Avevo perso tutto: ragazza, lavoro, amici… era crollata quella che credevo fosse la mia realtà in quel momento. Giurai a me stesso che, come ero stato bravo a cadere così in basso, altrettanto dovevo esserlo a rialzarmi!
La prima volta che mi parlarono di Buddismo fu nel 2004 in un locale di Riccione. Avevo venticinque anni e ogni sabato sera mi sballavo con alcol e pasticche. Uno dei pochi ricordi di quelle serate fu di un barista che mi prese in simpatia e mi regalò Felicità in questo mondo, un piccolo libro che introduce al Buddismo del Daishonin. Poiché mi piace leggere, lo lessi molto volentieri e rimasi sconcertato dalla profondità dei princìpi che esprimeva, al punto che mi parve quasi di percepire l’essenza della vita, anche se solo con la mente. Tuttavia non mi sentii di approfondire, e non andai alla riunione di discussione alla quale ero stato invitato. Nei quattro lunghi anni successivi, iniziai a frequentare persone poco raccomandabili e situazioni ancora più pesanti. Cominciai a fare uso di cocaina e perfino a spacciare. Mi indebitai con altri spacciatori, vivevo sull’onda della menzogna e in funzione della droga. L’unica cosa positiva era scrivere le mie poesie, di cui all’epoca pubblicai la seconda raccolta. Iniziai una relazione con una bravissima ragazza alla quale, per paura di perderla, raccontai che avevo fatto uso di droghe solo saltuariamente. Andammo a convivere e lavoravamo insieme come decoratori. In quel periodo mi drogavo sporadicamente e sempre di nascosto.
A gennaio 2008 sorsero problemi economici in quanto i nostri clienti tardavano a pagarci, e io scelsi di riprendere il mio precedente lavoro di assicuratore. Trovandomi nuovamente da solo nel luogo di lavoro, e avendo ricontattato una vecchia conoscenza con la quale avevo condiviso tante serate a base di droga, ripresi a farne uso regolare tornando anche a frequentare le persone di un tempo. Non riuscendo a realizzare la cifra minima richiesta dalla compagnia di assicurazione, la truffavo sul numero delle polizze stipulate. Per pagarmi la droga attingevo al prestito che avevo fatto con la mia ragazza a favore della ditta di decorazione, il cui conto in breve tempo andò in rosso. Lei, appena scoprì ciò che avevo combinato, senza tanti giri di parole mi lasciò. Tornai a casa di mia madre col morale a pezzi. L’unica cosa che riuscivo a fare, anzi di cui non potevo più fare a meno, era sniffare coca. Un sabato mattina, il 17 maggio 2008, andai in ufficio per imbiancarlo insieme a un amico che era anche un mio spacciatore, e ne acquistai tre grammi. Il pomeriggio, sotto l’effetto dello stupefacente, presenziai a un concorso di poesia della mia città, poi sarei andato dal mio amico per assumere altra polvere. Nel tragitto venni fermato dai Carabinieri, che mi perquisirono e trovarono tre dosi! Mi portarono subito in caserma, poi perquisirono la casa di mia madre e quella dove avevo abitato con la mia ex ragazza. Potete immaginare la mia vergogna, avevo toccato il fondo! Mi fu riconosciuto l’uso personale: per tre mesi andai due volte a settimana al Ser.T. (Servizio TossicoAlcoldipendenze) per sottopormi all’esame delle urine e seguii un programma psicologico rivolto a tossicodipendenti. Avevo perso tutto: ragazza, lavoro, amici… era crollata quella che credevo fosse la mia realtà in quel momento.
Giurai a me stesso che, come ero stato bravo a cadere così in basso, altrettanto dovevo esserlo a rialzarmi! A luglio, mentre riportavo i miei libri da casa della mia ex a quella di mia madre, ritrovai Felicità in questo mondo, lo rilessi e sentii aprirsi, oltre alla mente, anche il cuore. Mi venne il desiderio di approfondire questo Buddismo. Non essendo più in grado di rintracciare la persona che mi aveva regalato il libro, cercai su internet il sito della Soka Gakkai e telefonai al Centro culturale di Bologna chiedendo di essere contattato. Fu così che il 29 luglio, un mercoledì, partecipai alla mia prima riunione: ero al settimo cielo! Sentii subito il suono del Daimoku riverberarsi dentro di me, e percepii l’umanità delle persone presenti. Dopo l’incontro mi fermai a parlare con due responsabili, coi quali mi venne spontaneo aprirmi, perché mi sentivo accettato, così come ero, e li sentii così familiari che ebbi la sensazione di conoscerli da sempre. Quel giorno iniziai a praticare, e qualche mese dopo, il 14 dicembre, ricevetti il Gohonzon. Dopo l’estate avevo già trovato un lavoro, anzi, due: facchino durante la settimana e ambulante di caramelle nel fine settimana. I titolari mi davano fiducia pur conoscendo la mia storia, e mi resi conto che ero proprio io il primo a darmi fiducia. Pregavo con determinazione per sviluppare umanità, serietà e felicità, e l’ambiente mi rispondeva. Recitando Daimoku per avere più tempo da dedicare alla pratica buddista, sono riuscito a cambiare il lavoro infrasettimanale con uno che mi consente di avere tutti i pomeriggi liberi. Con quello che guadagno sto pagando i debiti, prima di tutto quello con la mia ex ragazza, e inoltre ho chiarito tutto con la compagnia d’assicurazioni. Non voglio più scappare, ho tanta fiducia nel potere del Gohonzon e nelle mie capacità.
Ora sto vivendo una nuova relazione con Alice: l’ho conosciuta sul posto di lavoro, è una donna splendida, con lei da subito sono stato sincero riguardo a tutta la mia vita, e stiamo facendo progetti, basati su valori solidi come l’autenticità e il rispetto delle rispettive peculiarità. Inoltre, quest’anno ho conseguito una bella vittoria sulla cocaina. Da un anno lavoravo sette giorni su sette, alzandomi molto presto al mattino, ed ero molto stanco. In più al sabato, per arrotondare, lavoravo anche come cameriere in un ristorante. Un sabato sera, sapendo che un mio amico poteva reperire la cocaina, gli chiesi di procurarmene un “pezzo”. Proprio in quel momento, però, la mia parte illuminata mi ricordò tutti gli sforzi che avevo fatto nell’ultimo anno per uscire da questo circolo vizioso, e i benefici e le soddisfazioni avuti. Immediatamente gli dissi di lasciar stare, che ci avevo ripensato. Finito di lavorare, insieme ad Alice e ai miei amici, andammo in un pub. A un certo punto andai in bagno, mentre uscivano due ragazzi che, mi sembrava, avessero fatto uso di “qualcosa”. Nel bagno era rimasta infatti un po’ di polvere bianca, mi avvicinai con assoluta calma e sentii di non avere nessuna tentazione. Ho avvertito in quel momento una grandissima forza, avevo vinto sulle cause che mi portavano a drogarmi.
Basta col farmi del male, ho scelto la vita, mia e degli altri. Sto iniziando a sentire il Buddismo come parte integrante e fondamentale della mia esistenza. Il mio impegno è di migliorare come essere umano, ogni giorno di più.