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Guarire la mia vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:33

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Guarire la mia vita

Cristiana Brandi, Carrara

Il mio organismo tollerò bene i lunghi mesi di terapia: prima di ogni ciclo decidevo di portare tutta l’energia dell’universo in quel reparto

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Il mio organismo tollerò bene i lunghi mesi di terapia: prima di ogni ciclo decidevo di portare tutta l’energia dell’universo in quel reparto

Nel 2000 mi sposai e dopo cinque anni nacque Anna, la nostra meravigliosa bambina. Erano otto anni che praticavo correttamente, ricevevo costanti benefici. Utilizzavo la pratica per sostenere me e la mia famiglia nei momenti più difficili. Il Daimoku mi aiutava a guardarmi dentro, a smettere di cercare la causa della mia sofferenza al di fuori di me e di lamentarmi. Recentemente, però, ho potuto sperimentare fino in fondo il grande potere del Daimoku e oggi sento realmente di aver fatto un salto di qualità nella fede.
A ottobre del 2006, mentre stavo ancora allattando, sentii un nodulo al seno che mi allarmò. I medici cercarono di tranquillizzarmi, giustificando il nodulo con problemi derivanti dall’allattamento e dicendomi di aspettare qualche mese prima di effettuare dei controlli. Ma più recitavo Daimoku, più sentivo che dovevo subito fare qualcosa e uno specialista mi confermò quello che già avevo intuito: un tumore da operare subito. Potete immaginare lo shock: avevo trentaquattro anni e una bambina di dieci mesi. Non mi persi d’animo, aumentai il Daimoku e l’intervento venne fatto in tempo brevissimo. Gli altri esami che seguirono non evidenziarono metastasi, ma data la mia giovane età, dovetti sottopormi ad alcuni cicli di chemioterapia preventiva.
Sebbene dall’esterno tutto sembrasse contro di me, in realtà mi sentivo completamente a ritmo con l’ambiente. Affrontai quel periodo con uno stato vitale altissimo e con una forza e un coraggio che mai avrei creduto di avere. Il mio organismo tollerò molto bene i lunghi mesi di terapia: prima di ogni ciclo decidevo davanti al Gohonzon di realizzare kosen-rufu lì dov’ero e di portare tutta l’energia dell’universo in quel reparto, cercando di incoraggiare le persone che vi incontravo. I momenti di sconforto non sono mancati, ma Nam-myoho-renge-kyo faceva “emergere i bodhisattva” intorno a me: la mia famiglia, le mie amiche, il mio gruppo. Mai come in quel periodo ho sentito pervadere la mia vita di tanta fiducia, energia e amore.
A gennaio dello scorso anno mi sono sottoposta all’intervento di ricostruzione del seno, entrando in sala operatoria con un atteggiamento positivo e senza la minima paura e l’esito è stato ottimo. Ho percepito nel profondo tutto il Daimoku che avevo recitato e che gli altri hanno fatto per sostenermi. Un Gosho per me è stato fondamentale: «Credi profondamente in questo mandala. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 365). Oggi sento che, con la pratica e con tutto il lavoro che ho fatto e sto facendo ogni giorno su di me, non solo ho guarito la mia malattia, ma sto “guarendo” la mia vita.
Abbiamo l’opportunità di attingere a quel potere mistico e straordinario che è dentro di noi, possiamo imparare ad amarci, rispettarci e ad apprezzare le cose importanti. Non passa giorno che, davanti al Gohonzon, non ringrazi per quello che ho e per quello che avrò, per le persone che ho intorno, per le carezze e i sorrisi di mia figlia, per l’opportunità di trasformare il mio karma che la mia malattia mi ha dato, diventando felice, realizzandomi in quello per cui sono nata: aiutare gli altri.

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