Un’opportunità per noi e per gli altri

19 ottobre 1961: ad accogliere il presidente Ikeda a Roma, ultima tappa del suo primo viaggio in Europa, c’era solo una coppia giapponese che viveva nella capitale [il 19 ottobre è diventato il Giorno d’Italia nella Soka Gakkai, n.d.r.] «Vorrei chiedervi di piantare i semi per il futuro sviluppo di kosen-rufu in Italia – disse in quell’occasione – aumentando i nuovi membri anche di una sola persona. Qual è la maggior impresa per un essere umano? È lasciare dietro di sé altri che condividono i propri ideali. Visto che siamo limitati in ciò che possiamo compiere durante la nostra vita, è importante crescere persone capaci. Questo darà vita a un movimento che continuerà a diffondersi in tutta la società» (NRU, cap. “Gioia”, 5, 91).
Mezzo secolo è passato e l’insegnamento del Daishonin si è diffuso in lungo e in largo nel nostro paese: allora, chi avrebbe mai potuto immaginare lo sviluppo che abbiamo raggiunto oggi? Grazie all’impegno incessante del nostro maestro e agli sforzi dei membri, che hanno continuato a diffondere la Legge mistica per realizzare la pace e la felicità di ogni persona, sono state stabilite le basi di kosen-rufu in Europa. In questi cinquanta anni ci sono stati tanti cambiamenti nella società, ma davanti a noi c’è ancora buio, incertezza, e i problemi stanno aumentando.
In una situazione di crisi globale che tende a peggiorare sempre di più, le persone sono alla ricerca di qualcosa per vivere meglio, per far emergere le proprie capacità e affrontare le difficoltà. Noi che abbiamo incontrato la pratica buddista, possiamo offrire questa opportunità anche agli altri. Come afferma il Daishonin «La Legge non si propaga da sola; poiché è la persona che la propaga, sia la persona che la Legge sono degne di rispetto» (GZ, 856). Una persona che ha conosciuto questa Legge e ha sperimentato il suo valore, non deve far altro che mostrarla agli altri, parlando con convinzione della pratica buddista. Abbiamo il Gohonzon, il Gosho, il maestro che ci indica la strada, perciò impegniamoci concretamente nel migliorare. La relazione tra maestro e discepolo non si realizza a parole, ma è qualcosa da mettere in pratica ogni giorno: non cambierà nulla se non miglioriamo noi stessi, se non decidiamo di realizzare la nostra vita. E poiché abbiamo avuto la fortuna di conoscere “direttamente” il presidente Ikeda, è essenziale trasmettere il suo insegnamento alle generazioni future, in modo che possano crescere e diventare bravi discepoli.
Ognuno sta lottando per trasformare il proprio karma e ogni problema che nasce è un’occasione per cambiare. Pur affrontando difficoltà e sofferenze, tante persone continuano a recitare Daimoku e portano avanti con gioia le attività nella Soka Gakkai, nonostante i dubbi che a volte possono emergere. Ciò è davvero meraviglioso, e per questo desidero ringraziare con tutto il cuore e con il più grande rispetto ogni singola persona.
Ora è il momento di costruire ed espandere ancora di più il flusso di kosen-rufu, perciò ripartiamo con una nuova e più forte decisione, pieni di entusiasmo e gratitudine verso il nostro maestro: questo è il punto fondamentale. Per aprire nuovi orizzonti bisogna imparare davvero a collaborare tutti per lo stesso scopo, dialogando e rispettandosi reciprocamente, e sostenere sempre di più i nostri giovani, affinché possano manifestare la loro forza e il loro talento straordinario. Così, tutti insieme, uniti al presidente Ikeda e ai nostri compagni di fede, potremo creare una “nuova Soka Gakkai dei giovani” e imprimere freschezza e dinamicità alle nostre attività.