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Niente è più prezioso della pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:44

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Niente è più prezioso della pace

Quattro lettere per esprimere un desiderio globale, un sentimento che è nel cuore di ogni essere umano, la pace. Ma come raggiungere un obiettivo apparentemente così lontano? Trasmettendo gli insegnamenti del Daishonin. Il presidente Ikeda ha creato e consolidato, attraverso il dialogo, legami con studiosi e leader in tutto il mondo, condividendo con essi l’impegno per la nonviolenza

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Quattro lettere per esprimere un desiderio globale, un sentimento che è nel cuore di ogni essere umano, la pace. Ma come raggiungere un obiettivo apparentemente così lontano? Trasmettendo gli insegnamenti del Daishonin. Il presidente Ikeda ha creato e consolidato, attraverso il dialogo, legami con studiosi e leader in tutto il mondo, condividendo con essi l’impegno per la nonviolenza

La Legge di Nam-myoho-renge-kyo è la chiave della vittoria eterna. Non è possibile che la vita di coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo sprofondi nello sconforto, nel fallimento o nell’infelicità. Come praticanti del Buddismo del Daishonin, noi abbracciamo un insegnamento ineguagliabile, possediamo una spada adorna di gioielli e un grande tesoro, la Legge mistica. Spero quindi che manterrete uno spirito invincibile e che otterrete la vittoria finale, a prescindere da quanto possano essere dolorosi o ardui gli ostacoli che potreste incontrare lungo la strada. Questo è ciò che insegna il Buddismo. Vi prego di fare del vostro meglio! Toda era solito dire che, visto che nel mondo c’è sempre un grande scorrere di denaro, se attingiamo a quel flusso con la buona fortuna accumulata grazie alla nostra pratica buddista, subito esso si riverserà nella nostra vita. La fede ha un’importanza fondamentale. In questo periodo di cambiamenti tumultuosi ci dobbiamo aggrappare con forza a questa solida ancora.
Vorrei anche ringraziare i rappresentanti della nostra meravigliosa Divisione artisti per il loro contributo. Si dice spesso che la presenza di un membro di questa Divisione sia in grado di creare un effetto maggiore di quello di cento persone messe insieme. I membri della Divisione artisti godono della fiducia di tutti noi in Giappone per il loro impegno e il loro sforzo nel promuovere kosen-rufu. Davvero, svolgono un lavoro straordinario. Oggi, in onore dei membri della Divisione artisti, vorrei spendere qualche parola sulla pittrice giapponese Shoen Uemura (1875-1949). Uemura, nata a Tokyo, fu una delle poche pittrici di questo periodo, e divenne famosa per i suoi raffinati ed eleganti dipinti di donne bellissime.
Anche se la definisco “famosa”, alcuni di voi forse non hanno mai sentito parlare di lei, mentre altri magari sono appassionati ammiratori del suo lavoro. Quando ci rivolgiamo a un gruppo eterogeneo, è importante avere argomenti interessanti di cui parlare, adatti al pubblico e alla situazione, usare un po’ di umorismo per rompere il ghiaccio e aiutare chi ascolta a rilassarsi, a volte introdurre qualcosa che colpisca e faccia riflettere. I responsabili della nostra organizzazione hanno il dovere di porre attenzione a questi aspetti, e trovare, per parlare alle persone, un modo che colpisca e catturi il cuore e la mente.
Uemura, pioniera nel suo ramo artistico di elezione, la pittura, è stata costretta a lottare contro la discriminazione, il pregiudizio sociale e la gelosia. Ha lottato con tutte le forze e ha superato ogni ostacolo. Alcune sue affermazioni: «La debolezza non ti porta da nessuna parte», «Mi sono rifiutata di accettare la sconfitta» e «Le donne devono essere forti».

Tutto dipende dalle persone

Permettetemi di riportare qualche altra osservazione di Uemura: «Un’arte nobile è la creazione di uno spirito nobile. Questo è vero per la pittura, la letteratura e tutte le arti». È proprio vero. Tutto dipende dalle persone, dagli individui abili e dotati di talento. Dobbiamo cercare persone capaci di questo tipo, dare loro posizioni di responsabilità, e sostenere la loro crescita e il loro sviluppo. Uemura metteva in guardia contro la tendenza prevalente nel mondo della pittura del suo tempo, in cui molti studenti sceglievano un insegnante solo come mezzo per progredire nella loro carriera personale: «Quando scegli di diventare discepolo di un determinato maestro, dovresti farlo perché consideri quel maestro il migliore al mondo e non paragonabile a nessun altro». Imparare da un insegnante o da un maestro è importante in tutte le sfere dell’agire umano. Uemura biasimava la mancanza di rispetto di cui i giovani artisti in erba davano prova usando i loro insegnanti come trampolino di lancio nel loro arrancare spasmodico verso la fama personale e il successo: lei disapprovava tali discepoli ingrati e io comprendo fin troppo bene i suoi sentimenti.
La vera felicità non è l’assenza di problemi, difficoltà o sofferenze. Come scrive Nichiren Daishonin, le difficoltà devono essere considerate pace e consolazione (vedi BS, 116, 58). Ogni volta che venite minacciati da una nuova sofferenza, scegliete di avere un atteggiamento positivo e affrontatela con coraggio come un’opportunità per rafforzarvi. Questo è lo spirito della Soka Gakkai. È il modo di vivere che incarna la vera essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin. Questo spirito combattivo, questa disponibilità ad affrontare una nuova sfida, è la chiave della vera felicità, della vera vittoria e della realizzazione.
Shugoro Yamamoto (pseudonimo di Satomu Shimizu; 1903-67) era uno degli autori preferiti di Toda. Vorrei leggere un passo tratto da una delle opere di Yamamoto: «Sviluppare se stessi fino a diventare persone indispensabili è molto importante, è un atteggiamento che dovremmo incoraggiare al massimo nei giovani di oggi». Giovani, conto su di voi! Vorrei anche ricordare un’osservazione del fisico giapponese Ukichiro Nakaya (1900-62). Nakaya nacque lo stesso anno di Toda, il 1900, nella stessa città, l’attuale Kaga, nella prefettura di Ishikawa. Parlando dell’ammirazione per il suo maestro e collega, il fisico Torahiko Terada (1878-1935), Nakaya disse: «Dovremmo essere onorati di essere nati nella stessa epoca di qualcuno come il dottor Terada». Da giovane ho nutrito lo stesso sentimento verso Toda. Lui era tutto per me. Niente ha un significato più profondo nella vita di un incontro con un grande insegnante o maestro.

Dialoghi per un futuro più luminoso

Dopo il mio primo dialogo con lo storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975), ho pubblicato più di cinquanta dialoghi con pensatori di fama mondiale. Fu Toynbee a richiedere il nostro incontro, scrivendomi una lettera in cui esprimeva il suo interesse a imparare qualcosa sul Buddismo e a parlare con me. A quel tempo aveva settant’anni e il lungo viaggio fino in Giappone sarebbe stato piuttosto duro per lui, perciò mi invitò a fargli visita nella sua casa a Londra. Ebbe così inizio il nostro dialogo per il futuro dell’umanità.
Oggi i miei compagni di dialogo si trovano in tutto il mondo e comprendono figure di spicco in ogni settore: politici, funzionari delle Nazioni Unite, noti scienziati, scrittori, artisti, filosofi, cosmonauti, giornalisti e attivisti per i diritti umani. I dialoghi spaziano da argomenti di storia, letteratura, filosofia, economia, educazione e ambiente, ad altri di legge, sociologia della religione, matematica, astronomia, chimica, fisica, medicina, e ancora, studi sulla pace, sull’antropologia culturale, studi sul futuro, sul ruolo dei giovani e sulle problematiche delle donne. Molti di questi si sono configurati contemporaneamente anche come dialoghi tra culture diverse o differenti tradizioni religiose: Cristianesimo, Islamismo, Confucianesimo e Induismo.
Recentemente sono stati pubblicati a puntate su riviste e giornali mensili della Soka Gakkai i miei dialoghi con l’ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite Anwarul K. Chowdhury, con il dottor Zhang Kaiyuan, storico cinese ed ex presidente della Huazhong Normal University, con Mikhail Z. Zgurovsky, rettore dell’Università tecnica nazionale dell’Ucraina, e con il dottor Lou Marinoff, presidente fondatore dell’Associazione americana filosofi. Quando saranno completati quelli attualmente in preparazione, il numero dei dialoghi pubblicati arriverà presto a settanta.

Parlare con calore sincero

Parlare in un modo facilmente comprensibile che raggiunga le persone e ne tocchi il cuore – questo è un punto essenziale per un dialogo efficace, una qualità importante che i leader devono possedere. Inoltre non c’è bisogno di gridare o di parlare in maniera esageratamente marcata quando vi trovate davanti a un pubblico numeroso. Osservate tutti con calore sincero e sorridete loro quando parlate. Il vostro spirito dovrebbe ispirare chiunque a unirsi e a lavorare in armonia al vostro fianco. Forse pensate che quando gridate o parlate con veemenza state dimostrando il vostro fervore e il vostro impegno, ma tutto quello che il pubblico vede sono le smorfie terribili che fate! [Risa.]
Il grande educatore e riformista giapponese Yoshida Shoin (1830-59) istruiva i suoi studenti su come rivolgersi agli altri: «Nelle vostre conversazioni quotidiane con le persone, parlate con un tono simile a quello di una donna gentile ed educata. Così, nei momenti cruciali, potrete far risuonare la voce con maggior forza». Li esortava a sorridere alle persone con calore. Visto il volto severo con cui Yoshida Shoin è spesso raffigurato nei ritratti, molti di voi saranno sorpresi che lui potesse dire qualcosa di simile! [Risa.] Ma i responsabili che hanno maturato una lunga esperienza mettono le persone a loro agio e le colpiscono con il loro calore, gentilezza e considerazione. Dovete avere uno spirito generoso e aperto che faccia sentire le persone in grado di dirvi qualunque cosa, anche di lamentarsi. Vorrei che questo si imprimesse in particolare nel cuore dei responsabili della Divisione giovani, sulle cui spalle poggia il futuro.

La nuova rivoluzione umana

Sono passati quindici anni da quando il mio romanzo La nuova rivoluzione umana ha iniziato a uscire a puntate sul Seikyo Shimbun. Nelle ultime settimane c’è stata una piccola pausa nella pubblicazione delle puntate quotidiane per preparare il materiale di consultazione necessario per i futuri capitoli. La serie riprenderà il 18 novembre [2008, n.d.r.], anniversario della fondazione della Soka Gakkai, e segnerà l’inizio del ventiduesimo volume. Il suo primo capitolo sarà ambientato nel 1975 e descriverà i dialoghi profondi e sinceri che sono riuscito a condurre con l’autore giapponese Yasushi Inoue (1907-91) e con il fondatore della Panasonic, l’industriale Konosuke Matsushita (1894-1989). Ci stiamo avvicinando alla puntata numero quattromila de La nuova rivoluzione umana. Unite a quelle della Rivoluzione umana – che uscì ugualmente a puntate sul Seikyo Shimbun – il numero complessivo di puntate supera le cinquemilacinquecento. Di nuovo, desidero ringraziare sinceramente tutti i miei lettori per il loro caloroso sostegno. Come sapete, La nuova rivoluzione umana inizia con le parole: «Niente è più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicità. La pace è il punto di partenza per il progresso dell’umanità». La nuova rivoluzione umana è la descrizione epica e trionfante della lotta che voi, miei nobili compagni, e io abbiamo intrapreso insieme per creare un mondo giusto e pacifico. Sono determinato a continuare a scrivere senza stancarmi fino alla fine per il bene di kosen-rufu.
Come vostro rappresentante, mi dà un grande piacere informarvi che domani, 29 ottobre, riceverò un dottorato onorario in studi umanistici dall’Università di Scienze e Tecnologia della Mongolia. Sono sicuro che Nichiren Daishonin, che criticò aspramente l’esecuzione degli innocenti emissari mongoli nel Giappone del tredicesimo secolo, sarebbe molto contento di questa evoluzione. Onorificenze e premi come questo sono un segno delle grandi speranze che molti nel mondo nutrono verso i princìpi umanistici del Buddismo di Nichiren. Testimoniano quanto il sentiero di kosen-rufu sia ormai aperto. Mi è stata anche data notizia di altre cittadinanze onorarie che mi saranno conferite nel prossimo futuro, raggiungendo un numero totale di seicento.
Noi della SGI, uniti dal legame di maestro e discepolo, siamo impegnati a diffondere fiducia e amicizia in tutto il mondo. In questo modo, lasceremo un’eredità luminosa e perenne alle generazioni future. Ora vorrei condividere con voi alcuni passi di Nichiren Daishonin. Il Daishonin afferma: «Osservando che […] le persone sono intrappolate nel ciclo di sofferenza per la loro offesa al Sutra del Loto, ho viaggiato per tutto il Giappone per diffondere Nam-myoho-renge-kyo [e condurli all’Illuminazione]» (GZ, 816). Nichiren non limitò la sua attività a Kamakura [sede del governo militare], ma rivolse la sua attenzione a tutto il Giappone. Il Daishonin dichiara inoltre: «A differenza di molte persone, nel diffondere queste mie dottrine io, Nichiren, ho occasione di incontrare moltissime persone» (WND, 2, 778): egli si recava di persona a incontrare la gente e a diffondere il suo insegnamento. L’azione è l’essenza del Buddismo.
Nello stesso tempo, il Daishonin rimproverava con severità i discepoli che guardavano con sufficienza gli sforzi diligenti della gente comune ed erano arroganti e vacui, più interessati allo status sociale e all’educazione formale che a lavorare per il benessere delle persone. Rimproverò aspramente un discepolo che, recatosi nella capitale imperiale, Kyoto, adottò un comportamento pretenzioso e aristocratico. L’educazione che si è ricevuta e i titoli altisonanti non hanno niente a che fare con il regno della Legge mistica. Coloro che perseverano nel trasformare la fede in azione nella vita di tutti i giorni sono davvero degni di ammirazione e conquisteranno la vittoria finale.

Aprire nuovi sentieri

Nichiren Daishonin scrive: «Per quanto grandi siano le buone cause che una persona pone, perfino se legge o trascrive l’intero Sutra del Loto mille o diecimila volte o consegue la via della percezione dei tremila regni in un singolo istante di vita, se non denuncia i nemici del Sutra del Loto non potrà raggiungere la via» (Incoraggiamento a una persona malata, RSND, 1, 68). Questo è un punto molto importante. Ho lottato contro coloro che cercavano di danneggiare le persone e ho protetto con devozione il mio maestro e la Soka Gakkai. Sono sempre intervenuto a favore di ciò che era giusto, anche se ero completamente solo. Ci sono stati individui che si compiacevano nell’ombra mentre il mio maestro veniva insultato e attaccato. Ci sono stati personaggi oscuri che gli hanno provocato grande sofferenza e dolore. Tutti hanno ricevuto una punizione per le loro azioni, secondo la severa legge di causa ed effetto.
Nei primi tempi del nostro movimento la Gakkai non aveva una base finanziaria solida. Eravamo fraintesi e discriminati, e la gente ci disprezzava e ci attaccava. In quel periodo faticoso, ho fatto tutto il possibile per sostenere e assistere il mio maestro. La domanda cruciale è se ci sono o no, oggi, individui sinceri che sosterrebbero la Soka Gakkai nel modo in cui io sostenni Toda. Tutto dipende da questo.
Oggi ci troviamo in circostanze molto più favorevoli rispetto al passato. Il numero dei membri è molto cresciuto e, sotto ogni punto di vista, la nostra organizzazione ha basi solide. Ma se lo diamo per scontato e perdiamo il nostro spirito combattivo, la Soka Gakkai fermerà la sua crescita e degenererà in Buddismo elitario – in altre parole, una pratica buddista concentrata su se stessa, indifferente alla felicità degli altri. Non temere le avversità, ma anzi chiamarle, fronteggiarle e vincere: questa è la via fondamentale per kosen-rufu, il sentiero verso la pace e la felicità. Quando ci avventuriamo verso frontiere sconosciute, nuovi sentieri devono essere aperti. Io ne ho aperti, di questi sentieri. Ho agito secondo gli insegnamenti del Daishonin e di Toda. Il fatto che abbia avuto successo in questo sforzo ha reso la Soka Gakkai quella che è oggi. La Soka Gakkai è una grande organizzazione che porta avanti l’intento e la decisione del Budda. I responsabili che hanno una conoscenza solo superficiale del nostro movimento e guardano dall’alto i compagni sono davvero avventati. Non dobbiamo permettere che simili responsabili arroganti ed egoisti infanghino il puro regno di fede della Soka Gakkai. I tempi cambiano in fretta. Ora è l’epoca dei giovani. Dobbiamo affidare il futuro ai nostri giovani. Li invito ad assumere la guida del nostro movimento per trasmetterne fedelmente la grandezza e promuovere progressi dinamici in ogni ambito. Sta a voi, membri della Divisione giovani.
Permettetemi ora di citare il filosofo giapponese Kitaro Nishida (1870-1945), nato nella prefettura di Ishikawa come Josei Toda. Una delle sue opere più note probabilmente è Un’indagine sul bene del 1911, molto letta nel periodo della mia giovinezza. Nishida scriveva: «Solo quando risolviamo il problema della morte possiamo conoscere il vero significato della vita». Egli perse, uno dopo l’altro, diversi membri della famiglia. Sopportando e superando un profondo dolore, continuò però ad approfondire le sue idee filosofiche. Il filosofo francese René Descartes (1596-1650) in una celebre frase dice: «Penso, dunque sono»; Nishida replica: «Agisco, dunque sono». Diceva anche: «I valori spirituali sono le fondamenta su cui si basa ogni altra cosa».

Tutti sono Budda

Quanto sono nobili coloro che basano la loro esistenza sulla ineguagliabile filosofia della Legge mistica! Tutti coloro, senza eccezione, che praticano in accordo con gli insegnamenti del Budda otterranno la Buddità in questa esistenza. Nichiren Daishonin scrive: «Nel caso delle piante di riso, ne esistono di tre tipi – quelle che maturano all’inizio dell’autunno, quelle che maturano nel medio periodo e quelle che maturano tardi – e tuttavia sono tutte pronte a farsi raccogliere in un solo anno. Allo stesso modo, anche se le persone [che seguono la via del Budda] rientrano in tre diverse categorie di [abilità] superiore, media e inferiore, tutte, ugualmente, nell’arco di una sola esistenza, possono arrivare alla consapevolezza che loro stesse sono identiche e prive di divergenze rispetto a tutti i Budda, i Tathagata» (WND, 2, 79).
Il Buddismo insegna anche che esistono cinque tipi di visione, o cinque tipi di occhi: l’occhio fisico, l’occhio celeste, l’occhio della saggezza, l’occhio del Dharma e l’occhio del Budda. [Cinque tipi di facoltà percettive. Esse sono: 1) l’occhio delle persone comuni, detto anche occhio fisico, in grado di distinguere colore e forma; 2) l’occhio celeste, detto anche occhio divino, che percepisce le cose nell’oscurità, a distanza oppure oltre i limiti fisici; 3) l’occhio della saggezza, o capacità di coloro che appartengono ai due veicoli di percepire che nulla possiede un’esistenza indipendente e che tutti i fenomeni sono non sostanziali; 4) l’occhio del Dharma con cui i bodhisattva percepiscono la vera natura della vita attraverso passato, presente e futuro; 5) l’occhio del Budda comprende i primi quattro occhi, o facoltà percettive, per cui egli possiede tutti i cinque tipi di visione, n.d.r.].
Il Daishonin scrive: «Coloro che abbracciano il Sutra del Loto ottengono questi cinque occhi naturalmente» (Consacrazione di una statua del Budda Shakyamuni fatta da Shijo Kingo, RSND, 1, 609). Dice anche: «I devoti del Sutra del Loto, uomini e donne allo stesso modo, sono tutti Tathagata» (BS, 113, 48). Questa frase conferma che tutti voi che vi adoperate con altruismo per kosen-rufu siete dei Budda. E in un altro punto afferma: «Chi ha fede nel Sutra del Loto diventerà sicuramente un Budda e chi offende un Budda commette una grave colpa» (Le quattordici offese, RSND, 1, 670). Voi siete persone degne del massimo rispetto. Chiunque vi ridicolizzi o vi faccia del male raccoglierà effetti karmici severi. Posso affermarlo con piena convinzione grazie a tutto quello cui ho assistito nel corso della mia lunga pratica.

Allargare i legami di amicizia

In diverse occasioni ho incontrato l’ex segretario di stato degli Stati Uniti Henry Kissinger. Ricordo anche con affetto l’accoglienza che ho riservato al senatore Edward Kennedy, nel gennaio 1978, nella sede del Seikyo Shimbun a Shinanomachi, Tokyo. Tra l’altro, molti anni prima era stato programmato un incontro con suo fratello maggiore, il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy (1917-63), ma per varie ragioni era stato rimandato a un’altra data, e purtroppo, come sappiamo, il presidente Kennedy fu assassinato prima che quell’incontro potesse aver luogo.
Non dimenticherò mai neanche il mio incontro con il primo ministro cinese Zhou Enlai (1898-1976). Aveva espresso il desiderio di incontrarmi durante il mio primo viaggio in Cina – che si protrasse dalla fine di maggio ai primi giorni di giugno 1974 – ma non gli fu possibile a causa della sua malattia. Durante la mia seconda visita in Cina, nel dicembre dello stesso anno, richiese calorosamente un incontro, che ebbe luogo in un ospedale a Pechino. Dopo la sua scomparsa, mia moglie e io incontrammo sua moglie Deng Yingchao (1904-92) in numerose occasioni. La signora Deng trattò mia moglie come una figlia e fu molto gentile con lei.
Quando, nel giugno 1992, mi recai in Egitto, incontrai il presidente egiziano Hosni Mubarak. Il nostro incontro ebbe luogo ad Alessandria, sulla costa mediterranea. All’inizio della nostra chiacchierata, il presidente propose di uscire in terrazza, e quando le porte della terrazza si aprirono, il meraviglioso Mediterraneo si distese davanti ai nostri occhi: voleva che parlassimo godendo della vista del mare.
In tutto il mondo ho promosso un’onda di dialogo a favore della pace e di un futuro più luminoso. Ho condotto con coraggio dialoghi con ogni tipo di persona. Ho lavorato silenziosamente dietro le quinte in mille modi per gettare solide basi per kosen-rufu in tutto il mondo. La Soka Gakkai è un’organizzazione che ha creato stretti legami con numerosi leader e studiosi in tutto il mondo, e con loro condivide l’impegno per la pace. È un’organizzazione che si è guadagnata il plauso e l’ammirazione di pensatori di ogni paese. Come sarebbe felice Toda nel vedere la fantastica crescita che ha vissuto la Gakkai! Ho portato a termine tutte le sue direttive e realizzato tutti i suoi progetti. Spero che seguirete le mie orme e continuerete a sviluppare e rafforzare i nostri legami di amicizia con persone di tutto il mondo.

Prendere l’iniziativa

Ho fatto tutto il possibile per diffondere lo spirito di compassione buddista e per sostenere le persone. Questo contraddistingue lo sforzo di un responsabile Soka. Un responsabile sincero del nostro movimento è qualcuno che prende l’iniziativa, esce a incontrare le persone, racconta loro della nostra nobile causa e crea nuove amicizie e solidi legami. Grazie a questa azione coraggiosa sono stato in grado di proteggere la Gakkai e di assicurarne la crescita e lo sviluppo. Istante dopo istante, ho continuato a recitare Daimoku e a impegnarmi per kosen-rufu. Ovviamente combattere una lotta del genere comporta fatica, ma se non compiamo questo sforzo non possiamo aspettarci di trionfare sugli ostacoli e le avversità cruciali quando si presentano. Lo dico per il bene delle generazioni future. Le persone che considerano scontato superare gli ostacoli sono degli irresponsabili. Ma anche peggiori sono coloro che non nutrono gratitudine per gli sforzi che altri hanno compiuto, e covano invidia verso coloro che hanno costruito qualcosa di importante che rimarrà nel tempo. Questa, sfortunatamente, è la dura e fredda realtà della società umana. Spero che i giovani, i nostri futuri responsabili, saranno persone sagge che andranno attivamente incontro alle sfide e non perderanno mai il loro senso di gratitudine, qualunque cosa accada.
Il numero di azioni che intraprendiamo, come il numero di persone che incontriamo e così come l’argomento di cui parliamo – tutte queste cose sono cruciali per consolidare le basi di kosen-rufu e decidere il futuro del nostro movimento. Tutto dipende da singole persone che intraprendono azioni determinate. Se sono stato in grado di incontrare una così vasta gamma di persone e di parlare e lavorare insieme a loro a livelli così variegati, lo devo esclusivamente alla preparazione che ho ricevuto da Toda quando ero giovane. Quest’anno è il sessantunesimo anniversario del mio primo incontro con Toda, avvenuto il 14 agosto 1947. Per tutti questi anni sono rimasto un suo discepolo fedele e impegnato. Nel subbuglio che seguì alla Seconda guerra mondiale, quando i suoi affari andarono in crisi, ho dato tutto quello che potevo per sostenerlo e assisterlo. Mia moglie e io avevamo un unico desiderio: che Toda vivesse il più a lungo possibile, per il bene di kosen-rufu. Ho resistito fermamente per permettergli di assumere in piena libertà la guida di questa impresa. Ho sempre lavorato con uno spirito di totale unità con il mio maestro. Questo è il nobile sentiero di un discepolo. È il grande sentiero della relazione tra maestro e discepolo Soka. E nessun sentiero è più nobile o utile. Vi ringrazio di avermi ascoltato con tanta pazienza oggi. Vi prego di fare del vostro meglio per voi stessi, le vostre famiglie, i vostri compagni di fede, e per la felicità e la giustizia. Spero soprattutto che percorriate il sentiero della vostra missione in buona salute.
I diversi momenti della vita richiedono risposte diverse. Ci saranno momenti in cui dovremo conservare con saggezza le nostre energie. Ci saranno momenti in cui dovremo lottare con tutto il nostro impegno e la nostra sincerità. Ci saranno momenti in cui avremo bisogno di riposare per evitare di sovraccaricarci. Spero che andiate sempre avanti con saggezza. Qualunque sia la situazione, non perdete mai di vista kosen-rufu e il sentiero della fede. Conto su di voi!
Quando ci sfidiamo in un periodo particolarmente impegnativo, possiamo accumulare benefici immensi. Il beneficio si manifesta in molti modi diversi. Talvolta provare una sofferenza che somiglia più che altro a una “punizione” apre la strada alla felicità. È come un’operazione chirurgica o un’iniezione: forse sono dolorose, ma possono farci recuperare la salute. Proprio quando ci troviamo nelle circostanze più disperate, se ci sfidiamo con una forte fede, possiamo ottenere un grande beneficio concreto. Questo è il profondo insegnamento del Daishonin. [In Le persecuzioni che colpiscono il santo il Daishonin scrive ai discepoli che stanno combattendo le persecuzioni di cui sono oggetto per la propria fede nella Legge mistica: «Anche se attualmente incontriamo la grande prova delle persecuzioni, nella prossima vita diventeremo Budda. Le nostre attuali tribolazioni sono come la moxa che, pur essendo dolorosa al momento, in seguito ha un effetto benefico e quindi non si tratta di un dolore vero e proprio» (RSND, 1, 886), n.d.r.]. Per quanto riguarda il manifestarsi di un vero beneficio, dobbiamo cercare di avere lo sguardo proiettato avanti nel lungo periodo. Se rimaniamo saldi nella fede, qualunque cosa avvenga lungo la strada, alla fine vinceremo sicuramente. Su questo non vi è dubbio. Io prego per la vostra salute, il vostro successo e la prosperità delle vostre famiglie.

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