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Una rinascita completa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:36

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Una rinascita completa

Elena Berioli, Perugia

Come scrive Daisaku Ikeda, l’essenza della vita e il giusto modo di praticare è quello di avanzare sempre e di vivere con lo sguardo volto al futuro evitando di soffermarci sul passato

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Come scrive Daisaku Ikeda, l’essenza della vita e il giusto modo di praticare è quello di avanzare sempre e di vivere con lo sguardo volto al futuro evitando di soffermarci sul passato

Nei miei dieci anni di pratica buddista sono riuscita a sciogliere, attraverso il Daimoku e azioni coraggiose, “ghiacciai” di sofferenza in una sorgente limpida.
Faccio un piccolo passo indietro. Sono cresciuta in una famiglia rigida e conservatrice dove, in un clima di regole e divieti, ho vissuto un’adolescenza segnata da eccessi e sregolatezze. Anni molto difficili costellati da dipendenze da droghe di tutti i tipi e da disturbi alimentari che mi hanno portata a pesare trentotto chili. Sono riuscita a fatica a diplomarmi, tra liti familiari e odio profondo nei confronti dei miei genitori, ridotti allo stremo dalle continue bugie e dalle ambiguità alle quali ricorrevo anche per sottrarre soldi e oggetti in casa. La situazione subito dopo il diploma è degenerata e, non riuscendo più a gestire le cose, i miei sono stati costretti a buttarmi fuori di casa. Mi sono comunque iscritta all’università, alla facoltà di Lettere, ma la mia vita continuava a essere in balia delle dipendenze. Per questo, poco più che ventenne, mi sono ritrovata in una comunità di recupero a Spoleto.
Da qui sono cominciati gli anni della “ricostruzione di me stessa”, durante i quali sono riuscita a disintossicarmi, a curare il disturbo alimentare e a riprendere gradualmente i rapporti con la mia famiglia. Nuovamente libera e riabilitata, incontro il Buddismo. Dopo la comunità, e una prima rinascita fisica, ha inizio la mia rinascita spirituale. L’impresa più ardua, superato e curato il disagio patologico, era ricostruire pezzo per pezzo la mia vita; la paura e l’incertezza mi divoravano, mi sentivo come un vuoto a perdere.
Gli insegnamenti del Daishonin mi hanno permesso di fare un viaggio introspettivo, di intuire dove risiedeva la radice di tutte le mie sofferenze. Grazie alla frase, «finché non si percepisce la natura della propria vita, la pratica sarà un’infinita e dolorosa austerità», tratta dal Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza (RSND, 1, 5), sono stata spronata a ricercare il motivo profondo che mi ha portato a vivere un’esperienza così difficile: con stupore, spesso misto a dolore, ho cominciato a comprendere la natura della mia vita e a tirare fuori la forza necessaria per avviare un processo di trasformazione degli aspetti che mi provocavano sofferenza. Sostenuta dai compagni di fede, recitando e leggendo più volte L’inverno si trasforma sempre in primavera, ho rafforzato il mio legame con il Gohonzon, il legame con la mia vita. Ho piantato con passione i semi che oggi sono diventati splendidi fiori nel giardino della mia vita.
A un meeting giovani, ho deciso di raccontare la mia esperienza di fronte a una sala gremita. È stata l’occasione per sentirmi più completa permettendo agli altri di conoscermi profondamente, tanto che alcuni praticanti, con figli o familiari afflitti dal mio stesso problema, mi hanno contattato per avere un supporto. Con loro ho creato legami indissolubili di fede e di amicizia, e continuo a incontrarli per sostenerli e recitare insieme.
Credo che la Soka Gakkai sia questo: non solo una famiglia ma il terreno fertile che accoglie e fa crescere le radici di tante piccole piante che un domani diventeranno querce maestose.
Sono riuscita anche a trasformare la sofferenza legata all’aspetto familiare. Oggi affianco mio padre e mia sorella nella farmacia di famiglia e ho deciso di iscrivermi di nuovo all’università. Questa volta ho scelto la facoltà che un giorno mi consentirà di svolgere la professione di farmacista. Non solo non sono più la “figlia sgangherata” – come direbbe la grande Mia Martini – di un tempo, ma sono una fonte di ispirazione per tutti. Il cambiamento reale e sincero che ho vissuto ha portato la mia famiglia a vedermi con occhi diversi e attraverso legami di stima e di fiducia sto riparando al dolore e alla sofferenza arrecati a ognuno dei miei cari. È bello vedere come anche loro, pur non praticando, nutrano sentimenti di rispetto e di gratitudine nei confronti del Buddismo grazie al quale sono letteralmente rinata.
Qualche giorno fa ho ritrovato un biglietto che mi scrisse una compagna di fede proprio agli albori della mia pratica, quando ero ancora in comunità, in cui mi incoraggiava a continuare a recitare Daimoku e a credere nella mia vittoria. Come scrive Daisaku Ikeda, l’essenza della vita e il giusto modo di praticare consistono nell’avanzare sempre e vivere con lo sguardo volto al futuro evitando di soffermarci sul passato. «Avanti! Sempre avanti! Questo è lo spirito del Buddismo. L’insegnamento di Nichiren Daishonin è il Buddismo della vera causa» (D. Ikeda, Giorno per giorno, 27 maggio).

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