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La legge di causa ed effetto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:12

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La legge di causa ed effetto

Nella terza puntata di questa serie, dedicata ai giovani, Ikeda spiega che «non c’è alcun motivo di lamentarsi del proprio karma». L’atteggiamento giusto è quello di sfidarlo con risolutezza, determinati a trasformarlo. Così facendo il nostro stato vitale si espanderà e realizzeremo vittorie eccezionali

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Nella terza puntata di questa serie, dedicata ai giovani, Ikeda spiega che «non c’è alcun motivo di lamentarsi del proprio karma». L’atteggiamento giusto è quello di sfidarlo con risolutezza, determinati a trasformarlo. Così facendo il nostro stato vitale si espanderà e realizzeremo vittorie eccezionali

«Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente»
(L’apertura degli occhi, RSND, 1, 252; cfr. SND, 1, 279)

Nel Gosho il Daishonin cita il seguente passo, tratto dal Sutra dell’Osservazione della mente come la terra: «Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente». Questo brano contiene la spiegazione della Legge di causa ed effetto, che opera attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Osservando la nostra situazione presente possiamo percepire le cause che abbiamo posto nel passato, così come gli effetti, o risultati, che si materializzeranno nelle nostre vite in futuro. Questo è il funzionamento della Legge generale di causa ed effetto (o causalità generale).
Ma sempre in questo Gosho, scritto durante il suo esilio a Sado, il Daishonin spiega il principio della causalità della Legge mistica ancora più profondamente: noi possiamo trasformare definitivamente in questa esistenza il karma che abbiamo creato nelle vite passate. Lottando per kosen-rufu e affrontando coraggiosamente i tre potenti nemici[ref]Tre potenti nemici: tre categorie di persone arroganti che perseguitano coloro che propagano il Sutra del Loto nell’epoca malvagia dopo la morte del Budda Shakyamuni, descritti in una sezione in versi di venti righe nel capitolo Esortazione alla devozione (SDL, 253). Il Gran Maestro cinese Miao-lo li descrive come laici arroganti, preti arroganti e falsi saggi arroganti.[/ref] possiamo liberarci dal karma che abbiamo accumulato. Nichiren ci assicura che possiamo sconfiggere qualunque difficoltà e creare un futuro ricco di grandi benefici.
È bellissimo incontrare il Buddismo del Daishonin in gioventù. Ed è una grande fortuna incontrare la Soka Gakkai, l’organizzazione che agisce in accordo con lo scopo e il mandato del Budda, e poter praticare insieme a compagni che condividono con noi la stessa missione. Vivere in armonia con la causalità della Legge mistica conduce a sperimentare grande fortuna e benefici in questa esistenza.

Una meravigliosa relazione karmica

Dal punto di vista della causalità della Legge mistica si può affermare che ognuno di noi della SGI, per una qualche straordinaria connessione karmica, ha scelto di nascere in questo mondo per lavorare per kosen-rufu. Noi tutti siamo valorosi Bodhisattva della Terra, nati per lottare e per vincere.
Ho incontrato per la prima volta il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, il 14 agosto 1947, quando avevo diciannove anni. Era un periodo molto cupo per il Giappone, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Io ero un giovane come tanti, affetto da una malattia polmonare cronica per la quale mi avevano detto che non avrei visto il mio trentesimo compleanno. Il sole iniziò a sorgere nella mia vita solo quando incontrai il signor Toda, cominciai a studiare il Buddismo della rivoluzione umana e mi impegnai nella missione di realizzare kosen-rufu. Nel mio cuore promisi solennemente: «Seguirò questo maestro. Per lui sarei disposto anche a dare la vita!».
«Da dove viene la vita, e dove va?», continuavo a chiedermi. Quando osservavo la società, vedevo le persone fare una fatica infinita, intrappolate in un circolo vizioso di sofferenza. Io stesso stavo combattendo una battaglia contro il demone della malattia. Fu nel mezzo di tutto ciò che mi imbattei in questo brano, tratto dal Sutra dell’Osservazione della mente come la terra, e ne rimasi profondamente toccato. In quel momento compresi davvero la grandezza di questa filosofia.

Costruire un io forte

Nel febbraio del 1951, l’anno in cui compivo ventitré anni, mentre lavoravo strenuamente per salvare gli affari del signor Toda dal disastro finanziario, scrissi nel mio diario: «Cattive cause provocano cattivi effetti, mentre cause positive porteranno effetti positivi. Nessuno conosce meglio di me i motivi per cui mi trovo nella mia attuale situazione. In fin dei conti non possiamo dare la colpa a nessuno. La responsabilità è solo nostra» (Diario giovanile, esperia, pag. 114).
Dalla prospettiva della penetrante Legge buddista di causa ed effetto, non c’è alcun motivo di piangersi addosso o di lamentarsi del proprio karma; dovremmo piuttosto sfidarlo risolutamente, faccia a faccia, determinati a riscrivere la nostra esistenza.
Toda era una persona di incomparabile coraggio. Essere suo discepolo mi ha aiutato a superare qualsiasi sentimento di tristezza o di autocommiserazione. Il mio cuore ardeva della gioia straordinaria di poter lottare con tutto me stesso per il mio maestro e per kosen-rufu. Ho combattuto contro tutti gli ostacoli sul nostro cammino utilizzando, come “causa” alla base dei miei sforzi, la potente determinazione che emerge dalla relazione di non dualità di maestro e discepolo.
Nel Buddismo, come anche nella vita, avere un maestro può essere una magnifica causa che poniamo per la nostra crescita. Attraverso l’incontro con un maestro nella fede, rispondendo al suo appello, lottando fianco a fianco con lui, e incidendo il suo coraggio e la sua saggezza nella nostra vita, possiamo rompere il guscio del nostro piccolo io. Questa è la forza motrice della vittoria, che ci consente di costruire un grande e forte io.

Una filosofia di speranza

La fede nel Buddismo del Daishonin illumina il cammino verso la felicità, un percorso che si estende dal passato al presente e dal presente al futuro. Lasciarsi imprigionare dalle cause del passato e lamentarsi dei loro effetti nel presente conduce a un’esistenza infelice. Se da un certo punto di vista è vero che il presente è il risultato di cause passate, elevando il nostro stato vitale nel presente possiamo trasformare in positive anche le cause negative passate. Non abbiamo motivo di restare prigionieri del passato: in effetti, possiamo addirittura modificarlo.
Nel momento stesso in cui cambiamo il nostro atteggiamento mentale, noi creiamo nel presente una causa che può sicuramente trasformare l’effetto che si manifesterà in futuro.
Il Buddismo del Daishonin è il Buddismo del sole. È una filosofia di speranza che ci permette di trasformare il presente e realizzare un brillante futuro. Coloro che abbracciano questa filosofia non devono mai sentirsi scoraggiati o senza speranza. Non devono mai cedere alla lamentela.
Quello che conta è la determinazione interiore nell’istante presente. Questa è la chiave per mettere fine alle sofferenze del ciclo di nascita e morte, e per porre le cause per la vittoria.

Un’ardente fiamma interiore

La base per condurre una vita di questo tipo è la preghiera. Nam-myoho-renge-kyo è il principio supremo per la felicità. Il Daishonin parla di «recitare senza sosta la Legge mistica (Nam-myoho-renge-kyo), non creata ed eterna, del Budda del tempo senza inizio» (GZ, 875). Nell’istante in cui recitiamo Nam-myoho-renge-kyo si attiva lo stato vitale della Buddità del tempo senza inizio. Proprio in quell’istante noi sconfiggiamo qualunque sfortuna o infelicità causata dal karma passato. Il potere della Legge mistica di “trasformare il veleno in medicina” è assoluto: lo scopo della fede è trasformare il nostro karma e godere di una vita di ineguagliabile felicità.
La preghiera al Gohonzon, cioè la recitazione del Daimoku, non è astratta o teorica. È l’ardente desiderio interiore di essere vittoriosi. Se la fiamma della determinazione divampa nel nostro cuore nel momento in cui recitiamo, abbiamo già vinto. È, come dichiara il Daishonin, come «una lanterna che rischiara un luogo rimasto buio per cento, mille, o diecimila anni» (L’unica frase essenziale, RSND, 1, 821; cfr. SND, 4, 240). Questa è la pratica della rivoluzione umana, accessibile a tutti. Stabilire obiettivi e avanzare con rinnovata determinazione è la causa nel presente che porterà splendidi risultati nel futuro.
Nell’aprile del 1953 Toda mi chiese di guidare la rinascita del capitolo Bunkyo di Tokyo, che stava attraversando un periodo di stasi dal punto di vista della crescita numerica. Al mio primo incontro con i membri del capitolo ci sedemmo tutti insieme e recitammo Daimoku.
All’inizio le nostre voci non si armonizzavano ma, continuando a recitare, ognuno dei presenti aumentò la sua concentrazione e alla fine le nostre voci divennero una sola. In questo modo riuscimmo a creare insieme una nuova ed esplosiva partenza. Questo cambiamento di atteggiamento dei singoli membri portò a una rivoluzione nel capitolo Bunkyo, lasciando attoniti gli altri capitoli del resto del Giappone[ref]Nell’aprile del 1953 Toda inviò il giovane Daisaku come sostituto responsabile del capitolo Bunkyo e leader delle attività di propagazione in quell’area. In breve tempo questi portò il capitolo Bunkyo, uno dei meno attivi nella propagazione, a una grande rivitalizzazione.[/ref].
Quando decidiamo di dedicarci al cento per cento agli scopi e alle attività per kosen-rufu e vincere, questa risolutezza diventa la causa per espandere il nostro stato vitale e per far emergere il potere di realizzare l’impossibile. È grazie a tale motore, a tale intensa determinazione, che io stesso ho vinto tutte le sfide.
Spero che continuiate a recitare Daimoku in qualunque circostanza, seguendo alla lettera le parole del Daishonin: «Quando c’è da soffrire soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607; cfr. SND, 4, 157).

Siate forti e ottimisti

Non solo il Giappone ma il mondo intero si trova in questo momento ad affrontare una situazione economica molto dura. Tanti membri della Soka Gakkai stanno lottando con tutte le loro forze per la semplice sopravvivenza, e molte persone hanno di fronte la prospettiva di essere licenziate o di fare bancarotta. In Giappone sono soprattutto i giovani ad avere difficoltà nel trovare lavoro.
Ma ci sono anche molti altri problemi. Ad esempio genitori che vedono i loro figli cadere vittima del bullismo o rifiutarsi di frequentare la scuola. E sono sicuro che tra di voi ci sono alcuni che combattono contro la malattia.
La vita è una lotta con le realtà di nascita, invecchiamento, malattia e morte. Ma tutti voi, come praticanti del Buddismo del Daishonin, abbracciate la fede nella Legge mistica che garantisce la vittoria assoluta. Nam-myoho-renge-kyo è il «gioiello inestimabile ottenuto senza cercarlo» (cfr. SDL, 104).
È nelle situazioni più difficili che possiamo realizzare le conquiste più alte e accumulare un’immensa fortuna. Tutti voi vi state impegnando a fondo per kosen-rufu, quindi è del tutto impossibile che i Budda e i bodhisattva delle tre esistenze e delle dieci direzioni, così come le divinità del cielo e le forze positive dell’universo, manchino di venire in aiuto a voi e alle vostre famiglie. Anche mia moglie e io stiamo pregando ardentemente affinché siate protetti e otteniate una vittoria chiara, in base al principio che la fede si manifesta nella vita quotidiana. Toda ci incoraggiava a vivere con fiducia incrollabile. Cerchiamo di fare proprio questo.

Il Buddismo della causa originale

Josei Toda soleva dire: «Se le persone vivessero pensando soltanto a ciò che sta accadendo loro qui e ora, concentrandosi esclusivamente sugli effetti presenti delle cause passate, l’umanità non si svilupperebbe mai. Praticare il Buddismo della causa originale significa avere ben chiaro in mente che ogni istante della nostra vita è una causa per il futuro; ciò significa avere la ferma determinazione di fare consapevolmente in modo che ogni istante sia una causa per il futuro». Diceva ancora: «Recitare Nam-myoho-renge-kyo è il mezzo per migliorare il nostro karma. Attraverso la recitazione del Daimoku possiamo pulire la lista delle cause passate e i loro effetti, e rivelare il nostro vero io di persone comuni illuminate dal tempo senza inizio».
Non importa cosa sia avvenuto nel passato e fino a oggi; noi possiamo creare una nuova causa nel presente – una causa originale basata sulla Legge mistica, che è la causa più forte di tutte – e cambiare il corso della nostra vita. La nostra fede ci dà il potere di continuare ad avanzare vittoriosamente verso un futuro splendido.
Il filosofo americano Ralph Waldo Emerson (1803-82) osservò che tutte le persone di successo sono concordi su una cosa, e cioè sulla legge di causa ed effetto. E aggiunse che dovremmo attribuire un grande valore a ogni istante.
Quando ho incontrato Lawrence J. Lau, vice rettore dell’Università cinese di Hong Kong e noto economista, abbiamo discusso delle cosiddette “aspettative auto-realizzanti” [self-fulfilling expectations, un fenomeno noto da tempo specie con riferimento ai mercati finanziari: ci si aspetta che qualche cosa capiti, si agisce di conseguenza e si facilita il verificarsi dell’evento, n.d.r.]. In altre parole abbiamo discusso sull’idea che le aspettative attuali delle persone si possano riflettere in future evoluzioni dell’economia. Sviluppare un atteggiamento positivo e lungimirante può avere quindi un effetto benefico anche sull’economia. Questo è uno dei tanti modi in cui la legge di causa ed effetto opera nella società umana.

Una vita senza rimpianti

Sono passati sessantadue anni dal primo incontro con il mio maestro. Toda mi diceva: «Ti prego di continuare a lottare al mio fianco per verificare come si manifesteranno i risultati della nostra pratica nel futuro». Oggi godo di ottima salute, ho costruito legami di amicizia con leader di tutto il mondo e sto avanzando insieme a più di dieci milioni di membri in tutto il pianeta. Le molte onorificenze e i riconoscimenti che ho ricevuto da istituzioni di tutto il mondo rappresentano lo splendido risultato della catena di causa ed effetto iniziata nel momento in cui ho incontrato Toda per la prima volta. Sono la ricompensa per aver servito questo grande maestro e leader di kosen-rufu. Dedico sempre tali onorificenze a Makiguchi e a Toda con sincera gratitudine, e le accetto pregando con tutto il cuore affinché la buona fortuna e i benefici che esse rappresentano possano riversarsi su tutti i membri della Soka Gakkai e i loro discendenti per molte generazioni a venire.
Quando il sole del voto condiviso di maestro e discepolo sorge nei nostri cuori, inizia una grande trasformazione. Non c’è karma che non possiamo superare, non c’è battaglia che non possiamo vincere.
La relazione tra maestro e discepolo è, in realtà, una componente indispensabile nel processo di causa ed effetto per realizzare la fondamentale trasformazione dello stato vitale insegnata nel Buddismo. La causalità della Legge mistica, in un certo senso, è la causalità di maestro e discepolo. Il discepolo rappresenta la causa e il maestro rappresenta l’effetto. In realtà è la consapevolezza interiore, o senso di responsabilità, del discepolo, la causa che fa partire tutto.
Attraverso il racconto dettagliato della sua vittoria come devoto del Sutra del Loto, nell’Apertura degli occhi il Daishonin vuole spronare i suoi discepoli ad alzarsi risolutamente da soli. La vittoria del discepolo è la vittoria del maestro. La vittoria del maestro è la vittoria del discepolo. Questo è uno dei più profondi princìpi del Buddismo e l’essenza della non dualità di maestro e discepolo.
Alla fine del 1957, quando lo scopo di Toda di convertire settecentocinquantamila famiglie fu raggiunto, composi questi versi, che esprimono la mia determinazione di continuare a crescere e svilupparmi nel futuro come suo leale discepolo:

In mezzo alla desolazione dell’inverno
compaiono i germogli della primavera,
la simultaneità di causa ed effetto.

Il maestro è il fondamento, o la terra, una sorgente di nutrimento spirituale. Da quella terra il discepolo porta i fiori della vittoria a fiorire eternamente.
Dunque, miei giovani amici, non lasciatevi sconfiggere! Vincete adesso, pensando al futuro! Vivere la propria gioventù basandosi sulla causalità di maestro e discepolo, la causalità della vittoria, è il grandioso e nobile sentiero verso una vita senza rimpianti.

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