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Sentieri di amicizia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:33

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Sentieri di amicizia

«Sono contento di incontrare i futuri leader della Cina». Con queste parole Shin’ichi Yamamoto accolse una delegazione di giovani cinesi, un incontro che si trasformò nell’occasione per ricordare l’estremo valore di ogni singola persona

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«Sono contento di incontrare i futuri leader della Cina». Con queste parole Shin’ichi Yamamoto accolse una delegazione di giovani cinesi, un incontro che si trasformò nell’occasione per ricordare l’estremo valore di ogni singola persona

Il 14 marzo Shin’ichi Yamamoto [pseudonimo di Daisaku Ikeda, n.d.r.] ebbe una conversazione con A.M. Ledovskii, vice presidente dell’”Unione delle società sovietiche per l’amicizia e le relazioni culturali con i paesi esteri”. Durante l’incontro, presso la sede del Seikyo Shimbun a Tokyo, i due parlarono di svariati argomenti: di questioni internazionali, di letteratura e delle opere di Lev Tolstoj.
Due giorni dopo Shin’ichi accolse una delegazione di giovani cinesi in visita alla sede del Seikyo Shimbun. Quella mattina sua moglie Mineko gli disse: «Hai l’incontro con i giovani cinesi, oggi. Ti vedo emozionato».
«Sono felicissimo di avere questa opportunità – le rispose Shin’ichi. – Dialogare con i giovani è davvero importante per il futuro».
Aprire la strada per i giovani significa creare un futuro luminoso e Shin’ichi considerava questo compito la sua personale missione.
Il 16 marzo 1958 Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, aveva tenuto una cerimonia durante la quale aveva affidato il futuro di kosen-rufu interamente a Shin’ichi e alla Divisione giovani della Soka Gakkai. Ora, diciassette anni più tardi, la Divisione giovani uomini aveva organizzato una grande riunione per celebrare quella data nell’auditorium dell’Università Nihon a Ryogoku, Tokyo. La delegazione dei giovani cinesi sarebbe stata accolta in quello stesso luogo subito dopo la riunione, per essere poi condotta alla sede del Seikyo Shimbun per un incontro con Shin’ichi.
Era stato Shin’ichi a suggerire la cerimonia di benvenuto. Quando aveva saputo che una delegazione di giovani cinesi avrebbe visitato il Giappone, egli aveva proposto ai responsabili della Divisione giovani di riservare loro una calorosissima accoglienza, in modo da dare nuovo slancio alle relazioni di amicizia tra i giovani delle due nazioni.
Come disse una volta Deng Yingchao (1904-92), moglie del primo ministro cinese Zhou Enlai (1898-1976): «I giovani devono spalancare il cuore e tendersi la mano l’un l’altro in amicizia».
Dopo aver ascoltato la proposta di Shin’ichi, il responsabile della Divisione giovani della Soka Gakkai, Susumu Aota, rispose: «Ci piacerebbe moltissimo farlo. Il 16 marzo è il giorno in cui lei e gli altri giovani discepoli avete ricevuto il testimone di kosen-rufu dal presidente Toda. Noi faremo di questo l’anno in cui riceviamo il testimone dell’amicizia cino-giapponese da lei, presidente Yamamoto».
Quando i cuori di maestro e discepolo sono uniti, le ruote di un nuovo progresso iniziano a girare.
Le grida e gli applausi fragorosi dei giovani riempivano l’auditorium dell’Università Nihon. La riunione di benvenuto riservata ai giovani cinesi ebbe inizio quando i diciassette membri della delegazione entrarono nella sala e presero posto sul palco. Mentre si sedevano, lunghi stendardi vennero dispiegati dall’ultimo piano sul fondo della sala. Su di essi vi era scritto, sia in giapponese che in cinese, “Benvenuta delegazione della gioventù cinese” e “Insieme promuoviamo la pace”.
Kaoru Tahara, responsabile della Divisione studenti della Soka Gakkai, salì sul podio per il saluto iniziale. Tahara, che aveva accompagnato il presidente Yamamoto nei suoi viaggi in Cina, parlò con entusiasmo nel dare il benvenuto ai rappresentanti cinesi: «È stato qui, in questo auditorium, che sette anni fa il presidente Yamamoto ha invocato la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Cina, pur sapendo bene che quell’azione lo avrebbe esposto pubblicamente ad attacchi e critiche. Lanciò quest’appello di fronte al pubblico di studenti che l’8 settembre 1968 partecipava all’undicesima riunione generale della Divisione giovani della Soka Gakkai.
«La sua proposta costituì il primo passo verso l’amicizia cino-giapponese e il rinnovamento delle relazioni tra i nostri paesi. Questo auditorium può essere quindi considerato il luogo in cui il Giappone iniziò il suo cammino verso un rapporto bilaterale di amicizia. È con immensa gioia che diamo il benvenuto alla delegazione di giovani provenienti dalla Cina in questa sede così infinitamente significativa».
I giovani cinesi erano già al corrente del fatto che la proposta di Shin’ichi per la normalizzazione delle relazioni cino-giapponesi aveva aperto la via a una nuova epoca per i due paesi, ma alla notizia che essa era stata avanzata proprio lì nell’auditorium in cui si trovavano, provarono un’emozione profonda.
«Il presidente Yamamoto – proseguì Tahara – invitò Giappone e Cina a stabilire saldi legami di fiducia e amicizia. Il suo credo di pace e amicizia continua a scorrere pieno di vita nella Divisione giovani della Soka Gakkai. Vorremmo cogliere quest’opportunità per promettere, insieme alla delegazione dei giovani cinesi, di crea­re pace e amicizia duraturi tra i popoli delle nostre due nazioni».
La folla di giovani che riempiva l’auditorium esplose in un uragano di applausi.
Ah, i giovani! La passione che arde nel crogiolo dei loro cuori può sciogliere le mura di ghiaccio delle avversità, anche le più sconfortanti. I giovani sono il tesoro del mondo, sono la speranza dell’umanità.
Dopo i saluti da parte di Kaoru Tahara, responsabile della Divisione studenti della Soka Gakkai, i diciassette giovani cinesi furono chiamati uno a uno per ricevere mazzi di fiori e doni. Quindi i giovani uomini si esibirono con i tamburi giapponesi taiko, la banda di ottoni suonò una canzone cinese e un coro della Divisione giovani donne cantò la canzone Hana (Fiori). I giovani cinesi ricambiarono il gesto d’amicizia di quelle esibizioni che venivano dal cuore facendo cantare a uno di loro una versione “a cappella” di Sakura (Fiori di ciliegio).
Prese poi la parola il capo della delegazione dei giovani cinesi: «L’impegno del presidente Yamamoto per costruire l’amicizia tra Cina e Giappone ha lasciato una profonda impressione nel popolo cinese. Ora è il momento che i giovani delle due nazioni si uniscano, incoraggiandosi a vicenda, lavorando a un’amicizia duratura e ancora più viva che si estenda alle generazioni future».
Era come se il rappresentante della delegazione cinese parlasse a nome di tutti i membri della Divisione giovani uomini.
Poi Susumu Aota, responsabile della Divisione giovani della Soka Gakkai, parlò con entusiasmo di quanto la Divisione giovani s’impegnasse a fondo per costrui­re l’amicizia cino-giapponese: «Il nostro intento è continuare a rafforzare in modo armonico la nostra reciproca amicizia continuando ad attraversare il ponte dorato che unisce i nostri paesi, costruito grazie all’impegno del presidente Yamamoto. Sappiamo che la responsabilità è nostra, perciò promettiamo di aprire nel futuro un sentiero di amicizia colorato e pieno di speranza».
Un appezzamento di terreno, se viene seminato, alla fine si può trasformare in una lussureggiante foresta verde. I giovani che lavorano insieme sono come una roccaforte che protegge il futuro della pace. Questo è il motivo per cui è fondamentale sostenere con tutto il cuore i giovani. Incoraggiare i giovani significa incoraggiare la pace.
I membri della Divisione giovani uomini recitarono all’unisono: «Apriremo la strada all’amicizia cino-giapponese per le generazioni a venire! Rafforzeremo il ponte dorato che unisce Giappone e Cina!».
Alla fine della riunione, Aota e un altro responsabile della Divisione giovani presente sul palco presero le mani al rappresentante della delegazione dei giovani cinesi e le sollevarono in alto sopra la testa in un gesto trionfante di saluto, e tutti applaudirono. Esplodendo in grida fragorose alcuni membri della Divisione giovani si precipitarono accanto al capo della delegazione e lo sollevarono da terra. Gridando «Wasshoi, wasshoi!» (oo-issa, oo-issa), lo lanciarono più volte in aria. Nella sala si diffondeva un’onda di amicizia e simpatia che catturava tutti.
Quando i giovani vengono alla ribalta, si assumono la piena responsabilità e cominciano ad avanzare con orgoglio, si alza il sipario su una nuova era.
Con le parole della poetessa brasiliana Cecilia Meireles: Mai cessare di avanzare / Dobbiamo sempre andare avanti / Continuare con costanza / Progresso è spingersi continuamente avanti. È difficile aprire nuove strade. Ma è anche più difficile continuare a tenerle aperte. Se non si fa questo sforzo, finiranno per chiudersi. Ecco perché Shin’ichi Yamamoto non abbandonava mai il suo impegno pionieristico nel coltivare l’amicizia cino-giapponese. Roma non fu costruita in un giorno, dice il proverbio. Creare qualcosa che abbia un valore duraturo richiede uno sforzo continuo e costante. Shin’ichi faceva un passo dopo l’altro per consegnare il testimone ai giovani e alle generazioni successive.
Poco dopo le 17 di quel 16 marzo la delegazione dei giovani cinesi si trasferì dall’auditorium dell’Università Nihon alla sede del Seikyo Shimbun. Shin’ichi li salutò con calore e strinse la mano a ogni singolo membro della delegazione. «Benvenuti – disse -, sono onorato di incontrare i futuri leader della Cina».
Si accomodarono intorno a un tavolo e diedero inizio a una vivace conversazione. Shin’ichi espresse la propria gratitudine per la calorosa accoglienza ricevuta nelle sue due visite in Cina l’anno precedente, nel 1974. Il capo della delegazione rispose: «Il popolo cinese porterà sempre nel cuore tutto quel che lei ha fatto per la nostra reciproca amicizia. Siamo anche profondamente grati per la calorosa accoglienza che abbiamo ricevuto da tutti voi della Soka Gakkai durante questo soggiorno in Giappone. Ci porteremo a casa l’amicizia e la simpatia che abbiamo ricevuto da lei e da tutta la Soka Gakkai e le condivideremo con il popolo cinese».
Shin’ichi strinse con fermezza la mano del rappresentante della delegazione e rispose: «Grazie, grazie davvero. Credo che, nel tempo, milioni di giovani percorreranno con gioia il sentiero di amicizia che stiamo costruendo. Questo è l’obiettivo della nostra azione comune. Ogni passo che compiamo ora, ogni nostra conversazione, sta creando un nuovo futuro per i nostri due paesi. Voi siete pionieri. Magari ora non ne siete consapevoli, ma col tempo arriverete a rendervene conto. Siete giovani, vi prego di continuare ad avanzare con orgoglio, con lo spirito di coloro che creano la storia».
I membri della delegazione approvarono con entusiasmo.

(15. continua)

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