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Leoni di pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:45

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Leoni di pace

In occasione del conferimento della Medaglia d’oro per la Pace da parte della Sydney Peace Foundation dell’Università di Sydney, Ikeda ha esortato i giovani a ingaggiare una lotta per i valori che conferiscono sostanza alla pace

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In occasione del conferimento della Medaglia d’oro per la Pace da parte della Sydney Peace Foundation dell’Università di Sydney, Ikeda ha esortato i giovani a ingaggiare una lotta per i valori che conferiscono sostanza alla pace

Il direttore della Sydney Peace Foundation, Stuart Rees, che ci onora oggi con la sua presenza, è un noto sostenitore della pace, un importante studioso e un poeta di talento. Come avrete appena notato, è anche un uomo dal carattere affabile, dotato di un vivace senso dell’umorismo. Rees mi ricorda John Kenneth Galbraith (1908-2006), l’economista americano con cui ho pubblicato un dialogo. Vorrei ringraziare Stuart Rees e gli altri rappresentanti della Sydney Peace Foundation che hanno sottratto del tempo prezioso alle loro agende fitte di impegni per arrivare fin qui, in Giappone, e unirsi a noi.
Qualcuno ha detto che le medaglie andrebbero consegnate non agli eroi di guerra, ma agli eroi di pace. Credo che un attivista per la pace come il signor Rees meriti i più alti riconoscimenti dell’umanità.
Con questo spirito rivolgiamo a Rees e agli altri membri della Sydney Peace Foundation un caloroso applauso pieno di apprezzamento e ammirazione per il loro nobile impegno.
Oggi vorrei congratularmi con i membri del gruppo Bam B Crew – tutti ex allievi dell’Università o delle scuole Soka – per essere arrivati primi il 21 aprile alla finale del concorso di canto a cappella, trasmessa in televisione. Abbiamo fatto il tifo tutti per voi! Come fondatore delle vostre scuole, sono fiero di questa vittoria. Continuate a lavorare bene!
Vorrei anche ringraziare i membri della nostra brillante Divisione artisti per essere riusciti a raggiungerci, oggi. Vi prego di continuare a impegnarvi, sostenuti dall’orgoglio di essere i migliori artisti del Giappone.
Sono anche felice di comunicarvi che i membri della nostra Divisione sportivi – di cui sono presenti alcuni rappresentanti – sono attivamente impegnati in tutto il mondo, e alcuni di loro hanno partecipato perfino alle Olimpiadi. Questo è un progresso meraviglioso. Vi prego di prendervi cura della vostra salute. Alcuni di voi forse non possono più gareggiare, ma ricordatevi che anche se vi ritirate dal vostro sport, non dovete mai ritirarvi dalla vita. Continuate a puntare alto, vincendo proprio nel luogo dove vi trovate. Conto su di voi!
Vorrei anche dare il benvenuto e ringraziare tutti i membri SGI in visita che sono arrivati da lontano guidati dal loro cuore splendente di spirito di ricerca: dagli Stati Uniti, dall’Australia e dall’America Latina; i membri della Divisione giovani dall’Europa, i membri da Hong Kong, dalle Filippine, dall’India e dalla Corea del Sud. In totale, ci sono membri provenienti da ventitré paesi e territori. Ancora una volta, benvenuti e grazie!

Australia, terra di bellezza naturale e di spirito poetico

Nel corso degli anni ho avuto l’onore di ricevere i titoli da parte di organizzazioni internazionali di poe­sia. In quanto poeta, ho avuto modo di apprezzare sinceramente la bellezza naturale e lo spirito poetico dell’Australia.
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, mi domandava sempre riguardo ai libri che stavo leggendo e al loro contenuto. E ciò mi stimolava a perseverare nelle mie letture. Da giovane leggevo con grande avidità. Spero che anche voi leggiate sempre buoni libri. Toda rimproverava spesso i giovani che perdevano tempo in letture dozzinali e di scarso valore.
Il poeta australiano contemporaneo Geoff Page scrisse una famosa poesia dal titolo Coraggio in onore delle madri devote dell’Australia, che si conclude con questi versi: Io lodo / Ogni giorno e ogni sera di vita di [queste madri] / Quella instancabile generosità anno dopo anno / Sostenuta da una sola parola [“Coraggio”].
Sono stato profondamente colpito da questa poesia. È molto toccante.
Salutiamo tutte le ammirevoli madri di kosen-rufu, i membri della Divisione donne, la più importante rete mondiale dedita alla pace e alla giustizia! Congratulazioni per il vostro nuovo inizio insieme a Shinobu Sugimoto, nominata responsabile della Divisione donne della Soka Gakkai e a Keiko Kawahara, segretaria della Divisione donne. Dove sono i membri della Divisione donne? [I membri della Divisione donne rispondono alzandosi in piedi, n.d.r.]. Avete l’aspetto di giovani donne! Conto su di voi, siete il gruppo di donne più bello del mondo.
Sono qui con noi oggi anche i rappresentanti dei nostri preziosi eroi che ogni mattina consegnano il Seikyo Shimbun, il quotidiano della Soka Gakkai. Vi ringrazio per i vostri instancabili sforzi, giorno dopo giorno! I responsabili della Soka Gakkai dovrebbero mostrare loro lo stesso rispetto che riserverebbero a dei Budda. Questi nobili membri consegnano ovunque i nostri giornali diffondendo il nostro messaggio di pace e cultura. Dobbiamo apprezzare profondamente il loro impegno.
Vi prego di prendervi cura della vostra salute, e di portare i miei migliori saluti alle vostre famiglie!
Quando ero un ragazzo, ho consegnato i giornali per circa tre anni, a partire dall’età di undici. Ci sono stati momenti in cui avrei desiderato rimanere a letto un po’ più a lungo, ma ugualmente ogni mattina mi sono alzato e ho consegnato i giornali in ogni casa lungo il mio percorso, con grande cura e attenzione. Una volta una coppia si mostrò particolarmente gentile con me. Ricordo che mi offrirono due grandi manciate di patate al cartoccio dal profumo delizioso che avevano ricevuto dalla loro città d’origine, nella prefettura di Akita, avvolgendole in carta di giornale perché le portassi a casa, e mi elogiarono con affetto per il mio impegno. Considero questo incontro come uno dei ricordi preziosi della mia adolescenza.
So per esperienza personale quanto sia impegnativo consegnare i giornali. Spero che i nostri membri che vi si dedicano siano orgogliosi di questa importante missione e continuino a svolgerla al meglio, per quanto difficile. Consegnare i giornali mi ha reso più resistente. Mi ha aiutato a vivere così a lungo. Mi ha permesso di cogliere i mutamenti in atto nella società. Consegnare giornali per kosen-rufu è un modo fantastico di mantenersi in forma e di conoscere il mondo. Vi prego di essere certi che questa attività vi consentirà di lucidare la vostra vita e di vincere in tutti i campi.

Esprimere gratitudine

La capacità di esprimere gratitudine è una qualità umana molto importante per la creazione di valore. Stuart Rees, della Sydney Peace Foundation, è un meraviglioso leader che si è impegnato per la dignità e la felicità di ogni individuo sulla base di questo fondamentale spirito di gratitudine.
Sono fiero di conoscere così bene il carattere di Rees. Mentre alcune persone diventano arroganti o autoritarie quando riscuotono apprezzamenti, Rees ha sempre mantenuto un forte senso di gratitudine. Come suo amico, conosco anche il profondo rispetto che egli nutre per la moglie Ragnhild, che negli anni ha condiviso con lui gioie e sofferenze. Rivolgiamo un grande applauso a questa bellissima coppia, Stuart Rees e signora, che insieme hanno scritto una storia meravigliosa.
La medaglia d’oro della Sydney Peace Foundation, un onore grande e solenne che ho avuto il privilegio di ricevere oggi, porta incise le parole “Pace unita a giustizia”, espressione di una filosofia profonda e nobile.
Il giurista e leader politico australiano H.V. Evatt (1894-1965), che si laureò all’Università di Sydney e partecipò alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, afferma: «Noi vogliamo senza dubbio la pace, ma vogliamo una pace che si accompagni a una giustizia sociale – una pace che offra alle persone di tutti i paesi sicure opportunità di condurre esistenze realizzate e felici». Queste parole rispecchiano i nostri stessi ideali. Una vera pace è inseparabile dalla giustizia, e questo è il motivo per cui dobbiamo impegnarci con determinazione contro le forze negative che ostacolano la giustizia e causano sofferenza alle persone.
È noto che i giapponesi sono spesso riluttanti a opporsi agli abusi dell’autorità a causa della loro codardia e di una tendenza molto radicata al conformismo sociale. Ma il compito di un leader è forse quello di guadagnarsi successo e posizione nella società? No, sicuramente. Non i leader, ma la gente che li sostiene è davvero grande e meritevole. Se la gente permette che corruzione e ingiustizia continuino incontrastate, gli abusi finiranno per dilagare.
Non fatevi ingannare dagli individui ambigui e privi di scrupoli. Non lasciate loro campo libero! La giustizia deve vincere – e io mi auguro più di ogni altra cosa di poter creare un’epoca di questo genere.
Solo quando i torti vengono denunciati e la verità e la giustizia trionfano possiamo proteggere la felicità delle persone e fare della pace una realtà. Lavoriamo con impegno perché questo accada! Come leoni!

Campioni di coraggio

Ogni singola persona deve diventare un leone, un campione. Dovete diventare leoni. Anche i primi due presidenti della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, lo hanno costantemente ribadito.
Anche Elizabeth Kenny, la nota infermiera e fisioterapista australiana (1880-1952) che sviluppò un innovativo trattamento per gli effetti della poliomielite, dichiarò: «È meglio essere leone per un giorno che pecora tutta la vita».
Lo stemma dell’Università di Sydney, una grande istituzione di educazione superiore, raffigura un leone dorato che cammina. Andiamo avanti come leoni!
Nel Buddismo il leone è anche simbolo del legame tra maestro e discepolo. [Discutendo sul termine “ruggito del leone” (giap. shishiku), il Daishonin dice: «Il primo shi della parola shishi, o “leone” [che significa “maestro”], è la Legge meravigliosa che viene trasmessa dal maestro. Il secondo shi [che significa “figlio”] è la Legge meravigliosa che viene ricevuta dai discepoli. Il “ruggito” [del termine “ruggito del leone”] è il suono del maestro e dei discepoli che recitano all’unisono (BS, 116, 55), n.d.r.]. Diventare leoni possenti, discepoli che condividono lo stesso spirito di leone del maestro – questa è l’essenza dell’insegnamento di Nichiren Daishonin. È l’obiettivo chiave, come praticanti, l’essenza della rivoluzione umana.
Inoltre, un nobile leone non tratterebbe mai le donne con un atteggiamento autoritario. Toda mi ha insegnato che un vero leone rispetta le donne. Ugualmente, nessuno, se non l’essere più spregevole, infligge sofferenza a chi è vulnerabile. Dobbiamo opporci ai soprusi. “Leone” è un altro nome per gli spiriti impavidi, invincibili. Il leone è l’orgoglioso emblema dei vincitori.
Anche Lionel, il defunto padre del signor Rees, è stato un nobile campione di arte e cultura. So molte cose di lui. Ho sempre avuto cura di apprendere tutto il possibile della vita di una persona, prima di incontrarla. Anche questo fa parte della preparazione che ho ricevuto da Josei Toda, il migliore maestro del mondo. Nel corso degli anni ho lavorato con dedizione per sviluppare ogni aspetto del nostro movimento, senza tralasciare il minimo dettaglio. Probabilmente è grazie a questo strenuo impegno che ora posso intuire ciò che state pensando, anche solo guardandovi in viso – ad esempio quando vi augurate in cuor vostro che la riunione acceleri, così da poter correre a mangiare qualcosa! [Risa, n.d.r.].
Oggi ci hanno raggiunto i gioiosi rappresentanti del Kansai, come anche membri provenienti da Chubu, Kyushu e da altre zone del Giappone.
Spero che farete tutti del vostro meglio. Nonostante gli anni avanzino, non c’è ragione di invecchiare nello spirito. Continuate a dedicarvi con animo giovane e a progredire con l’energia di un leone.
Tornando all’argomento iniziale, durante la Seconda guerra mondiale il padre di Stuart Rees rimase gravemente ferito alle mani in seguito a un attacco giapponese. Durante la guerra, il nostro paese causò danni terribili, infliggendo sofferenze indicibili alla popolazione. In quel periodo ho odiato l’arroganza mostrata dal Giappone.
Ho sempre lottato con determinazione contro gli arroganti, i subdoli e i disonesti, contro coloro che traggono piacere dalle sfortune altrui, contro quelli che sminuiscono e disprezzano le persone comuni, oneste e instancabili. Mi sono sempre rifiutato di tollerare abusi da parte di coloro che ricoprono posizioni di potere e denigrano il popolo. Di conseguenza, in numerose occasioni sono stato perseguitato, calunniato e attaccato. Ma nonostante tutto questo ho continuato a perseverare, lavorando per fare della Soka Gakkai l’organizzazione che è oggi – un’organizzazione davvero meravigliosa.
Voi, membri della Divisione giovani, siete coloro che sosterranno il futuro del nostro movimento. Siete tutti meritevoli e sono certo che diventerete persone di rilevante cultura e saggezza, leader di livello mondiale in ogni ambito della società. Desidero che i giovani della Soka Gakkai rendano il Giappone una terra meravigliosa. Non dobbiamo permettere al nostro paese di ripetere gli errori passati.
La guerra è crudele. È intollerabile. Prima della guerra la mia famiglia viveva in una bella casa a Tokyo, che mio padre aveva costruito nella speranza di trascorrervi il resto dei suoi giorni. Ma quella casa era tra quelle che le autorità ordinarono di demolire per poter creare una trincea anti-fuoco con lo scopo di fermare la propagazione degli incendi provocati dai continui bombardamenti aerei su Tokyo. Così ci costruimmo una nuova casa sul terreno di proprietà di alcuni parenti, nei pressi di Magome. Ma appena terminata la costruzione, la casa fu colpita da una bomba incendiaria e bruciò fino alle fondamenta.
Quando la guerra finì avevo diciassette anni. Tutto il mio mondo era andato distrutto. I miei quattro fratelli erano stati chiamati al fronte. Il maggiore morì nella battaglia di Burma, l’attuale Myanmar; gli altri tre tornarono dalla Cina vivi, ma in pessime condizioni. Mio padre era malato. In più, io soffrivo di tubercolosi e il mio stesso futuro era incerto. In quella situazione mi fu impossibile frequentare la scuola.
Il padre di Rees, come ho accennato, riportò una grave ferita alle mani durante la guerra. Egli amava moltissimo la musica e, pur non potendo più suonare il piano, continuò a cantare, infondendo coraggio e ispirazione in molte persone con la sua meravigliosa voce di tenore. Insieme a sua moglie Ivy, sempre preoccupata per il benessere altrui, egli visse un’esistenza ricca di valore offrendo il suo contributo alla società. Era una persona piena di dignità e di coraggio.
Il leone è impavido. Il leone non è mai sconfitto. Il leone non si lamenta mai. Il leone è veloce. Il leone ruggisce. Il leone corre. Il leone vince sicuramente.

Essere invincibili

Un vero leone, una persona dal coraggio sincero, si oppone sempre a coloro che usano il potere per sfruttare o intimidire gli altri. Toda era così. Negli anni del nostro impegno – e si trattava in fondo di una battaglia per i diritti umani, qui in Giappone – sono sempre accorso al fianco del mio maestro ogni volta che mi ha chiamato, anche nel cuore della notte. La sua preparazione severa e traboccante di compassione ha fatto di me la persona che sono. Quando fu rilasciato dalla prigione dove era stato rinchiuso per essersi opposto all’autoritarismo del governo militarista, Toda si ritrovò con la salute seriamente compromessa, ma il suo cuore ardeva di una passione più grande che mai. In mezzo alle avversità, una volta mi disse: «Io sono un leone. Daisaku, anche tu sei un leone. Il “leone” è il simbolo dell’unità tra maestro e discepolo. Sia il maestro che il discepolo devono coraggiosamente continuare a vincere». Non dimenticherò mai quelle parole. Rimarranno sempre incise nel mio cuore. Ho lottato come un leone per tutta la vita. E ho vinto. Desidero che anche i giovani si impegnino come leoni e trionfino in ogni impresa. Conto su di voi!
Nella grave crisi economica che il mondo sta affrontando oggi è ancora più importante che i nostri membri riescano ovunque a trionfare su ogni ostacolo con la meravigliosa forza vitale di leoni all’attacco. Siate tutti leoni coraggiosi! Mia moglie e io abbiamo sempre recitato Daimoku con determinazione per la crescita e lo sviluppo del nostro movimento. Abbiamo recitato per questo senza sosta, ogni mattina e ogni sera, spesso nel cuore della notte. Voglio poter raccontare al mio maestro Toda che tutti i nostri membri hanno vinto! Questa è sempre stata, e sarà, la mia determinazione. Faccio appello a ognuno di voi che vi state impegnando con valore nella società come invincibili leoni. Conquistate grandi vittorie e adornate le vostre esistenze con un trionfo eterno!
Spero che i membri delle Divisioni uomini e giovani uomini si comportino sempre da gentiluomini con i membri delle Divisioni donne e giovani donne. Vi prego di non essere mai arroganti o autoritari. Le donne Soka meritano il massimo rispetto. Nessuno sta lavorando così intensamente per kosen-rufu. È inaccettabile non dare valore al loro impegno. È il comportamento degli individui più bassi. I gentiluomini seguono sempre la regola di dare la “precedenza alle signore”. Altri tipi di comportamento non sono ammessi all’interno della Gakkai.
Nella società ci sono persone spregevoli e maligne. Questo è il tipo di realtà all’interno della quale stiamo portando avanti il nostro impegno per kosen-rufu, il nostro sforzo di realizzare una trasformazione radicale nell’esistenza delle persone comuni. Ci saranno momenti in cui sopportare la negatività e gli attacchi potrà sembrare troppo duro. Lo capisco. Ma non dovete indietreggiare. Perseverate con coraggio, superando ogni ostacolo, ogni sfida che si presenta. Questo è il solo modo di ottenere la vittoria interiore. Vi prego di non dimenticarlo.

Prendere la parola con coraggio

La Soka Gakkai è un’organizzazione di leoni. Ruggire, per i leoni, è un fatto naturale. Riconosciamo il leone dal suo ruggito. Ugualmente, se davvero siamo leoni di kosen-rufu, dobbiamo prendere la parola con coraggio in nome della verità e della giustizia.
Stuart Rees e io abbiamo un amico in comune, l’ex presidente del Sud Africa Nelson Mandela. Mandela scrive nella sua autobiografia: «Sapevo che il modo migliore di smentire [le calunnie] era semplicemente essere diretto e onesto riguardo a ciò che avevo fatto». La cosa importante nell’assicurarsi che la verità trionfi è prendere la parola e smontare fino in fondo le bugie. Le persone che sanno mettere in chiaro le cose con energia e sicurezza sono veri eroi. Sono persone di valore. Sono leoni. Questo è ciò che il presidente Mandela ci ha insegnato con la sua stessa vita. Facciamo del nostro meglio seguendo il suo esempio.
Permettetemi ora di parlare di Edith Cowan (1861-1932), un’attivista sociale australiana che ha dedicato la vita a difendere il benessere delle donne e dei bambini. Ottantotto anni fa Cowan fu la prima donna in assoluto eletta in un parlamento australiano. Con coraggio aprì la strada prendendo la parola in nome delle donne e delle persone comuni e impegnandosi per cambiare la società. In un’epoca caratterizzata da aspri pregiudizi e discriminazioni verso le donne, cercò di conquistarsi un seggio in parlamento nonostante i forti umori contrari. E ci riuscì in maniera brillante, sorprendendo tutti. Invito tutte le donne Soka che stanno lavorando con energia per aprire una nuova era a impegnarsi con lo stesso spirito impavido.
Il suo motto era spectemur agendo, che significa «lasciamo che ci giudichino dalle nostre azioni». Grazie alle sue azioni tenaci, frutto di un costante impegno, Cowan conquistò una sorprendente vittoria, realizzando ciò che tutti avevano giudicato impossibile.
Solo i risultati ottenuti con un lavoro e un impegno costanti, trionfando sulle circostanze avverse, brillano di luce imperitura. La Medaglia d’oro per la Pace che ho ricevuto oggi dalla Sydney Peace Foundation ha un significato profondo, e vorrei esprimere nuovamente la mia gratitudine per questo onore.
Miei cari amici della Divisione giovani, spero che anche voi vi impegnerete con serietà per la pace. Vi prego di diventare saggi e forti! La poetessa australiana Judith Wright (1915-2000) scrive: Vivere, lavorare insieme in una pace raccolta / è rivelare nell’oscurità la luce. L’umanità si trova di fronte alla grande opportunità di lavorare in unità per creare un mondo senza guerre e senza armi nucleari. Viviamo un momento veramente critico e dobbiamo vigilare per assicurarci che il movimento per la pace nel mondo non ne venga travolto.
Uniamoci agli stimati membri della Sydney Peace Foundation nel rafforzare e amplificare le voci della gente che in tutto il mondo desidera la pace. Sosteniamo e diffondiamo ovunque i nobili ideali di questa fondazione. In particolare mi auguro che i nostri giovani, con azioni coraggiose, possano sollevare in alto un vessillo dopo l’altro proclamando il trionfo della verità e della giustizia. La mia speranza è che ognuno di voi sperimenti una giovinezza piena di vittorie godendo di gioia e buona salute. Riconfermando il nostro impegno condiviso per la pace e la giustizia, chiudiamo la “Riunione di Sydney” di oggi! Vi ringrazio moltissimo.

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Il Seikyo Shimbun

Il
Seikyo Shimbun nacque per idea di Josei Toda il 17 marzo del 1951, nel corso di una riunione ristretta. Secondo le sue stesse parole, «il giornale rappresenterà la punta di diamante della Soka Gakkai. Dovrà eccellere, nel vero senso della parola, nel suo campo d’azione. Il nostro sarà il giornale di kosen-rufu e dovrà quindi essere ispirato a criteri di assoluto rigore».
Diversi i possibili nomi che vennero vagliati per la nuova testata, da
Bunka Shimbun (giornale della cultura) a Kosei Shimbun (giornale dell’onestà). La scelta finale cadde però su Seikyo Shimbun (giornale dei sacri insegnamenti).
Il primo numero, composto da due sole pagine dalla cadenza settimanale, uscì il 20 aprile 1951 con una tiratura di 5.000 copie. Cinque mesi più tardi la tiratura era già quadruplicata e negli anni seguenti continuò a crescere con forti ritmi, testimoniando la sviluppo della Soka Gakkai.
Nel 1960 il
Seikyo Shimbun iniziò a uscire due volte la settimana: quattro pagine il mercoledì e otto il sabato. Il giornale, un milione e mezzo di copie, veniva distribuito casa per casa da volontari e poteva contare su sette edizioni locali. In seguito il giornale è diventato un quotidiano di dodici pagine, con una tiratura di cinque milioni di copie.
Nel novembre 2004 il
Seikyo Shimbun ha festeggiato il numero 15.000.
Come dice Daisaku Ikeda, «scrivere è un’espressione concreta del linguaggio. Le idee, la filosofia e i princìpi sono tutti trasmessi tramite la scrittura. La comunicazione ha veramente un’importanza vitale per
kosen-rufu».
Alberto Forni

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Ogni volta come la prima

Ad aprile ho avuto l’occasione di andare in Giappone e partecipare alla ventottesima riunione dei responsabili di Centro durante la quale è stata conferita a
sensei la medaglia d’oro da parte della Sydney Peace Foundation. Il presidente Stuart Rees ha spiegato che questo riconoscimento è stato concesso solo ad altre due persone: Nelson Mandela e il Dalai Lama.
Mi sono sentito bene fin dall’inizio: ero semplicemente felice di essere lì con il mio maestro in quel momento, sentivo che essere insieme a lui durante una cerimonia così importante per me significava la condivisione della vittoria del maestro con il discepolo.
Sensei stava benissimo e nel ringraziare il presidente della Sydney Peace Foundation ha preso più volte come esempio la forza, il coraggio, la rapidità e il ruggito del leone. Per me non potevano esserci parole più incoraggianti di quelle. Non a caso il simbolo dei giovani uomini italiani è un leone che ruggisce.
Il presidente Ikeda mi ha fatto ridere più volte e mi ha messo a mio agio grazie all’ironia che ha condito tutto il suo discorso. Forse non sarò originale ma quello che sento chiaro è che lui ha vinto come maestro tutte le sue battaglie e ora tutto dipende dalla mia vittoria come discepolo. Qualsiasi sia la mia attuale situazione devo tirare fuori la mia forza e lottare come se fossi davvero un leone all’attacco. Questo è stato il mio quinto incontro con lui, ma ogni volta è come se fosse la prima. Non credo che sia importante quante volte abbia potuto incontrare il maestro, ma piuttosto incidere nella vita le sue guide con la missione di trasmetterle agli altri e pregare per poter accogliere ancora una volta il presidente Ikeda nel nostro paese.
Mattia Duni

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