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Frammenti di vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:33

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    Frammenti di vita

    «Gli anni contenuti nel mio diario racchiudono il periodo in cui prendeva forma la mia vita come individuo», scrive Ikeda. In queste pagine leggiamo alcuni suoi estratti degli anni Cinquanta, tratti dal volume Diario giovanile edito da Esperia nel 2001, e tre giovani testimonianze dei giorni nostri

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    «Gli anni contenuti nel mio diario racchiudono il periodo in cui prendeva forma la mia vita come individuo», scrive Ikeda. In queste pagine leggiamo alcuni suoi estratti degli anni Cinquanta, tratti dal volume Diario giovanile edito da Esperia nel 2001, e tre giovani testimonianze dei giorni nostri

    Mercoledì 14 aprile 1954 (p. 227)
    La mattina ho avuto una discussione con una persona che è venuta a trovarmi. È stata colpa mia. Devo rivedere la mia tendenza a ritenermi soddisfatto dei successi superficiali. La sera sono rimasto alla sede centrale insieme a H. Il presidente Toda stava serenamente dando del cibo alla carpa che sta nello stagno. Dopo ci siamo seduti e abbiamo ricevuto guida su una serie di argomenti. Alle 14.30 abbiamo fatto una riunione per pianificare il lancio del capitolo a casa di S. La sera ho tenuto una lezione nel settore Musashino. A volte penso all’organizzazione come a un ostacolo. Ma so che senza un’organizzazione, nella Gakkai e fra i singoli membri regnerebbero la confusione e il disordine che alla fine condurrebbero tutti alla completa infelicità. Quelli che disprezzano l’organizzazione sono egocentrici e arroganti e alla fine falliranno nel mondo della fede.
    Il principio più nobile che deve stare alla base di un’organizzazione non può essere altro se non quello di diversi nei corpi e uniti nella mente. «Sin dalla fanciullezza, io non ho mai pregato per cose di questa vita terrena, ma ho soltanto desiderato diventare un Budda».

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    Il mio diario / Rivoluzioni umane

    Martedì 15 giugno 2010 – Giornata intensa, sono stanca ma felice di come affronto le difficoltà. Nel cuore due cose mi fanno andare avanti: tanto Daimoku la mattina e la relazione che sto costruendo con il mio maestro. È proprio vero, una preghiera sincera davanti al Gohonzon ha effetti che vanno oltre le nostre aspettative. È dal primo Gongyo dell’anno che determino di condividere con gli altri la felicità che mi dà questa pratica, ma solo da quando ho deciso di farlo attraverso la mia rivoluzione umana le persone si aprono, mi espongono i loro problemi e a me non resta che parlare del Buddismo, com’è successo oggi! La felicità che ho provato ad aiutare questa persona è indescrivibile.
    Dopo il turno di protezione, meeting byakuren. Prima della riunione ho recitato Daimoku per riuscire ad arrivare al cuore di tutte le partecipanti, come ho imparato da sensei, e per far percepire a tutte lo spirito di questa attività di protezione. Dopo la riunione, a letto. Sono stanchissima, domani sveglia presto per recitare Daimoku.
    Rossana Secciani

    Il mio diario / Più libero di amare

    Venerdì 18 giugno 2010 – Stamani sono al Centro culturale a fare attività di protezione. Oggi è il mio compleanno: compio trentatré anni ed è anche il mio decimo anno di pratica. Mi rendo conto di quanto fare attività per gli altri e pulire il nostro Centro culturale sia un attacco frontale al mio egoismo e alla mia natura oscurata; sento aumentare il mio spazio vitale. Cerco di sviluppare gratitudine per questa pratica che ha fatto risbocciare la mia vita.
    Adesso vado a casa dalla mia compagna che mi sostiene sempre ed è piena di attenzioni per me. Grazie all’attività di stamani mi sento più libero di darle amore, un amore che questa mattina era offuscato da nuvole di dubbi e paure. Voglio vivere con estrema gratitudine tutta la vita!
    Davide Marini

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    Martedi 25 maggio 1954 (p. 234)
    Sono in pessime condizioni fisiche. Ho meditato profondamente su quanto è severo il mio destino. Provo dolore per come sono complesse le sensazioni che provo dentro di me.
    Riunione del gruppo Suiko alle 18.00 alla sede centrale. Non ero particolarmente di buon umore. Come un soldato coraggioso che ha appena messo piede in una foresta immersa nel silenzio. Gli altri membri, però, erano abbastanza motivati. Così dovrebbe essere. Ho ricevuto una guida severa dal presidente Toda. Ho provato lo stesso dolore di una pugnalata al petto. Fede, ci vuole solo fede. Una fede con una decisione piena di passione.

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    Il mio diario / Abbasso l’approssimazione

    Venerdì 18 giugno 2010 – Oggi sono andata al lavoro in un negozio per turisti. Ultimamente mi sono accorta di quanto sia importante coltivare ogni singola relazione personale, anche col cliente. Quante storie si possono intrecciare, nei dieci metri quadrati di un negozio! Ho notato come, in genere, per una commessa vendere un capo a una persona o all’altra sia indifferente, l’importante è vendere. Invece questo capo, per il cliente, è un oggetto che rimarrà per sempre in ricordo di quella vacanza. È importante quindi “carpe diem”, cogliere l’attimo, goderselo e far sì che anche gli altri possano serbare in cuor loro, quell’incontro seppur breve, con un sorriso sulle labbra. L’approssimazione è una cosa che odio. Se una cosa si fa, la si fa per bene. Io sono di questa opinione. Lo stesso vale per le persone che ti circondano. Molto spesso si tende a tralasciare e ad approssimare tutto. Persino i gesti più semplici. Si tende a dare tutto per scontato, quando in realtà una relazione o un qualsiasi rapporto è fatto di affetti e di attenzioni.
    Ho deciso, oggi, alla soglia dei miei diciotto anni, che non mi farò trascinare dalla massa, ho deciso semplicemente che cercherò di vivere al massimo ogni momento della mia vita e far sì che gli altri possano fare la stessa cosa. Andrò controcorrente rispetto a una società sempre più frenetica, che cerca di fare tutto (e male) nel minor tempo possibile.
    Preferisco arrivare in ritardo adesso, piuttosto che crogiolarmi nel rimorso e nel rimpianto in futuro.
    E allora concludo questa giornata riflessiva con «Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem» e cioè «Mentre parliamo il tempo invidioso sarà fuggito: cogli l’attimo», il buon vecchio Orazio. Lui aveva capito tutto duemila anni fa.
    Mitsuko Takagi

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    Lunedi 7 giugno 1954 (p. 236)
    Il mio fisico è in gravi condizioni, ma non posso non andare a lavorare.
    Ho letto “Vento, onde”, un libro in cui viene descritta la vita di Teisuke Akiyama. Anche se sembra che la sua vita sia stata interessante, non mi ritrovo con il suo modo di pensare. Ogni persona sceglie il modo in cui vivere così da non avere alcun rimpianto. Akiyama ha fatto il suo percorso e io farò il mio.
    Dalle 18.30 in poi c’è stata una cerimonia per rendere omaggio agli insegnanti del nuovo Dipartimento di studio. C’erano quasi centotrenta partecipanti, anche se la riunione mancava un po’ di entusiasmo. Forse perché il signor Toda era affaticato, o perché il mio fisico era in cattive condizioni? Per tutta la riunione ho pensato che i responsabili adulti dovrebbero mostrare una maggiore considerazione per i giovani. Non posso fare a meno di pensare che gli adulti sono egoisti.
    Il futuro della Gakkai mi preoccupa. Ma la vera intenzione del signor Toda non è quella di far sì che i giovani possano crescere liberamente e portare avanti le loro attività tranquillamente? I responsabili dovrebbero avere la stessa ampiezza di vedute del nostro maestro. Se questo non avviene tutti i giovani sinceri che hanno potenzialità illimitate potrebbero avere una crescita stentata. Se non viene data loro la possibilità di conoscere il cuore del loro maestro si perderanno lungo il cammino. Ma sono l’unico a soffrire per questa situazione? Se rifletto sul futuro, non riesco a fare a meno di pensare che c’è qualcosa che manca.
    Alzarsi da solo, giovane re ancora non incoronato.

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