In occasione dei cinquant’anni dell’Istituto di Filosofia Orientale (IOP), Daisaku Ikeda ha scritto questo messaggio per il simposio tenutosi a Tokyo lo scorso 24 marzo
Il ventunesimo secolo sta vivendo una fase di grandi rivoluzioni nell’ambito dell’informazione e della comunicazione, e il genere umano, con l’avanzare del processo di globalizzazione economica, tecnologica e scientifica, sta sperimentando sempre di più l’interdipendenza.
Geoffrey Barraclough, già presidente dell’Associazione di studi storici, nel libro Atlante della storia, suddivide la storia umana in sette grandi periodi; secondo lo storico inglese, il mondo è passato dall’epoca del primato dell’Europa a quella della “civiltà della Terra”, con cui intende la nuova era.
Goro Yoshizawa, esperto di civiltà comparate, afferma che l’Atlante della storia di Barraclough è stato inizialmente concepito insieme allo storico inglese Arnold Toynbee, e sottolinea l’importanza della guida e del patrimonio di conoscenze di quest’ultimo nell’elaborare una nuova comparazione tra le civiltà. Questo accadeva intorno al 1973, lo stesso periodo in cui con Toynbee lavoravamo ai nostri dialoghi.
La società odierna si basa sulla tecnologia scientifica e per arrivare a una “civiltà della Terra” deve affrontare problemi complessi come la “probabilità di continuità”, che possiamo suddividere in tre grandi ambiti:
1. I problemi dell’ambiente, con il grande tema del surriscaldamento della Terra. Questi vanno dal buco nell’ozono, allo scioglimento dei ghiacci, al progressivo avanzamento della desertificazione, al disboscamento delle foreste tropicali, al pericolo di estinzione di alcune specie animali e vegetali fino ai problemi energetici con le centrali nucleari al primo punto.
2. I problemi politici, sociali ed economici che esigono la proliferazione delle armi nucleari e chimiche e il protrarsi dei conflitti etnici con il rischio che travalichino i confini nazionali. E poi: la povertà, le carestie, il razzismo, il problema dei profughi e il “mammonismo” (culto del denaro) globale che genera disparità sociali e crisi economiche.
3. I problemi generati da questi due primi gruppi nell’influenzare la psiche umana: crisi del buon senso e della moralità, incremento della violenza e dell’avidità, radicarsi dell’egoismo.
La società umana, di fronte a tutti questi problemi, ha bisogno di stabilire una “convivenza con la natura” (primo gruppo) che le consenta di superare i problemi ambientali e di rendere possibile una “coesistenza pacifica” per affrontare poi i problemi politici, sociali ed economici (secondo gruppo). Ma alla base di tutto è necessario realizzare una “riforma dello spirito umano” che permette di risolvere i problemi connessi al terzo gruppo perché rappresenta ciò a cui le persone maggiormente aspirano.
È necessario fermare il “cuore malvagio” dell’essere umano, alimentato dalla sua natura egoistica e violenta, quello che ha distrutto la coesistenza con la natura e la convivenza pacifica tra le persone, e rafforzare il “cuore buono”, contraddistinto dall’altruismo e dalla forza della compassione, ricercando una nuova spiritualità e sviluppando le capacità logiche umane.
Toynbee, nel nostro dialogo, asserisce: «Il dislivello raggiunto tra tecnologia e logica non ha eguali. Il potenziamento della sacralità dell’essere umano sarà possibile solo grazie alla logica», sottolineando che tutto cambierebbe se l’azione umana non venisse indirizzata dall’avidità e dall’aggressività, ma si basasse sulla compassione e sull’amore.
In questa civiltà materialistica è di basilare importanza fondare una nuova civiltà spirituale che elevi la “sacralità dell’essere umano” e la “sacralità della vita”, per realizzare una “civiltà della Terra” capace di perpetuarsi.
Nella prospettiva futura della “civiltà della Terra”, si immagina che la religione nutra il cuore umano, ne rafforzi il lato buono ed elevi la spiritualità affinché diventi protagonista. Mettendo alla base di tutto la “riforma dello spirito umano”, la presenza della religione è di grande valore per realizzare la coesistenza con la natura e la convivenza pacifica fra gli esseri umani.
La ragion d’essere del Buddismo è riuscire a contribuire al proseguimento e all’ulteriore sviluppo della civiltà terrena.
Nutro grandi aspettative che nel corso di questo simposio venga delineata e chiarita la missione attuale del Buddismo, la cui origine risale all’Illuminazione di Shakyamuni e prosegue con la traduzione del Sutra del Loto di Kumarajiva fino alla nascita della scuola di T’ien-t’ai e poi a quella di Nichiren, convergendo tutte nella corrente che si basa sulla sacralità della vita, caratteristica del Buddismo del grande veicolo.
In passato, il professor Lokesh Chandra nella conferenza “Il Sutra del Loto e l’epoca attuale” aveva affermato: «Quando la notte è più buia la gente ricerca la luce. Ciò che si cerca è l’alba della consapevolezza umana. In questo luogo chiamato mondo, le persone desiderano ardentemente qualcosa che abbia come sorgente l’eternità. I regni nascono dalla realtà e dall’immaginazione. Il genere umano futuro sarà l’artefice della realizzazione di una cultura dinamica».
Nel capitolo “Il Bodhisattva Suono Meraviglioso” si legge: «Illumina il mondo di saha facendo acquisire a ciascun essere vivente la comprensione appropriata» (SDL, 395). Mi auguro che dalla discussione scaturita da questo simposio possa nascere la “luce della saggezza” necessaria a far sorgere una “civiltà della Terra” capace di fendere l’oscurità in cui vive il genere umano.