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Sagge decisioni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:46

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Sagge decisioni

In occasione del settantottesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, Daisaku Ikeda ripercorre gli eventi di quegli anni e spiega la profondità del rapporto tra maestro e discepolo. I responsabili non dovrebbero mai dare per scontato il lavoro

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In occasione del settantottesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, Daisaku Ikeda ripercorre gli eventi di quegli anni e spiega la profondità del rapporto tra maestro e discepolo. I responsabili non dovrebbero mai dare per scontato il lavoro

Il mio maestro Josei Toda ribadiva spesso che stava facendo tutto il possibile per garantire al nostro movimento un successo che durasse a lungo nel tempo. Il valore reale di un leader si misura dai passi che intraprende per assicurare la vittoria anche nel futuro. «Chi prende l’iniziativa vince», recita un detto. Il Giappone e il resto del mondo stanno vivendo una fase di cambiamenti di portata epocale. È anche un momento senza precedenti di cruciale importanza per assicurare alla Soka Gakkai uno sviluppo durevole.
La nostra organizzazione si troverebbe ad affrontare seri problemi se i suoi responsabili dovessero perdere lo spirito volto ad attuare una genuina riforma religiosa attraverso la realizzazione di kosen-rufu, cedendo all’indolenza e all’autocompiacimento. Per impedire che questo accada, e in particolare per coloro che si trovano nelle posizioni di maggiore responsabilità, è il momento di fare un altro decisivo passo avanti nella propria rivoluzione umana. Proprio perché il nostro è un vasto movimento popolare, è fondamentale che ciascuno di voi si chieda con onestà se è davvero deciso a realizzare kosen-rufu e a contribuire a un grande sviluppo della Gakkai. Non conta quanto duramente abbiate lottato finora: se rallentate, tutti i vostri sforzi saranno stati vani.
Non diventate mai individui che parlano senza agire, persone che pensano solo a se stesse, inaffidabili. Spero che mostrerete sempre un forte senso di responsabilità, sforzandovi con tutto il cuore fino alla fine. Rinnovando il vostro entusiasmo, spingetevi ancora più avanti con determinazione. È tempo di prendere l’iniziativa e di sfidarsi con serietà. Ad esempio, potremmo alzarci presto al mattino per recitare più Daimoku! Senza energia e passione non riusciremo a ispirare mai nessuno; se non avanziamo noi per primi con entusiasmo, i membri non si sentiranno motivati a lottare. L’atteggiamento dei responsabili si riflette sull’organizzazione nel suo insieme, in accordo con il principio buddista di “coerenza dall’inizio alla fine”.
Erasmo da Rotterdam (1469-1536), famoso filosofo e umanista olandese, afferma: «La mente umana produce buoni frutti se viene seminata con buoni semi, ma in caso contrario vi cresceranno solo erbacce che dovranno essere estirpate». Trascurare la propria crescita interiore per inseguire vani piaceri è l’inizio del declino e della degenerazione. Il ristagno spirituale conduce inevitabilmente alla sconfitta. Sforziamoci di contribuire alla società basandoci sulla compassione buddista e continuiamo ad aprirci verso gli altri stringendo nuove amicizie.
I responsabili devono diventare persone davvero capaci. A tal fine sono determinanti il potere della fede e della pratica, grazie ai quali manifestiamo il potere del Budda e della Legge, la forza suprema per la vittoria nella nostra vita. Le vere capacità di un leader della Soka Gakkai non risiedono in aspetti superficiali come l’abilità oratoria o il carisma. Contano solo lo spirito con cui si lotta per kosen-rufu e la convinzione di non risparmiare la propria vita per amore della Legge. Un vero leader buddista si dedica con autentico altruismo al benessere delle persone.
Non dobbiamo mai pensare che qualcun altro si occuperà delle cose che ci sono da fare. Se ci dedichiamo con impegno e serietà ancora maggiori potremo tirar fuori molte più capacità, decine o centinaia di volte superiori a quelle attuali. Non dimentichiamo mai di elevare lo stato vitale per non lesinare la propria vita per la pace e per rafforzare quotidianamente la relazione di unicità di maestro e discepolo. Da parte mia ho sempre continuato ad avanzare, affrontando diffamazioni e attacchi di ogni genere. Sono stato perfino arrestato ingiustamente e detenuto per un crimine non commesso. La maggior parte delle persone sarebbero crollate sotto il peso di tali persecuzioni, ma io ho potuto superare ogni ostacolo per il bene della nostra organizzazione, per kosen-rufu e per tenere fede alla promessa fatta al mio maestro.

Il 18 novembre

Toda aveva una visione molto chiara del futuro del nostro movimento. Fare proprio il cuore del maestro: questa è l’unicità di maestro e discepolo. Dopo la morte di Toda ho portato avanti il suo lavoro e ho costruito una Soka Gakkai salda nei princìpi, dedita a kosen-rufu e basata sull’impegno condiviso di maestro e discepolo.
Non avanzare equivale a retrocedere, e noi non dobbiamo mai permettere che questo accada. Facciamo del nostro meglio per individuare nuovi leader e impegniamoci per far crescere giovani capaci. Solo in questo modo il nostro futuro sarà assicurato. Io stesso sono deciso a dedicare energie sempre più intense alla crescita dei giovani.
La Soka Gakkai fu fondata a Tokyo il 18 novembre del 1930, di martedì, in una bella giornata serena, lo stesso giorno in cui, grazie al supporto di Toda, veniva pubblicato il primo volume dell’opera di Makiguchi Il sistema della pedagogia creatrice di valore (Soka kyoikugaku taikei). Una nota del volume precisava che si trattava di una pubblicazione della Società per una educazione creatrice di valore (Soka Kyoiku Gakkai), antesignana della odierna Soka Gakkai. A quel tempo, la scuola privata di Toda, Jishu Gakkai, veniva utilizzata come sede del nostro movimento. Fu proprio la data della pubblicazione del libro di Makiguchi, più significativa di qualsivoglia riunione, a essere scelta per la nascita della nostra organizzazione. Quest’anno ricorre il settantottesimo anniversario.
Quattordici anni dopo, nel 1944, Makiguchi, che aveva rischiato la vita per opporsi alle autorità militariste giapponesi, morì per le sue convinzioni nel carcere di Sugamo. Per una misteriosa coincidenza, la sua morte avvenne, poco dopo le sei del mattino, nella stessa data della fondazione della Soka Gakkai: il 18 novembre. Era un giorno di pioggia a Tokyo, un martedì. Le persecuzioni da parte del governo militarista del Giappone, in tempo di guerra, avevano apparentemente distrutto la Gakkai, ma grazie alla lotta compiuta da Toda, una volta uscito di prigione, e ai miei sforzi, come suo discepolo e terzo presidente, il Buddismo del sole di Nichiren Daishonin è ora praticato da una vasta rete di persone, in centonovantadue paesi e territori. Si può affermare che l’anniversario della Soka Gakkai viene celebrato in tutto il globo.
Toda osservò che «le istituzioni che onorano i suoi fondatori sono fiorenti, mentre quelle che dimenticano le proprie origini scadono nella faziosità e nelle lotte interne per il potere, finendo per dividersi e disintegrarsi». Seguire le linee guida tracciate dai presidenti fondatori garantisce la prosperità di un’organizzazione. L’origine della Soka Gakkai si trova nella lotta altruistica intrapresa da Makiguchi e Toda per propagare la Legge; in seguito, grazie all’impegno da me condiviso con Toda, essa si è sviluppata fino a diventare un’organizzazione planetaria. Lo spirito dei primi tre presidenti è il cuore della Gakkai. Vi prego di non dimenticare mai questo punto fondamentale.

Il potere delle parole

Ho dato tutto me stesso per assistere e sostenere il mio maestro senza risparmiarmi, dedicando la vita a kosen-rufu. Sono certo di aver vissuto una vita esemplare in tal senso. Dopo la guerra, allorché i suoi affari cominciavano a versare in gravi difficoltà, Toda fu costretto a dimettersi dalla carica di direttore generale della Soka Gakkai. Alcuni vili responsabili ai vertici dell’organizzazione si compiacquero nel vederlo in difficoltà; ci furono individui che tentarono di sfruttare la situazione per prendere il controllo della Gakkai e perseguire i propri fini egoistici. Il giorno in cui le sue dimissioni vennero ufficialmente annunciate, Toda mi rassicurò dicendo: «Anche se non faccio che causarti problemi, io continuerò a essere sempre il tuo maestro». Fui felice di queste parole e gli promisi solennemente che avrei fatto di tutto affinché diventasse il secondo presidente. Toda mi sorrise con calore. Ho combattuto con tutte le mie forze per sostenerlo in quei tempi così duri. A volte, quando mi chiamava nel cuore della notte, mi precipitavo a casa sua con un taxi e mi trattenevo con lui fino all’alba facendo tutto il possibile per essergli di aiuto. Mai ho espresso la benché minima lamentela per questo. Mentre tutti attaccavano o criticavano ingiustamente Toda, io l’ho difeso vigorosamente in quanto suo discepolo, attingendo a tutto il potere delle parole. I suoi detrattori finivano per ammettere i propri errori. Spesso li lasciavo con un’impressione della Gakkai totalmente positiva; alcuni arrivarono a dirmi: «Josei Toda deve essere un uomo davvero straordinario, se lo lodi con tanta convinzione! Ti prego di accettare le mie scuse». Lo spirito di refutare il falso è l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin. In una lettera al suo discepolo Shijo Kingo, che aveva parlato della grandezza della Legge mistica al suo signore, un seguace del corrotto prete Ryokan, Nichiren Daishonin scrive: «Ma tu hai parlato di questo insegnamento al tuo signore e lo hai spinto a prendere fede in esso. Com’è ammirevole! Anche se egli per ora non ti ha dato ascolto, tu hai evitato la colpa di complicità» (Raccomandare questo insegnamento al tuo signore, RSND, 1, 408). Restare in silenzio di fronte al male e all’ingiustizia equivale a diventarne complici. Il vero spirito del Buddismo del Daishonin è di combattere senza posa gli abusi e riuscire a trionfare grazie al potere delle parole.
Il grande autore russo Lev Tolstoj (1828-1910) scrive: «È impossibile vivere senza conoscere la differenza tra bene e male». Non si può condurre un’esistenza significativa senza poter distinguere il male dal bene, e solo una profonda filosofia di vita può insegnare a farlo.
Quando i suoi affari fallirono, il signor Toda si trovò assediato dai creditori. In quelle terribili circostanze, presi l’iniziativa come suo discepolo. Era una situazione disperata, di vita o morte, che forse va al di là della vostra immaginazione e gli promisi che avrei trovato una soluzione. Lavorai in modo incredibilmente duro, fino a estinguere tutti i debiti. A volte restavo io stesso senza stipendio, ma non mi importava. Alla fine le circostanze si ribaltarono e Toda divenne il secondo presidente della Soka Gakkai, il 3 maggio del 1951.
Makiguchi era solito affermare: «Nella vita ci sono periodi avversi, ma proprio quelli sono momenti decisivi. Dovete stringere i denti e impegnarvi al massimo, non importa cosa accada. Non dovete perdere il coraggio. In questo modo torneranno di sicuro tempi migliori».
Ho posto delle pietre miliari sulla via della propagazione realizzando l’obiettivo di settecentocinquantamila famiglie di membri, che Toda aveva tanto a cuore. Diceva spesso che sapeva di poter contare su di me, e io ho fatto di tutto per non creargli mai la benché minima preoccupazione. Si diceva fiero di avere un simile discepolo!

I primi passi della Gakkai

Quando mia moglie e io eravamo sul punto di sposarci, egli si recò a far visita alle nostre famiglie e parlò con sincerità ai nostri genitori. Un’altra volta, con le lacrime agli occhi, disse ai miei suoceri e ad altri responsabili ai vertici della Gakkai: «Ho riposto un tale carico su Daisaku, che temo non possa vivere oltre i trent’anni». In un’altra occasione, mentre viaggiavamo insieme su un taxi, dopo aver ripreso severamente un responsabile che aveva tradito la sua fiducia, all’improvviso mi propose: «Vieni Daisaku, andiamo a visitare insieme il villaggio di Atsuta!». Fui subito d’accordo, e mi portò con sé al suo paese natale. Era un maestro fantastico! Questa è la vera relazione tra maestro e discepolo nella Gakkai. L’antico storico greco Erodoto (484 a.C.- 425 a.C.) disse: «L’uomo migliore è colui che pondera le decisioni ma poi è audace nell’azione». Un progetto accurato unito all’azione coraggiosa è la formula della vittoria. L’autore giapponese Sohachi Yamaoka (1907-78) scrisse nel suo famoso romanzo epico Tokugawa Ieyasu: «Le persone dovrebbero stare all’erta quando salute e fortuna sono dalla loro parte, ma altrettanto dovrebbero guardarsi dall’inerzia quando sono stanche». Ovviamente quando siete stanchi è necessario riposare, ma è anche importante non perdere la vitalità cadendo nell’apatia.
Da giovane ero editore di una rivista per ragazzi e ho potuto incontrare molti scrittori giapponesi, incluso il signor Yamaoka, il poeta Yaso Saijo (1892-1970) e Kodo Nomura (1882-1963). Conservo molti cari ricordi di quegli incontri. Quando Toda mi nominò responsabile dello staff della Divisione giovani, nel marzo 1954, disse: «Per prima cosa, unisciti fermamente ai membri della tua Divisione, che costruiranno il futuro, e guidali!». Ho dedicato tutto me stesso allo sviluppo di individui capaci. Mi sono impegnato a elaborare nuovi progetti e idee, per lo sviluppo della Divisione giovani e per l’organizzazione nel suo insieme, condividendoli ogni volta con il mio maestro. «Se questo è quello che vuoi fare, vai avanti e fallo!», mi incoraggiava Toda. Si fidava totalmente di me.
Ho preso nota e ho conservato con cura tutte le sue parole. A quell’epoca non c’erano audiocassette, né si disponeva di attrezzature adeguate per la registrazione nelle sedi della Soka Gakkai. Tuttavia mi incaricai di farne acquistare alcune per poter registrare le lezioni di Toda, a beneficio dei posteri. Anche mia moglie usava prendere dettagliatamente nota delle parole del maestro. Ogni cosa a quei tempi era una grande sfida! Si trattava di costruire la Gakkai dal nulla, dalle fondamenta. Spero che voi, odierni responsabili, non darete mai per scontato il duro lavoro di quegli anni. In questa meravigliosa organizzazione creata dagli sforzi sinceri di tutti i membri, non diventate mai persone che si pavoneggiano pensando di essere i migliori.
Toda affermava: «Se avete fede negli insegnamenti del Daishonin, dovete esercitarvi proprio come lui ci ha istruito. “Proprio come il Budda insegna”: questo fa la differenza. Se lottate per kosen-rufu, i tre ostacoli e i quattro demoni emergeranno, e sarà inevitabile incontrare opposizioni». Toda disse anche: «Nichiren Daishonin ha propagato il Sutra del Loto senza paura delle persecuzioni da parte del governo militare di Kamakura. Anche noi dobbiamo fare appello al nostro coraggio, unirci e avanzare nel grande sentiero di kosen-rufu!». Il coraggio e l’unità sono decisivi. «Abbiamo il Gohonzon! Il Sutra del Loto afferma che là dove le persone hanno una forte fede, la loro terra rimane “salva e illesa”» (SDL, 303). Cosa dovremmo temere? Non dobbiamo farci sviare o preoccuparci troppo per la marea degli eventi. Un cuore pavido non potrà mai realizzare la grande impresa di kosen-rufu. Non conta ciò che accade, avanziamo tenendo sempre il Gohonzon e la nostra fede come fondamento. È certo che vinceremo e otterremo senza alcun dubbio la felicità. Questo è lo scopo della fede nel Buddismo del Daishonin.

Il veleno diventa medicina

Più profonda è l’oscurità che avvolge la società, più splendente è la luce emanata dal Buddismo di Nichiren Daishonin, l’insegnamento che ci permette di trasformare ogni situazione negativa in beneficio, in accordo con il fondamentale principio di “trasformare il veleno in medicina”. Il mio maestro Josei Toda diceva spesso: «Se non compiamo sforzi sinceri e diligenti per costruire solide fondamenta nella fede, saremo facilmente spazzati via dalla mutevolezza dei tempi» e poi: «Facciamo del nostro meglio! Restiamo fermi nelle nostre convinzioni, qualunque cosa accada». L’importante è progredire con decisione, con il cuore del re leone. Una volta Toda incoraggiò con calore un membro che stava soffrendo a causa di difficoltà finanziarie: «Non farti prendere dal panico. Mantieni la calma e continua a sfidare la situazione. Io sono dalla tua parte».
Nichiren Daishonin scrive: «Conseguendo la Buddità, la figlia del re drago ha aperto la strada del conseguimento della Buddità a tutte le donne delle epoche successive» (L’apertura degli occhi, RSND, 1, 242). In altre parole, la vittoria di un singolo individuo apre la strada a tutti gli altri. Per questo motivo dobbiamo dare il massimo valore a ogni persona. Il devoto del Sutra del Loto è consapevole di andare incontro agli attacchi dei tre potenti nemici (vedi DB, 894) e di dover affrontare forze distruttive di ogni tipo. Spiegando lo spirito di shakukubu nel suo trattato L’apertura degli occhi, il Daishonin cita le parole di Chang-an: «Chi la libera dal male [la persona che sta offendendo l’insegnamento corretto], sta agendo come un genitore. Coloro che rimproverano chi offende [l’insegnamento corretto] sono discepoli del Budda» (RSND, 1, 259).
Un autentico seguace dell’insegnamento del Budda combatte con fermezza l’arroganza e la prepotenza. Il regno del Buddismo è equo e imparziale, la legge di causa ed effetto è esatta e senza compromessi. Per questo è importante essere severi di fronte a comportamenti scorretti e alla corruzione. La nostra organizzazione verrà distrutta se i suoi leader si preoccuperanno soltanto della propria influenza e popolarità.
Discutendo del grande classico cinese Il romanzo dei tre regni, una volta Toda fece notare come una delle qualità dei grandi leader sia quella di avere massima cura e considerazione delle persone capaci. Al contrario, i capi meschini e incompetenti non sono in grado di scoprire le persone di talento. E aggiunse: «Anche la Soka Gakkai, in breve, deve diventare un baluardo di persone capaci». Impegnarsi con lo spirito di maestro e discepolo è la chiave per costruire una trionfante e invincibile fortezza. Con solida unità, costruiamo una magnifica cittadella di maestro e discepolo e difendiamola con fedeltà.
Nel maggio 1958, un mese dopo la morte di Toda, presentai le tappe delle sette campane – sette periodi di sette anni che segnano pietre miliari o importanti traguardi nello sviluppo della nostra organizzazione, a partire dalla data della sua fondazione, il 1930. Era un modo per ispirare i membri infondendo loro una rinnovata speranza e motivazione. Nel 1979, proprio quando l’ultima delle sette campane stava per concludersi, fui costretto a dimettermi da presidente della Soka Gakkai. Come ben sapete, era il risultato di un complotto ordito da un gruppo di individui ingrati ed egocentrici che avevano dimenticato il vero spirito di Nichiren Daishonin. Le forze ostili al nostro movimento esultarono per quanto stava accadendo. Ho lottato senza posa per kosen-rufu, in esatto accordo con le istruzioni dei miei nobili predecessori Makiguchi e Toda, facendo di tutto per ottenere in loro nome grandi vittorie. Non dobbiamo farci influenzare o sconfiggere da quanti disdegnano o sviliscono il nobile spirito Soka di maestro e discepolo.
L’autore inglese George Orwell (1903-50) scrisse: «Niente sta fermo. Dobbiamo valorizzare la nostra eredità o la perderemo, dobbiamo diventare più grandi o rimpiccioliremo, dobbiamo andare avanti, o torneremo indietro». Mi sono impegnato più di chiunque altro per essere una potente forza propulsiva per la Gakkai e per comunicare al mondo la vera grandezza del mio maestro. Ho avuto il privilegio di ricevere duecentoquarantacinque riconoscimenti accademici da istituzioni di paesi diversi. In un certo senso, si può affermare che questi riconoscimenti siano manifestazioni del meraviglioso funzionamento delle divinità celesti, le funzioni protettive dell’universo. Vorrei esprimere la mia gratitudine più sincera a tutti i nostri membri.

Siamo tutti Bodhisattva della Terra

Il primo presidente sudafricano Nelson Mandela scrisse a proposito dell’educazione: «L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare un medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra». Sono parole particolarmente commoventi alla luce della lunga storia di sopportazione e lotte sostenute da Mandela per offrire un futuro migliore ai suoi connazionali. Da nessuna parte, ovviamente, Nichiren Daishonin afferma che non si possa diventare felici se non ci si è diplomati in una scuola prestigiosa. Dal punto di vista del Buddismo, il livello di educazione non conta per ottenere la felicità nella vita; una profonda fede nel Buddismo del Daishonin è il vero fondamento della felicità. Inoltre, coloro che sono così fortunati da aver ricevuto una buona educazione hanno il dovere di mettere il loro sapere al servizio degli altri, con tutto il cuore.
Il Daishonin iscrisse il Gohonzon per il bene delle persone comuni. Toda dichiarò: «Crediamo fermamente che ciascuno di noi sia un Budda eternamente dotato dei tre corpi [il corpo del Dharma, il corpo di retribuzione, il corpo manifesto] – e proprio per questa salda convinzione – insegniamo senza paura la Legge alle persone, in tutte le sfere della società».
Noi membri della Soka Gakkai siamo tutti Bodhisattva della Terra. La convinzione di Toda era saldamente basata sul Gosho: «Il Gosho contiene gli insegnamenti del Budda dell’Ultimo giorno della Legge. Dobbiamo leggere con riverenza ogni parola e ogni riga, come rivelazione della sua Illuminazione e della suprema verità. Non dobbiamo mai presumere di aver compreso appieno le parole del Daishonin soprattutto se ci si basa solo sui nostri punti di vista spesso prevenuti e limitati». Questo era l’atteggiamento con il quale Toda stesso leggeva gli scritti del Daishonin. Inoltre, trattava ognuno dei membri con lo stesso rispetto che avrebbe mostrato per il Budda. La Soka Gakkai è un movimento educativo volto a conferire potere alle persone comuni, risvegliandone la forza e la saggezza innate.
Sono un laureato di quella che uso chiamare con affetto “l’Università Toda”. Quando il mio maestro si trovò sommerso dalle difficoltà e mi chiese di lavorare al suo fianco, non esitai a lasciare la scuola serale per dedicare tutto il mio tempo ad assisterlo e a sostenerlo facendo del mio meglio. Considero questo come il mio più grande onore e ritengo onestamente di dovere interamente a Toda ciò che sono.
J.W. Goethe (1749-1832) scrisse: «Come può qualcuno arrivare a conoscere se stesso? Non attraverso la contemplazione, ma probabilmente attraverso l’azione. Cerca di fare il tuo dovere, e subito riconoscerai il tuo valore». Nel regno del Buddismo, coloro che agiscono per kosen-rufu sono le persone più ammirevoli. Se un responsabile di alto livello iniziasse per qualche ragione a giudicare le persone basandosi su criteri non buddisti – come l’istruzione o lo status sociale – l’intera organizzazione ne soffrirebbe. Ringraziare profondamente e lodare con sincerità chi lavora intensamente per kosen-rufu, sono le qualità del regno umanistico della Gakkai. Se perdessimo questo spirito, l’intera organizzazione si trasformerebbe in uno sterile “regno di Devadatta”, colmo di gelosia e meschinità. Mia moglie e io ci siamo sempre impegnati, dietro le quinte, per stroncare sul nascere ogni tendenza del genere all’interno della Soka Gakkai. Spero che ciascuno di voi protegga la nostra organizzazione con impegno e dedizione.
Toda dimostrava sempre profonda deferenza verso Makiguchi; lo stesso ho fatto io con lui. Ho dedicato la mia vita a sostenerlo e ho affrontato gli arroganti che cercavano di danneggiarlo. La Soka Gakkai è diventata quello che è oggi grazie al nostro impegno comune lungo il sentiero di maestro e discepolo. Non resterà nulla del vero spirito della Gakkai se deviamo da questo nobile sentiero, basato sul Buddismo del Daishonin.
Per concludere, vorrei ora condividere con voi alcune parole che Toda rivolse ai giovani: «Nella Gakkai ci sono molti membri che, abbracciando il Gohonzon, si sono risollevati, in modo ammirevole, dalla disperazione e hanno dato vigore alla propria esistenza, trovando uno scopo per cui vivere. A pensarci bene, è evidente che la Soka Gakkai è un’organizzazione fantastica, che ha una missione importantissima. E anche voi, membri della Divisione giovani, che avete un legame così profondo con essa, siete giovani davvero meravigliosi».

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