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«Se osservi quella persona, puoi vedere la vera SGI» - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:33

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    «Se osservi quella persona, puoi vedere la vera SGI»

    Lo afferma Ikeda nel messaggio per i corsi autunnali, esortando ciascuno a diventare una tale persona. Mauro si accorge di praticare il Buddismo come se seguisse una prescrizione medica e desidera cambiare. L’occasione dell’ottantesimo anniversario lo sprona a realizzare un obiettivo impossibile, che passa anche attraverso la costruzione di un profondo e concreto legame col maestro

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    Lo afferma Ikeda nel messaggio per i corsi autunnali, esortando ciascuno a diventare una tale persona. Mauro si accorge di praticare il Buddismo come se seguisse una prescrizione medica e desidera cambiare. L’occasione dell’ottantesimo anniversario lo sprona a realizzare un obiettivo impossibile, che passa anche attraverso la costruzione di un profondo e concreto legame col maestro

    «Una mosca blu, se si posa sulla coda di un buon cavallo, può viaggiare diecimila miglia, e la verde edera che si abbarbica intorno al possente pino può crescere fino a mille piedi» (RSND, 1, 18).
    Ho letto diverse volte lo scritto di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese e ricordo molto bene che la prima volta non ci ho capito niente. Difficile da leggere e da capire. Però su quel trattato ci sono tornato spesso perché tra quelle righe c’erano alcune frasi molto incoraggianti oltre a essere amabilmente poetiche. Questa della “mosca blu” è una di quelle.
    Verso la fine del 2007, più che stare aggrappato a un buon cavallo, viaggiavo su un carro a passo lento trainato da due stanchi buoi.
    Vivevo in un appagamento giustificato. Moglie e due figli, la casa, un buon lavoro, le amicizie, l’impegno dell’attività buddista, la mia salute ristabilita. Gongyo e Daimoku come da prescrizione medica. Insomma tutto sotto controllo.
    In tutta realtà mi stavo abituando al tran tran della vita e sotto sotto non ero molto contento di me stesso.
    Posso usare un’altra frase dello stesso Gosho che riassume perfettamente quel mio momento di vita: «Gli insetti che mangiano le foglie di persicaria si abituano al loro sapore amaro; coloro che restano a lungo nelle latrine si dimenticano di quanto siano maleodoranti» (RSND, 1, 16)
    Mi ero probabilmente abituato a quello standard di vita che era diventato la normalità. Ma di lì a poco qualcosa sarebbe cambiata. Senza accorgermene. Come la mosca blu che si addormenta sul cavallo e quando si risveglia si accorge di aver fatto molta strada.
    Non so come sia successo. Sarà stato l’impegno nello studio buddista per sostenere l’esame del quarto livello, sarà stato un corso a Trets, o forse il mio piacevole impegno quotidiano che consisteva nel leggere tutte le mattine tre o quattro pagine della Nuova rivoluzione umana. Insomma quel mio stare comunque “attaccato” alla Soka Gakkai. Ho iniziato a sentire il desiderio di mettere per il 18 novembre 2010, ottantesimo anniversario della Soka Gakkai, un grande scopo nella mia vita. Perché proprio quella data? Era un riflesso del 2000 quando a Cagliari abbiamo festeggiato il settantesimo con una bellissima riunione e tra le altre cose ero riuscito a portare un mio collega che è diventato nel frattempo un grande amico.
    Quel caro ricordo divenne uno sprone che mi spingeva a cercare nuovamente un grosso obiettivo per la mia vita. Ma quale?
    Nel frattempo sentivo che il legame con il mio maestro, il presidente Ikeda, diventava più concreto. Avevo iniziato a scrivergli anche per comunicare le attività che si facevano nella nostra zona. E quello che più mi colpiva non era la sua risposta, sempre e comunque gratificante, quanto la gioia e la forza che provavo dopo avergli inviato un messaggio.
    Io che sono sempre stato un po’ il re delle incompiute e di una cosa alla volta, ammiravo in lui la grande capacità di fare tremila cose in contemporanea e soprattutto di portarle avanti con tenacia e forza fino alla loro conclusione.
    Inaspettatamente, a fine 2008, fu lo scopo a bussare alla mia porta. Il ministero per il quale lavoro aveva stipulato una convenzione con un’università. A quarantasei anni avevo l’opportunità di iscrivermi – io che avevo lasciato l’università venti anni prima con sedici esami sostenuti e una tesi già assegnata!
    Non ascoltai i pensieri negativi ma prevalse il desiderio di fare qualcosa di concreto per la mia vita. Così accettai la grande sfida. Rimettermi in gioco totalmente. Iniziai a studiare. Mentre preparavo i primi esami per giugno, una scuola di formazione mi propose una collaborazione con degli incarichi di docenza. Andava oltre il lavoro che facevo. Non potevo rifiutare. Sia perché mi piaceva e sia – soprattutto – per la parte economica. Così mi ritrovai la sera fino a tardi a studiare per l’università e a preparare le lezioni per la scuola. Decisi che per sostenere quella mole di lavoro non avrei diminuito l’attività buddista, anzi, avrei dovuto aumentare la qualità, combattere la mia superficialità nell’affrontare le cose. Inoltre non dovevo trascurare assolutamente niente: la famiglia, il lavoro, le relazioni con gli altri.
    Passai tutti i pomeriggi d’estate al mare a studiare. Inoltre iniziai a curare altri due miei sogni per troppo tempo soffocati nel cassetto. Uno è scrivere, l’altro l’hobby della cucina.
    Finalmente dopo anni facevo tantissime cose che mi piacevano, arrivando a fine dell’anno con una grande realizzazione: sei esami superati.
    Iniziai il 2009 con uno scopo ancora più preciso. Quello di sostenere sei o sette esami per poi affrontare gli ultimi tre e la tesi entro il 2010.
    A fine giugno mi ritrovai a partecipare al corso della regione Sardegna a Trets avendo dato sette esami e decidendo di anticipare la laurea a maggio 2010.
    Rientrato da Trets, un collega di università che avevo sempre incoraggiato e sostenuto mi asfissiò con questa domanda: perché non ti laurei a dicembre?
    Per diversi giorni recitai Daimoku combattuto tra lo sfidarmi ulteriormente o accontentarmi del già grande risultato ottenuto. Poi decisi di accettare la battaglia. Trovare la professoressa, concordare la tesi, prepararla.
    Per quattro mesi ho studiato, studiato e studiato come non mai, mantenendo una costante pratica e trovando un grande incoraggiamento e fiducia nelle attività buddiste. Nei momenti più difficili – e non sono stati pochi, come quando non ho superato un esame – ho sempre pensato al giorno in cui avrei realizzato il sogno.
    Questo incredibile sforzo mi ha portato a sostenere tra ottobre e novembre gli ultimi tre esami e il 15 dicembre del 2009 mi sono laureato con un anno in anticipo con una apprezzata tesi in legislazione ambientale. Erano passati venticinque anni da quando mi ero iscritto a Pisa all’università!
    Ho dedicato questo risultato al mio maestro che mi ha sempre incoraggiato con le sue preziose parole, e alla mia famiglia che mi ha costantemente sostenuto e sopportato.
    Per ripagare questo debito, visto che ero ormai una “mosca al galoppo” mi sono iscritto a un master in diritto internazionale umanitario che si è concluso a giugno con un inaspettato trenta e lode. E pensare che il 18 novembre 2010 non è ancora arrivato…

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