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Noi, pionieri della nostra esistenza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:18

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    Noi, pionieri della nostra esistenza

    Quale occasione migliore di un inizio d’anno per approfondire il significato originale della parola pioniere. Deriva dal francese “pion” (pedone) e nel gergo militare indicava il fante che, anziché combattere, aveva il compito di aprire le strade, preparare trincee e simili. Un lavoro fatto di costanza e coraggio che col tempo ha finito per assumere il significato metaforico di “precursore, antesignano”

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    Quale occasione migliore di un inizio d’anno per approfondire il significato originale della parola pioniere. Deriva dal francese “pion” (pedone) e nel gergo militare indicava il fante che, anziché combattere, aveva il compito di aprire le strade, preparare trincee e simili. Un lavoro fatto di costanza e coraggio che col tempo ha finito per assumere il significato metaforico di “precursore, antesignano”

    Decidere, cominciare, avanzare. Ogni giorno. E ogni giorno con maggiore determinazione, coraggio, consapevolezza. È il percorso di colui che al mattino si alza e dice: «Lo farò!» oppure: «Andrò!» o ancora: «Finalmente ho capito, ora è tutto più chiaro e posso proseguire». È il percorso del pioniere, un uomo o una donna soli, forti, impavidi. Di qualcuno che ha deciso di non aspettare. Di non aspettare condizioni più favorevoli, o che ci pensino altri a fare il primo passo, oppure di godere di un maggior appoggio esterno e quindi maggiori possibilità di riuscita. Sì, il pioniere è un impavido, forse a volte impulsivo, ma col cuore grande di chi non ammette confini. Quanti nomi ci vengono in mente se pensiamo a un pioniere? Sicuramente ognuno di noi pesca nella memoria personaggi legati alle scoperte geografiche e a quelle scientifiche, alle invenzioni tecnologiche, ai maestri di ogni arte che hanno abbandonato il noto e si sono avventurati nella ricerca di nuove forme, colori, suoni, espressioni… Ma potremmo anche pensare ai grandi leader che si sono battuti, spesso a costo della vita, per i diritti civili e i diritti umani. A uomini e donne che soli hanno continuato, dall’esilio o dalla prigione, a rivolgersi a un mondo sordo e ostile che alla fine avrebbe dato loro ragione. Quante, quante persone si sono alzate una mattina e hanno detto: «Lo farò, comincerò io e adesso». Grandi della storia. Sono sicura che di nomi e volti ce ne saranno venuti alla mente tanti e tanti. Ma al nostro nome, al nostro volto abbiamo mai pensato? «Gli esseri umani sono tutti come pionieri in viaggio verso le ignote frontiere dell’esistenza» (NRU, 1, 248). È Daisaku Ikeda a dircelo, a ricordarcelo, ad aprirci gli occhi, a darci la misura di noi stessi. Quando al mattino ci alziamo e magari siamo cupi e pensierosi sui compiti e le incombenze che ci aspettano quel giorno ricordiamoci chi siamo davvero, dove davvero possiamo arrivare, quale forza risiede in noi e attende di manifestarsi.

    Nessuna vita ha meno valore di un’altra

    Coltivare e sviluppare la nostra vita, come ci ricorda il presidente Ikeda, dipende solo da noi. Solo noi possiamo avanzare o retrocedere, diventare leader o semplici gregari, affrontare l’ignoto o subirlo. Ma il primo passo è sempre lo stesso: crederci. Dare valore a ciò che si è, a quello che si fa, e crederci è la strada dritta che ci consente di camminare sicuri e di arrivare al nostro personale traguardo. Non c’è una vita che abbia più o meno valore di un’altra perché: «Ogni singola vita nasce con l’approvazione e la collaborazione dell’intero universo» (D. Ikeda, I protagonisti del XXI secolo – Dialoghi con i giovani, vol. 2, pag. 135, ed. Esperia). Un pioniere, a ben pensarci, è sempre qualcuno che non si sminuisce, che dà fede e valore alla propria vita, che ci crede, che combatte, che magari cade e poi si rialza. Ma non è un santo, non è un dio, non è un superuomo. È una persona che si alza ogni mattina e rinnova il suo voto di dedicare la propria vita a una missione. Non c’è su questa terra qualcuno che questa missione non ce l’abbia. Non c’è qualcuno che non abbia scopo, compiti, valore. No, un pioniere non è un superman ma uno che fa fatica, che piange e magari si dispera, ma nonostante gli ostacoli e il male che può incontrare non abbandona il suo obiettivo, ma lo rafforza ogni giorno di più, mattone dopo mattone, sforzo su sforzo. Certo, ci vuole coraggio. Magari a volte ci sembra di esserci imbarcati in qualcosa di più grande di noi, di superiore alle nostre forze. Se in quei momenti guardiamo indietro, ci accorgeremo quanti mattoni nel frattempo abbiamo messo su, quanti risultati abbiamo già raggiunto. Nella pratica buddista, si sa, nulla va perduto, il beneficio può non essere visibile oggi, ma domani lo sarà. E quante volte è migliore di quello che avevamo previsto, immaginato? L’importante, sempre, è avanzare. Qualunque sia il nostro campo d’azione, il nostro sogno, il nostro sforzo. Lo sappiamo: se siamo statici nulla si muove, ma se facciamo il primo passo, decidiamo, allora l’ambiente si trasforma e… la rivoluzione ha inizio.

    La nostra rivoluzione ha inizio quando partiamo da noi stessi

    Ogni rivoluzione ha inizio quando uno, uno solo si alza. Fino a che non è avvenuta all’interno, non ha scavato un solco profondo nella vita di una persona, quella rivoluzione non potrà avere nessun segno esteriore, non potrà portare alcun cambiamento, alcun miglioramento. «Quando all’inizio io, Nichiren, presi fede nel Sutra del Loto, ero come un’unica goccia d’acqua o un singolo granello di polvere in tutto il Giappone» (La scelta del tempo, RSND, 1, 520). Chi apre una strada è profondamente altruista, sa di aver intrapreso la via giusta e deve trovare il modo di spiegarlo ad altri. È determinato e consapevole di sé, ma non egoista perché sa che sta dedicando la sua vita al raggiungimento di un obiettivo di valore. Certo avanzare vuol dire anche incontrare freni, obiezioni, ostacoli, ma è quando questo accade che stiamo ottenendo delle risposte. Chiunque abbia intrapreso una nuova attività, un nuovo progetto, qualcosa a cui magari nessuno aveva ancora pensato e che potrebbe portare benefici economici e sociali, sa quanto sia dura, quanto il percorso sia accidentato e impervio. Eppure è facendo ginnastica che si rafforzano i muscoli, è affrontando i problemi che i problemi si risolvono. C’è uno splendido incoraggiamento di sensei che dice: «Si potrebbe dire che il karma è uno dei modi per definire la parola “missione”» (NRU, 1, 246). Ecco cosa fare per riconoscere la propria missione, ecco da dove bisogna partire: guardare al nostro karma, riconoscerlo, riconoscere le debolezze che ce lo appesantiscono e partire da quelle, proprio da lì, per avviare il cambiamento e trovare la nostra missione. E degli ostacoli, degli inciampi, anche delle derisioni di chi al momento non comprende la sfida che stiamo affrontando facciamone il nostro punto di forza.
    Siamo pionieri nella nostra vita, non dimentichiamolo. Ognuno a suo modo, ognuno con un progetto da portare avanti, ognuno con un impegno, per sé e per gli altri. Se nostra madre non ci avesse nutrito ogni volta che ne avevamo bisogno, cosa sarebbe stato di noi? Se la nostra maestra alle scuole elementari ogni giorno, con pazienza e magari qualche richiamo, non avesse continuato a insegnarci le basi della nostra conoscenza futura, saremmo riusciti ad andare avanti? E se il nostro datore di lavoro non avesse investito, qualche anno prima, tutti i suoi soldi e sogni nell’azienda in cui oggi lavoriamo, dove saremmo oggi? Il mondo è pieno zeppo di pionieri: persone che ci assomigliano tantissimo, persone comuni. Noi. Perché senza uno, uno soltanto che si alza, che decide e che fa, un seguito per un altro non ci sarebbe. Non nascerebbe nessuna nuova vita. Non nascerebbe alcuna nuova opportunità, nessuna nuova impresa, nessuna nuova sfida. Opportunità, imprese, sfide in cui coinvolgere uno, cento e chissà poi quanti altri ancora. «Il vasto mare si è originato da una sola goccia di rugiada» (I benefici del Sutra del Loto, RSND, 1, 595), scriveva Nichiren alla sua maniera poetica. Ed è così: l’immenso contiene in sé il piccolo, e ogni nostra piccola (o che ci sembra tale) azione quotidiana, che facciamo per noi e per chi ci sta intorno, originerà il mare calmo e, nello stesso tempo, impetuoso della nostra vita. Ecco la “rete di Indra” (vedi DB, 669), che si materializza davanti ai nostri occhi…

    Aprire la via agli altri con coraggio

    Pioniere, spiega il dizionario, è chi apre la via agli altri nell’esplorazione di nuove terre, nel progresso, nella scienza, nella diffusione di un’idea. Per farlo occorrono soprattutto due qualità: coraggio e dedizione. Ci sono meravigliosi discepoli di Nichiren che, in ogni parte del mondo, stanno avanzando per kosen-rufu. Lo fanno in terre difficili, dove le condizioni economiche, sociali e ideologiche non agevolano il dialogo o la diffusione di Nam-myoho-renge-kyo; eppure, nei paesi africani, in quelli del Medio Oriente o nei paesi dell’Est, questi pionieri hanno scelto la loro missione e avanzano sicuri. E in questo loro avanzare usano la potente arma della parola. Così ha fatto Nichiren. Così Makiguchi e Toda. Così fa oggi il presidente Ikeda. Oggi disponiamo, grazie a questo percorso di parola e scambio di idee, portato avanti incessantemente nel corso degli anni da sensei, di numerosi testi che raccolgono i dialoghi di Ikeda con grandi personalità mondiali, con grandi leader e pionieri in diversi campi di attività: dalla politica, all’economia, ai diritti umani. Un patrimonio reso possibile dall’impegno e dalla volontà di trasmettere conoscenze, risultati, percorsi, successi. Perché il pioniere è colui che parla, che ha voglia di confrontarsi ed elaborare le sue scoperte, i suoi pensieri, i suoi sforzi. Un pioniere agisce ma poi usa anche la voce per spiegare, per spiegarsi, per dialogare, perché «La voce svolge l’opera del Budda» (RSND, 1, 164).

    Non trascorriamo la vita invano

    Ricordare ogni giorno a noi stessi di essere dei Budda è il modo per rinnovare il voto fatto quando abbiamo cominciato a praticare questo Buddismo: diventare pionieri per essere felici e per portare felicità agli altri. Pionieri nella nostra vita prima di tutto, pionieri nell’attimo in cui riconosciamo il nostro karma e decidiamo di svoltare. Fare una cosa nuova ogni giorno, imparare qualcosa che non sapevamo: anche questo è essere pionieri. Sforzarci, metterci alla prova, rinnovarci: anche questo è essere pionieri. «I grandi personaggi – ci ricorda Ikeda – non sono diventati tali da un giorno all’altro. Si sono sforzati per superare le loro debolezze, per vincere l’apatia e l’inerzia, per riportare una vittoria completa nella propria esistenza» (Daisaku Ikeda, I protagonisti del XXI secolo – Dialogo con i giovani, vol. 1, pag. 102, ed Esperia). Ricordiamoci del nostro nome e del nostro volto quando pensiamo ai pionieri. Lo siamo anche noi e non smetteremo mai di esserlo se al mattino ci alzeremo con un obiettivo, con uno spirito rinnovato e dicendo: oggi sarà questa la mia sfida. Che grande valore ha la vita di ognuno di noi e quanto ancora della nostra vita abbiamo da scoprire. Per questo, ascoltiamo le parole di Nichiren e scriviamole su un taccuino che leggeremo ogni giorno: «Non trascorrete questa vita invano o avrete dei rimpianti per i prossimi diecimila anni» (Il problema da meditare giorno e notte, RSND, 1, 554).

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