Adolescente irrequieto e introverso, come molti suoi coetanei, Samuele ha un forte senso di ribellione. I suoi genitori praticano il Buddismo grazie al quale ha imparato a guardare alle cose belle della vita
Sono sempre stato ribelle e disobbediente verso i miei genitori e ho sempre fatto di testa mia, con risultati disastrosi. Per questo mio atteggiamento venivo spesso ripreso e mi sentivo incompreso, quando tornavo da scuola scappavo in camera, a volte senza nemmeno salutare. I rapporti con i miei coetanei erano da dimenticare e attribuivo la colpa di tutti i miei problemi agli altri. Passato un anno, sentivo che l’atmosfera familiare stava cambiando: i miei genitori, entrambi praticanti, mi stavano sempre più vicino, anche se non ne volevo sapere di ascoltarli. Nel frattempo, dopo anni di sofferenza avevo finalmente trovato spazio in una cerchia di amicizie, cosa che non ero mai riuscito a fare prima; cominciai anche a frequentare delle ragazze e per me fu una grande vittoria vedere che potevo risultare interessante. Questo bel periodo ha fatto sì che tirassi fuori il mio lato divertente, spontaneo e unico, mentre l’ansia e la timidezza… erano andate in ferie! Iniziai ad ascoltare con interesse mio padre e qualche volta recitavo Daimoku: cinque minuti a capo basso con l’occhio fisso sull’orologio in attesa dello svago successivo. Anche mia madre mi accompagnava qualche volta al Centro culturale a recitare Daimoku e lì resistevo anche un quarto d’ora 🙂
La mia speranza sembrava inarrestabile fino a quando, nel giro di un’estate, persi la fiducia dei miei amici: forse pretendevo troppo da me e da loro. Ho vissuto in solitudine per quasi un anno con rare “rimpatriate” in cui soffrivo e basta. Un anno che mi ha portato alla decisione di iniziare a praticare regolarmente. A giugno 2009 ho deciso di fare il passo e sono diventato membro dell’Istituto e dopo un’altra estate “da spararsi” ho partecipato al corso estivo a Pesaro con mio padre e mia sorella e da lì sono ripartito: il rapporto con mio padre è molto migliorato. Ho rafforzato incredibilmente la mia personalità, affrontando e usando situazioni di solitudine a mio vantaggio, provando gratificazione nell’essere diverso, unico e irripetibile.
Anche i rapporti con mia madre sono sensibilmente migliorati, così come con i nonni che ho sempre giudicato antiquati, e che adesso invece comincio ad apprezzare. Ad aprile ho partecipato al corso al Centro culturale europeo di Trets e ho fatto anche attività di protezione al Centro e come conduttore in alcune riunioni. Incredibilmente, adesso ho una vita sociale che scelgo ogni giorno. Ho facilità nel rapportarmi con persone sconosciute – cosa fino a poco tempo fa inconcepibile – e la mia vita si sta allargando verso orizzonti infiniti. Spesso mi basta uno sguardo per strappare un sorriso a una persona che magari non è così estroversa, a volte passo giornate intere a cercare di trasmettere la mia nuova vitalità agli altri e ogni volta che accade sento un forte legame con chi mi circonda, caricandomi ancora di più. Tutto questo lo devo al Buddismo e in particolare ai miei genitori che oltre a darmi la vita hanno avuto la testa più dura della mia, dandomi l’opportunità di trasformare la mia testardaggine fine a se stessa nella consapevolezza che tutto è possibile.