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Regalare il coraggio agli altri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:12

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Regalare il coraggio agli altri

In Giappone si è svolto il corso primaverile internazionale della SGI, rivolto a rappresentanti di vari paesi. In questo resoconto, i punti principali emersi negli incontri

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In Giappone si è svolto il corso primaverile internazionale della SGI, rivolto a rappresentanti di vari paesi. In questo resoconto, i punti principali emersi negli incontri

Infondere speranza e coraggio e condividere la sofferenza delle persone sono stati fra i temi centrali del corso primaverile che si è tenuto in Giappone dal 29 febbraio al 5 marzo e al quale hanno partecipato anche vari rappresentanti italiani.
Nel suo messaggio ai partecipanti al corso, il presidente della SGI Ikeda pone l’accento sulla consapevolezza dello stretto legame causale che c’è fra la felicità individuale e il dedicarsi alla felicità degli altri. «Dalla prospettiva del concetto buddista di legame karmico, la nostra felicità e la nostra sicurezza, e viceversa la mancanza di queste per gli altri, non possono essere considerate separate. Nella Raccolta degli insegnamenti orali si legge: “Nichiren dichiara che le sofferenze differenti che tutti gli esseri viventi sopportano sono tutte sofferenze personali di Nichiren”. Come afferma il Daishonin, condividiamo le sofferenze di chi si trova ad affrontare difficoltà nella società contemporanea, facciamo risplendere il supremo nobile aspetto della nostra vita, infondiamo la luce della speranza nei cuori delle persone soffocate dall’angoscia, risolleviamoci, avanziamo insieme e viviamo con forza una vita completamente appagata».
Nella riunione di apertura del corso, la responsabile delle donne e giovani donne della SGI, Kayoko Asano ha ricordato la campagna di febbraio del 1951 e come Ikeda si impegnasse anima e corpo per incoraggiare gli altri. Il nostro comportamento è determinante, ha detto, il coraggio chiama coraggio, influenza l’ambiente e ispira le altre persone. Dell’importanza del coraggio e dell’incoraggiamento ha parlato a lungo anche il vice direttore generale della Soka Gakkai, Shigeo Hasegawa, di cui citiamo alcune frasi così come le hanno annotate i partecipanti al corso: «Sensei ha affermato recentemente che il coraggio è la forza che rende possibile la vittoria. Anche per diventare felici ci vuole coraggio, anche per superare le prove della vita e per aiutare gli altri ci vuole coraggio. Un detto afferma che dove c’è coraggio c’è speranza. Quante persone hanno ritrovato la forza di vivere grazie al nostro incoraggiamento e ci hanno ringraziato per questo? E anche noi siamo stati incoraggiati dai nostri responsabili. Quando si ritrova la speranza grazie a un incoraggiamento si prova gratitudine e chi prova questa gratitudine è una persona felice. Questo movimento basato sugli incoraggiamenti è l’attività della SGI che per questo ha potuto espandersi in modo miracoloso».

Incoraggiare una persona al giorno

Poi Hasegawa ha citato Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la pace, la quale disse che la cosa più triste sulla terra non è la povertà, e neanche la malattia; la cosa più triste è non sentirsi utili, necessari alla società e agli altri. Il nostro maestro ci ripete costantemente che ognuno è nato per compiere una missione e ognuno è insostituibile per la società. Intorno a noi ci sono persone che si chiedono perché si debba vivere, soffrire, lavorare. Normalmente è difficile trovare delle risposte a queste domande. Chi, come noi, ha avuto la fortuna di abbracciare il Gohonzon e di avere sensei come maestro ha delle certezze: la certezza di poter trasformare il nostro karma, come milioni di persone hanno dimostrato, la certezza che l’inverno si trasformerà sicuramente in primavera, che a un grande male seguirà sempre un grande bene, che le difficoltà sono sempre occasioni per crescere. Queste certezze sono le più importanti per un essere umano. Questi nel Buddismo sono i tesori del cuore. Sono lo spirito di avere cura di tutte le persone, di volerle rendere felici, di infondere speranza e coraggio. Di incoraggiare gli altri anche quando noi stessi stiamo soffrendo. Facendo così, diventeremo le persone più felici del mondo perché non sono i soldi o la posizione, ma i tesori del cuore che rendono felici.
Anche il direttore generale della SGI, Yoshitaka Oba, ha insistito su quanto l’incoraggiamento sia la nostra attività fondamentale. Parlando dell’atteggiamento dei responsabili ha detto: «Per quanto complicata possa essere la vita quotidiana, un responsabile deve incoraggiare ogni singola persona, ad esempio una al giorno. Se fa questo ogni giorno, in trent’anni avrà incoraggiato circa diecimila persone. Ci sono luoghi dove si porta avanti un dialogo cordiale e aperto. È lì che pulsa veramente lo spirito Soka di maestro e discepolo. Il luogo dove ora facciamo attività: è lì che esiste la Soka Gakkai. È un errore pensare che la vera Soka Gakkai esista da qualche altra parte. Non bisogna aspettare che siano gli altri ad agire. Ognuno di noi è presidente della Soka Gakkai».

La forza di cambiare

Durante il corso è stato studiato il Gosho L’inferno è la Terra della Luce Tranquilla (RSND, 1, 403), che spiega la visione buddista della vita e della morte, il principio del conseguimento della Buddità nella forma presente, e il modo in cui il Daishonin incoraggiò la monaca laica di Ueno, a cui era morto il marito.
«Come possiamo anche noi incoraggiare e rivitalizzare chi sta soffrendo e affrontando grandi difficoltà?» ha chiesto il responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai, Morinaka. Noi sappiamo che il potere del Gohonzon è incommensurabile. Tuttavia, spesso chi soffre non riesce a rendersi conto di questo immenso potere, anche se sta praticando. E quando incoraggiamo una persona che si sta dibattendo in una situazione difficile, persino noi abbiamo l’impressione di venire trascinati via da una corrente impetuosa. Tuttavia lottare fino in fondo per incoraggiare sinceramente i discepoli è il vero Buddismo di Nichiren Daishonin e della Soka Gakkai. Quando si dà un consiglio nella fede il primo passo è sempre trasmettere sicurezza e fiducia.
Inoltre, commentando uno dei passi più famosi del Gosho: «Finché era in vita egli era un Budda vivente e ora è un Budda defunto. Si è Budda sia nella vita sia nella morte» ha spiegato che la concezione di “conseguimento della Buddità” del Daishonin è radicalmente diversa da quella delle altre scuole buddiste dell’epoca. Il termine giapponese jobutsu, “conseguire la Buddità”, si scrive con i caratteri di “diventare” e “Budda”. Il suo significato originale è “dischiudersi/rivelarsi come Budda”, di conseguenza chi fa emergere in sé il mondo di Buddità e agisce per la felicità delle altre persone è già un Budda. E quando muore, si fonde temporaneamente con la condizione eterna di Buddità; poi rinasce di nuovo per realizzare la sua missione successiva. Chi in questa rinascita ha percorso il cammino per far emergere in sé il mondo di Buddità è un Budda sia nella vita sia nella morte. Questa persona ripercorrerà in eterno innumerevoli rinascite e morti come un Budda.
Nella seconda parte della lezione, Morinaka ha detto che la frase: «Né la pura terra né l’inferno esistono al di fuori di noi; entrambi si trovano soltanto nel nostro cuore» (­ibidem), significa che possiamo cambiare la nostra vita attraverso i nostri sforzi. Sia la pura terra sia l’inferno, vengono determinati dal nostro ichinen. Quindi, per quanto ci si possa lamentare della situazione attuale, questo fatto di per sé non la cambierà. Il Daishonin con questo scritto ci insegna che siamo noi a poter cambiare le nostre attuali circostanze. Il Buddismo è una religione che insegna che ognuno di noi può tirare fuori la forza per cambiare e rinnovarsi. In questa lettera Nichiren Daishonin spiegava questo principio alla donna per cercare di trasmetterle la forza di vivere nonostante il lutto che l’aveva colpita. La grande condizione vitale di gioia sia nella vita che nella morte, che Nichiren Daishonin descrive in questo scritto, è la maggiore fonte di felicità per noi stessi e per gli altri ed è il grande obiettivo da raggiungere.

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