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La prima alba - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:48

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La prima alba

La prima alba è la passione di avanzare in mezzo alle onde furiose del mare burrascoso e affrontare nuove sfide per trasformare l’oscurità profonda. È l’ardente fiamma del coraggio e della gioia. È la luce che dissolve le tenebre della propria e altrui sofferenza, tingendo la vita dell’aureo colore della speranza

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La prima alba è la passione di avanzare in mezzo alle onde furiose del mare burrascoso e affrontare nuove sfide per trasformare l’oscurità profonda. È l’ardente fiamma del coraggio e della gioia. È la luce che dissolve le tenebre della propria e altrui sofferenza, tingendo la vita dell’aureo colore della speranza

Il Nuovo Rinascimento presenta alcuni estratti dal volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun.
Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it

Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

Qual è il fattore decisivo per stabilire uno stato vitale di felicità assoluta? Non è la ricchezza o la posizione sociale e non è nemmeno la responsabilità all’interno della Soka Gakkai. La vera felicità si costruisce realizzando la propria rivoluzione umana, coltivando la propria vita attraverso una pratica buddista sincera e costante. «La sorgente della vera felicità è dentro di noi», scriveva il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau (1712-1778).
Shin’ichi Yamamoto proseguì discutendo sul significato di concludere al meglio la propria vita: «Terzo, impegnatevi nel far crescere i compagni di fede più giovani, magnifici successori di kosen-rufu, sia nella vostra famiglia che nella Soka Gakkai. Se i vostri figli non abbracciano la fede buddista e non praticano, cercate di trasmetterla ai vostri nipoti e pronipoti. Se non avete figli, potete concentrarvi sui nipoti. Vi prego, per il bene della vostra famiglia, cercate di trasmettere la fede con tutto il cuore e non permettete che la fiamma della Legge mistica si estingua.
«E all’interno della Soka Gakkai vi prego di prendervi cura dei membri della Divisione futuro come se fossero vostri figli, e trasmettete loro accuratamente la fede e la pratica. Dovreste anche sforzarvi di far crescere, proteggere e incoraggiare i membri più giovani all’interno della nostra organizzazione. Allo scopo di garantire un futuro sicuro alla Soka Gakkai, occorre un costante flusso di successori ed è indispensabile che crescano tanti giovani responsabili, come grandi uccelli che spiccano il volo uno dopo l’altro.
«Chiedo inoltre alle responsabili della Divisione donne di ascoltare le giovani madri, e parlare con loro dei problemi che hanno in famiglia, con i figli o nelle relazioni interpersonali, cercando di aiutarle. Ogni persona potrà manifestare le sue potenzialità se avrà fiducia di riuscire a superare i propri problemi. È particolarmente importante trasmettere con cura ai nuovi membri le basi della fede e della pratica come, per esempio, far conoscere questo Buddismo agli altri e studiare gli insegnamenti buddisti. Se avranno acquisito le basi fondamentali potranno diventare persone capaci». L’unico modo per far crescere le persone è dedicarsi completamente a loro con sincerità. Non esiste vita più appagante di quella trascorsa aiutando gli altri a crescere.
Shin’ichi continuò piacevolmente a parlare, come se stesse immaginando il futuro: «Da ora in poi, le persone che verranno nominate, ad esempio, responsabili di prefettura, saranno probabilmente dieci o vent’anni più giovani di voi che avete lottato con altruismo nella fase pionieristica della nostra organizzazione. E alla fine verrà un momento in cui i responsabili centrali di varie zone dell’organizzazione avranno trenta o quarant’anni meno di voi. È così che si assicura il flusso eterno della Legge. I giovani hanno un grande potenziale, ma possono anche essere inesperti. Come membri più anziani di loro non dovreste criticarli per la loro incompetenza, dicendo: “Quando avevo la tua età, mi impegnavo molto di più”. E non dovreste nutrire risentimento e dire: “Beh, non sono mai venuti a chiedermi consigli”, oppure: “Non ho saputo nulla, è la prima volta che sento dire una cosa del genere”. Proprio perché siete ricchi di esperienza è essenziale che li sosteniate, piuttosto che criticarli.
«Quanto è riuscito a realizzare un membro anziano si vede dal comportamento dei membri più giovani. Quando gli anziani si lamentano dell’immaturità o dell’incompetenza dei loro successori, in realtà stanno solo dimostrando la propria mancanza di capacità e di senso di responsabilità.
Shin’ichi aggiunse con un tono un po’ più severo: «I più anziani sono come un giardiniere, e i più giovani sono come il giardino. Se i membri più giovani di voi, che sono diventati il nucleo centrale dell’organizzazione, non riescono a dimostrare le loro potenzialità, la responsabilità è dei membri più anziani, che non li hanno fatti crescere e non li hanno sostenuti con tutte le forze. Vi prego di alzarvi con la determinazione di proteggere fino in fondo i responsabili più giovani nella fede.
Quando vengono nominati dei nuovi responsabili, che si tratti di responsabili di prefettura o di gruppo, è fondamentale che voi per primi li sosteniate dicendo: “Il nuovo responsabile di prefettura è giovane, ma è una persona meravigliosa!” oppure: “Quel nuovo responsabile di gruppo è straordinario. Sosteniamolo tutti!”. E cercate di dire al nuovo responsabile: “Chiedimi pure qualsiasi cosa. Farò di tutto per sostenerti”. Se tutti i pionieri faranno così e sosterranno i giovani successori, sarà molto più facile per loro portare avanti le attività. Questo è il ruolo dei responsabili anziani. Dovrebbe essere così nel mondo della famiglia Soka».
Il passaggio generazionale nelle responsabilità era un tema importante che la Soka Gakkai si trovava ad affrontare in ogni prefettura, e Shin’ichi Yamamoto voleva creare una tradizione nella prefettura di Yamaguchi che potesse fungere da modello per tutti.
Continuò: «Sono sicuro che qualcuno di voi, quando faceva attività nei primi periodi del nostro movimento, qualche volta sarà stato rimproverato dai membri più anziani nella fede. Ma i metodi per educare e far crescere persone capaci cambiano coi tempi. Non dovreste cercare di allenare i membri più giovani nello stesso modo in cui hanno cresciuto voi. Questa è l’epoca della lode e dell’incoraggiamento. È necessario riconoscere con attenzione gli sforzi delle persone, apprezzarli ed elogiarli. Questo darà loro coraggio e alimenterà in loro l’aspirazione a migliorare. Dovremmo lodare concretamente ognuna delle azioni che compiono. Ed è importante anche farlo al momento giusto. Spero che tutti diventiate esperti nel far crescere individui capaci».
Il grande poeta della gente comune Walt Whitman (1819-1892) scrisse: «Create persone grandi e creatori di persone grandi… tutto il resto verrà di conseguenza». Anche il flusso eterno della Soka Gakkai nel futuro dipende da questo.

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Tornando dal Centro culturale di Yamaguchi ricordò quella poesia scritta ventiquattro anni prima e pensò: «Ho fatto la solenne promessa di mantenere vivo nel mio cuore, ogni giorno, lo spirito della “prima alba”. La “prima alba” è la passione di avanzare in mezzo alle onde furiose del mare burrascoso e affrontare nuove sfide per trasformare l’oscurità profonda. È l’ardente fiamma del coraggio e della gioia. È la luce che dissolve le tenebre della propria e altrui sofferenza, tingendo la vita dell’aureo colore della speranza. Un giovane è una persona che ha sempre il sole nel cuore».
Shin’ichi disse al responsabile della prefettura di Yamaguchi, Yoshimitsu Umeoka, che era con lui in macchina: «Con lo spirito della “prima alba” realizziamo nuovi successi per kosen-rufu! Spero che ogni persona rinnovi con coraggio i propri sforzi, e scriva ogni giorno nel cuore un’orgogliosa “storia della sua vita”.
«Nei drammi epici ci sono sempre difficoltà e lacrime, ma gli eroi e le eroine non sono mai sconfitti. Più intense sono la tristezza e la sofferenza, più grande è l’emozione della vittoria. Ciascuno è protagonista della propria vita, tutti sono campioni con una profonda missione. Non vedo l’ora di sentire le storie di vita che le persone creeranno».
Shin’ichi e i suoi compagni di viaggio fecero ritorno al Centro culturale di Yamaguchi dopo le otto di sera.
Quando entrarono trovarono lo staff della Divisione giovani del centro e altri membri dello staff Eventi provenienti dalle varie prefetture della regione del Chugoku che stavano sistemando pacchi e svolgendo vari altri compiti. Shin’ichi chiese alla responsabile delle giovani donne della regione del Chugoku, Mitsuyo Honma: «Ci sono molti membri dello staff Eventi che non sono di Yamaguchi. Come mai?».
«Siamo qui con lo staff Eventi per dare una mano. Ci sono dodici giovani donne e venticinque giovani uomini che non sono di Yamaguchi»
Shin’ichi si rivolse al vice presidente, responsabile della regione del Chugoku, e disse: «Ci sono troppi membri dello staff Eventi qui. Questa è la sede centrale della Soka Gakkai di Yamaguchi e non dovrebbe esserci così tanto chiasso. Tutto ciò che occorre è un piccolo gruppo di persone in grado di svolgere il lavoro in maniera efficiente e veloce. Da domani ci dovrebbe essere solo un decimo dei membri dello staff Eventi e ogni persona dovrebbe riuscire a esprimere le proprie capacità dieci volte di più. Questa è quella che chiamiamo “rivoluzione delle persone capaci”.
«Fate tornare gli altri componenti dello staff nelle loro rispettive zone, per dedicarsi all’incoraggiamento dei compagni di fede. Penso che in questo modo si possa creare più valore.
«Dato che sono venuto appositamente a Yamaguchi, vorrei allenare direttamente i giovani di questa prefettura. Ma se trovo dozzine di membri di staff di altre regioni che stanno lavorando qui, non riesco a distinguere le persone di Yamaguchi.
«Sono sicuro che per i pochi membri dello staff e per i membri della Divisione giovani di Yamaguchi sarà una sfida assumersi la piena responsabilità di tutta la gestione di questo Centro. Saranno nervosi e potranno fare degli errori, ma non importa: fa parte del processo di apprendimento e della loro formazione. Se succede qualcosa, io li sosterrò».
Shin’ichi amava profondamente ogni singolo giovane. Voleva unirsi alle loro attività, parlare con loro, incoraggiarli e trasmettere tutto ciò che sapeva, ma raramente aveva l’opportunità di farlo. Perciò, dava grande valore a queste preziose occasioni di incontrare i giovani nelle loro zone di attività.
Si tolse la giacca e chiamò i giovani: «Ok, occupiamoci insieme di questa montagna di pacchi. Finiamo in venti minuti. Comincio io. Lo staff Eventi può prendersi una pausa e lasciare i giovani a lavorare sodo. Questa è l’era dei giovani… Forza, partiamo!».
Il pomeriggio del 20 maggio, sotto un cielo limpido, ci fu un Gongyo commemorativo per inaugurare il nuovo Centro culturale di Yamaguchi.
Ricordando la “campagna di Yamaguchi” di vent’anni prima, Shin’ichi Yamamoto parlò in maniera amichevole e informale: «Assunsi la guida della “campagna di Yamaguchi” dopo aver ricevuto istruzioni direttamente dal presidente Toda. A quel tempo il movimento di kosen-rufu a Yamaguchi era molto in ritardo rispetto alle altre regioni. All’inizio di settembre del 1956 Toda mi convocò e mi chiese di dare una svolta nello sviluppo di kosen-rufu a Yamaguchi: “Vorresti dare inizio a un turbine di guide e di shakubuku nella prefettura di Yamaguchi?”. Risposi senza esitazione: “Certo! Me ne occuperò io”. Quella grande sfida ebbe inizio dall’impegno condiviso di maestro e discepolo».
Shin’ichi invitò i membri di tutti i capitoli del Giappone che avevano qualche contatto con Yamaguchi a partecipare alla campagna.
A quel tempo molti membri della Soka Gakkai avevano problemi economici ma, nonostante questo, accettarono coraggiosamente di partecipare. I membri che si recarono a Yamaguchi facevano parte di un gruppo di volontari per kosen-rufu.
Molti membri del Kansai non vedevano l’ora di impegnarsi al fianco di Shin’ichi, che allora era responsabile di staff della Divisione giovani, ed erano disposti a viaggiare ovunque. Per loro dedicare la vita a kosen-rufu era il massimo onore. Erano profondamente consapevoli che quello fosse il modo di vivere una vita veramente nobile.
L’unità d’intenti di Shin’ichi e del suo maestro, Josei Toda, e l’unità fra tutti i membri e Shin’ichi, fu ciò che condusse a una grande vittoria nella campagna di Yamaguchi.
Ripensando con nostalgia a quei momenti, Shin’ichi disse: «Per me, Yamaguchi è un luogo prezioso dove siamo stati pionieri insieme. Vent’anni fa qui non c’era nessun Centro culturale e i pochi membri che c’erano, disseminati in tutta la prefettura, erano tutti poveri. Adesso però abbiamo questo meraviglioso Centro, dei responsabili forti, e l’organizzazione a Yamaguchi ha solide basi. I semi che piantammo insieme vent’anni fa sono fioriti in tutta Yamaguchi e hanno dato meravigliosi frutti».
Shin’ichi proseguì: «Toda soleva dire che sono affidabili coloro che sono rimasti fedeli alla propria strada per vent’anni. E vent’anni è l’arco di tempo che occorre a un neonato per diventare adulto. Allo stesso modo, se una persona persevera assiduamente nella fede per vent’anni, otterrà una condizione vitale inimmaginabile. Attraverso le nostre azioni per kosen-rufu riusciremo a trasformare completamente le nostre comunità. Per far questo, però, non possiamo contare sugli altri; bisogna essere determinati ad alzarci in prima persona e ad assumerci la completa responsabilità, impegnandoci assiduamente giorno dopo giorno e dedicandoci completamente a quest’impresa. Impegniamoci coraggiosamente e facciamo nostro lo slogan “Qualsiasi cosa accada, continuerò ad avanzare per i prossimi vent’anni!”».
Poi Shin’ichi lesse ai membri un passo del Gosho per spiegare il funzionamento della Legge di causa ed effetto in ogni aspetto della vita: «”Il Venerabile Maugda­lyayana era famoso per essere il primo nei poteri sovrannaturali. In un tempo inferiore a quello che occorre per spezzare in due un capello, era in grado di viaggiare attraverso i quattro quartieri del mondo e raggiungere ogni luogo illuminato dal sole e dalla luna. E se ti domandi come mai potesse farlo, è perché in una precedente esistenza aveva percorso una distanza di mille miglia per udire la predicazione degli insegnamenti buddisti” (WND, 2, 1030).
«Maugdalyayana era uno dei dieci discepoli principali del Budda, famoso per essere il primo nei poteri sovrannaturali. Egli era in grado di recarsi da un capo all’altro della terra in un batter d’occhio. Come spiega Nichiren Daishonin in questo passo, acquisì questo potere in virtù delle cause che aveva posto nelle vite passate percorrendo mille miglia per poter ascoltare gli insegnamenti buddisti. Il Daishonin dice anche che se poniamo cause negative, avremo effetti negativi. Per esempio: “Chi ruba il cibo e le vesti altrui cadrà sicuramente nel mondo degli spiriti affamati” (Lettera da Sado, RSND, 1, 270). Ovviamente chi crea la peggiore delle cause, cioè l’offesa nei confronti dell’insegnamento corretto, riceverà come retribuzione una grande sofferenza.
Le nostre circostanze presenti non sono mai casuali. Come scrive il Daishonin citando un sutra: “Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente” (RSND, 1, 252). La ricompensa per essersi dedicati alla vera Legge consiste di benefici illimitati e felicità. Il Buddismo comincia con questa conferma della legge di causa ed effetto che agisce nella vita».
Quando le persone basano la loro vita sulla legge di causa ed effetto che esiste nelle tre esistenze, acquisiscono in modo naturale una bussola interiore che permette loro di percorrere la via maestra del bene. E, in maniera altrettanto naturale, non saranno disposte a costruire la propria felicità a spese degli altri.
Di questi tempi si parla molto di degrado morale e ogni giorno assistiamo a episodi di bullismo, disordini pubblici e vari atti illegali. Indubbiamente le leggi in grado di affrontare questi comportamenti negativi andrebbero rafforzate, ma una soluzione più radicale consiste nell’affermazione di saldi princìpi che creino una forte coscienza morale nel cuore delle persone.
In altre parole, è assolutamente urgente e necessario affermare il principio che, nonostante si possano ingannare gli altri, non si possono in alcun modo evitare le conseguenze della legge di causa ed effetto nella propria vita.
Quando le persone si sforzano di vivere basandosi su questo principio, riescono a migliorare anche la loro personalità. Per questo i buddisti devono essere persone con una personalità luminosa.
Come scriveva Lev Tolstoj (1828-1910), il grande autore russo: «Una vita veramente retta è quella che si accorda con la legge suprema della propria coscienza».
Dopo aver riconfermato l’importanza del principio buddista di causa ed effetto, Shin’ichi Yamamoto parlò del significato della fede: «Ogni persona ha il proprio karma e nella vita deve affrontare diverse prove, come le difficoltà economiche, o la malattia. Quando siamo afflitti da questi problemi, ci sentiamo spesso incapaci di affrontarli, proviamo un senso d’impotenza e disperazione, oppure diventiamo apatici. Questa è una trappola che può portare di conseguenza a un temibile circolo vizioso che conduce all’infelicità. La fede ci permette di spezzare questo circolo negativo di sfortuna e ci dà la forza indomita di affrontare qualsiasi tipo di difficoltà. Ricordate che lo scopo del Buddismo è risvegliare il coraggio di affrontare a testa alta ogni sfida che la vita ci presenta, dicendo a noi stessi: “Non mi farò sconfiggere da questo!” oppure: “Questa è un’opportunità per trasformare il mio karma!”».
Shin’ichi concluse il suo discorso esprimendo il desiderio sincero che tutti potessero condurre vite lunghe e piene di salute, assaporando pienamente la gioia della fede.
Dopo la cerimonia di Gongyo per l’inaugurazione del Centro culturale di Yamaguchi, Shin’ichi partecipò a una riunione con un gruppo proveniente dall’Università di Yamaguchi, e poi si recò in auto a un evento serale. I responsabili di Yamaguchi volevano portarlo da Sakotei, un famoso ristorante che esisteva da più di un secolo, sin dall’era Meiji (1868-1912). Molti statisti del periodo Meiji lo avevano frequentato.

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