Basate sui princìpi educativi finalizzati alla creazione di valore di Tsunesaburo Makiguchi, Daisaku Ikeda ha fondato le “scuole Soka”, un sistema educativo che va dalle scuole materne fino alla specializzazione post-laurea. Lo scopo primario dell’Università Soka è sviluppare la creatività, migliorare il potenziale di ogni studente e sviluppare la saggezza. Queste sono anche le aspettative di Giovanni che ha conquistato con grande impegno la partecipazione al corso universitario A poche ore di distanza dal volo che lo ha condotto in Giappone per partecipare al bekka, un corso propedeutico di studio della lingua giapponese all’Università Soka, abbiamo incontrato Giovanni Calvia, originario della Sardegna, che ha fatto del desiderio di frequentare una scuola Soka il motore per cambiare la sua vita, approfondire il legame con il maestro e realizzare i suoi sogni
Come hai conosciuto l’Università Soka?
Avevo diciannove anni e con la mia famiglia abitavo ad Alghero. Clara, un’amica buddista di mia madre, abitava nella nostra strada e un giorno invitò mia sorella alla festa di benvenuto per accogliere alcuni ragazzi dell’Università Soka giapponese.
Quella fu la prima volta che sentii parlare di questa scuola.
Perché hai desiderato così tanto frequentare una scuola Soka?
Ho sofferto molto in ambito scolastico. Alle elementari la maestra riteneva che fossi un bambino incapace e senza futuro. Anche alle superiori ho incontrato problemi seri. Sono stato vittima di atti di bullismo molto pesanti: mi ripetevano che valevo meno di zero, così ho deciso di darmi la possibilità di sperimentare un sistema educativo basato sul rispetto della dignità e sullo sviluppo del potenziale umano.
È stato semplice entrare?
Per partecipare al corso bekka occorre spedire tre lettere di presentazione: una lettera con le motivazioni che spingono la persona a voler partecipare; una lettera di referenze di una persona amica e una certificazione bancaria che attesti la capacità finanziaria della copertura del costo del corso. In più c’è bisogno di un garante, una persona che in Giappone si assuma la responsabilità degli obblighi assunti con le istituzioni locali dall’allievo non residente.
Tramite una compagna di fede della Malesia trovai una persona disposta a farmi da garante. Non ero riuscito a raccogliere tutto il denaro necessario, ma decisi comunque di inviare l’iscrizione. La domanda naturalmente non venne accettata. Sentivo di aver tradito in qualche modo la fiducia del garante e della mia famiglia, così determinai di sforzarmi ancora di più nel creare valore nella mia vita.
Da quel momento mi sono impegnato molto nel lavoro per mettere insieme la somma necessaria lavorando come lavapiatti. Con la datrice di lavoro ho creato una relazione bellissima riuscendo a parlarle della pratica buddista. Ho lavorato sodo e in soli cinque mesi sono passato di livello diventando aiuto cuoco. In seguito è stata lei a scrivere la lettera di presentazione per l’università.
La preghiera e l’attività per gli altri sono state un grande sostegno che mi hanno permesso di rialzarmi tutte le volte che sono caduto. In più di un’occasione ho sentito che il presidente Ikeda era al mio fianco e che faceva il tifo per me dicendo: «Gambatte Giovanni!» (Forza Giovanni!).
Quando inviai nuovamente la documentazione, allegando anche la lettera della banca, sentii che quella attestava anche la capacità, il desiderio e l’impegno preso per realizzare i miei sogni.
L’anno scorso, in occasione della commemorazione dei cinquant’anni dal primo viaggio del presidente Ikeda in Europa, mi hanno detto che c’era la possibilità di andare in Danimarca. Era il primo paese europeo ad aver accolto sensei: ho recitato Daimoku perché volevo esserci.
È stata un’esperienza bellissima dove ho fatto amicizia con tantissimi membri e in più ho conosciuto una ragazza giapponese. Ho confidato a lei il mio desiderio e la mia determinazione di andare all’Università Soka e la nostra amicizia è continuata anche dopo il rientro nei nostri paesi. Nonostante la distanza abbiamo sentito un forte legame che riusciva a tenerci uniti. Ero andato in Danimarca determinando di realizzare la mia vita, imparare il giapponese all’Università Soka e un giorno, magari, realizzare il sogno di lavorare per l’ambasciata italiana in Giappone.
Poi cosa è successo?
Sono tornato a casa; guardandomi indietro ho rivisto gli ultimi dieci anni e mi sono commosso per la grande rivoluzione che insieme ai membri, ai miei amici, ero riuscito a fare.
Dopo poco mi hanno chiamato dicendomi che la mia domanda era stata accettata e tra qualche ora sarò in Giappone dove all’aeroporto verrà a prendermi Mihoko, che ho conosciuto in Danimarca e che oggi è diventata la mia ragazza. Quando ho cominciato a praticare il Buddismo ero timido, spaventato, balbettavo, avevo paura anche di parlare con le persone che non conoscevo. Figuriamoci prendere un aereo per andare dall’altra parte del mondo. Il mio maestro mi ha insegnato a credere in me e a rialzarmi sempre; seguendolo e impegnandomi ho realizzato due grandi sogni: studiare e fidanzarmi con una ragazza giapponese.
Una curiosità. Perché proprio una ragazza giapponese?
Perché mi sono sempre piaciuti gli occhi a mandorla!
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Il sistema educativo Soka
L’educazione Soka mira a forgiare individui creativi e partecipativi, a sviluppare pienamente le potenzialità degli allievi in modo che possano creare una società pacifica orientata verso la protezione della dignità di ogni essere umano.
In occasione della fondazione della prima Università Soka nel 1971, Daisaku Ikeda ne espose i princìpi ispiratori:
1) essere un’istituzione in grado di impartire una educazione umanistica di alto livello;
2) essere la culla di una nuova cultura capace di integrare le diversità umane per formare veri e propri “cittadini del mondo”;
3) realizzare la pace mondiale, educando individui coraggiosi, capaci di dialogare e di sostituire alla competizione militare ed economica, che ha sempre dominato la storia umana, una competizione umanitaria per contribuire al miglioramento della società globale.
In Giappone – L’università è il punto d’approdo del sistema scolastico Soka che comprende elementari, medie e superiori, sia nel Kansai che a Tokyo; nell’isola di Hokkaido, a Sapporo, ha sede la scuola materna.
All’estero – Nel 1987 viene aperta la prima sede dell’Università Soka di Los Angeles. Nel 2001 nasce la Soka University of America a Orange County, California. In Malesia, Singapore, Hong Kong, Brasile e Corea sono state invece fondate scuole materne Soka. L’Università Soka conduce scambi accademici con università di tutto il mondo. Attualmente il suo programma internazionale è uno dei più intensi in Giappone e comprende scambi con centocinque università in quarantaquattro paesi.