lealtà e dell’onestà. Su proposta di Wahid contiamo di proseguire insieme un dialogo di ampio respiro che possa creare un ponte tra Islamismo e Buddismo.
Wahid attribuisce grande valore alla diversità culturale, e la visita che ha compiuto alla sede dell’associazione Min-On durante il suo viaggio in Giappone gli ha lasciato una profonda e positiva impressione. Nel dialogo in corso condividiamo i nostri pensieri sul ruolo fondamentale dell’arte e della cultura. Durante i nostri incontri, Wahid mi ha parlato dell’amore e del rispetto che nutre nei confronti di sua madre e racconta: «Mia madre era estremamente attiva nella comunità. Se sentiva che una certa azione avrebbe potuto dare un contributo positivo alla comunità, era la prima ad agire. Era molto amata. Dovunque andassi, le persone mi dicevano di conoscere e ammirare mia madre e mi raccontavano quanto lei le avesse aiutate». La descrizione di Wahid si adatta perfettamente ai membri della nostra Divisione donne che offrono il loro contributo generoso alle rispettive comunità.
Uomini e donne meritano lo stesso rispetto. Nichiren Daishonin dichiara: «Non devono esserci discriminazioni […] siano essi uomini e donne» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341). Personalmente, ho sempre stimato profondamente i membri delle Divisioni donne e giovani donne.
Dobbiamo rispettare e apprezzare coloro che lavorano sinceramente per kosen-rufu condividendo il Buddismo del Daishonin con gli altri, coloro che incoraggiano e sostengono nella fede i propri amici membri. Criticare o assillare chi sta facendo del suo meglio per kosen-rufu è un comportamento imperdonabile! L’arroganza degli individui dispotici deve essere ammonita con severità.
Vi prego di tenere a mente che i veri gentiluomini sono sempre cortesi verso le donne.
L’importanza di un singolo discepolo
Permettetemi ora di citare alcune parole di Seneca (4 a.c.-65), un filosofo dell’antichità, la cui filosofia è condivisa da molti grandi pensatori: «Il peggiore di tutti [i crimini] è l’ingratitudine». È proprio così! Non lo ripeterò mai abbastanza. Non c’è nulla di peggio dell’ingratitudine. Quando il successo dà alla testa, le persone diventano arroganti e tendono a dimenticare il loro debito di riconoscenza verso gli altri. Non diventate mai persone ingrate! Non diventate mai persone vili, egoiste.
Io ho dedicato la mia vita a Toda, e ciò è dovuto al fatto che ho sempre nutrito nei suoi confronti la più profonda gratitudine. Ho servito Toda con assoluta fedeltà. Penso che nessuno al mondo, nessuno nella storia abbia mai sostenuto il proprio maestro con tale dedizione. Ho lavorato infaticabilmente per sostenerlo, offrendo tutto me stesso. Quando, nella crisi economica che seguì la Seconda guerra mondiale, Toda si trovò in serie difficoltà, io rimasi al suo fianco facendo tutto il possibile per proteggerlo, mentre molti lo abbandonavano con un sorriso di scherno. Tutto dipende dalla presenza di un sincero discepolo!
Toda mi disse: «Avere un vero discepolo è una gioia insuperata». È la felicità più grande. Ora, a questo punto della mia vita, posso capire esattamente come si sentiva Toda. Spero che anche tutti voi vi impegnerete per diventare simili discepoli!
Nel suo ultimo anno di vita Toda mi disse: «Sono pieno di gioia, perché in te ho avuto un vero discepolo». Toda diceva raramente grazie. Non riteneva necessario che un maestro dovesse ringraziare il suo discepolo. Ma era davvero felice. Le sue parole brillano ancora nel mio cuore come l’oro. Toda diceva: «La Soka Gakkai deve impegnarsi come insegna il Daishonin. Con la determinazione di realizzare il desiderio del Daishonin, dobbiamo trionfare in ogni grande impresa». Dobbiamo impegnarci seriamente basandoci sulla fede, non perché qualcuno ci ha detto di farlo, ma per il bene di kosen-rufu. Non dobbiamo mai perdere di vista la fede, né farci sviare dalla tentazione della fama e del potere.
Il Buddismo mira alla vittoria
Kosen-rufu è un movimento rivoluzionario che mira a fare dello spirito di compassione buddista la base della società. È una lotta contro la natura malvagia del potere che disprezza e sminuisce le persone.
Toda diceva: «Il Buddismo è un impegno serio. Se avete deciso di dedicarvi a questa impresa, dovete vincere, conquistando una vittoria clamorosa dopo l’altra. La Soka Gakkai deve essere un’organizzazione sempre vittoriosa!».
Ogni sforzo che compiamo per kosen-rufu porta beneficio alla nostra vita, come anche alla vita degli altri. Kosen-rufu è una fiera lotta contro i tre potenti nemici (vedi DB, 894). Non saremo in grado di vincere se non recitiamo Daimoku.
Toda istruiva severamente i membri della Divisione giovani: «Giovani, siate pionieri! Dovete avere uno spirito innovatore! Kosen-rufu si realizzerà grazie alla forza dei giovani. Giovani, conto su di voi! Miei giovani amici, vi prego di impegnarvi per realizzare kosen-rufu senza considerare ciò che gli altri possano dire o fare, senza farvi influenzare dall’ambiente in cui vi trovate».
Durante le elezioni del 1956 erano tutti convinti che il candidato sostenuto dalla Soka Gakkai avrebbe vinto a Tokyo e perso a Osaka. La campagna di Osaka era stata affidata totalmente a me. Alcuni responsabili anziani nutrirono in quei giorni una segreta soddisfazione al pensiero di vedermi sconfitto. Ma io mi sono alzato pronto a lottare senza risparmiare la mia vita. Senza curarmi dello scherno e delle calunnie. Con una fede incrollabile negli insegnamenti del Daishonin, ho condotto fino in fondo la nostra campagna basandomi sul Gosho. Ho vinto lottando con lo stesso impegno del mio maestro, con l’unico desiderio di realizzare il suo sogno. Miei giovani amici, vi prego di non dimenticare mai questo spirito!
Toda diceva ai membri della Divisione giovani: «Nella vita affrontiamo circostanze di ogni genere. Ci sono montagne, fiumi e campi… Come giovani, voi state scalando le vette più ripide. Provate e riprovate con tutte le vostre forze, dunque, e superatele con successo!». Io stesso ho lottato come insegna Toda.
L’attività di Toda a quel tempo era fallita, e lui si trovò sommerso dai debiti. La fine sembrava poter arrivare in qualsiasi momento. Nella Soka Gakkai, nel frattempo, la propagazione ristagnava e gli attacchi da tutte le parti si moltiplicavano. In queste circostanze io feci una promessa: «Voglio che Toda sia felice. Voglio vederlo nominato presidente. Voglio che il suo nome passi alla storia. Voglio far conoscere al mondo la sua grandezza». Ho lottato con tutto me stesso con quest’unico obiettivo. E tutte queste cose sono ora una realtà.
Il mio desiderio è che anche ognuno di voi possa conquistare un record di risultati di cui andare fiero. Sarebbe triste rimanere sempre dipendenti dal maestro. Nuove strade per kosen-rufu si aprono solo quando emergono persone capaci di dedicarsi sinceramente.
Toda disse anche: «I membri della Soka Gakkai hanno intrapreso una grande lotta uniti sotto il vessillo di kosen-rufu, come discepoli di Nichiren Daishonin. Se le persone di forte fede si uniscono saldamente, il progresso di kosen-rufu è assicurato». La Soka Gakkai deve rimanere per sempre direttamente connessa al Daishonin e fare del Gohonzon il proprio fondamento.
Cosa ha realizzato il clero? Sono diventati dei corrotti e degenerati che hanno agito contro gli insegnamenti del Daishonin cercando di distruggere kosen-rufu. Le loro azioni sono un esempio di slealtà e tradimento. I membri della Soka Gakkai, invece, proprio come disse Toda, unendosi stretti in una sola entità, sono riusciti a diffondere kosen-rufu nel mondo. Dobbiamo assicurarci che questo flusso continui nell’infinito futuro. Conto su di voi!
Impegnarsi con lo spirito del re leone
Toda dichiarò con forza: «Più duro è il colpo inferto al leone, più forte e fiero questi diventa! Siate re leoni, emettete un possente ruggito che sia udito da tutti. La Soka Gakkai è un’organizzazione di re leoni». In accordo con le parole di Toda, mi sono battuto come un leone e ho continuato a costruire una Gakkai di re leoni. Più siamo attaccati, più ci rafforziamo, è proprio così!
Da giovane ero fisicamente debole. Non avevo tempo libero, né denaro, e alla fine ho dovuto abbandonare persino la scuola serale. Ho dedicato la giovinezza al mio maestro. Rispetto alle difficoltà di quel tempo, oggi le cose sembrano perfino facili.
«Daisaku, non stiamo avanzando nella propagazione. Di questo passo sarà molto difficile raggiungere l’obiettivo di settecentocinquantamila famiglie». Toda era preoccupato. In quei giorni i capitoli più attivi riuscivano a introdurre al Buddismo del Daishonin non più di cento nuove famiglie al mese. «Daisaku, se continuiamo con questo ritmo, kosen-rufu impiegherà cinquantamila anni!». Io risposi immediatamente: «Lasci fare a me!», e da quel momento la mia lotta, inseparabile da quella del maestro, scatenò una potente ondata di propagazione che ci portò a raggiungere l’obiettivo di settecentocinquantamila famiglie. Questo è lo spirito di maestro e discepolo! Questo è il Buddismo. Ora è il vostro turno, miei giovani amici. Alzatevi con lo stesso spirito! Fate del vostro meglio!
Decidere, recitare Daimoku e agire
Desidero condividere con voi altre parole di Toda: «Recitate Daimoku e parlate a quante più persone possibili di Buddismo. Se lo fate, siate certi che otterrete una meravigliosa condizione vitale nel futuro. Portate avanti il dialogo traboccanti di forza vitale». Il dialogo è la chiave di tutto. È ciò che tutti noi stiamo facendo, condividendo con gli altri il Buddismo del Daishonin. Posso dichiarare con orgoglio al mio maestro che stiamo agendo proprio come lui ci ha insegnato.
Toda disse: «La fede, in parole semplici, significa decidere. Ogni volta che decidete, decidete di vincere!». Per prima cosa, quindi, decidete di vincere. Poi agite per fare del vostro obiettivo una realtà. Decidete, recitate Daimoku e agite – con questa formula nel cuore, conquistiamo vittorie entusiasmanti nella nostra grande lotta per kosen-rufu!
A una riunione della Divisione donne di Tokyo, Toda una volta affermò: «I membri della Gakkai, in qualità di coraggiosi Bodhisattva della Terra, sono nati in questo mondo corrotto di propria volontà. Sono nati qui per realizzare kosen-rufu, per condurre tutte le persone all’Illuminazione, e per dimostrare il beneficio illimitato del Gohonzon superando le sfide della vita». Ognuno ha problemi – e questo è ancor più vero nel difficile periodo nel quale viviamo. Ma per quanto critico possa essere il momento, non dobbiamo vacillare nella fede. Il Buddismo del Daishonin insegna che ci siamo assunti volontariamente le sofferenze che affrontiamo, per dimostrare l’immenso potere del Gohonzon. Quindi, non esiste problema che non possiamo superare. Alla fine, la nostra vittoria è certa. Perciò sarebbe davvero sciocco farsi abbattere dalle avversità, o lamentarsi affliggendosi inutilmente. La chiave della soluzione sta nel recitare Daimoku affidandoci totalmente al Gohonzon e andare avanti con fiducia.
Rivolgendosi a un membro della Divisione uomini che stava lottando contro difficoltà economiche, Toda una volta disse: «Anche se al momento può sembrare che tu stia subendo una perdita, se insisti con fede risoluta, alla fine riuscirai a recuperare dieci o venti volte quella perdita. Questo è il principio buddista di “trasformare il veleno in medicina”». Rimanere saldi nella fede è decisivo.
Toda affermò inoltre: «Le persone comuni possono vedere solo il passato, ma la saggezza del Budda può vedere il futuro. Quindi, qualunque cosa accada, credete solo nella Legge mistica e impegnatevi con tutte le vostre forze».
Taplow Court, ora è Centro culturale della SGI-UK. All’epoca in cui lo visitò Oscar Wilde, poeta e drammaturgo irlandese (1854-1900), era un luogo in cui eminenti intellettuali si incontravano per scambiarsi le loro idee.
In un lavoro teatrale di Wilde, un personaggio incoraggia un giovane con queste parole: «Ricorda che hai dalla tua parte la cosa più bella al mondo: la giovinezza!». Niente può uguagliare la giovinezza. Inoltre, a prescindere dall’età, possiamo mantenerci giovani nel cuore per tutta la vita. Grazie alla fede nella Legge mistica potremo vivere in modo tale da continuare a brillare sempre di intima giovinezza.
Vorrei condividere con voi le parole della figlia dell’astronomo italiano Galileo Galilei (1564-1642), Maria Celeste Galilei (1600-1634) che sostenne e incoraggiò con devozione suo padre quando questi venne perseguitato dalle autorità. In una lettera gli scrive: «Io […] vedo con chiarezza fino a che punto rimanere attiva sia la base della mia salute». Vivere con ottimismo mantendosi sempre attivi è una fonte di benessere sia fisico che spirituale. Inoltre, agire per kosen-rufu crea il valore più grande. Una vita dedicata a questo tipo di azione sarà dotata di benefici immensi. Il fatto di partecipare con impegno alle attività della Soka Gakkai ci conduce alla vittoria; viceversa, se trascuriamo queste attività fondamentali, finiremo per essere sconfitti.
Nichiren Daishonin scrive: «Anche se per un periodo forse soffriamo, alla fine ci attende la gioia» (WND, 2, 882). Per quanto le cose possano essere difficili, e a volte anche gravose, alla fine otterremo la felicità. Vi prego di essere fiduciosi, perché questa è la strada della fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin.
Un nuovo rinascimento dello spirito
Il poeta irlandese William Butler Yeats (1865-1935), fautore di un rinascimento letterario nel suo paese, scrive in una delle sue poesie: È tempo per noi tutti di discernere una buona melodia, / mettersi in cammino e avanzare insieme. / […] Avanzare, avanzare insieme. / Avanzate, avanzate, elevando il canto.
Il 18 maggio, quindi recentemente, mi è stato conferito un dottorato onorario dalla Queen’s University di Belfast, nell’Irlanda del Nord. Anche Yeats ricevette a suo tempo una laurea ad honorem da questa prestigiosa istituzione. Negli ultimi anni della sua vita, Yeats scrisse: Lascio fede e orgoglio / ai giovani onesti e leali. Ora è il momento che i cittadini comuni si levino verso un nuovo rinascimento dello spirito. Con i giovani alla guida, conquistiamo la vittoria in ogni grande impresa.
Toda diceva: «Se mantenete la fede nel Gohonzon e praticate con impegno, allora, proprio come insegna il Sutra del Loto, arriverete ad acquisire una forza vitale fresca e prorompente e inizierete a sperimentare una sensazione di energia e benessere senza limiti, sia in termini di salute che di sforzi quotidiani». Così sono le nostre esistenze! Avanziamo verso la vittoria in buona salute, con spirito giovane e vibrante.
Toda diceva anche: «Il potere del Gohonzon è incredibile – superiore a quello che possiamo immaginare. È un potere senza confronti. Quindi, quando ci troviamo ad affrontare grandi ostacoli, sfidiamoci con tutte le nostre forze». Avanziamo con assoluta fiducia!
Il poeta e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), quando era giovane, scrisse in una lettera: «Ho tutto ciò che un uomo può desiderare, un’esistenza in cui quotidianamente mi esercito e cresco». Sviluppare se stessi e crescere: anche questa è la funzione di Gongyo e dell’impegno di avvicinare gli altri al Buddismo del Daishonin. Sviluppiamoci e cresciamo ogni giorno! Questo è il modo migliore per condurre una giovinezza ineguagliabile. È ciò che i membri della Soka Gakkai stanno facendo. Sono certo che il nostro illustre amico Goethe sarebbe fiero del nostro modo di vivere. Come il saggio poeta, avanziamo quindi con spirito sempre vivace e ottimista.
Rivolgendosi a dei giovani artisti, Goethe una volta disse: «Non concentratevi su [critiche e calunnie infondate], limitatevi a fare ciò che ritenete giusto. Altrimenti non riuscirete a realizzare nulla». Non lasciatevi angustiare dagli attacchi maligni, questo era l’incoraggiamento di Goethe.
Io stesso negli anni sono stato bersaglio di incredibili diffamazioni e critiche, tutte mosse dalla gelosia. Qualcuno ha commentato che chiunque altro si sarebbe spezzato sotto una simile pressione. Ma io non ho mai permesso che quegli attacchi mi sviassero. Proprio come dice Goethe, ho continuato a fare ciò che ritenevo giusto senza farmi influenzare.
Sin dalla giovinezza ho letto con avidità le opere di Goethe. I miei scaffali erano pieni dei suoi libri. Ricordo anche con tenerezza di aver parlato di Goethe durante i primi incontri con mia moglie.
Quando ero giovane, ogni notte leggevo le opere di scrittori di prim’ordine. Ho studiato il Gosho a fondo. Ho trascritto gli insegnamenti e le guide di Toda per i posteri. Tutte queste cose sono diventate parte della mia vita.
Goethe scrisse anche: «Nel corso degli anni sono stato tempestato dalle critiche, quindi parlo per esperienza personale: non dobbiamo temere di essere calpestati quando gli altri ci contraddicono. Solo, non siate impazienti! Continuate ad agire e a parlare di tanto in tanto. In questo modo, alla fine, troveremo persone illuminate al nostro modo di pensare». La cosa importante è continuare a prendere la parola impegnandosi nel dialogo. Questo è il solo modo sicuro di diffondere intorno a noi comprensione e solidarietà.
Il meglio da ogni opportunità
Ora vorrei condividere con voi la filosofia della vittoria di Jigoro Kano (1860-1938), il fondatore del moderno judo. Tra parentesi, il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, era un membro del Kodokan, la scuola di judo fondata da Kano. Nei suoi scritti, Kano descrisse la propria filosofia sul judo e sulla vita in generale. Insegnava, ad esempio, che si deve fare del proprio meglio dall’inizio alla fine. Quando si affronta un avversario più forte, si può essere tentati di cedere e di non impegnarsi fino in fondo per vincere. Chi agisce in questo modo perde ogni possibilità di strappare la vittoria a un avversario la cui guardia potrebbe anche abbassarsi. D’altra parte, anche chi è incauto nell’affrontare un avversario più debole potrebbe sempre venir preso in contropiede e perdere la gara. La mancanza di attenzione può essere pericolosa.
Kano incoraggiava i suoi allievi a tirare fuori il meglio da ogni opportunità. Nel judo, ad esempio, dopo aver attaccato l’avversario riportando un vantaggio, è vitale saper sfruttare al meglio la situazione attaccando subito con un’altra mossa, prima che l’avversario recuperi l’equilibrio. Se si permette all’avversario di ristabilire la posizione, tutto l’impegno per arrivare a quel punto sarà stato vano. Rimanere in una condizione di massima vigilanza è un elemento cruciale per ottenere la vittoria.
Kano insegnò anche l’importanza di sfidarsi costantemente a superare se stessi. Coloro che riescono a liberarsi dall’ego vedranno svanire tutte le paure e saranno in grado di concentrarsi totalmente sull’azione, producendo un potere ancora più grande. Il sentiero della vittoria si aprirà per chi si esercita con totale concentrazione, non risparmiando i propri sforzi. Se affrontiamo un’impresa, dobbiamo decidere di vincere. Vincere fa emergere gioia e nuovo vigore. Spero che farete sempre del vostro meglio per vincere per kosen-rufu! Come responsabili, vi prego di impegnarvi a fondo accantonando ogni paura e di realizzare successi tali da stupire tutti. Spero anche che saprete rivolgere a ogni persona calorose parole di incoraggiamento.