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A Firenze inaugurata la mostra che risveglia le coscienze - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:32

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A Firenze inaugurata la mostra che risveglia le coscienze

“Senzatomica” riceve una medaglia dal Presidente della Repubblica. Comune, provincia e regione esprimono la totale adesione alla campagna e alla mostra per “trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”

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“Senzatomica” riceve una medaglia dal Presidente della Repubblica. Comune, provincia e regione esprimono la totale adesione alla campagna e alla mostra per “trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”

«La bellezza è un’arma buona per diffondere altra bellezza», ha detto Carmen Consoli durante l’inaugurazione della mostra “Senzatomica” avvenuta il 26 marzo nella splendida gipsoteca del liceo artistico di Porta Romana. «Insieme ad altri artisti voglio partecipare a diffondere questa iniziativa che disturba l’apatia». Con lei erano presenti Dolcenera, Finaz e Fabrizio Venturi. La mostra è diretta infatti a risvegliare la coscienza dei singoli e a trasmettere l’urgenza della necessità di prendere una posizione netta contro le armi nucleari e contro tutte le armi in generale che offendono lo spirito e il corpo degli esseri umani. E per la promozione di questi valori il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di conferire a “Senzatomica” una medaglia (vedi foto nella pagina seguente).
In effetti, ciò che l’esposizione vuole stimolare è la decisione di fare qualcosa affinché la storia non si ripeta. «Da questa mostra si esce con l’idea di un futuro di speranza», ha detto il vice sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha proseguito citando Daisaku Ikeda: «È per noi tempo di porre fine all’incubo nucleare e in questo i giovani possono avere un ruolo determinante». Giovani che, nell’augurio dell’assessore comunale all’Istruzione Rosa M. Di Giorgi, «speriamo siano portatori di pace nel mondo». Il sostegno delle istituzioni è arrivato anche da Riccardo Nencini, assessore della Regione Toscana, e Andrea Barducci, presidente della Provincia, presente insieme a tanti sindaci; presente anche don Momigli direttore dell’ufficio pastorale della diocesi di Firenze.
Lisa Clark, a nome di Mayors for Peace, ha ricordato che nella figura di Giorgio La Pira si può ravvisare un precursore dell’associazione dei sindaci che si battono per la pace. «Gli stati vanno e vengono, sosteneva La Pira, ma le città restano e in esse si crea una comunità umana che, come una famiglia, condivide un bene comune e una coscienza collettiva che solleva consapevolezze e scelte importanti. E cosa c’è di più importante se non mettere al bando le armi nucleari che possono distruggere intere città?».
Michele Di Paolantonio (presidente della Commissione mediterranea dell’Internazionale medici per la prevenzione della guerra nucleare, IPPNW) ha ripercorso le tappe che lo hanno portato al ricevimento per conto dell’organizzazione del premio Nobel nel 1985 per aver svolto un servizio all’umanità attraverso l’opera di accrescimento di consapevolezza nell’opinione pubblica. «Ancora oggi – ha detto Di Paolantonio – l’unica arma nucleare sicura è quella smantellata pezzo per pezzo. Grazie SGI, grazie Firenze per questa opportunità che viene offerta nella lotta alle armi nucleari».
Francesco Lenci, fisico del CNR e membro del Consiglio Scientifico dell’Unione Scienziati per il Disarmo (USPID), ha citato l’esempio del fisico polacco e premio Nobel nel 1995 per la pace Joseph Rotblat, che si dissociò dall’operato dei colleghi lavorando per lo smantellamento delle armi nucleari. Lenci ha invitato a leggere i dialoghi pubblicati in italiano fra lui e Daisaku Ikeda.
Quali azioni, dunque, si possono compiere concretamente? A questa domanda ha risposto Andrea Bottai, vice direttore dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: «Non è sufficiente la raccolta quantitativa di firme, dobbiamo creare un cambiamento qualitativo che individui un nuovo linguaggio che metta al centro di tutto una “diplomazia multitraccia”, ovvero che evidenzi il ruolo peculiare che può avere ogni segmento della società nel creare una nuova cultura di pace».

Erica Galligani

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Una reazione a catena virtuosa
Prima dell’inaugurazione di “Senzatomica”, Il Nuovo Rinascimento ha chiesto ad Alessandro “Finaz” Finazzo, della Bandabardò, che cosa si aspetta da questa mostra

Ti sei sempre interessato al disarmo nucleare o ne sei entrato in contatto con la campagna “Senzatomica”?
Il nucleare è sempre stata una tematica vicina, nella mia famiglia poi si è sempre parlato di politica. La minaccia del nucleare è in realtà la madre di tutti i nostri problemi, perché ha un potere distruttivo totale, a differenza delle altre guerre che offendono e danneggiano ma non distruggono tutto. In Italia ci sono novanta testate nucleari: chi mi assicura che, se per esempio si verifica un terremoto proprio in uno dei luoghi dove sono tenute, non accada una catastrofe come è recentemente successo in Giappone?

Quali effetti ti aspetti che produca questa mostra?
Sono ottimista di natura e il Buddismo ci spinge a diventarlo ancora di più. Mi aspetto l’abolizione delle armi nucleari, anche se ci vorrà del tempo. È importante sfruttare anche il potere dell’informazione e far circolare le notizie, il che per noi vuol dire diffondere il pensiero buddista. Ognuno di noi ha una missione. Io, per esempio, ne ho parlato a Carmen Consoli, che insieme a Dolcenera è tra le mie migliori amiche. Carmen un giorno ne ha parlato a Radio DJ, una radio che conta più di sei milioni di ascoltatori.

Cosa desideri trasmettere nei tuoi interventi a favore della campagna “Senzatomica”?
Prima di tutto vorrei far capire che andare verso il disarmo non è né impossibile né inattuale e che il cambiamento di ognuno di noi mette in moto una “­reazione a catena virtuosa”, da cuore a cuore. Le persone si sentono più unite se condividono un obiettivo comune. E questo ci serve non solo in questo ambito, ma anche per prendere in mano la nostra vita. La vita e l’ambiente sono un tutt’uno e, quindi, se cambio io…
Abito a Firenze, ma col lavoro che faccio non riesco a partecipare alle attività, magari sono fuori città per venti giorni e quando torno a casa desidero stare con mia moglie e mio figlio. All’inizio di quest’anno mi sono messo lo scopo di fare qualcosa di grande per l’attività buddista e il 4 gennaio mi è stato chiesto se volevo dare una mano per “Senzatomica”… certo che, quando ci si affida completamente, il Gohonzon risponde subito!

a cura di Alessandra Caldini

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A scuola di Buddismo
Al Liceo classico di Perugia due seminari sul Buddismo di Nichiren Daishonin

«Niente è più piacevole che incontrare giovani dal cuore puro alla ricerca di un corretto modo di vivere» queste parole di Toda rispecchiano quanto successo al liceo classico Mariotti di Perugia, dove il 18 febbraio e il 2 marzo scorsi si sono tenuti due seminari sul Buddismo di Nichiren Daishonin. Due giornate a parlare di Buddismo a soli giovani, in tutto circa quaranta ragazzi. L’idea è venuta a una studentessa, Michela Montanaro, membro dell’Istituto Buddista. La scuola perugina dà ogni anno la possibilità ai suoi studenti di organizzare dei seminari su argomenti di loro interesse incaricandosi anche del loro svolgimento. Così Michela ha chiesto alla scuola di poter parlare del Buddismo di Nichiren Daishonin e, una volta ottenuto il permesso, si è rivolta ai suoi amici buddisti che l’hanno aiutata nell’organizzazione.
Il primo appuntamento è stato dedicato alla storia del Buddismo, un’introduzione tenuta proprio da Michela, mentre altri due giovani hanno spiegato il concetto dei dieci mondi e quello del karma.
I tre maestri della Soka Gakkai è stato l’argomento del secondo seminario: l’educazione Soka e il dialogo secondo Tsunesaburo Makiguchi; il concetto di rivoluzione umana spiegato da Josei Toda; la sacralità della vita e i dialoghi di pace di Daisaku Ikeda con personalità di tutto il mondo. Un’attenzione particolare è stata dedicata allo “spirito di astrazione” spiegato da Ikeda nella proposta di pace del 2009. Si tratta di un concetto elaborato dal filosofo francese Gabriel Marcel che Ikeda riprende nella sua proposta: un meccanismo fondamentalmente distruttivo che porta a rappresentare persone e fenomeni senza tener conto della realtà concreta. A conclusione è stato proiettato il video della mostra per il disarmo nuclare “Senzatomica”, organizzata dalla SGI e dall’Istituto Buddista.
Il risultato immediato dei due seminari è stato la richiesta di alcuni studenti di partecipare a una riunione buddista.

Jonas Lapetina

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Semi del cambiamento a lucca

Dal 28 febbraio al 6 marzo si è tenuta a Lucca la mostra “I semi del cambiamento: la Carta della Terra e il potenziale umano”, presso il complesso S. Micheletto, struttura medievale di notevole bellezza artistica con il patrocinio della provincia di Lucca, dei comuni di Lucca e Capannori e di Amnesty International. La mostra, preceduta da un breve spettacolo in cui la terra, la luce e l’acqua chiedono sostegno agli esseri umani, è stata inaugurata dal presidente della provincia Stefano Baccelli, dal sindaco di Lucca Mauro Favilla, dai rappresentanti dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Andrea Bottai e Marita Bombardieri e da Armida Bandoni di Amnesty International. Protagonisti i bambini, la mostra infatti è stata valorizzata dai pannelli e dai loro disegni ispirati alla Carta della Terra.

Carla Papini

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Spagna: La riunione dei giovani

Il 20 marzo cinquecento giovani della SGI spagnola si sono riuniti a Saragozza per commemorare il Giorno di kosen-rufu, il 16 marzo, insieme a un’importante vittoria. Infatti nel 1991, dopo la scomunica da parte della Nichiren Shoshu, la SGI spagnola si ritrovò con pochissimi membri. Grazie al costante incoraggiamento da parte di sensei, in meno di vent’anni sono riusciti a ricostruire l’intero movimento e a “trasformare il veleno in medicina”. La SGI spagnola si è sviluppata quaranta volte tanto, arrivando oggi a contare oltre quattromila membri. Durante questa riunione è stato conferito a Daisaku Ikeda un riconoscimento da parte del comune di Calatayud, in provincia di Saragozza. Prossimo obiettivo: il 15 ottobre verrà inaugurato a Madrid il primo Centro culturale della penisola iberica in occasione dei festeggiamenti europei per celebrare la prima visita in Europa del presidente Ikeda avvenuta nel 1961.

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Un premio per la pace all’UNHCR

Castelnuovo Magra il 18 marzo ha dedicato l’annuale premio per la pace a Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. In quest’occasione ha presentato un libro sull’attualissima questione dei migranti

Per il decimo anno consecutivo, si è svolta a Castelnuovo Magra (SP) la premiazione di una personalità che si è distinta nella costruzione della pace, manifestazione svolta in collaborazione fra il comune, il Centro interdipartimentale di scienze per la pace dell’Università di Pisa e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Quest’anno il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Laura Boldrini, portavoce per l’area Italia, Grecia e Malta dell’UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nell’occasione ha presentato il suo libro Tutti indietro i cui proventi sono interamente devoluti all’UNHCR per finanziare programmi di formazione per i giovani.
Gli interventi introduttivi di Giorgio Baudone ex vice-sindaco di Castel­nuovo Magra con delega alla Pace, Cultura e Pubblica Istruzione, del professor Pierluigi Consorti, direttore del CISP e di Valeria Venturi, rappresentante dell’Istituto Buddista, si sono concentrati sulla paura che l’invasione degli stranieri provoca in noi. La distorsione dei media condizionati dal contenzioso politico disumanizza le persone in fuga dai conflitti fino al punto da renderne liberatorio, tranquillizzante e legittimo il respingimento come “clandestini”, principio negato dalla Convenzione di Ginevra del 1951, ratificato dall’Italia e che invece tutela il diritto di asilo, la cui etimologia greca significa proprio “luogo inviolabile e protetto”.
È stata citata la proposta di pace del 2009 di Daisaku Ikeda, dove egli invita a usare il “potere morbido” per essere rispettati piuttosto che temuti e di fare a gara perché la competizione tra gli esseri umani diventi una competizione umanitaria.

Emilio Mariella

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