La lezione di Sakae Takahashi sul Gosho “La scelta del tempo”
Sono passati sedici anni da quando mi sono trasferita dal Giappone in Germania, ha raccontato Sakae Takahashi (a sinistra nella foto in alto), da otto anni responsabile della Divisione donne e giovani donne europea. Vivo ogni giorno con una profonda gratitudine per sensei e oggi, a cinquant’anni dalla sua prima visita in Europa, sono felice di essere qui a recitare Daimoku con voi e ad approfondire le sue lezioni su questo scritto fondamentale del Daishonin, La scelta del tempo, con l’intento di rinnovare insieme la nostra decisione.
In questo Gosho il Daishonin afferma che il “tempo” non è una condizione oggettiva: tutto dipende dalla volontà dell’essere umano. In altre parole, siamo noi che creiamo il tempo con la forza della decisione e delle azioni. Oggi le persone tendono a farsi sopraffare da un senso di impotenza, ma la chiave per trasformare il nostro tempo è racchiusa dentro ognuno di noi.
Questo Gosho è stato scritto da Minobu subito dopo l’invasione dei mongoli, in un periodo in cui la popolazione era terrorizzata da un possibile scoppio della guerra e la società era precipitata nel caos. In quel momento Nichiren esortò con forza i suoi discepoli a dare avvio alla lotta per costruire la pace affermando che proprio quello era il “tempo di esporre la Legge” per condurre tutte le persone all’Illuminazione, indipendentemente dalle loro capacità o dalle opposizioni che avrebbero incontrato.
Il Sutra del Loto predice che perfino il malvagio re Ajatashatru, il perfido Devadatta e la figlia del re drago diventeranno Budda, come semi “bruciati” che inaspettatamente germogliano e producono fiori e frutti. La stessa cosa vale per noi: quando si tratta di parlare agli altri di Buddismo, invece di basarci sulle presunte capacità – nostre o dell’altro – decidiamo in base alla convinzione: «Ora è il momento, voglio che questa persona sia felice!». Nam-myoho-renge-kyo ha il potere di attivare direttamente la natura di Budda nella vita di ogni individuo, indipendentemente dalla sua capacità di comprensione.
Nichiren Daishonin ci insegna che proprio quest’epoca di declino è il tempo migliore per realizzare un grande cambiamento. Ciò che fa la differenza è il nostro atteggiamento di fronte alla difficoltà: ci arrendiamo, oppure apriamo ancora di più la nostra vita? L’ideogramma giapponese per difficoltà, ha osservato la signora Takahashi, significa letteralmente «cambiare in grande».
Alla base della propagazione intrapresa da Nichiren c’era la predizione contenuta nel Sutra del Loto, ma fu lui a decidere che questo accadesse. Iniziò a parlare con ogni singola persona esortando i suoi discepoli a fare lo stesso. Un balzo enorme separa la teoria dalla realtà.
Nella nostra epoca questo spirito di lotta è stato ereditato dai primi tre presidenti della Soka Gakkai, fino ai nostri giorni. Senza la lotta di Makiguchi, il Buddismo di Nichiren Daishonin si sarebbe interrotto, e anche noi non avremmo avuto modo di incontrare il Buddismo. Toda seguì in carcere il suo maestro, e ne uscì solo. Di lì a poco il Giappone perse la guerra. Proprio in un momento così drammatico, Toda andò in mezzo alla gente e iniziò a propagare il Buddismo del Daishonin. Da un punto di vista oggettivo, quello del dopoguerra poteva sembrare il “tempo” peggiore. L’amato maestro non c’era più, quasi tutti i membri avevano smesso di praticare, e anche le imprese di Toda erano fallite. Inoltre, i due anni trascorsi in carcere avevano minato la sua salute. Ma proprio in quella situazione egli comprese e si alzò con profonda convinzione: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (RSND, 1, 992). «Adesso è il “tempo” di realizzare kosen-rufu. Tutte le condizioni per la propagazione della Legge mistica ci sono!».
Come sapete quest’anno sono cinquant’anni da quando il presidente Ikeda, ereditando il voto di Makiguchi e Toda, fece il primo passo verso la realizzazione del movimento di kosen-rufu in Europa, e in Italia. Nell’ottobre del 1961 visitò dodici città di nove nazioni europee. Proprio quell’anno, nella notte tra il 12 e il 13 agosto, era stata eretta una barriera di filo spinato a dividere Berlino Est da Berlino Ovest, che sarebbe poi diventato quel muro di cemento emblema del destino dei tedeschi, degli europei e di tutto il genere umano caratterizzato da divisioni e conflitti. Nell’imminenza del suo viaggio in Europa, Ikeda aveva espresso il voto di divulgare ampiamente la filosofia umanistica del Daishonin per stabilire la pace nel mondo. Dal finestrino dell’aereo che lo portava in Europa contemplava il sorgere del sole. Rapito da questo spettacolo, pensò: «Un unico sole illumina il mondo intero. È così anche nel regno di kosen-rufu. Una sola persona pronta e risoluta può proteggere tutte le altre e aprire un varco nelle tenebre della società, annunciando una nuova alba di giustizia» (NRU, 4, 197. Sul viaggio in Europa cfr. inoltre NRU, 5, capitoli “Apertura”, “Gioia”).
Con questo tipo di sentimento e di decisione sensei è venuto in Europa, costruendo, là dove non c’era sentiero, la strada della felicità per le persone e per la pace. Per questa ragione oggi noi siamo qui.
Ora sta a noi fare nostra la sua decisione e far sorgere il tempo di kosen-rufu come un’alba, proprio nel luogo in cui viviamo. Facendo di questo cinquantesimo anniversario una nuova partenza, ha concluso Sakae Takahashi, espandiamo ancora di più il grande movimento di kosen-rufu in Europa con vivacità e allegria, e nel farlo, divertiamoci!