Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Principi fondanti della Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:48

    500

    Stampa

    Principi fondanti della Soka Gakkai

    Nelle tappe principali dello sviluppo della Soka Gakkai possiamo riconoscere la rielaborazione in chiave concreta e contemporanea dei princìpi enunciati da Nichiren Daishonin. Questi fondamenti che si basano sull’infinito rispetto per la sacralità della vita e su una profonda compassione per il genere umano sono espressi anche nella Carta della Soka Gakkai Internazionale

    Dimensione del testo AA

    Nelle tappe principali dello sviluppo della Soka Gakkai possiamo riconoscere la rielaborazione in chiave concreta e contemporanea dei princìpi enunciati da Nichiren Daishonin. Questi fondamenti che si basano sull’infinito rispetto per la sacralità della vita e su una profonda compassione per il genere umano sono espressi anche nella Carta della Soka Gakkai Internazionale

    I princìpi su cui è fondata e in base ai quali opera la Soka Gakkai sono testimoniati dalla sua storia, nella quale vive l’insegnamento di Nichiren Daishonin. Attraverso le tappe principali dello sviluppo della Soka Gakkai, possiamo riconoscere la rielaborazione in chiave concreta e contemporanea dei princìpi enunciati da Nichiren attraverso il suo esempio e le sue lettere. La storia della Soka Gakkai è la storia dei suoi presidenti, che si sono dedicati senza riserve all’impresa di realizzare una società pacifica basata sull’insegnamento fondamentale di Nichiren Daishonin, che è il rispetto per la dignità della vita.
    La “Soka Kyoku Gakkai” è stata fondata negli anni Trenta, un periodo davvero buio del secolo scorso, per riformare il sistema educativo giapponese. Già l’atto della fondazione attesta uno dei princìpi cardine di questa associazione, che è quello di agire nel luogo in cui si vive per contribuire al suo miglioramento. Da questo punto di vista, in un momento in cui le istituzioni scolastiche giapponesi operavano per formare sudditi leali e obbedienti, Makiguchi e Toda fondarono un’associazione che si proponeva di creare valore, vale a dire di stimolare la piena realizzazione delle potenzialità di ogni alunno e alunna, cosicché potessero contribuire al miglioramento della società dispiegando il proprio peculiare talento. La felicità, per Makiguchi, corrispondeva a trovare il proprio ruolo nel mondo, scoprire attraverso quale attività si potesse dare il miglior contributo alla vita degli altri e all’ambiente.
    Il suo pensiero sul valore e la felicità si sposò felicemente con il Buddismo di Nichiren Daishonin nel 1928, quando Makiguchi incontrò un preside che gli fece shakubuku. L’integrazione della filosofia dell’educazione di Makiguchi con il Buddismo di Nichiren portò a una rapida crescita dell’associazione, che divenne così una organizzazione di seguaci del Buddismo di Nichiren Daishonin.
    Nel dicembre del 1941 il Giappone attaccò la base navale statunitense di Pearl Harbor, dando inizio alla Guerra del Pacifico. Sul fronte interno il governo giapponese inasprì le misure di controllo dell’ordine pubblico, imponendo il culto della dea del Sole per ribadire l’obbligo di sudditanza dei cittadini nei confronti dell’imperatore, considerato un discendente della dea.
    Mentre la Nichiren Shoshu, l’organizzazione ecclesiastica dedita alla custodia e alla trasmissione degli insegnamenti di Nichiren Daishonin, si conformò alle misure imposte dallo Stato, Makiguchi rifiutò fermamente di adottare il culto shintoista e per questo motivo, il 6 luglio 1943, fu arrestato insieme a Toda e ai dirigenti dell’associazione. In quel momento egli agì in assoluta coerenza con l’insegnamento di Nichiren, per non tradire il quale affrontò le persecuzioni che lo portarono a morire in carcere il 18 novembre 1944, all’età di settantatré anni, logorato dal freddo e dalla denutrizione patiti durante la detenzione.
    Dalle sue lettere alla famiglia emerge il ritratto di un uomo libero dalla paura, dall’indecisione, che aveva stabilito fermamente a che cosa dedicare la propria vita formulando una decisione irrevocabile e che le circostanze più ostili non riuscirono a piegare. L’insegnamento di Nichiren tornò a vivere attraverso la “sperimentazione esistenziale” di Makiguchi, che lo aveva trasmesso a Toda dopo averlo verificato personalmente attraverso la prova più importante, quella dei fatti.
    La relazione fra maestro e discepolo non fu interrotta dalla carcerazione né dalla morte di Makiguchi, che Toda apprese in carcere solo l’8 gennaio del 1945, durante un interrogatorio. Scrive a questo proposito Dayle M. Bethel, docente di Educazione all’Università internazionale di Osaka: «Benché Makiguchi abbia cessato di guidare il movimento che aveva fondato con la sua morte in prigione nel 1944, la sua importanza non diminuì. Attraverso le vite di coloro che erano stati intimamente legati a lui, la sua influenza continuò a farsi sentire durante la ricostruzione del movimento dopo la guerra. Il leader di questi membri fu Josei Toda» (La creazione di valore. Vita e pensiero di Tsunesaburo Makiguchi, Esperia, Milano, 1999, pag. 73).
    Uscito dal carcere il 3 luglio del 1945, Toda iniziò subito a ricostruire l’associazione che, nel 1946, decise di chiamare Soka Gakkai, vale a dire “Società per la creazione di valore”, per sottolineare il fatto che si trattava di un’associazione religiosa laica basata sul Buddismo di Nichiren Daishonin, non più limitata al solo ambito educativo. Si trattava di una ricostruzione nel vero senso della parola, perché durante la carcerazione di Makiguchi e Toda tutti gli aderenti si erano allontanati sotto la stretta repressiva del governo.
    Toda era convinto che ciò fosse accaduto per la scarsa conoscenza del Buddismo di Nichiren Daishonin da parte degli associati, perciò decise di dare alla Soka Gakkai delle solide fondamenta basate sullo studio. Egli desiderava che gli scritti di Nichiren fossero accessibili a tutti, cosicché ogni persona potesse alimentare e sostenere la propria fede in ogni circostanza senza intermediari, perciò si impegnò per pubblicare l’intera raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, che fu completata il 28 aprile 1952. La decisione di Toda di mettere a disposizione di ogni praticante l’insegnamento di Nichiren Daishonin permette ancora oggi a ognuno di noi di studiare il Gosho e approfondire la fede.
    Nel frattempo, il 3 maggio 1951, al congresso generale della Soka Gakkai, Toda fu nominato presidente. In quell’occasione giurò che avrebbe convertito al Buddismo di Nichiren Daishonin 750.000 famiglie prima della sua morte. Questa determinazione, che sembrò a molti utopica e irrealizzabile, fu realizzata nel 1957, quando la Soka Gakkai raggiunse il numero di 765.000 membri. Toda desiderava trasformare il più velocemente possibile le sorti del genere umano, perciò aveva lanciato una campagna di diffusione dell’insegnamento di Nichiren Daishonin senza precedenti.
    Nel 1957, a un festival dei giovani della Soka Gakkai che riuniva cinquantamila persone, Toda pronunciò un discorso di assoluta e totale condanna nei confronti degli armamenti nucleari, affidando ai giovani il compito di battersi per assicurare al genere umano il disarmo nucleare. In occasione della riunione dei giovani del 16 marzo 1958, egli ribadì e ampliò il mandato ai giovani di realizzare la pace. Le sue condizioni di salute erano già irrimediabilmente compromesse, tanto che morì appena diciassette giorni dopo, il 2 aprile 1958.
    Il 3 maggio 1960, Daisaku Ikeda fu nominato presidente della Soka Gakkai. Aveva conosciuto Toda a diciannove anni, durante una riunione della Soka Gakkai. La guerra era finita da due anni e Ikeda ne aveva vissuto tutte le atrocità, la peggiore delle quali fu la morte di uno dei suoi fratelli maggiori, caduto in combattimento in Birmania.
    Nel Giappone del dopoguerra, Ikeda era alla ricerca di un modo di vivere diverso da quello pieno di paura, violenza e povertà che aveva caratterizzato gli anni del conflitto. L’incontro con Toda cambiò la sua vita, perché Ikeda comprese di avere trovato ciò che cercava, una solida filosofia di vita e un maestro.
    Da quel momento, tutte le battaglie di Toda furono condivise da Ikeda, che si prodigò su ogni fronte per realizzare gli obiettivi del suo maestro, nonostante fosse debole e febbricitante a causa della tubercolosi che lo affliggeva. Come molti altri giovani giapponesi, le previsioni relative alla durata della sua vita erano davvero sconfortanti, tanto che, quando si sposò nel 1952, sua moglie Kaneko decise di prendersi completamente cura della sua salute per permettergli di vivere il più a lungo possibile.
    Nel 1960 la Soka Gakkai aveva solo tre sedi in Giappone e una situazione finanziaria assai precaria. Ikeda si dedicò immediatamente a realizzare il mandato che Toda gli aveva affidato: propagare il Buddismo di Nichiren Daishonin nel mondo. Nei primi quindici anni della sua presidenza, Ikeda riuscì a diffondere il Buddismo di Nichiren Daishonin in tutti e cinque i continenti.

    La cultura della dignità della vita

    Il 26 gennaio 1975 sull’isola di Guam, teatro nel 1944 di sanguinose battaglie fra giapponesi e americani, fu fondata la Soka Gakkai Internazionale, che all’epoca riuniva i rappresentanti di cinquantun paesi. Nella SGI confluiscono, da allora, le organizzazioni nazionali che aderiscono ai valori promossi dalla Soka Gakkai, nel rispetto delle differenti impostazioni culturali e organizzative necessariamente legate al paese di provenienza.
    Uno degli scopi enunciati nella carta della SGI [vedi il riquadro a pagina 16, n.d.r.] è quello di contribuire alla pace, alla cultura e all’educazione per la felicità e il benessere di tutta l’umanità. Su questi tre cardini si è articolato l’impegno di Ikeda nei cinquant’anni della sua presidenza. Daisaku Ikeda si è dedicato con dedizione immutabile a diffondere, sviluppare e propagare i princìpi filosofici che stanno alla base del Buddismo di Nichiren Daishonin attraverso viaggi, incontri, dialoghi, visite, conferenze e pubblicazioni.
    Nel giugno del 2010 ha affidato il compito di completare l’opera dei tre presidenti della Soka Gakkai ai suoi discepoli. Accogliere questo mandato ha numerose e importanti conseguenze. Innanzitutto quella di guardare a se stessi dentro la prospettiva che ci insegna il Buddismo, che è quella di restituire agli altri e all’ambiente il beneficio di essere vivi e non di vedere il mondo come un luogo che esiste solo per darci ciò che riteniamo sia nostro diritto possedere. Nella Soka Gakkai “fare attività per sé e per gli altri” ci educa a pensare a noi e agli altri sempre contemporaneamente, non alternativamente, sviluppando così un atteggiamento contributivo fondato sulla gratitudine. Dentro questa cornice possiamo comprendere quale sia il nostro posto nel mondo, il mestiere che più di ogni altro ci rende felici e dunque in grado di spendere le nostre peculiarità e talenti per contribuire al miglioramento della vita delle altre persone e dell’ambiente.
    In una società sempre più confusa in cui è impegnativo anche solo sopravvivere, appartenere alla Soka Gakkai è fondamentale per riuscire a mantenere la rotta, a non abbandonare mai la decisione di rispettare la vita propria e altrui. Certo, ci sono dei momenti in cui il sentimento di appartenenza sembra una zavorra e l’individualismo ci spinge a prendere le distanze da tutto e da tutti, ma ogni fedeltà a un principio è messa a dura prova dalla vita, tanto più lo è quindi una scelta legata in modo indissolubile alla felicità e al conseguimento della Buddità. Insieme ai nostri compagni di fede, e non in percorsi solitari, possiamo trasformare noi stessi e, nella stessa misura, il luogo in cui viviamo. Inoltre, come Toda ha chiaramente indicato, non solo teoricamente, ma affidando al giovane Ikeda il mandato di proseguire la sua opera, lo sviluppo della Soka Gakkai e del movimento per la pace e il disarmo è possibile solo se si accorda la massima fiducia ai giovani e se si trasmettono loro passione e determinazione.
    Sentirsi presidenti della Soka Gakkai significa anche comprendere che la sua storia è scritta ora da ognuno di noi e assumersi consapevolmente questa responsabilità in ogni momento e in ogni scelta.

    • • •

    Carta della Soka Gakkai Internazionale

    Premessa
    Noi, organizzazioni costituenti e membri della Soka Gakkai Internazionale, abbracciamo lo scopo fondamentale e la missione di contribuire alla pace, alla cultura e all’educazione sulla base della filosofia e degli ideali dell’insegnamento buddista di Nichiren Daishonin.
    Riconosciamo che, in nessun’altra epoca della storia, l’umanità ha sperimentato una giustapposizione così intensa tra guerra e pace, discriminazione e uguaglianza, povertà e abbondanza, come nel ventesimo secolo; che lo sviluppo di tecnologie militari sempre più sofisticate, basti l’esempio delle armi nucleari, ha creato una situazione nella quale è in forse la stessa sopravvivenza della specie umana; che la realtà di violente discriminazioni etniche e religiose produce un ciclo senza fine di conflitto; che l’egoismo e l’intemperanza dell’umanità hanno generato problemi globali, come il degrado dell’ambiente naturale e l’abisso di disparità economica che si va allargando tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, con serie ripercussioni sul futuro collettivo del genere umano.
    Crediamo che il Buddismo di Nichiren Daishonin, una filosofia umanistica caratterizzata da infinito rispetto per la sacralità della vita e da una compassione universale, metta gli individui in grado di coltivare e sviluppare la loro intrinseca saggezza e, nutrendo la creatività dello spirito umano, li renda capaci di superare le difficoltà e le crisi cui l’umanità si trova di fronte, e di realizzare una società di pacifica e prospera coesistenza.
    Per questo noi, organizzazioni costituenti e membri della SGI, determinati a levare in alto la bandiera della cittadinanza del mondo, dello spirito di tolleranza e del rispetto dei diritti umani basato sui princìpi umanistici del Buddismo, e a sfidare i problemi globali cui l’umanità si trova di fronte attraverso il dialogo e gli sforzi concreti basati su un costante impegno di nonviolenza, adottiamo questa carta, affermando i seguenti obiettivi e princìpi.

    Obiettivi e principi

    • La SGI contribuisce alla pace, alla cultura e all’educazione per la felicità e il benessere di tutta l’umanità, basandosi sull’assoluto rispetto del Buddismo nei confronti della vita.
    • La SGI, fondata sull’ideale di cittadinanza mondiale, difende i diritti fondamentali dell’essere umano e combatte le discriminazioni.
    • La SGI rispetta e protegge la libertà di religione e di espressione religiosa.
    • La SGI promuove la comprensione del Buddismo di Nichiren Daishonin attraverso gli scambi umani, contribuendo così alla felicità individuale.
    • La SGI, attraverso le organizzazioni che la compongono, incoraggia i propri membri a contribuire alla prosperità dei rispettivi paesi, da buoni cittadini.
    • La SGI rispetta l’indipendenza e l’autonomia delle singole organizzazioni che la compongono, in accordo con le leggi e i costumi di ogni paese.
    • La SGI, in accordo con lo spirito di tolleranza del Buddismo, rispetta le altre religioni, dialoga e collabora con loro alla soluzione dei problemi fondamentali dell’umanità.
    • La SGI rispetta le diversità e si fa promotrice di scambi culturali, per contribuire allo sviluppo di una società internazionale basata sulla mutua comprensione e l’armonia tra i popoli.
    • La SGI, in ossequio all’ideale buddista di simbiosi, sostiene la protezione della natura e dell’ambiente.
    • La SGI contribuisce all’educazione e allo sviluppo della ricerca, al fine di permettere a ogni individuo di sviluppare la propria personalità e godere di una vita realizzata e felice.

    ©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata