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Il Centro culturale italiano compie vent'anni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 19:00

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Il Centro culturale italiano compie vent’anni

Il Centro culturale di Firenze il 30 giugno ha soffiato su venti candeline, tante quanti gli anni che lo separano dal taglio del nastro del 1992

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Il Centro culturale di Firenze il 30 giugno ha soffiato su venti candeline, tante quanti gli anni che lo separano dal taglio del nastro del 1992

Nell’ultimo sabato di giugno, i cancelli si sono spalancati per chi ha costruito un pezzo di storia del movimento buddista italiano. Alla fine degli anni Ottanta, centinaia di persone presero parte ai lavori di restauro del primo Centro culturale italiano che restituì Villa di Bellagio all’antico splendore. Fu un’esperienza insolita nella Soka Gakkai Internazionale: fra i tanti Centri nel mondo, solo quello italiano e quello del Ghana sono stati restaurati dai membri dell’organizzazione buddista, mentre in tutti gli altri casi i lavori sono stati affidati interamente a ditte esterne.
Il 28 giugno 1992 Daisaku e Kaneko Ikeda inaugurarono ufficialmente la sede nazionale e, nello stesso giorno, si tenne anche la Festa italiana di musica e danza nel parco della villa. Pochi giorni prima Daisaku Ikeda aveva ricevuto, dalle mani dell’allora sindaco Giorgio Morales, il Fiorino d’Oro della città. Venti anni dopo, questa ricorrenza è stata l’occasione per fare una serie di ammodernamenti in virtù delle nuove esigenze emerse nel corso degli anni: l’apertura e ristrutturazione di nuovi locali, l’inaugurazione della sala contenente le opere donate dal presidente Ikeda ai membri italiani e l’allestimento di una mostra fotografica “Il castello dei tesori del cuore”, che documenta i lavori di ristrutturazione del Centro e le visite del presidente Ikeda nel 1992 e nel 1994 nel nostro paese.
Ad accogliere gli ospiti c’erano i membri della Consulta nazionale venuti da tutta Italia in rappresentanza delle loro regioni e gli staff che hanno sfidato il caldo torrido per offrire acqua, sorrisi, protezione, musica, arte, spettacolo, gelati e zucchero filato. Nei volti di tutti si poteva leggere l’emozione di esserci. Raimonda Ugolini, che pratica il Buddismo dal 1983, ricorda quel periodo come il più difficile «ma la visita del presidente Ikeda – ha aggiunto – coincise con grandi risultati sbocciati nella mia vita. Oggi, come allora, sono qui con i miei figli e le loro famiglie. Mi sembra di far rivivere le mie compagne di fede Fausta e Kimiko, con cui a quel tempo condivisi intensi momenti». Lino Riccobono di Livorno e Tiziano Francini di Cecina, anche loro pionieri dei primi anni Ottanta, si sono visti giovanissimi nelle foto della mostra e alla festa hanno ritrovato i vecchi amici di allora. «Costruire il primo castello per kosen-rufu in Italia è stato formativo per la mia vita» ha detto Tiziano, che ha accumulato buona fortuna e ha potuto comprare e vendere con facilità casa più di una volta, per migliorare sempre, dopo l’attività di volontariato nella costruzione del Centro. Elsa Nasi, ottantacinquenne della provincia modenese, pratica dal 1986 e al ricordo dell’attività svolta durante i lavori i suoi occhi si riempiono di lacrime. «Restaurando il Centro, ho restaurato la mia vita fino a diventare forte, battagliera e meno “fessa” di prima». Guido Caracristi, “classe 1982″, dopo aver partecipato a un corso in Giappone aveva compreso l’importanza di avere un Centro in Italia, ma non si era immaginato che tutto sarebbe stato così veloce: «Amo questo posto, l’ho visto crescere, pietra su pietra, è la casa in cui posso ospitare chiunque». Cristina Baglioni, che pratica dal 1986, dice: «Qui ho avuto la possibilità di incontrare persone che fuori non avrei mai avvicinato e che mi hanno insegnato l’importanza di essere differenti». Paola Bini, di settantotto anni, si considera la mamma di tutti: «La cucina era praticamente mia, venivo da Livorno col primo treno tre volte alla settimana, portavo i datteri ripieni, il cacciucco fresco. Facevo da mangiare per i volontari col desiderio che i miei figli abbandonassero la droga e cominciassero a praticare il Buddismo. Posso dire di avercela fatta e oggi, guardando il prato colmo di gente, anche se mi sento un po’ spaesata, sono soddisfatta del contributo che ho offerto».
Di fronte a un prato affollato si sono levate le canzoni del coro e sono stati pronunciati gli interventi conclusivi dell’attuale sindaco di Firenze Matteo Renzi, arrivato insieme a Giorgio Morales, sindaco nel 1992, e a Daniela Lastri, consigliera regionale.
Il sindaco Renzi ha ricordato le parole di Ikeda scritte nel libro che racchiude le firme degli ospiti illustri passati in visita a Palazzo Vecchio: «”Eterna è la colta città del mondo / eterna e felice è la città degli uomini / vera è la città di umane virtù e fortune / Firenze, città dei fiori, sovrana di tutte le città”. Credo che questo messaggio ci faccia riflettere su che cosa debba essere Firenze e su che cosa rappresentate voi per la città». Un augurio speciale è venuto da Daniela Lastri: «Che il pacifismo militante del Buddismo, così come la visione di un nuovo umanesimo basato sul dialogo e portato avanti dal vostro maestro, Daisaku Ikeda, possano diventare un punto di riferimento culturale di cui voi siete interpreti nella nostra città». Un emozionato Giorgio Morales ha detto di essere tornato al Centro da cittadino comune dopo aver avuto l’onore di incontrare il presidente Ikeda in veste di sindaco. «Volli onorare Ikeda, perché il messaggio che lui mi portava e che voi, tutti insieme, continuate a portare, è un messaggio di pace, di fraternità. Perché la vostra idea di Rinascimento è quella giusta, come ha detto anche Matteo Renzi: il Rinascimento è qualcosa che rinasce giorno per giorno. Avete realizzato una grande impresa venti anni fa, quella di creare questo Centro meraviglioso, che con le mani di molti di voi è stato portato a questo livello di bellezza e di perfezione. Io vi auguro di continuare così col vostro messaggio di pace e felicità».
Katia Malaguti, che vive a Mirandola nella zona gravemente colpita dal terremoto, ha voluto portare la testimonianza della forza e della determinazione con cui i membri emiliani hanno deciso di affrontare questo durissimo momento. E ha ringraziato a nome di tutti per il sostegno che hanno sentito in ogni momento. «Angoscia e paura sono contagiose – ha concluso Katia – ma anche il coraggio si propaga». Un commosso Mitsuhiro Kaneda, direttore generale onorario, ha ricordato che il presidente Ikeda scelse Firenze come sede del primo Centro culturale italiano in virtù del suo forte interesse per il movimento del Rinascimento. Infine il direttore generale Tamotsu Nakajima ha consegnato i riconoscimenti ai membri che parteciparono ai lavori di restauro del Centro culturale. La festa si è chiusa lasciando spazio a coloro che hanno ricevuto il Gohonzon nel 2012 e che hanno festeggiato insieme ai loro ospiti con musica e spettacolo nell’anfiteatro, tutto a cura della Divisione giovani.

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