Il 2 ottobre del 1960, pochi mesi dopo la nomina a terzo presidente della Soka Gakkai, Daisaku Ikeda partì per il primo viaggio al di fuori del Giappone per realizzare kosen-rufu nel mondo. L’anno seguente, nell’ottobre del 1961, venne in Europa. Il 2011 è quindi un anno molto significativo per noi membri europei, un anno importante per far espandere ulteriormente nel nostro continente il movimento per la pace, la cultura e l’educazione, a cinquant’anni dalla prima visita di Ikeda.
Ora sensei ci sta chiedendo di costruire una “nuova Soka Gakkai dei giovani”. È il momento in cui stanno emergendo in ogni paese tanti Bodhisattva della Terra, giovani dotati di molteplici capacità, simili a miriadi di nuove stelle che nascono tutte insieme nella galassia. Perciò è fondamentale che noi adulti ci impegniamo al massimo per sostenere la crescita di questi giovani e collaboriamo con rispetto reciproco, credendo nelle loro capacità, stando a contatto con loro, senza soffermarsi sui loro difetti e incoraggiandoli con grande fiducia.
Il punto fondamentale di quest’anno è che ognuno cerchi con coraggio di migliorare se stesso. Noi pratichiamo il Buddismo per migliorare la nostra vita, per fare la nostra rivoluzione umana; perciò invece di guardare cosa fanno gli altri, cerchiamo di guardare noi stessi. Nella stessa misura in cui noi riusciamo a migliorarci, migliorano la SGI e il mondo intero. Se non cerchiamo di diventare persone migliori, non possiamo incoraggiare gli altri. Scrive Ikeda nell’editoriale di dicembre: «Toda dichiarò: “Per risollevarci dalla disperazione, sfidiamo i nostri problemi personali e adoperiamoci per aiutare anche gli altri: ci potrebbe essere un’esistenza più degna di ammirazione di questa? La vittoria nella fede di ogni singola persona è una forza propulsiva per il progresso di kosen-rufu“. Abbracciamo la fede nella Legge mistica. Una fede salda è la base per lo stato vitale della Buddità. Prepariamoci a entrare nel nuovo anno, partendo con l’obiettivo di compiere una crescita dinamica nella nostra fede e nella pratica personale» (NR, 457, 4).
Il desiderio fondamentale di Nichiren Daishonin è che ogni persona diventi felice. Ognuno di noi realizza la propria felicità nel momento in cui si adopera per la felicità degli altri. Pur sapendo qual è il desiderio del nostro maestro, spesso mettiamo al centro della nostra vita i desideri personali, ma soltanto mettendo al centro ciò che insegna il Buddismo – la felicità per tutti – ognuno può manifestare il suo vero valore. Questo è il modo migliore per valorizzare la propria esistenza. Come scrive il Daishonin: «Quando accendiamo una lanterna per gli altri, questa illuminerà anche la nostra strada» (WND, 2, 1060).
Non importa se pratichiamo da venti o trent’anni: la vita è adesso, non è il passato, e ciò che conta è quel che stiamo facendo ora, un istante dopo l’altro. Torniamo al punto di partenza, al Gohonzon e al Gosho. Ciò che è scritto nel Gosho è vero. Se il Daishonin dice: “Che gioia esser nati nell’Ultimo giorno della Legge e poter partecipare alla propagazione del Sutra del Loto” (cfr. RSND, 1, 910), senza dubbio è così, possiamo veramente provare questa gioia nella nostra vita. E proprio quando incontriamo più difficoltà possiamo sentire questa gioia in modo ancora più profondo.
Il presidente Ikeda ha indicato nel 2030 la prossima tappa verso cui indirizzare le nostre attività per kosen-rufu. Da ora al centesimo anniversario della Soka Gakkai sforziamoci di realizzare ciò che insegna il Buddismo: non c’è bisogno di aggiungere nulla, basta metterlo in pratica e realizzare.
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