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Arredare le stanze della propria vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:31

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Arredare le stanze della propria vita

Piccoli e grandi Budda “romani” si sono incontrati il 2 gennaio per confrontarsi sull’anno appena concluso e incoraggiarsi su quello appena iniziato. Il frutto della riunione: concreti spunti di vita e di studio

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Piccoli e grandi Budda “romani” si sono incontrati il 2 gennaio per confrontarsi sull’anno appena concluso e incoraggiarsi su quello appena iniziato. Il frutto della riunione: concreti spunti di vita e di studio

2 gennaio 2011. Non fa molto freddo per essere una mattina di gennaio, un’umida nebbiolina campagnola abbraccia dolcemente le pareti della sala quando decine di giovanissimi, già vincitori sulla pigrizia domenicale, cominciano ad affluire. Di lì a poco la sala si riempie e chi ancora sembra assonnato si ricarica con mezz’ora di Daimoku che decuplica il nostro stato vitale. Prima di Gongyo interviene Tamotsu Nakajima – direttore generale – ricordando che il 2 gennaio è il compleanno di Daisaku Ikeda, e coglie l’occasione per ribadire l’importanza della gratitudine ai tre presidenti per aver diffuso questo Buddismo in tutto il mondo.
Dopo un Gongyo ricco di determinazioni per l’anno venturo si apre la riunione. Luca Telloni, coordinatore del gruppo Futuro, comincia raccontandoci come nel 2010 i giovanissimi siano stati instancabilmente attivi: dieci riunioni al Centro culturale e oltre cinquanta nelle varie zone della capitale con più di duecentocinquanta partecipanti in totale e quindici nuovi membri!
L’argomento della riunione è il coraggio e proprio per incoraggiarci leggiamo un messaggio di Ikeda per il quarantacinquesimo anniversario della fondazione della Divisione Futuro giapponese. Seguono varie riflessioni ed esperienze sull’argomento con Giulia, che arriva alla conclusione che il coraggio sviluppato dentro di noi è un ricco dono anche per le altre persone, e Mara che ci racconta di come partendo dal dialogo e con un coraggiosissimo shakubuku abbia evitato una rissa fra dei suoi conoscenti.
Poi è la volta delle determinazioni per il 2011: nello studio e soprattutto nella pratica, reduci sia da sconfitte che da vittorie, l’obiettivo comune è di rilanciarsi e di migliorare.
Subito dopo scatta la domanda rivolta ai nuovi membri: «Cosa vi ha spinto a entrare nella Soka Gakkai?». Nelle risposte emerge che per gli adolescenti diventare membri non è cosa facile, o perché si ritiene di avere una pratica incostante o perché si ricevono troppe pressioni dai genitori, ma una volta che ci si emancipa dalla volontà altrui e si comprende l’immenso spirito altruistico di quest’atto, la scelta diventa un impegno gioioso e spronante.
Interviene Asa Nakajima, responsabile nazionale della Divisione donne: «Siete immensamente fortunati per aver incontrato la pratica alla vostra giovane età, dovete usare il Gohonzon per infrangere i vostri limiti e per adempiere il vostro grande compito: lo studio, ma non solo quello che fate a scuola, lo studio di cui parlo è la condizione vitale che fa emergere la gioia per l’apprendimento. Se al centro della nostra vita mettiamo il Gohonzon compiremo la nostra rivoluzione umana e vinceremo in tutto. Questa gioventù è come un fiume di acqua limpida, piena di sbocchi e di potenzialità».
Conclude Tamotsu Nakajima: «Lo studio deve generare saggezza, solo così voi giovani potrete capire in poco tempo ciò che noi adulti abbiamo capito in tanti anni. Siete come stelle che nascono tutte insieme con grande energia pronte per portare avanti il movimento di kosen-rufu. Se non vi piace studiare è normale, se vi piace è meglio, ma nella vita l’apprendimento è fondamentale per superare i problemi ed è così che si compie la rivoluzione umana. Ogni problema è un trampolino per migliorarsi, non dobbiamo evitare le difficoltà ma affrontarle, e in questo possiamo far diventare “divertente” la nostra vita, tirando fuori un grande valore da condividere con gli altri. Vivere la nostra vita è come arredare una stanza, siamo liberi di metterci tutto ciò che ci piace, ma per questo bisogna senza dubbio compiere degli sforzi. La vita di noi “grandi” è nelle vostre mani, vogliamo lavorare insieme a voi poiché il nuovo secolo verrà forgiato dalla forza e dalla passione dei giovani».
La riunione si chiude sulle note di un pezzo suonatoci da Adriano al flauto traverso. (a.p.)

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Come un suono di pianeti

Leggendo questo botta e risposta fra giovanissimi, pare proprio di sentirlo. Che cosa? Il gioioso ritmo dell’universo che regola anche il moto dei pianeti. “Gioia” è la parola chiave che lega le loro esperienze e le loro aspettative. Soltanto le loro?
a cura di Anna Conti

Tutti voi conoscete il Buddismo fin da piccoli. Cosa vi ha spinto a iniziare?

Michela: Io ci tenevo tanto alla religione cattolica, ma una volta sono andata al Centro culturale con mia madre, sono entrata nel butsu­ma e ho sentito qualcosa dentro, era come un suono di pianeti… e allora ho deciso di provare, avevo undici anni. Non mi ha spinto nessuno. A dicembre scorso sono diventata membro!

Adriano: Se cresci in una famiglia di praticanti, un po’ ti senti obbligato, non puoi fare un’altra cosa… all’inizio prendevo il Buddismo come uno svago, qualcosa di cui farsi un vanto, poi partecipando all’attività del gruppo Futuro le esperienze degli altri ragazzi mi hanno spinto a praticare e ad approfondire.

Jacopo: Mia madre pratica da tanto, ma non mi ha mai spinto a farlo. Se fossi stato obbligato non avrei mai cominciato. La prima riunione che abbiamo fatto a casa di Blu mi è piaciuta, e allora ho cominciato, è stato per caso, poi mi sono accorto che mi interessava…

Blu Yoshimi: Fin da piccola, quando c’erano le riunioni a casa mia, un po’ praticavo. Ma ho deciso veramente di cominciare all’inizio della seconda media, il 9 settembre. Dopo quella prima riunione a casa mia ogni mattina prima di andare a scuola facevo dieci minuti di Daimoku e Gongyo, anche se all’inizio non avevo un obiettivo particolare.

Simone: Anch’io, fin da piccolo, ascoltavo recitare Gongyo e Daimoku, e sentivo guide e incoraggiamenti, perciò facevo tante domande a mia madre, volevo sapere tutto del Buddismo.
Ho cominciato all’inizio della seconda media, anche per me quella prima riunione a casa di Blu è stata importante. In pratica Blu, Jacopo e io abbiamo cominciato da lì e abbiamo parlato del Buddismo a quasi tutta la nostra classe! Mi hanno incoraggiato le esperienze dei ragazzi un po’ più grandi di noi che venivano alle nostre riunioni. Ora sto praticando abbastanza regolarmente.

Cosa vi piace del Buddismo?

Michela: A me piace perché può rendere felici le persone, anche se non si sa come.

Adriano: Mi attira molto il fatto che non c’è un Dio a cui chiedere favori e tutto è incentrato su ognuno di noi.

Jacopo: Infatti, anche per me è così: sei tu che cambi la tua vita, non qualcuno che la cambia per te, questo è bello.

Blu Yoshimi: Mi dà sempre il sorriso, mi fa andare avanti con forza e mi piacciono gli insegnamenti di Ikeda!

Simone: Anche a me piace, soprattutto perché si ottiene la felicità attraverso un cambiamento che viene dall’interno.

Volete raccontare un’esperienza che avete vissuto con la pratica?

Simone: Io gioco a pallavolo da tre anni. L’anno scorso abbiamo fatto un campionato dove mi sono impegnato tantissimo, ma abbiamo vinto solo una partita… però alla fine dell’anno il mio impegno è stato riconosciuto e sono stato preso a fare il raccattapalle durante il campionato mondiale di pallavolo. Può sembrare poco, ma per me è stato un grande beneficio, lo desideravo tanto e ho conosciuto i più grandi pallavolisti del mondo. Sono stato ripreso pure dalla RAI ed ero lì anche alla finale! Inoltre ho fatto una bella esperienza con il prof di tecnica: quando ha saputo che eravamo buddisti ha voluto giornali, libri, materiali vari… insomma abbiamo parlato di più e il rapporto è migliorato.

Blu Yoshimi: Dalla prima media suono chitarra a scuola, ma non mi trovavo tanto bene con il prof.
Siccome il Buddismo spiega che non puoi cambiare gli altri ma devi cambiare te stessa, ho praticato per riuscire a relazionarmi in modo diverso con lui, e… non so come, mi sono appassionata un po’ di più alla chitarra e alla fine mi sono trovata meglio. Inoltre, poiché ho avuto sempre la passione del pianoforte, quest’anno ho iniziato a studiarlo, prendo lezione una volta a settimana, ed è successo che un’amica di mamma si è comprata un pianoforte e mi ha regalato la sua pianola! È stato un grandissimo beneficio!

Jacopo: Esperienze super mega non ne ho. Forse perché non pratico per il quotidiano, ma ho degli obiettivi che non si realizzano da un giorno all’altro. Voglio realizzare delle cose più grandi, che richiedono tempo, anche perché per ora non ho problemi.

Adriano: Per me la cosa più importante è stata finalmente scoprire il motivo per cui praticare. Mi sembrava inutile praticare per qualcosa, ogni esperienza che facevo era mediocre. Ad esempio anch’io ho avuto problemi con il prof di tecnica, ci soffrivo, ma alla fine sono riuscito ad ammorbidire i rapporti, a dimostrare che io valevo, a prescindere da tutto. Però succedeva che ogni volta che facevo delle esperienze tipo questa, per due giorni stavo bene, poi mi chiedevo: «Perché pratico?» e smettevo. Quando ero alle medie ho avuto sempre problemi con i compagni e con i professori. Allora ho deciso che al liceo sarebbe stato diverso: ho praticato di più e mia madre mi ha aiutato. Quest’anno ho trovato una situazione migliore, ma siccome non avevo più problemi, ho smesso di praticare, e sono caduto di nuovo… anche i miei voti sono scesi! Ora ho finalmente capito che è importante la costanza, praticare saltuariamente non serve a niente, alla fine ti porta a non credere in te stesso. Ora sto cercando di applicare questa cosa.

Michela: Ho sempre avuto problemi nei rapporti di amicizia e di amore. In prima media non avevo amici, e soffrivo molto. Una notte ho sognato il presidente Ikeda che mi diceva che ne avrei avuti tanti! Ci ho recitato parecchio e ora in effetti ho diversi amici. L’altro giorno, mentre discutevamo, una mia amica mi ha fatto notare che sono io che devo trasformarmi e diventare più forte, la felicità sta dentro di me, non possono darmela gli altri…

Quali obiettivi volete realizzare quest’anno?

Adriano: Desidero tanto andare bene a scuola, sia per me che per la mia famiglia. Voglio ricominciare da capo, nella pratica e nello studio.

Simone: Io voglio impegnarmi di più nello studio, passare l’esame di terza media con un bel voto e migliorare i rapporti con la mia famiglia!

Michela: Quest’anno voglio essere promossa. I miei insegnanti pensano che sono troppo timida, che ho paura di tutto… voglio stupirli in maniera positiva e dimostrare che sono forte. Desidero anch’io migliorare i rapporti con i miei familiari e i miei compagni e desidero che tutte le persone siano felici.

Blu Yoshimi: Io voglio la felicità assoluta per la mia famiglia, iniziare bene il liceo e praticare costantemente.

I vostri sogni per il futuro?

Blu Yoshimi: Voglio fare l’attrice, la regista e vincere il premio Oscar! E riuscire in qualche modo a migliorare il mondo tramite la mia arte.

Michela: Anche a me è sempre piaciuto recitare, vorrei fare l’attrice o cantare. Mi piace l’arte in generale, anche la pittura… vorrei dare un messaggio attraverso l’arte.

Adriano: Il mio sogno è diventare fumettista entro i diciotto anni, trasformare il mio fumetto in cartone animato, e andare in Giappone per esercitare la professione…

Simone: Vorrei provare a sfondare nella pallavolo e fare il giornalista sportivo. Chissà!

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