Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
A Genova terra, ambiente e religione guardano al futuro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:06

466

Stampa

A Genova terra, ambiente e religione guardano al futuro

Un incontro tra rappresentanti di fedi diverse per trovare strade comuni nella salvaguardia ambientale

Dimensione del testo AA

Un incontro tra rappresentanti di fedi diverse per trovare strade comuni nella salvaguardia ambientale

“L’essere umano e il proprio ambiente sociale e naturale: esho funi – due ma non due”, questo il titolo della conferenza che Tomaso Olivari, in rappresentanza dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, ha tenuto al Palazzo Ducale di Genova (nella foto), lo scorso 24 marzo. La conferenza rientra nel ciclo di incontri previsti nell’ambito della rassegna “La Terra, l’Ambiente e le Religioni: quale presente e quale futuro”, organizzata nel capoluogo ligure dai gruppi genovesi della WCRP (Conferenza delle Religioni per la Pace), del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) e dal Centro culturale Primo Levi. Gli incontri – conclusi a fine aprile – rappresentano una grande occasione di dialogo interreligioso che si compie attraverso l’esposizione di punti di vista diversi sul tema della salvaguardia dell’ambiente, proposti dai rappresentanti delle varie comunità attive in città. Non a caso l’intervento di Olivari ha illustrato attraverso numerose citazioni di scritti del Daishonin e di Daisaku Ikeda, tre princìpi fondamentali quali il concetto di origine dipendente – engi -, il principio di esho funi e la teoria dei dieci mondi che chiariscono bene la relazione reciproca tra l’uomo e l’ambiente. L’intervento si è concluso con una citazione di Ikeda che interpreta lo spirito dell’intera rassegna genovese: «È mia convinzione che se ogni seguace delle religioni mettesse in pratica con rigorosa diligenza gli insegnamenti del proprio credo, sapremmo eludere per tempo le crisi che oggi incombono sopra l’umanità, conservando al tempo stesso intatte l’indipendenza e l’individualità dottrinali che caratterizzano le singole credenze religiose».

Alessandro De Falco

• • •

Prometeo e corallo della Liguria a convegno

Domenica 3 aprile nel Centro culturale genovese si è tenuta una riunione di lancio degli staff Prometeo e Corallo. Lo slogan dell’incontro era: «Avere una fede esemplare significa riconoscere il profondo debito di gratitudine nei confronti della Soka Gakkai e proteggerla con la propria vita».
I centosettanta partecipanti hanno ascoltato tre esperienze e gli interventi dei responsabili regionali degli staff.
Ha concluso il vice direttore generale Giovanni Littera che ha parlato dello slogan di quest’anno e ha approfondito il concetto di “persone capaci” e di “crescita dinamica” prendendo spunto dal messaggio inviato subito dopo il terremoto in Giappone dal presidente Ikeda. Ha sottolineato come i membri giapponesi abbiano risposto prontamente e in modo attivo per far fronte all’emergenza e come la tragedia possa essere trasformata in un’occasione per costruire una realtà ancora migliore.

• • •

Risposta alle menzogne di un libro
L’Istituto Buddista e in particolare i suoi praticanti sono definiti in questo “libro inchiesta” degli ingenui e poco avveduti adepti di una setta “pericolosa” per la democrazia italiana. Quello che segue è l’inizio e la fine della risposta pubblicata sul sito internet dell’Istituto (www.sgi-italia.org), nella sezione notizie, a cui si rimanda per una lettura integrale, dove si affrontano punto per punto i temi sollevati dal libro

7 aprile 2011: Sulla copertina del libro Occulto Italia (Pitrelli, Del Vecchio, Bur, 2011) appare il nome del nostro Istituto qualificato come “setta”.
Il termine italiano “setta” (inglese “cult”) fa pensare immediatamente a un gruppo socialmente pericoloso.
Non a caso il primo richiamo che viene in mente è al satanismo.
Accingendosi a recensire un tale volume, si prova l’imbarazzo della maestra che desidererebbe usare anche la parte rossa della matita, ma che di fronte all’evidenza dei fatti sa che un esame spassionato del tema la costringerebbe a consumare la matita blu.
Ciò che si preferisce non fare. S’impone, comunque, almeno una qualche considerazione su quelle che sembrano essere le lacune salienti di un’operazione editoriale che pare costruita con l’intento di generare un panico sociale, giacché è noto che il metodo giornalistico – non vogliamo dire quello scientifico – imporrebbe almeno la verifica delle fonti e il necessario confronto con la controparte.
Di questo le pagine recano una desolante assenza.
Assenza che è peraltro dichiarata dagli autori (pag. 11) in questi termini: «Abbiamo ritenuto inutile chiedere ai loro rispettivi uffici stampa un commento della nostra inchiesta. D’altra parte i loro organi di propaganda ufficiali – alle sette non mancano i megafoni, siano essi quotidiani cartacei, blog o siti web – si guardano bene, ovviamente, dal riferire testimonianze di scontentezza o sofferenza, dubbi o crisi di fede, obiezioni o critiche, presentando sempre un’omogenea e imperturbabile facciata felice».
Ovviamente gli autori hanno il pieno diritto di caratterizzarci come ritengono più opportuno.
Altrettanto ne abbiamo di affermare che l’operazione approntata nei nostri confronti – pur partendo da fatti accaduti o da parziali verità – distorce la realtà in modo sapiente e sistematico per adattarla a confermare le tesi iniziali.
La tesi di partenza è che le sette fino a poco tempo fa erano considerate un fenomeno periferico e frequentate da individui di bassa statura culturale.
Oggi – avvisano Lucia Annunziata e gli autori nella prefazione – esiste un “terzo livello” delle sette dove «restano impigliati avvocati, medici, giornalisti, imprenditori, manager, personalità del mondo della cultura, politici – anche i più avveduti – e perfino psicologi e militari. Nel corso della nostra inchiesta ne abbiamo conosciuti parecchi, di fuoriusciti che rientrano in queste categorie. Li abbiamo incontrati, ci siamo andati a cena, ci siamo fatti una birra al pub, abbiamo parlato della loro vita passata, ma anche di quella presente, abbiamo conosciuto le loro idee, abbiamo riso e scherzato insieme, li abbiamo guardati negli occhi. Erano per la maggior parte persone intelligenti e spiritose, colte e argute. Dimenticate dalle istituzioni (perché i loro racconti, a chi non sa nulla di sette, paiono fastidiosamente fuori dal mondo). Ma oggi di nuovo in piedi, nel mondo» (pag. III della prefazione).
Tutti gli altri e le altre che sono ancora dentro l’Istituto, sembra di capire, sono sciocchi, ingenui, psicologicamente deboli, in attesa di essere liberati e restituiti a una vita normale.
Tale livello – affermano gli autori – avrebbe lo scopo di realizzare – nella piena ingenuità e forse complicità dei politici e del Ministero degli Interni – l’Intesa con lo Stato italiano per mettere le mani sull’otto per mille. Sostengono inoltre che queste sette di “terzo livello” avrebbero altresì la capacità di mimetizzarsi sia collaborando con organizzazioni – ancora una volta ingenue – che si battono per i diritti umani, la pace, la nonviolenza, sia appropriandosi direttamente della bandiera dei diritti umani per nascondere il loro vero intento.
Insomma il cerchio si chiude intorno ai buddisti della Soka Gakkai: qualsiasi cosa facciano è comunque sbagliata e cela secondi e pericolosi fini.
[…]
Tutto condivisibile sulla libertà di religione e sulla razionalità, anche se per un/a praticante buddista, oltre alla ragione, sono la categoria del “sentire” e un livello profondo di coscienza a rivestire un grande valore (vedi teoria mahayana delle nove coscienze), così come l’onestà mentale, valido aiuto per bilanciare i lumi della ragione che tanto spesso hanno creato e continuano a creare mostri.
Alla fine della lettura, comunque, rimane una domanda: ma tutte queste notizie, strategicamente messe insieme, fanno della Soka Gakkai una setta occulta, pericolosa per la democrazia e in grado di attuare una «manipolazione mentale e psicologica» dei suoi 50.000 membri?
Oppure i 50.000 “manipolati” sono un fantastico bacino di vendita?
Siamo sempre disponibili e ben felici di dialogare, magari “guardandoci negli occhi” (come scrivono nella prefazione) qualora gli autori ne manifestassero il desiderio.

• • •

Praticare in carcere: incontro nazionale a Firenze
Secondo appuntamento dei gruppi a sostegno dei detenuti

Il 12 giugno dalle ore 10 alle ore 17 al Centro culturale di Firenze, il secondo incontro nazionale dei gruppi che sostengono i detenuti nelle carceri. Molte sono le esperienze concluse da raccontare e scambiare a un anno dal primo incontro.
Questa giornata può diventare un’occasione per rafforzare a livello nazionale l’obiettivo di kosen-rufu laddove troppo spesso viene dimenticato che proprio in questi posti possono emergere inaspettati Bodhisattva della Terra.
Questa giornata è aperta a tutti coloro che già svolgono questo tipo di attività. I coordinatori dei gruppi che desiderano partecipare sono pregati di inviare la loro adesione all’indirizzo
liberta@sgi-italia.org, spe­ci­fi­can­­do la città di provenienza e il numero di partecipanti.

• • •

All’università di Cagliari il concetto del vuoto secondo Ikeda

Il Convegno sull’India e la Grecia antiche “Il segno e il vuoto” tenutosi nell’Aula Magna dell’Università di Cagliari dall’ 8 al 9 aprile è stata un’occasione per far conoscere meglio, anche in ambito accademico e specialistico, il pensiero del presidente della SGI Ikeda.
Paolo Corda, giovane studioso di filosofia e membro della Soka Gakkai, ha presentato una relazione dal titolo “Le infinite possibilità della vita. Interpretazioni della sunyata nel pensiero di Daisaku Ikeda”. Il convegno era dedicato all’analisi del concetto di “vuoto” in varie discipline, dalla matematica all’arte, dalla filosofia alla linguistica, dagli studi religiosi alla musica, e la parola sanscrita sunyata, che significa vuoto o vacuità, è uno dei concetti più importanti nel Buddismo, per come questo è conosciuto e studiato in Occidente.
Corda ha spiegato come Daisaku Ikeda interpreti l’idea di vuoto, centrale nel pensiero del filosofo mahayana Nagarjuna, ponendola in relazione al concetto di vita. L’idea di “vuoto” applicata alla spiegazione buddista della realtà, secondo Ikeda, non esprime una mera “assenza”, ma si riferisce alle infinite potenzialità o possibilità di cui la vita di ognuno è dotata e che si estrinsecano di volta in volta nella relazione con gli altri e con ogni fenomeno della vita quotidiana. Al di là di ogni teoria astratta o di categoria linguistica, il “vuoto” nel Buddismo significa tutt’altro che il “nulla”, indica invece l’inesauribile ricchezza della vita in continuo divenire, “una tensione costantemente produttiva tra compiuto e incompiuto” che nessun concetto o parola è in grado di catturare in maniera definitiva.

Marialuisa Cellerino

• • •

La luna sulla capitale

Isabeau è l’autrice dello spettacolo musicale La luna sulla capitale che il 9 maggio ha debuttato al Teatro degli Arcimboldi di Milano. I protagonisti sono quattordici detenuti del circuito di alta sicurezza della Casa di Reclusione di Milano Opera, otto dei quali praticano il Buddismo di Nichiren Daishonin. Le avevano sempre detto: «Non ce la farai mai a portarli fuori… sono detenuti di alta sicurezza! Ci hanno provato in tanti ma non è stato possibile». Ma lei è riuscita a trasformare l’impossibile in possibile. L’uomo può cambiare, può trasformare davvero il veleno in medicina, come ci insegna sensei. «Questo – commenta Isabeau – è ciò che abbiamo voluto trasmettere a tutti coloro che sono venuti a vedere lo spettacolo».

• • •

Torna sugli scaffali il diario del giovane Ikeda

Dopo lunga attesa (e a grande richiesta), ritorna in una veste completamente rivista il Diario giovanile, una testimonianza per così dire in presa diretta di un periodo importantissimo nella vita di Daisaku Ikeda. Gli anni tra il 1949 e il 1960, infatti furono quelli in cui l’autore visse a diretto contatto con Josei Toda, lavorando al suo fianco per gettare le basi del movimento di kosen-rufu. Il 1960, inoltre, fu l’anno in cui il giovane Daisaku Ikeda assunse la carica di terzo presidente della Soka Gakkai. All’inizio di ogni anno, una breve scheda aiuta a contestualizzare passaggi che altrimenti potrebbero risultare poco comprensibili a distanza di tanto tempo.
Il diario, come scrive Ikeda nell’introduzione, non è stato pensato per essere letto da altre persone, quindi riflette i pensieri genuini, le preoccupazioni e gli slanci di quel periodo giovanile. Dalle pagine emerge il mondo del giovane Daisaku così come lui lo vedeva; e a noi è concesso di vedere quasi fisicamente l’evoluzione del carattere e la formazione di Ikeda, qui ancora solo un ragazzo pieno di speranze e ideali. Ogni giovane si può riconoscere e identificare nella sua lotta, nei suoi dubbi, nei suoi entusiasmi.

Daisaku Ikeda, Il diario giovanile, pagg. 864, 25 Euro

• • •

Il Premio Nobel per la Pace Betty Williams a Senzatomica

Betty Williams (prima a destra nella foto), a Firenze in occasione del meeting Unicef, il 2 aprile ha visitato Senzatomica. Si è soffermata davanti ad alcuni pannelli e video, come quelli che trasmettono le testimonianze degli hibakusha (i sopravvissuti alle radiazioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki). Risentendo le loro parole, che si concludono immancabilmente con l’affermazione «siamo sopravvissuti per poter raccontare a tutti cosa è successo», si è raccolta in un momento di riflessione. Ha inoltre espresso il suo apprezzamento per il percorso dedicato ai bambini e per la medaglia d’oro donata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Williams si è anche intrattenuta con alcuni giovani impegnati nell’attività di Senzatomica, ricordando loro che le nuove generazioni hanno il dovere e il potere di operare grandi cambiamenti e che rappresentano il futuro del mondo.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata