Dalle nostre nobili schiere
di persone comuni
arde luminosa
la fiamma della vasta propagazione
del Buddismo del Daishonin.
Niente è più nobile di un sodalizio di individui risvegliati. Niente è più forte della voce della gente, quando decide di fare la differenza. Far emergere il potere della gente a lungo represso, farlo crescere, renderlo unito è la speranza e il desiderio profondo dell’umanità.
Thomas Paine (1737-1809), scrittore e attivista politico della Rivoluzione americana, dichiarò: «Gli uomini di buona volontà marceranno insieme e prenderanno coscienza della loro forza. Con il potere che abbiamo, cosa può fermare o anche solo rallentare la nostra marcia?».
I tempi stanno cambiando a una velocità impressionante e lo scompiglio che ne consegue può spazzare via ogni sorta di potere, ricchezza, reputazione o vanità. I pilastri aurei e incrollabili di quest’epoca saranno le persone comuni, che rimangono salde nei propri princìpi e nelle proprie convinzioni. Esse possiedono la forza e la saggezza per superare questo periodo tumultuoso.
Alzati,
con la fierezza
di un eroe della gente comune,
colmo di forza, di gioia
e di ottimismo.
Giuseppe Mazzini (1805-72) affermò che «grandi idee creano grandi persone». La confusione causata da false ideologie e dottrine ha provocato danni terribili allo spirito del popolo, da un lato suscitando un sentimento diffuso di impotenza e apatia, dall’altro incoraggiando sempre più il pregiudizio e l’egoismo. Il nostro impegno di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” è una battaglia spirituale per la trasformazione di questa cupa condizione.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali, Nichiren Daishonin afferma: «Parlando in generale, il termine “Tathagata” si riferisce a tutti gli esseri viventi. Più specificamente, si riferisce ai discepoli e ai sostenitori laici di Nichiren» (OTT, 124, cfr. BS, 117, 43). Un Tathagata, o un Budda, non è una sorta di essere sovrannaturale assai lontano da noi. I Tathagata, o i Budda, siamo noi, persone comuni che abbracciamo il Buddismo del Daishonin e ci dedichiamo al bene supremo.
Lo scopo del Buddismo è permettere a tutti gli esseri umani di risvegliare, attingere e manifestare attivamente la natura di Budda nobile e suprema che esiste dentro di loro. Come dice il Daishonin: «Si diventa consapevoli del veicolo del Budda dentro se stessi e si entra nel palazzo di se stessi. Recitare Nam-myoho-renge-kyo è ciò che significa entrare nel palazzo di se stessi» (OTT, 209, cfr. BS, 124, 52). Questa è l’essenza di un Buddismo veramente aperto a tutte le persone, che illumina il mondo con la luce della speranza.
Vedendo la nostra fede e la nostra pratica
di persone comuni,
che rifiutano di accettare la sconfitta,
i Budda sorridono
e le divinità celesti
ci proteggono.
Il fatto che le persone comuni, inconsapevoli dell’enorme potere che possiedono, siano spesso state soggiogate, divise e messe le une contro le altre è stata una delle più grandi tragedie della storia. Al contrario, la relazione tra maestro e discepolo nella Soka Gakkai mira a ispirare, unire e guidare le persone in una direzione positiva. Non c’è legame umano più elevato di quello condiviso da maestro e discepolo.
Il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, incoraggiava così i membri che stavano affrontando varie avversità: «Dovreste essere orgogliosi di possedere dentro di voi lo stesso stato vitale del Daishonin. Mantenete uno spirito nobile e trionfate nella vita. Non sminuitevi mai».
Kosen-rufu è una battaglia contro l’arroganza che umilia e denigra le persone. Non dovete mai accettare di essere sconfitti dagli individui arroganti che disprezzano gli altri.
Anche se noi, i maestri e i discepoli di Soka, abbiamo sperimentato vari ostacoli sotto forma di “calunnie e abusi” oppure di “odio e gelosia”, così come è descritto nel Sutra del Loto, abbiamo trionfato sui tre potenti nemici del Buddismo. Lo dimostra l’orgoglio che brilla sul volto dei nostri membri.
Toda disse: «Le persone fidate non sono i cosiddetti pezzi grossi o gente del genere. Le persone più fidate sono quelle comuni e anonime come, e soprattutto, i membri pieni di dedizione della Divisione donne».
Helen Keller (1880-1968), scrittrice e attivista sociale, che era cieca e sorda, disse: «Quando facciamo del nostro meglio, non sappiamo quale miracolo potrà avverarsi nella nostra vita o nella vita di un’altra persona». Noi abbracciamo la Legge mistica che ha il potere di aprire, dotare perfettamente e rivitalizzare. [Ne Il Daimoku del Sutra del Loto il Daishonin scrive: «Myo vuol dire “pienamente dotato”, che a sua volta significa “perfetto e completo”» (RSND, 1, 128). «Il carattere myo significa aprire» (Ibidem, 127) e «Myo significa rivitalizzare, rivitalizzare significa ritornare a vivere» (Ibidem, 132), n.d.r.]. Perciò le nostre vite brillano ancora di più della luce infinita della speranza. La fede nel Buddismo del Daishonin è come un motore propulsivo che spinge in avanti la nostra vita e ci permette di realizzare delle cose al di là della nostra più fervida immaginazione. Ci garantisce anche che chi ha patito le peggiori sofferenze alla fine otterrà la massima felicità.
Adolfo Pérez Esquivel, l’attivista argentino per i diritti umani, col quale ho dialogato in numerose occasioni, ha affermato con convinzione: «Le persone non devono essere spettatori passivi. Devono porre fine al tempo dell’oppressione da parte delle autorità, e salire sul palcoscenico come attori protagonisti della propria vita e della storia». Pérez Esquivel guarda ai giovani del movimento Soka, pieni di ideali e di impegno, come modelli della vittoria della gente.
Il 2008 sta volgendo al termine; prepariamoci ad avanzare energicamente verso l’Anno dei giovani e della vittoria. Le persone di buona volontà di tutto il pianeta stanno osservando, con grandi aspettative, le nostre imprese nell’anno che ci attende.
Come il corso di un fiume possente,
la nostra grande rete di persone comuni
continua ad avanzare
con energia
e spirito intrepido.