Non arrendersi mai

In questi giorni celebriamo il 16 marzo, giorno di kosen-rufu, un’occasione per ciascuno di rinnovare il proprio impegno per la pace nel mondo e la felicità di ogni persona. I giovani, in particolar modo, stanno dialogando con tanti amici, adoperandosi con tutte le forze per aiutare chi è in difficoltà a ritrovare fiducia e speranza nel futuro, proprio come scrive il presidente Ikeda nell’ultimo editoriale: «La vita è azione. Buddismo significa avanzare. Se non prendiamo l’iniziativa di agire, non accadrà nulla. Se non facciamo sforzi per parlare con altre persone, niente potrà avere inizio. Shakyamuni intraprendeva sempre il dialogo con altre persone in modo aperto e amichevole. […] Non esistono Budda che si cullano nell’autocompiacimento e non fanno nulla per gli altri, un Budda si impegna continuamente per la felicità altrui» (NR, 461, 3). Sappiamo bene che per realizzare kosen-rufu è fondamentale l’attività che portiamo avanti ogni giorno e che, una volta stabilito l’obiettivo, bisogna pregare e agire finché non lo abbiamo realizzato. A volte è faticoso perseverare, ma se c’è alla base una profonda decisione scaturiscono la forza e il coraggio indispensabili per continuare ad agire in quella direzione.
Il presidente Ikeda sta incoraggiando le nuove generazioni con tutto il cuore. Nel 1966 ha fondato il gruppo delle scuole medie superiori all’interno della Divisione Futuro, e da allora ha sempre avuto la massima considerazione per ognuno di loro, poiché rappresentano l’inizio di una nuova alba e in futuro saranno alla guida della Soka Gakkai. Li esorta spesso a non arrendersi mai, perché nella vita ci sono momenti in cui i nostri sforzi vengono premiati, e altri no. A volte si vince, a volte si fallisce. A un certo punto possiamo inciampare o incontrare un ostacolo che ci fa cadere nella più completa disperazione. Ma niente è irrimediabile (Daibyakurenge, gennaio 2011).
Sensei in questi anni ha scritto moltissimo, ci ha lasciato tante guide e ha tracciato la strada da seguire, perciò non perdiamo tempo e diamo una risposta concreta alle aspettative che nutre nei nostri confronti. Non importa quanto conosciamo il Buddismo, ciò che conta è quanto ognuno sta cercando di progredire in ogni momento. Il punto di partenza è pregare con la decisione di migliorare noi stessi e rendere felice ogni persona, poi è importante come ci comportiamo e quanto ci sforziamo di aiutare gli altri. Non basta recitare Daimoku per la propria e altrui felicità, bisogna anche trasmettere il più possibile l’insegnamento di Nichiren Daishonin, come è scritto nel Gosho: «Ora, comunque, noi siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge, e il Daimoku che io, Nichiren, recito, è diverso da quello delle epoche precedenti. Questo Nam-myoho-renge-kyo comprende la pratica per sé e per gli altri» (WND, 2, 986).
Ottenere l’Illuminazione significa stare dentro la realtà, affrontando le difficoltà della vita e aiutando gli altri a risolvere i loro problemi. Anche kosen-rufu è così, è una lotta quotidiana per estirpare miseria e disperazione da questa terra, e realizzare pace e benessere per tutti, partendo dal cambiamento di una singola persona. Come discepoli, facciamo nostra la decisione del maestro, proprio come faceva Ikeda nei confronti di Toda: «Io realizzerò il desiderio del mio maestro!». Se non facciamo così, kosen-rufu diventa un sogno impossibile.
Ora è il momento che i discepoli si alzino. È il momento di rivitalizzare noi stessi e creare un’espansione gioiosa del nostro movimento, un passo dopo l’altro, sempre insieme al presidente Ikeda, pieni di gratitudine e decisi a realizzare quest’anno una crescita meravigliosa.