Ehi Alice, voltati, sì sto dicendo proprio a te, mi ascolti?
Alice? Ma stai dicendo a me? A quella che sta leggendo?
Alice è dentro di te… è che molte volte per paura non la ascoltiamo e tendiamo a scappare.
Risvegliare, cullare quella parte bambina che è in noi, partendo proprio da lì per accogliere il proprio sogno: un giardino incantato, che vediamo, che sognamo, che rappresenta il nostro futuro; oppure un prato verde dai colori intensi, con fiori profumati, farfalle, nuvole, tanto sole e soprattutto bambini.
Ma non solo bambini, bambini che crescono insieme ad adulti e adulti che risvegliano il loro esser bambini grazie a loro.
Il gruppo Futuro nasce in quel di Livorno nel 2007, città di pescatori e di baracchine bianche e rosse
Sono Gianmarco ho dieci anni e da due faccio parte del gruppo Futuro.
Quando stiamo insieme mi diverto e mi sento felice. I miei obiettivi sono aumentare i ragazzi nel gruppo, diventare un bravo calciatore e avere una famiglia con un papà che mi dia tanto amore e mi faccia divertire un sacco. È da tempo che lo desidero e un giorno vincerò: avrò un babbo tutto per me!
Mi chiamo Giulia, ho ventidue anni e pratico da due anni e mezzo; questo è il secondo anno che faccio attività “di sostegno” con il gruppo Futuro.
All’inizio ero scoraggiata: per quattro mesi alle attività proposte per il gruppo Futuro non si è presentato nessuno nonostante cercassimo di rendere consapevoli i ragazzi. Ma invece di mollare abbiamo continuato con assiduità le recitazioni del gruppo, anche se all’inizio eravamo solo io e la mia amica Sara.
La risposta alla fine è arrivata e alla prima riunione del 2010 hanno partecipato più di dieci ragazzi, che hanno continuato a partecipare con costanza, e a luglio abbiamo tenuto il primo incontro generale del gruppo Futuro al Centro culturale di Livorno.
Queste parole di Daisaku Ikeda ci hanno incoraggiato: «Chi continua a sfidare se stesso senza sosta alla fine vince e vince per sempre» e anche: «Chi inizia con difficoltà, avanza e diventa una persona di carattere, può essere fonte di speranza e di incoraggiamento per molti».
Ciao, sono Lorenzo, ho dodici anni e frequento la prima media. Ho cominciato a praticare da pochi mesi. Mi sono avvicinato al Buddismo partecipando al gruppo Futuro, dove ogni volta, oltre a divertirmi, ho sentito un grande incoraggiamento nella pratica. Grazie anche a Giulia e Sara mi sto sforzando di imparare Gongyo e di comprendere gli insegnamenti che la pratica ci trasmette perché vorrei che mi servisse a tirare fuori le mie qualità nell’ambito scolastico. Gli sforzi che ho fatto nella pratica hanno avuto risposta: ho visto subito un miglioramento nei voti a scuola. Il Buddismo mi sta facendo crescere!
Pratico da due anni e mezzo, ho trentadue anni e da poco meno di un anno sostengo il gruppo Futuro. Mi chiamo Dario.
L’attività con questi ragazzi è stata un tassello fondamentale nel percorso della mia pratica. Grazie al gruppo Futuro e alle guide del mio maestro che mi invita a sostenere i giovani, ho recuperato il legame con la mia infanzia, un’infanzia che per vari motivi non ho mai vissuto fino in fondo. Ho iniziato a vedere la vita con più leggerezza e senza pregiudizi, come generalmente succede ai ragazzi che hanno il cuore puro di un bambino. Grazie anche a questa attività ho deciso di ricevere il Gohonzon.
Mi chiamo Francesca, ho tredici anni e pratico il Buddismo da circa un anno, ma già lo conoscevo perché i miei genitori lo praticano.
Ho iniziato su incoraggiamento della mia mamma, per alcune difficoltà con i miei compagni di classe e con i miei professori.
I primi tempi di pratica davanti al Gohonzon mi rilassavo e a oggi sento di riuscire a essere determinata nei miei obiettivi.
Prima ero acida e permalosa e risultavo antipatica ai miei compagni di classe, adesso sto simpatica alla maggior parte perché sono diventata gioiosa e solare. Ho anche notato che essendo più felice il tempo mi scorre più velocemente.
Un’altra cosa è che gioco a pallavolo da due anni e in tutto questo tempo la mia squadra non aveva mai vinto una partita. Recentemente, dopo tanti sforzi, siamo riuscite a vincere per ben due volte. Prima di ogni partita recito quindici minuti di Daimoku e Gongyo.
Lo scopo per il futuro: affrontare l’esame di terza media senza paura e ansia e col massimo dei voti.
Sono Sara, ho ventitré anni e pratico dal 2008. Mi è stato chiesto se volevo sostenere l’attività del gruppo e ho accettato. È stato subito fondamentale per la mia crescita sia nella fede che nella vita quotidiana.
L’anno scorso ho portato avanti questo progetto da sola, poi per fortuna ho trovato Giulia, con la quale abbiamo stretto un forte legame di amicizia e abbiamo iniziato a condividere l’attività per far crescere il gruppo.
L’attività è giunta al terzo anno, al nostro gruppo si è aggiunto Dario. La mia vita si è aperta tantissimo e nonostante i grandi obiettivi raggiunti sento che voglio realizzare ancora tanto.
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Non arrendersi mai
«Che cos’è la sconfitta nella vita? Essere sconfitti non vuol dire fallire o commettere degli errori, significa piuttosto arrendersi. Una sconfitta è quando non ripartiamo da dove siamo caduti per fare un altro passo in avanti» (Daisaku Ikeda).
Nella vita, ci sono momenti in cui i nostri sforzi vengono premiati, e altri no. A volte si vince, altre si fallisce. A un certo punto possiamo inciampare o incontrare un ostacolo che ci butta nella più completa disperazione, e pensiamo «Non c’è più niente da fare». Ma niente è irrimediabile; finché siamo in vita c’è sempre la speranza. Il punto cruciale, dice il presidente Ikeda, è non arrendersi mai.
pubblicato su Daibyakurenge