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Napoli, città dell'accoglienza e del dialogo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:40

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Napoli, città dell’accoglienza e del dialogo

Il 3 ottobre a Napoli si è tenuto il Giubileo per la pace al quale hanno partecipato le diverse comunità religiose presenti nel capoluogo campano e i sindaci dei cinque continenti. lo scopo è collaborare per una convivenza pacifica, per contrastare ogni abuso sul territorio, e sostenere ogni forma di credo

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Il 3 ottobre a Napoli si è tenuto il Giubileo per la pace al quale hanno partecipato le diverse comunità religiose presenti nel capoluogo campano e i sindaci dei cinque continenti. lo scopo è collaborare per una convivenza pacifica, per contrastare ogni abuso sul territorio, e sostenere ogni forma di credo

Risvegliare le coscienze per un riscatto civile e sociale di Napoli. Con questo spirito il 3 ottobre tutte le realtà religiose della città insieme ai sindaci dei cinque continenti, i rappresentanti del progetto Uni Habitat (programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani), sono stati invitati al Giubileo per Napoli, organizzato dal cardinale Crescenzio Sepe. In questo incontro, che ha visto l’apertura simbolica di Port’Alba, porta del dialogo e dell’accoglienza, cattolici, buddisti, ortodossi, luterani, anglicani, bahai, pentecostali, valdesi, metodisti, avventisti hanno condiviso con la città i loro ideali religiosi e soprattutto hanno firmato la dichiarazione comune “Napoli città dell’accoglienza e del dialogo”. Un documento in cui le parole chiave sono appunto accoglienza, comprensione, dignità, dialogo per il bene comune, difesa dei diritti delle minoranze. Un impegno a collaborare insieme per una convivenza pacifica, per contrastare ogni abuso sul territorio, ogni emarginazione e sopruso e sostenere ogni forma di libertà religiosa. Con l’obiettivo non solo di superare la crisi della città ma far diventare Napoli un ponte di pace e di dialogo tra l’Europa e il Mediterraneo.
«Il vivere insieme può costituire dunque un rischio o un dono, – ha affermato il cardinale Sepe – una condizione sopportata o una opportunità. Vedere le diverse comunità di fede, riunite per la stessa finalità dell’accoglienza, del dialogo, del rispetto per le differenze è un fatto significativo e pieno di speranza».
Non a caso assieme agli esponenti delle religioni anche quelle di tutte le etnie, rappresentate dai sindaci dei cinque continenti, in città anche perché proprio Napoli ospiterà il Forum Universale delle culture del 2013. Insieme per compiere passi nella direzione di costruire, come ha auspicato Mariam Lady Yunusa, direttrice del progetto Uni Habitat, un mondo senza violenza in cui «tutti possano vivere bene, felici». Per la Soka Gakkai napoletana l’evento è stato molto sentito: per la prima volta si è riusciti ad affermare pubblicamente, in sinergia con le altre realtà religiose la propria azione per Napoli. Determinati a far sì che sia solo il primo appuntamento.

Ilaria Varriano

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Il diario della nostra vita

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Senzatomica: prima conferenza in Friuli Venezia Giulia

Primo ottobre, Teatro Miela di Trieste. È una giornata d’estate prolungata quella che annuncia la prima conferenza organizzata in Friuli Venezia Giulia per la campagna di Senzatomica, e che ha visto la partecipazione di Claudio Tuniz fisico nucleare del Centro internazionale di fisica teorica di Trieste; Enza Pellecchia, responsabile scientifico della campagna Senzatomica e vicedirettore del Centro interdisciplinare di scienze per la pace; Luigi Reitani, assessore alla Cultura e all’educazione alla pace del Comune di Udine; Andrea Mariani, assessore alla Cultura del Comune di Trieste, con un’intervento introduttivo di Giacomo Borruso direttore dell’Istituto internazionale sui diritti dell’uomo di Trieste.
Gli interventi nella loro specificità, hanno trasmesso la necessità di porsi e rispondere concretamente innanzitutto a una domanda, anche titolo della conferenza: «È possibile creare una coscienza civile sul disarmo nucleare?». Porsi la questione del disarmo nucleare e degli sforzi condivisi per la creazione di un’alleanza di persone consapevoli sono non solo necessari e urgenti, ma possibili. E l’incontro di Trieste ne è stata la prova concreta.

Barbara Viganò

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