«Sebbene gli insegnamenti che difendi siano perfettamente aderenti alla verità, non devi mai essere scortese o ingiurioso né avere un atteggiamento presuntuoso. Una simile condotta sarebbe scandalosa. Controlla attentamente i tuoi pensieri, le parole e le azioni e sii prudente quando ti incontri a dibattere con altri»
L’insegnamento, la pratica e la prova, tratto dalla Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, pag. 429
Conoscevo gli sforzi del presidente Ikeda per la pace e il dialogo interreligioso. Infatti, egli afferma: «La disputa religiosa deve essere evitata a tutti i costi […]. Le persone possono avere un credo religioso diverso, ma ciò che è fondamentale è che siamo esseri umani. Noi tutti cerchiamo la felicità e desideriamo la pace. La religione non dovrebbe separare le persone. Dovrebbe unire il potenziale presente nei cuori degli individui a beneficio della società e creare un futuro migliore» (Giorno per giorno, 18 febbraio, Esperia). Ma io, per motivi e vissuti personali, non mi ero mai impegnata in alcun dialogo interreligioso, anzi preferivo fuggire e non confrontarmi, conoscendo la mia tendenza all’arroganza. Recitavo Daimoku per cambiare il mio atteggiamento, così ebbi l’occasione di farlo. Una mia cara amica e compagna di fede mi chiese di parlare con sua madre, cattolica, che non conosceva il Buddismo e non si spiegava la scelta religiosa della figlia. Per cambiare le mie tendenze, accettai. Mi venne in mente questa frase del Gosho. Nichiren scrive a Sammi-bo, un discepolo presuntuoso che finì per voltare le spalle al maestro. Era per me un ammonimento: vanificare gli sforzi di sensei per il dialogo tra le religioni manifestando qualsiasi forma di presunzione e di chiusura mentale significava tradire il maestro, proprio come Sammi-bo. Così, quando parlai con la madre della mia amica, impostai un dialogo sui punti comuni alle due religioni. Parlandole dell’altruismo della nostra pratica, per cui non esiste la felicità del singolo senza quella degli altri, è emerso un bellissimo parallelismo tra la compassione universale del bodhisattva e il sentimento di fratellanza con tutte le forme di vita che San Francesco d’Assisi espresse nel Cantico delle Creature. Quando poi siamo passati alle “differenze” tra le due fedi, abbiamo trovato comunque le parole giuste per una reciproca comprensione: Sant’Agostino diceva che la verità dimora nel cuore degli uomini. La verità esistente degli esseri umani può essere interpretata in modo trascendente, come nel Cristianesimo, oppure come un potere interno, “come la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi”. Comunque sia, il messaggio è che bisogna cercare in noi stessi. Il nostro colloquio, rispettoso e sincero, proseguì fino a tarda sera; la madre della mia amica era serena, aveva capito che la scelta della figlia veniva unicamente dal desiderio di diventare felice, e io ero commossa perché avevo capito che nessun muro può separare gli esseri umani che, pur scegliendo vie diverse, cercano la felicità e la fratellanza per tutti noi.