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A fianco della gente - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:32

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A fianco della gente

L’autentico spirito del 3 maggio è dedicare la vita al voto di kosen-rufu, proprio come fece il Daishonin. In questo saggio si ripercorrono alcuni momenti significativi dei legami che uniscono fra loro i membri della Soka Gakkai

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L’autentico spirito del 3 maggio è dedicare la vita al voto di kosen-rufu, proprio come fece il Daishonin. In questo saggio si ripercorrono alcuni momenti significativi dei legami che uniscono fra loro i membri della Soka Gakkai

Il “giorno della Soka Gakkai” esiste
grazie ai nostri
ammirevoli membri.

«Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi / sono adornati di gemme di varia natura. / Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti / e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 303). Questo brano, tratto dalla sezione in versi del sedicesimo capitolo del Sutra del Loto “Durata della vita del Tathagata”, è molto noto; lo recitiamo ogni mattina e sera durante la cerimonia di Gongyo.
I Centri della Soka Gakkai – cioè le sale, i palazzi, i giardini e i boschi di kosen-rufu – sono adornati dagli sforzi sinceri dei nostri membri, in particolare di quelli che fanno parte dei gruppi di pulizia e di manutenzione e lavorano dietro le quinte.
Qui a Shinanomachi, a Tokyo, in questo mese di maggio tanti “alberi preziosi”, lussureggianti di verdi foglie, impreziosiscono le zone intorno al Centro visitatori e agli altri edifici in cui diamo il benvenuto ai nostri membri. Giardini e aiuole fiorite traboccano dei colori delle azalee, delle viole del pensiero, delle peonie e dei glicini. Le piante di glicine sono state coltivate e donate dai membri di varie zone del paese. In Giappone il glicine, che fiorisce sia in primavera sia in estate, è conosciuto come “il fiore delle due stagioni” ed è simbolo di benvenuto.
In una lettera al suo giovane seguace Nanjo Tokimitsu, Nichiren Daishonin scrive: «Trattare i propri amici con cortesia significa che, anche se li incontri dieci o venti volte in un giorno, li saluti sempre cortesemente come se avessero percorso mille o duemila miglia per venirti a trovare, senza dimostrare mai indifferenza» (WND, 2, 636).
Quando riceviamo o visitiamo degli amici, è importante trattarli sempre con la massima cortesia e sincerità.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma che «il Budda Shakyamuni rivela il punto principale che desiderava comunicarci» (BS, 123, 53) nel passo del Sutra del Loto che dice: «[Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo sutra] dovrai alzarti e salutarla di lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 435).
Nello spirito del rispetto dovuto ai Budda, vorrei elogiare tutti i membri della famiglia Soka che celebrano il 3 maggio, giorno della Soka Gakkai, aprendosi con gioia al dialogo con le persone intorno a loro.
Desidero cogliere quest’occasione per esprimere ai numerosi amici della SGI in Giappone e nel mondo, che ci hanno fatto pervenire le loro congratulazioni per questa ricorrenza, la mia gratitudine per il loro sostegno. Vorrei inoltre rivolgermi con rispetto al mio mentore, il secondo presidente Josei Toda: «Sensei, stiamo celebrando il 3 maggio con una grande vittoria e le prometto che lo faremo anche l’anno prossimo».
Il 3 maggio significa impegno, azione, unità, gratitudine, speranza, vittoria, nuovo inizio e progresso. È un giorno in cui, ogni anno, rafforziamo e approfondiamo la nostra promessa per kosen-rufu.

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In una lettera del maggio 1279 il Daishonin scrive: «Coloro che si definiscono miei discepoli e praticano il Sutra del Loto devono tutti praticare come me. Se lo faranno, Shakyamuni, Molti Tesori e tutte le emanazioni di Shakyamuni nelle dieci direzioni, come pure le dieci fanciulle demoni, li proteggeranno» (RSND, 1, 869).
La nostra promessa, l’autentico spirito del 3 maggio, è dedicare la vita al grande voto di kosen-rufu proprio come il Daishonin. Noi della SGI, che abbiamo raccolto il potere della fede e quello della pratica facendo sgorgare il potere latente dentro di noi, possiamo manifestare senza limite il potere del Budda e il potere della Legge che attivano le funzioni protettrici dell’universo.
Il 3 maggio 1957, nel sesto anniversario della nomina di Toda a secondo presidente, si tenne una riunione generale della Soka Gakkai. All’epoca stavamo avanzando verso la realizzazione della meta ambita da Toda, la conversione di 750.000 nuclei familiari. Toda riunì i suoi discepoli in un affollatissimo incontro presso lo stadio internazionale, che più tardi sarebbe diventato l’auditorium dell’Università Nihon, nella zona Ryogoku a Tokyo: «Limitarsi a recitare Daimoku non è una pratica in accordo con i tempi. Praticare in accordo con i tempi significa condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri». L’essenza della fede nel Buddismo del Daishonin è praticare per sé e per gli altri. La pratica corretta per quest’epoca è andare attivamente incontro agli altri, animati da spirito di compassione e dal desiderio sincero di condividere con loro la Legge mistica, aiutandoli a creare un legame con il Buddismo.
In tutto il mondo, i nostri nobili membri festeggiano il 3 maggio impegnando tutte le loro forze nella realizzazione di kosen-rufu e nell’affermare l’insegnamento corretto per la pace nel mondo. Nient’altro avrebbe reso Toda più felice.

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In quella riunione generale del 1957, mentre Toda affrontava l’ultimo capitolo della sua battaglia per kosen-rufu, fu ribadita l’importanza strategica delle “unità”, l’equivalente degli attuali gruppi o settori. Vincere a livello di gruppo o di settore è cruciale per lo sviluppo di kosen-rufu. Possiamo vedere emergere individui capaci e sgorgare nuova energia solo quando i responsabili, ben radicati nei settori, si uniscono per sostenere i gruppi.
Durante il suo terribile esilio sull’isola di Sado, il Daishonin inviò una lettera a Shijo Kingo e a sua moglie Nichigen-nyo, mentre una loro figlia stava combattendo contro una grave malattia: «Quando mi sarà condonata la pena dell’esilio in questa provincia – scrisse – mi affretterò a Kamakura dove ci incontreremo. Se si pensa al potere del Sutra del Loto, si trovano perpetua giovinezza e vita eterna davanti ai propri occhi» (RSND, 1, 366). Fa sentire loro quanto vorrebbe accorrere al loro fianco per sostenerli, e li esorta a sconfiggere il demone della malattia, rassicurandoli che il suo pensiero non li abbandona mai. Nelle parole di incoraggiamento del Daishonin possiamo percepire la sua profonda compassione. Far visita alle persone, parlare con loro, pregare con loro e lottare al loro fianco: questo è lo spirito del Daishonin che è vivo e forte nei gruppi e nei settori della SGI. Recitiamo un Daimoku pieno di gioia, facciamo crescere capaci Bodhisattva della Terra e innalziamo il vessillo della vittoria nei nostri settori.
Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900) scriveva: «Perché un albero possa crescere alto, esso deve attorcigliarsi con solide radici attorno a solide rocce!» (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Monanni, Milano 1927, trad. D. Ciampoli).
Si avvicina il novembre del 2013, quando sarà ultimato il quartier generale della Soka Gakkai a Shinanomachi. Io recito e attendo con impazienza notizie di grandi risultati da parte dei gruppi e dei settori di tutto il mondo.

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La mattina del 21 maggio, in Giappone sarà visibile una rara eclissi totale di sole. L’ultima volta che un’eclissi di questo tipo è stata visibile in Giappone fu il 23 settembre 1987 e poté essere vista solo da Okinawa. In quel periodo stavo visitando il Kansai per partecipare a una serie di manifestazioni tra le quali il Festival della pace dei giovani nella mia amata prefettura di Hyogo. Proprio il giorno dell’eclissi, partecipavo alla giornata di sport delle scuole medie e superiori Soka del Kansai, e osservavo contento le attività di quei giovani appassionati, che avrebbero ereditato il futuro. Oggi, venticinque anni dopo, quei giovani sono diventati degli adulti straordinari. Quando penso agli studenti delle nostre scuole Soka e osservo la loro vita che brilla come una stella qui, sulla terra, mi sento pieno di speranza per il futuro.

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Nelle isole di Okinawa, traboccanti di spirito poetico, c’è una deliziosa leggenda popolare che racconta l’eclissi come le nozze del sole con la luna: un matrimonio tra due grandi corpi celesti. Avendo superato indescrivibili avversità, i membri di Okinawa sanno alleviare le sofferenze degli altri: riscaldano i cuori come la vivida luce del sole e addolciscono il dolore come il delicato chiaro di luna.
Immagino i visi allegri e sorridenti degli uomini e delle donne di Okinawa, che lavorano in armoniosa unità, come il sole e la luna. I miei cari compagni di fede continuano a creare nuovi legami di fiducia e di amicizia con il tipico spirito di Okinawa, ichariba chode (una volta incontrati, siamo fratelli e sorelle), uno spirito immenso e avvolgente quanto l’oceano, per rendere Okinawa un modello di kosen-rufu per tutto il mondo.
Gli eroi di Okinawa è una delle mie preferite fra le canzoni della Gakkai. Prego sempre più forte per l’eterna pace, prosperità e felicità delle bellissime isole di Okinawa che il 15 maggio 2012 celebreranno il quarantesimo anniversario del loro ritorno al Giappone.

I membri di Okinawa,
pionieri e modelli
di
kosen-rufu.

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Mia moglie e io ci sposammo con una semplice cerimonia il 3 maggio 1952, sessant’anni fa. Josei Toda, che di fatto ci aveva fatti conoscere, in quell’occasione tenne un breve discorso d’augurio: «Il mio unico desiderio – disse – è che viviate la lunga vita che avete davanti lottando insieme per la causa di kosen-rufu». Abbiamo vissuto gli ultimi sei decenni proprio così.
Il sessantesimo anniversario di matrimonio si chiama nozze di diamante. Quando ci sposammo, non potevo permettermi di comprare a mia moglie un anello di brillanti e, regalandogliene uno con zirconi bianchi, scherzai dicendole che erano diamanti. Ci siamo fatti delle belle risate, nel corso degli anni, man mano che questi “diamanti” perdevano il loro splendore. Su una cosa, però, non c’è alcun dubbio: il nostro legame come compagni di fede è diventato indistruttibile come il diamante attraverso il nostro comune impegno, come discepoli di Toda, per superare una sfida dopo l’altra sulla base della nostra convinta dedizione alla causa di kosen-rufu. Abbiamo vissuto come insegna il Daishonin: «Lavorate insieme come il sole e la luna, come un paio di occhi o come le due ali di un uccello» (RSND, 1, 283) e ogni ostacolo incontrato durante gli anni ci ha resi più forti.
Dopo il matrimonio, Josei Toda raccomandò a me di diventare un forte pilastro e a mia moglie di non perdere mai il sorriso. Vorrei offrire lo stesso messaggio alle nuove giovani coppie.

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Madri,
i vostri infaticabili
allegri sorrisi
illuminano e incantano
tante persone.

Per la Soka Gakkai, il 3 maggio è anche il “giorno della madre”. Voglio esprimere una volta di più la mia profonda gratitudine per tutti i radiosi membri della nostra Divisione donne – le madri di kosen-rufu – che in tutto il mondo non lesinano i loro sforzi.
La sera del 3 maggio 1960, il giorno della mia nomina a terzo presidente della Soka Gakkai, una pioniera della Divisione donne di Osaka venne a farci visita nella nostra piccola casa di Kobayashi-cho, nella zona di Ota, a Tokyo per porgere le proprie congratulazioni, ma rimase sorpresa dall’atmosfera cupa che vi trovò. Mia moglie, nel seguire la sua ferma decisione di permettere che mi dedicassi liberamente e completamente alla Soka Gakkai, non accolse quel giorno come una festa, ma come un funerale.
Scrissi, in calligrafia, la parola “tenace” (in giapponese fuhen) per quella responsabile della Divisione donne che aveva contribuito a far diventare il Kansai una fortezza eternamente vittoriosa di persone capaci, che lottano di fronte a qualunque ostacolo con il tenace impegno di realizzare il voto di maestro e discepolo. Verso la fine della sua vita, felice di vedere le imprese energiche dei giovani che aveva incoraggiato, disse: «Oggi possiamo udire perfino i più giovani membri della nostra Divisione donne dire: “Sfidate i problemi col Daimoku! Sconfiggete la sofferenza con lo spirito di shakubuku! Vincete ancora!”. I membri della Divisione donne si stanno sviluppando splendidamente in tutto il Kansai, dando prova di essere addirittura più capaci di noi pionieri».
I miei compagni pionieri, che nel corso degli anni si sono dedicati a far avanzare il nostro movimento per kosen-rufu condividendo con me gli sforzi e la gioia, sono sempre nei miei pensieri.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali, il Daishonin afferma: «Fin quando sono insieme a Nichiren, raggiungeranno la terra del tesoro» (BS, 112, 57). Con lo stesso spirito, noi della SGI, insieme, percorriamo con gioia il sentiero della vita permeato delle nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza.
Il 3 maggio è un giorno di festa per le famiglie della SGI, con un apprezzamento particolare ai membri della Divisione donne, le madri di kosen-rufu. La rete dei Bodhisattva della Terra continua a espandersi anno dopo anno, con dinamismo e passione.

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La prossima eclissi totale di sole che interesserà il Giappone, nel 2030, sarà visibile dallo Hokkaido.
Ricordo di aver visitato la città di Yubari, nell’Hokkaido, che mi richiama ricordi indelebili1, il 17 gennaio del 1959, l’anno dopo la morte del mio mentore. Quella sera, colmo di gratitudine per i membri dello Hokkaido che stavano lottando con il mio stesso vigore, scrissi nel mio diario: «Finché ci saranno membri saldi e risoluti come questi, non perderemo mai la nostra lotta» (D. Ikeda, Diario giovanile, Esperia 2011, pag. 732). Vi espressi anche i miei pensieri più intimi riguardo ai ripetuti inviti a diventare il terzo presidente della Soka Gakkai: «Devo alzarmi per proteggere queste persone. Il momento decisivo si sta avvicinando. Non c’è niente da fare. Dipende dal corso del tempo, dalla richiesta delle persone, o è il mio destino?» (Ibidem).
Fu proprio a Yubari, i cui membri erano dediti alla verità e alla giustizia, che approfondii la mia decisione di superare tutti gli ostacoli e iniziare una nuova cruciale battaglia: la mia missione in questo mondo.
Una persona che aveva contribuito ad aprire la strada al movimento di kosen-rufu in Hokkaido, un membro della Divisione uomini che conosco bene, non permise mai che il vortice della critica e delle ingiurie contro la nostra organizzazione gli impedisse di condividere coraggiosamente il Buddismo del Daishonin con gli altri. Ammirava profondamente le fiduciose parole di Toda tese a demolire la sprezzante critica che la Gakkai fosse “una congrega di poveri e di malati”: «Cosa c’è di male in questo? Chi altri se non la Soka Gakkai sta cercando di aiutare, al livello più profondo, chi sta davvero soffrendo?». Quest’uomo, ora novantenne, continua a incoraggiare tutti con vigore: «Nulla può sconfiggere una vita basata sulla fede nella Legge mistica!».
Il 2030 cadrà anche il centesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai. Le giovani aquile dell’odierna Divisione futuro, a quell’epoca, voleranno senza impedimenti nei cieli della loro missione per kosen-rufu in Giappone e nel mondo. Domani, 5 maggio, è il giorno dei successori della Soka Gakkai. Prego sinceramente che tutti i membri della Divisione futuro, i tesori della mia vita, possano volare in alto nei cieli di un’infinita speranza.

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Quanto entusiasmanti
sono i nostri nobili amici
da una parte all’altra del globo,
compagni Bodhisattva della Terra
che condividono il voto di
kosen-rufu.

Oltre cinquant’anni fa, alla riunione generale dei responsabili del giugno 1960, solo un mese dopo la mia nomina a terzo presidente, annunciai il mio progetto di visitare gli Stati Uniti, iniziando proprio dalle Hawaii. Il Daishonin dice: «Il “grande voto” si riferisce alla propagazione del Sutra del Loto» (BS, 113, 48). Afferma anche: «Il “voto” è il voto di propagare il Daimoku [Nam-myoho-renge-kyo]» (GZ, 846). Con questo spirito iniziai le mie attività per adempiere al grande voto di kosen-rufu nel mondo.
Nel luglio di quello stesso anno creai la Sezione affari esteri della Soka Gakkai, che si occupava di tenere i contatti con i membri che vivevano fuori dal Giappone. Quindi, a ottobre, feci il mio primo viaggio all’estero per andare a incoraggiarli, iniziando appunto dalle Hawaii. Da allora ho visitato cinquantaquattro nazioni e territori. Fare un voto vuol dire fare azioni, significa impegnarsi incondizionatamente.
Il Daishonin scrive: «Anche un solo seme, quando viene piantato si moltiplica» (WND, 2, 602). In ogni parte del mondo, i nostri sforzi iniziarono invariabilmente da un piccolo gruppo di persone. Il nostro movimento si è diffuso grazie a responsabili appassionati, più interessati a spargere i semi della Legge mistica per la felicità dell’intera umanità che alla fama personale. Oggi il movimento della SGI per la pace, la cultura, l’educazione e l’umanesimo è cresciuto fino a diffondersi in centonovantadue paesi e territori: i semi piantati stanno dando una meravigliosa fioritura.
Lo sviluppo della grande corrente di kosen-rufu nelle nostre comunità e paesi intorno al globo inizia con l’apporto instancabile e la crescita di individui che hanno ferma determinazione e senso di responsabilità.

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Nel Regno Unito – la cui capitale, Londra, ospiterà quest’anno le Olimpiadi – i nostri compagni Bodhisattva della Terra continuano a contribuire alla società come buoni cittadini e sono fonte di speranza e ispirazione. Il Centro culturale della SGI-UK, Taplow Court (nella foto), in passato è stato la residenza di William Henry Grenfell, Lord Desborough (1855-1945), primo presidente dell’Associazione Olimpica Britannica.
Quest’anno è anche il duecentesimo anniversario della nascita dello scrittore inglese Charles Dickens (1812-70), che scrisse tante opere importanti, come Racconto di due città, che il presidente Toda studiava con i membri Kayo-kai della Divisione giovani donne.
Da bambino Dickens lavorava dalla mattina fino a notte in una fabbrica di lucido da scarpe. Quel duro lavoro forgiò il suo spirito e alla fine lo portò a scrivere molti grandi romanzi colmi di profonda empatia e comprensione per le condizioni dei poveri e degli oppressi.
Nel romanzo semiautobiografico David Copperfield, il protagonista dice: «Nulla potrebbe sostituire una completa, ardente, sincera volontà di riuscire. Non mai metter mano a nulla che non mi potesse occupare completamente, e non mai affettare di deprezzare il mio lavoro, quale che si fosse, per me sono state sempre norme di aurea saggezza».
Una grande impresa non può essere realizzata senza dedizione e impegno appassionati. Noi della Soka Gakkai possediamo quest’ardente determinazione. Abbiamo speranza. Ecco perché siamo forti e senza paura.
Il Sutra del Loto può essere definito un distillato della grande speranza dell’umanità, la speranza che tutte le persone, senza eccezione, possano ottenere la felicità, e gli scritti del Daishonin, insegnamenti di speranza e di vittoria, contengono l’essenza di quel messaggio. Oggi, sessant’anni dopo che la Soka Gakkai ha pubblicato il Gosho Zenshu (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin), l’indistruttibile luce di speranza di quegli scritti sta iniziando a illuminare vividamente il futuro dell’umanità.
Partendo dal nostro eterno anniversario del 3 maggio, animati dalla nostra illimitata fiducia nel futuro, parliamo con coraggio agli altri della nostra nobile causa. Saldamente uniti per il nostro scopo, facciamo un ulteriore passo avanti.
«La voce compie il lavoro del Budda» (BS, 109, 41). Con il nostro impegno nel dialogo sincero e nelle azioni coraggiose per kosen-rufu, stiamo creando e diffondendo la più alta aspettativa nella vittoria di tutta l’umanità.

In questo giorno
che segna la nostra eterna pietra miliare
nel movimento di
kosen-rufu,
possiamo vedere i monti della vittoria,
in una distesa fatta di speranza.

(4 maggio 2012)

1. Nel 1957 Daisaku Ikeda, allora responsabile degli staff della Divisione giovani, si recò nell’isola di Hokkaido per opporsi alle minacce contro la libertà di religione avanzate dal sindacato dei minatori del carbone, che stava perseguitando i suoi iscritti membri della Soka Gakkai. Manifestazioni furono organizzate a Sapporo e a Yubari, rispettivamente l’1 e il 2 luglio.

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