Dopo gli scritti dello scorso anno, il 2010 è iniziato con la prova orale per l’ammissione alla quarta classe. Al di là del consueto impegno che ogni esame richiede, questa prova ha portato una ventata di freschezza
Gli ultimi tre week-end di febbraio si sono tenuti gli esami per accedere al quarto livello del Dipartimento di studio. Le prove sono iniziate lo scorso anno con la stesura di una tesi che verteva su tre argomenti: l’unità fra i credenti, il voto e la relazione tra maestro e discepolo. La seconda parte della prova è consistita in un colloquio basato sull’elaborato scritto e sui Gosho del programma. Che le attività dell’Istituto Buddista registrino un’alta partecipazione è noto, ma che ciò accada anche per gli esami, non è cosa di poco conto. Lasciamo che siano alcuni dei protagonisti a raccontare le loro impressioni.
Anna è rimasta toccata in particolare dalla «possibilità di approfondire il senso dell’amicizia. Questo tema, infatti, viene trattato sia sotto il profilo dell’unità con gli altri, che del grande voto, che del legame con il maestro. Ho quindi fatto mio lo scopo proposto per quest’anno da sensei, di far entrare nella nostra vita dieci nuovi legami di amicizia».
Per Barbara è stata anche l’occasione per scoprire come “rendere lo studio attivo con la vita” le abbia permesso di riprendere vitalità: «Una mattina del 1994, col figlio ancora piccolo, andai a fare il terzo esame. Mi costò una fatica immensa. Da allora sono trascorsi quindici anni e di possibilità di sostenere esami non ce ne sono state più. Proprio in quel periodo l’organizzazione della mia vita cambiò e dall’avere occasioni continue mi trovai a non averne più nessuna. Dopo mesi di smarrimento, iniziai a recitare per approfondire la mia comprensione del Buddismo, perché ormai ero fuori dalla marea dell’attività buddista, che in questo trasporta e aiuta molto. Quando ho saputo che c’era la possibilità di preparare il quarto esame, ero felice. Non avevo mai desiderato tanto preparare un esame in vita mia!».
«Un piccolo incidente mi ha “costretto” a dedicarmi a uno studio approfondito. Dopo due giorni il mio stato vitale ha fatto un balzo che non avrei creduto possibile. Ho iniziato a provare gioia, a prescindere dall’esame a cui non ho praticamente più pensato», afferma un soddisfatto Mauro.
«Ne ho fatti quattro, racconta Marcella, ogni volta un terribile scoramento iniziale, ogni volta ho lanciato il cuore oltre l’ostacolo davanti al Gohonzon determinando di fare del mio meglio e ogni volta ho trovato, così facendo, un modo inatteso non di studiare ma di attingere al Buddismo con il cuore. Gli esami di Buddismo? Se non ci fossero bisognerebbe inventarli!».
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Il giovane studio dell’Emilia Romagna
A bologna prosegue un’iniziativa della divisione giovani: incontrarsi ogni mese per verificare insieme come anche lo studio possa avvicinare a sensei
Il meeting di studio mensile dei giovani della regione Emilia Romagna è un’attività che dura da tre anni e che è nata dal desiderio di offrire un’occasione in più ai membri della Divisione giovani per condividere le parole del presidente Ikeda.
Obiettivo: costruire con lui una relazione sempre più forte e importante, e vivere in concreto i suoi incoraggiamenti. Abbiamo pensato che il miglior modo per farlo fosse vivere il Gosho approfondito e spiegato proprio da sensei. Nel primo ciclo di riunioni abbiamo studiato le lezioni sull’Apertura degli occhi, nel secondo anno le lezioni sul Conseguimento della Buddità in questa esistenza e ora stiamo studiando le lezioni sull’Eredità della Legge fondamentale della vita.
Oltre a darci l’opportunità di confrontare le realtà diverse dei quattro territori della nostra vasta regione (Bologna, Ferrara, Emilia e Romagna) e di conoscerci creando relazioni sincere, questi incontri sono sempre un’occasione per condividere fra noi le esperienze, approfondire i princìpi buddisti e utilizzare il mese che ci divide da una riunione all’altra per rendere concrete le parole della lezione che abbiamo studiato – e di quella che studieremo – nella nostra vita quotidiana.
Laura Cerati
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Club Italia: amicizie oltreoceano
Come accade da diversi anni, anche all’inizio del 2010 un gruppo di studenti dell’Università Soka, affiliati al Club Italia, si è recato in visita di scambio culturale in Italia. Gli studenti del Club Italia sono uniti dall’interesse per la cultura, la lingua e la letteratura del Belpaese. Quest’anno le tappe del viaggio del gruppo di nove fra ragazzi e ragazze, sono state varie città fra le quali Firenze, Bologna e Roma.
Firenze, Centro culturale. La prima domenica di febbraio gli studenti Soka erano in visita a Firenze. Accolti con entusiasmo e calore dal gruppo Leonardo locale (under 25), sono stati coinvolti in una visita alle più belle piazze fiorentine nella mattinata, e dopo il pranzo in un pomeriggio ricco di esperienze “transoceaniche”, scambio di regali, coro e spettacolini. Lo spirito che il presidente Ikeda raccomanda sempre di tenere presente, quello dell’incontro fra persone al fine di creare legami e ponti fra culture e civiltà, era tangibile anche in questa occasione.
Bologna, sede dell’Università. Il 17 febbraio il gruppo era invece a Bologna, dove ha incontrato Carla Salvaterra, professoressa dell’Università di Bologna, delegata alle relazioni internazionali per l’ateneo bolognese. Il gruppo è rimasto in città circa due settimane durante le quali ha approfondito la conoscenza della lingua italiana ed è entrato in contatto con gli aspetti culturali e sociali locali, oltre che con varie istituzioni.
Salvaterra ha espresso l’auspicio di poter avviare nuove iniziative di promozione delle attività di collaborazione tra le due università, al fine di sensibilizzare e incentivare la partecipazione alle opportunità che l’Università di Bologna offre nell’ambito del programma Overseas, un programma di mobilità destinato agli studenti dell’Ateneo che offre la possibilità di studiare un periodo in università di quattro continenti: Europa, Americhe, Asia, e Oceania. In questo modo gli studenti italiani possono, fra l’altro, trascorrere un periodo di studio a Tokyo, e studenti giapponesi possono fare altrettanto in Italia.
Roma, la città eterna. Alla fine del mese il gruppo del Club Italia si è recato in visita a Roma, per poi ripartire verso il Sol Levante nei giorni immediatamente successivi.
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Il teatro alfieri di Torino accoglie Piemonte e Valle d’Aosta
In una giornata fredda e caratterizzata dal blocco della circolazione si sono dati appuntamento a torino millecinquecento membri delle due regioni
“Il mio 80° anniversario”. Questo era scritto sullo striscione che ha dato il titolo alla prima riunione generale del 2010 delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta. Domenica 7 febbraio, al Teatro Alfieri di Torino, si sono raccolte millecinquecento persone sotto un cielo finalmente terso e un sole splendente. Nonostante il blocco della circolazione e il freddo pungente di un inverno rigido come da anni non si vedeva, lo spirito che ha animato i partecipanti è stato quello di ripartire da se stessi prima di tutto. Numerosi sono stati gli interventi dei responsabili e dei direttori generali: ricominciare sempre dal Daimoku e dalla relazione tra maestro e discepolo; l’importanza della determinazione personale; lo spirito di alzarsi da soli; realizzare una perfetta unità di intenti partendo dalla propria decisione; la gioia di dedicarsi agli altri e di vincere insieme.
Due ore intense di incoraggiamenti. Ognuno di noi ha una missione unica e il 2010, anno dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, deve essere un anno straordinario. Questo è stato il messaggio della riunione.
Personalmente ho percepito con chiarezza che non conta come è l’ambiente intorno a noi, o come sono le persone che ci circondano, ciò che fa la differenza è se decidiamo di vivere come dei soli splendenti in grado di illuminare e far risplendere ogni aspetto. Esattamente come desidera il presidente Ikeda.
Dino Bucalo
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Byakuren e soka-han a Cagliari
Dopo dodici anni dall’ultimo corso, si è tenuta nel capoluogo sardo una due-giorni all’insegna dell’attività di protezione della Divisione giovani: al centro il desiderio di “riscoprire” il suo significato originario
Il 6 e il 7 febbraio centodieci giovani provenienti da tutta la Sardegna si sono riuniti nel Centro culturale di Cagliari per approfondire lo spirito e il significato di essere soka-han e byakuren.
Il corso è stato un evento significativo per l’attività di protezione dei Centri e delle attività della Sardegna, perché arriva dopo dodici anni ed è apparso essere il risultato del sincero sforzo di ogni singolo giovane: «Come rivela lo slogan Con lo stesso cuore del maestro, l’idea è nata, infatti, dal desiderio di ognuno di noi di riscoprire lo spirito originario di questa attività» ha detto Matteo Floris, responsabile.
Per questo più che essere un elenco di cosa bisogna e non bisogna fare per essere dei “perfetti” soka-han e byakuren, il corso è stato concepito come un’occasione per evidenziare che questa attività è un “allenamento” per diventare persone felici e padrone della propria vita. Significativi in questo senso sono stati gli interventi di Hajime Kusayanagi e Elena Battistini, responsabili nazionali, che si sono soffermati sull’importanza di “usare” quest’attività per diventare dei giovani coraggiosi nella vita ed essere dei fari di speranza nella società. Il tratto distintivo nelle cinque esperienze raccontate, anche in quelle dei giovanissimi, ha messo bene in luce come l’attività di protezione sia utile per indirizzare il proprio cuore verso una vita felice in “tutti i campi”. «Ho capito che posso trasformare il senso di inadeguatezza e la paura di non essere in grado che, finora, ha profondamente caratterizzato la mia vita» ha raccontato Enrica, ventitré anni di Porto Torres, byakuren al recente corso estivo di Fiuggi.
Barbara Parodo
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Per approfondire gli scritti di Nichiren
Un nuovo volume edito da esperia raccoglie le spiegazioni del presidente Ikeda su due Gosho considerati pietre miliari
In questa nuova serie di lezioni Daisaku Ikeda si dedica ad approfondire gli scritti del Daishonin che sono stati fonte di ispirazione e di nutrimento spirituale per i primi tre presidenti della Soka Gakkai: Lettera da Sado e Lettera ai fratelli, che Nichiren scrisse col desiderio di salvaguardare l’insegnamento.
«Lettera da Sado è il Gosho della Soka Gakkai», afferma Ikeda. I tre primi presidenti, infatti, uniti dal legame di maestro e discepolo, hanno messo in pratica gli insegnamenti di questo scritto. Egli spiega inoltre che da giovane questo testo è stato una preziosa fonte di ispirazione per la sua pratica buddista. All’epoca soffriva di tubercolosi e gli affari di Josei Toda, il maestro che lui aveva deciso di sostenere con tutto se stesso, versavano in gravi difficoltà. In quel periodo costellato da prove molto dure leggeva e rileggeva Lettera da Sado, traendone il coraggio di continuare a lottare, fino alla fine.
Anche Lettera ai fratelli è un incoraggiamento a non lasciarsi mai sconfiggere. Secondo Toda, «la grande impresa di kosen-rufu è una battaglia contro le funzioni demoniache. Non possiamo farci intimidire dai loro attacchi perché, se lasciamo che esse ci sconfiggano, l’umanità sarà avvolta per sempre nell’oscurità». Se i discepoli hanno compreso il vero significato dell’insegnamento buddista, cercheranno di proseguire sulla stessa scia. Per questi motivi Buddismo e Società da qualche anno pubblica i Gosho più significativi con le spiegazioni del presidente Ikeda.
Inoltre, Esperia, nella stessa collana, Lezioni, ha pubblicato già altri sei volumi con gli scritti fondamentali di Nichiren commentati da Ikeda: L’apertura degli occhi, Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, Gli eterni insegnamenti, La vera entità della vita, L’eredità della legge fondamentale della vita e Gli insegnamenti della speranza.
Daisaku Ikeda, Lettera da Sado e Lettera ai fratelli – Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, 136 pagg., euro 9,00