Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Riunioni "Made in Europe" - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:53

479

Stampa

Riunioni “Made in Europe”

Il 22 ottobre nella capitale si sono tenuti oltre centotrenta incontri con i membri della Soka Gakkai di tutta Europa. Il Nuovo Rinascimento si è fatto raccontare come sono stati preparati e vissuti sia dagli organizzatori che dagli ospiti

Dimensione del testo AA

Era già da tanto tempo che si parlava della riunione di ottobre, ma solo dopo l’estate è iniziata l’attività vera. A Trastevere siamo particolarmente fortunati perché abitiamo vicini ed è molto semplice incontrarsi. Ma la cosa bella è che tante persone hanno aperto la loro casa per la prima volta per le recitazioni collettive. C’erano recitazioni a tutte le ore della mattina, del pomeriggio e della sera: ultimo turno dalle 21 alle 22.
Più passavano i giorni e più l’ansia cresceva, ma il mio motto era: «Non mi preoccupo, me ne occupo!». Tutto era una sfida. Per esempio, trovare gli interpreti e sostenerli, ma come? Recitando tanto Daimoku e avendo fiducia nella voglia di ciascuno di superare tutti gli ostacoli.
E poi è arrivato il giorno fatidico. Il gruppo che si vedeva a casa mia era già pronto alle 15. Aspettavamo tre belgi. Il piccolo comitato di accoglienza sul portone di piazza San Cosimato era pronto, mentre il resto del gruppo recitava Daimoku.
E così sono arrivati Kofi, Jean e Tina, pieni di allegria e vitalità. Tutte le tensioni si sono sciolte, eravamo lì, tutti insieme a parlare della nostra vita come devoti del Sutra del Loto, felici e a proprio agio. È andato tutto benissimo, cena compresa anche se è stato difficile riaccompagnarli al loro albergo… nessuno se ne voleva andare!
Ci siamo scambiati gli indirizzi e il giorno dopo ci siamo anche incontrati di nuovo per una pizza insieme, una passeggiata per Campo dei Fiori e poi via, in lacrime, i saluti finali. Era come se ci conoscessimo da tanto tempo e le nostre strade si fossero incrociate per ricordarci che insieme possiamo vincere su tutte le paure e costruire un mondo migliore. Credo che tutti abbiamo sentito, forse per la prima volta, “l’Europa delle persone comuni”.

Andreina Marcocci

• • •

One Europe With Sensei diventa reale

Daiki Nakamoto, responsabile del comitato europeo giovani, durante la riunione generale ha ricordato attraverso le parole del conte Coudenhove-Kalergi, uno dei promotori dell’Unione Europea, che l’Europa non deve essere unita solo dal punto di vista politico ed economico, ma soprattutto dal punto di vista spirituale, e che questa è la nostra missione. Missione che ha visto una sua concreta realizzazione quando nelle case romane si sono svolti gli zadankai con i membri europei: un grande scambio di esperienze e di relazioni create in poco più di due ore. Nel gruppo Armonia hanno partecipato tre pioniere dell’attività nella capitale inglese: Ashley, Lucy e Katie. Quando cominciarono, circa venticinque anni fa a Londra, c’era chi doveva attraversare tutta la città per partecipare a un incontro di discussione, o chi aveva paura del giudizio degli altri. Ashley ci racconta che, all’inizio, mentre recitava Daimoku accendeva la musica per non farsi sentire, per la paura di non essere accettata o di essere derisa. Ma un giorno, mentre pregava, comprese che la sua missione era quella di far conoscere questa pratica alle persone e da quel momento spense la radio. Katie, con gli occhi pieni di gratitudine, ci racconta come i suoi ventitré anni di pratica siano serviti come base per rafforzare oggi il suo voto di propagare il sogno del presidente Ikeda per altri cinquant’anni. Lucy in ultimo, non sapendo quale esperienza raccontare, data la mole troppo grande di benefici realizzati, ci racconta dell’emozione provata guardando il coro dei giovanissimi che ha cantato Avanti! «In quel momento ho pensato: “Sensei non ti preoccupare, abbiamo vinto!”».

Matteo Pisani

• • •

L’Italia è la mia passione

Ho cominciato a praticare nel 1983 a Firenze a causa delle mie frequenti crisi sentimentali. Quando venni a vivere a Firenze, capitai in un appartamento dove tutti praticavano il Buddismo. Così iniziai anch’io. Ciò che mi ha ispirato a continuare è stata la passione che sentivo! Io sono nato in Ungheria, e conosco bene questo sentimento, così come i miei genitori: passione unita alla convinzione di poter cambiare totalmente la vita. Questa forza mi ha accompagnato quando sono tornato a vivere in Germania. Il legame con l’Italia è forte, e ancora oggi ogni volta che vengo qui mi sento a casa, e sento la lingua italiana vicina alla mia lingua madre, l’ungherese.
Per me praticare vuol dire: vincere dove vivo, nel mio paese e nella società e avere grandi sogni, come quello di portare avanti
kosen-rufu in Europa. Questi grandi obiettivi si possono realizzare partendo dalle riunioni di discussione nelle quali dialoghiamo per migliorarci e incoraggiarci. Solo così potremo “seminare” il Buddismo e ogni volta sono felice di prenderne parte!

Ervin Kassai

• • •

Ora come allora
Sandra Santos – Portogallo
Ero a Milano il 16 marzo 2008 e oggi sento che è il momento di rinnovare la promessa a sensei di continuare a dedicarmi a kosen-rufu e impegnarmi nella propagazione. Lo spirito basato sulla relazione di maestro e discepolo che ho sentito qui a Roma in questi due giorni voglio riportarlo nel mio paese, il Portogallo, continuando su questa strada per far crescere i giovani.

Cambiare con sensei
Birgit Sens – Germania
Mi hanno colpita molto le esperienze raccontate nei filmati; è emozionante pensare a quanto può cambiare la vita delle persone. Quanto lavoro, quanto impegno c’è dietro questi cambiamenti, portati avanti lottando con lo stesso spirito di sensei.

Costruire una soka giovane
Sebastian Jansen – Olanda
Ora più che mai sono molto determinato a sostenere la Divisione Futuro. Proprio una settimana fa si è tenuto da noi un meeting generale al quale hanno partecipato una cinquantina di ragazzi dai 12 ai 17 anni. È stato bellissimo, hanno giocato insieme, recitato, cantato e studiato. Oggi Oba ci ha dato un’indicazione molto chiara: costruire una Soka Gakkai dei giovani, questa è la cosa più importante, adesso, bisogna veramente sostenere e incoraggiare i giovani. E continuare a rafforzare questa unità europea così speciale, basata sul Gohonzon e nient’altro. Questo voglio trasmettere per aiutare le persone a diventare felici.

Per i miei figli
Jennifer Malaman – Francia
Sono molto commossa dalle testimonianze dei giovani, soprattutto dei più piccoli, perché ho sentito quanto una generazione può dare all’altra. Mi sono sentita davvero incoraggiata, in particolare come donna, a dedicarmi a trasmettere tutto quello che posso ai giovani, e in futuro ai miei figli. Ora voglio far scaturire grande coraggio e gioia dalla mia vita, come mi chiede sensei. Solo attraverso il mio comportamento, con l’esempio, posso diffondere il Buddismo.

Oltre le barriere linguistiche
Roland Modu – Regno Unito
Sono molto sorpreso dalla facilità di comunicazione che sto vivendo in queste ore, mi aspettavo che fosse tutto molto più difficile, che si sentissero le differenze, anche con le lingue, e invece è tutto così naturale, come se fossero spariti i confini nazionali, niente più barriere. Non potevo più smettere di applaudire, è incredibile tutto questo calore. E poi che fantastica organizzazione!

• • •      • • •      • • •

Cronache di viaggio

Da Milano a Roma in compagnia dei giovani e del loro mondo. Dal diario di Siria, dodicenne, al racconto di una partecipazione “virtuale” alla riunione, ma che ha portato cambiamenti importanti

Tra tante esperienze meravigliose che ho vissuto credo che questa sia una delle migliori: sono andata a Roma per festeggiare il cinquantesimo anniversario dell’arrivo del maestro Ikeda che ha portato il Buddismo in Italia.
Ero contentissima di andare a Roma per tanti motivi: cambiare aria, passare del tempo con i miei amici che ho conosciuto al Centro di Milano l’anno scorso, ma soprattutto provare sulla mia pelle la meraviglia di tante persone che pensano solo alla loro felicità e a quella degli altri!
Venerdì sera sono andata a dormire da Massi, un mio amico; arrivata a casa sua mi sono sentita accolta, ed essendo il suo compleanno gli abbiamo fatto gli auguri e poi io e lui abbiamo guardato Colorado mentre sua sorella dormiva e suo fratello giocava. Io sono affezionata a quella famiglia perché Betty è come la mia seconda mamma, Giorgio il mio secondo papà e Massi, Bity e Franci, i miei altri tre fratelli.
La mattina seguente, alle 5.30 sono corsa in bagno a vestirmi e prepararmi per uscire e alle 6.15 eravamo in macchina, pronti ed emozionati. Arrivati alla stazione centrale avevo il cuore a mille, mi sentivo come in un film d’avventura e non immaginavo quello che sarebbe successo dopo. In treno ero con i miei amici Yuki, Joice, Leo, Massi, Niccolò, Alessandro e Giulian. Durante il viaggio abbiamo riso e scherzato e poi io e Niccolò siamo andati con un’animatrice a chiedere a una ragazza, Margherita di quindici anni, se le interessava venire con noi nella nostra carrozza. Io ero contenta di conoscerla, ci siamo messe a parlare e l’ho presentata a tutti che l’hanno accolta subito! Questa cosa mi ha fatto piacere perché è bello quando le persone che si conoscono hanno subito idee positive sugli altri.
Arrivati alla stazione di Roma siamo scesi dal treno pieni di felicità. In metropolitana eravamo schiacciati l’uno contro l’altro e mentre ridevamo, le nove fermate sono passate in un soffio. Arrivati al Palasport siamo stati accolti calorosamente, sembravano tutti veramente contenti di averci lì. Una volta entrati, avevamo tutti tanta fame, a me girava la testa, forse per il caldo e il continuo salire e scendere dalle metro e per la fame, ma forse la cosa più bella che mi faceva girare la testa era l’emozione di entrare in quell’enorme edificio al cui interno c’era tanta gente e Marco, uno dei ragazzi che ci accompagnava e che ci ha sempre sostenuti, ci ha detto che si sarebbe riempito ancora di più! Siamo entrati in una stanza dove una cinquantina di ragazzi ci hanno applaudito, fischiato e sorriso di continuo. Mi sentivo proprio a casa! Dopo aver provato la canzone siamo tornati all’ingresso del Palasport dove abbiamo mangiato di fretta perché la riunione stava per cominciare. Quando siamo rientrati, ci siamo accorti che il palazzetto si era riempito completamente! Tutti applaudivano e poi è successa una cosa meravigliosa, forse la più bella della giornata: abbiamo fatto Gongyo tutti insieme, ed è stato fantastico.
Cinquemila persone tutte nella stessa posizione e tutte che dicevano le stesse cose. Mentre recitavo sentivo il calore e l’unione di tutte le persone che cercano di raggiungere la felicità, questa è una cosa bellissima che non molti riescono a percepire.
Dopo aver recitato, il direttore Oba ha letto un discorso emozionante che ha incoraggiato tutti, in cui diceva che i giovani sono il futuro e che bisogna insegnare loro tutta la saggezza per costruire una comunità felice e diffondere il Buddismo usando il cuore. Dopo questo, tante persone hanno raccontato tante cose e incoraggiato molto, poi una donna ha cantato una canzone che io conosco molto bene perché mio padre la ascoltava quando è morto mio nonno che si chiama Guarda l’alba e io dicevo: «Cavolo! Che brava quella cantante, sembra Carmen Consoli!» e infatti… era lei! E oltre a essere brava si è anche emozionata! Era tenerissima, una ragazza abituata a esibirsi davanti a tanta gente si era commossa e aveva pianto, che bello! Ma tanta altra gente si è emozionata, come i musicisti, che mentre suonavano piangevano.
Dopo la bellissima riunione siamo usciti fuori e Niccolò mi ha confidato che gli sarebbe piaciuto che fosse durata di più. Ho pensato che, anche se brevi, i momenti speciali vanno colti e apprezzati per il poco che durano. Quando siamo ritornati alla stazione eravamo contentissimi e siccome c’era ancora tempo prima della partenza ci siamo divisi e siamo andati a fare un giro per i vari negozi, abbiamo mangiato qualcosa e poi prima di partire ci siamo messi d’accordo, e tutti insieme abbiamo gridato: «One Europe with Sensei!». Che belli questi momenti in cui si sta tutti insieme, il cuore mi batteva forte, ero contenta di aver partecipato a questa esperienza nuova.
In treno abbiamo mangiato, riso e scherzato di continuo, all’arrivo ci siamo salutati calorosamente promettendoci che non saremmo mancati al prossimo meeting, io ero felice di aver avuto la possibilità di partecipare a questa manifestazione! Ero anche contenta di aver conosciuto una nuova amica: Margherita, tutti le abbiamo chiesto di venire al Centro qualche volta, solo per vederci e per incoraggiarci a vicenda per ogni sfida che ci si presenterà!
Ciao!

• • •

A Roma ci sono andato, ma con il cuore!

Per svariati motivi non sono riuscito ad andare a Roma per il meeting generale del 22 ottobre, ma la spinta a voler partecipare mi ha fatto comunque fare un passo in avanti nella mia rivoluzione umana! Gli impedimenti sono stati tanti: problemi economici, difficoltà legate all’ansia e il sabato di ferie che inspiegabilmente non mi è stato concesso. Tutti contrattempi che, insieme, hanno ostacolato il mio viaggio per Roma. Un problema di lavoro mi ha bloccato a Milano, a quel punto anche se avessi avuto le ferie non mi sarei comunque potuto assentare.
Così ho trasformato la delusione di non riuscire a esserci e ho capito profondamente che la decisione di seguire il mio maestro poteva essere la stessa a prescindere dall’andare o meno a Roma. Desidero arrivare a provare vera gioia per le vittorie delle persone che mi circondano. Desidero dare un valore profondo a tutto ciò che faccio e non sottovalutare niente, non dare nulla per scontato impegnandomi attimo dopo attimo. Voglio realizzarla in pieno e diventare una persona degna di ammirazione. Questo è il percorso che ho fatto in questo ultimo mese ed è il percorso che ho fatto grazie al meeting di Roma, al quale… fisicamente non ho partecipato.

Marco Amati

Sulle ali del mio maestro

Quando si partecipa a un evento di questo tipo, si è sempre carichi dell’aspettativa che qualcosa nel proprio cuore cambi, ma mai avrei pensato che questo sarebbe avvenuto grazie al fotogramma di un video, probabilmente già visto in altre occasioni: l’ala di un aereo che decolla dal Giappone mi arriva dritta allo stomaco portando con sé molto di più dell’immagine stessa. In quel momento ho percepito profondamente l’umanità di sensei che con un’incredibile fede sa che quel viaggio è il primo passo fondamentale. Della vera profondità di questa fede parla non solo la crecita numerica con cui siamo passati dagli otto membri nel 1961 presenti in Europa ai 105.000 di oggi, ma anche la nostra felicità, la nostra commozione e le nostre realizzazioni.
Quell’immagine è tornata con me a Milano, e il mattino dopo, nonostante la fatica per le numerose responsabilità che sento di avere in questo momento e per la fastidiosa sensazione di solitudine che a volte mi trovo ad affrontare, ripenso a quell’aereo e nulla mi sembra di nuovo impossibile, il mio Daimoku torna a essere concentrato. Un Daimoku così potente che nel pomeriggio stesso mi fa risolvere inaspettatamente un problema di lavoro stagnante da mesi.

Chiara Toscani

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata