Adorna di vittorie
la tua esistenza
per tutta la sua durata
e avvolgila di luce solare
proprio come in primavera.
«Dialogare è importante. Dal dialogo nascono sempre nuove scoperte», ha affermato il mio caro amico Victor Sadovnichy, rettore dell’Università di Mosca.
Come i raggi del sole primaverile riscaldano la terra gelata riportandola alla vita, così un dialogo intenso e vivace riempie i cuori delle persone di nuova vitalità, facendo sbocciare la fiducia reciproca.
Nel trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese il viaggiatore che si lamenta per le calamità e i disastri naturali imperversanti nel paese esclama: «Certamente il re, i sudditi e tutti gli abitanti del paese desiderano la pace del mondo e la stabilità del paese» e aggiunge: «Se conoscete un mezzo per prevenire le calamità e porre fine ai disastri, mi piacerebbe conoscerlo» (RSND, 1, 19).
Come possiamo sormontare le sofferenze e i disastri che attanagliano la nostra società e aprire a tutte le persone la strada per il conseguimento della pace e della felicità?
Più una persona è premurosa e desidera contribuire all’altrui felicità, più ricercherà con impegno una risposta esaustiva a tale domanda. Attraverso dialoghi mirati ad “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” e sforzi volti ad ampliare la nostra cerchia di amicizie, potremo trovare insieme una strada piena di speranza e uniti manifestare la forza e la saggezza per superare ogni difficoltà.
Nichiren Daishonin, dal suo esilio a Sado, inviò queste parole di incoraggiamento a Shijo Kingo che stava affrontando una situazione difficile: «Ma anche un estraneo, se riesci a comunicare con lui cuore a cuore, potrà mettere a rischio la propria vita per te» (Rimproverare l’offesa alla legge e cancellare le colpe, RSND, 1, 394). Instaurando un dialogo sincero che parte dal cuore e un rapporto di fiducia reciproca, potremo edificare delle relazioni umane talmente importanti da volerle proteggere anche a costo della nostra stessa vita.
Il Daishonin persino di fronte a grandi persecuzioni riuscì a trasformare i nemici in alleati, e con discepoli sinceri come Abutsu-bo o la monaca laica Sennichi creò una relazione tra maestro e discepolo che trascendeva la vita e la morte.
Non esistono persone che non possono cambiare. Noi crediamo nell’esistenza della Buddità insita nella vita di tutte le persone, pertanto non le giudichiamo a priori e non abbiamo remore nell’andare verso di loro per aiutarle. Recitiamo Daimoku per la loro felicità, crediamo in loro e prendiamo l’iniziativa di dialogare con loro perché possano creare dei legami con il Buddismo.
Durante la Guerra Fredda, anche in un paese dal sistema politico e sociale completamente diverso dal Giappone come l’Unione Sovietica, tenendo alto il vessillo della pace, della cultura, dell’educazione e dell’umanesimo ho aperto le porte al dialogo, benché fossi consapevole che una tale decisione avrebbe attirato critiche e pressioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione.
Oggi, quarant’anni dopo, non solo in Russia ma anche in centonovantadue tra aree e nazioni del mondo i nostri compagni di fede si stanno impegnando per instaurare dialoghi con sempre più persone, al fine di infondere speranza e convinzione in chi li circonda.
Mi vengono in mente le parole del mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, che si distinse nell’arte del dialogo: «Quando aiutiamo una persona a creare un legame con il Buddismo, grazie al potere della Legge mistica, in lei avverrà sicuramente una trasformazione in positivo. La gioia che proviamo vedendo tale cambiamento è la ricompensa più grande che possiamo gustare attraverso la pratica buddista. Mentre recitiamo Nam-myoho-renge-kyo, mentre parliamo del Buddismo, la nostra voce si trasmetterà come una forte onda elettromagnetica, vibrando nella vita di chi ci sta accanto. La chiave per riuscirci è il coraggio».
Non potrò mai dimenticare una cara compagna di fede, pioniera della Divisione donne del settore Hodogaya nella prefettura di Kanagawa, che si è impegnata con me nelle attività della Soka Gakkai contribuendo enormemente a kosen-rufu e che, insieme a suo marito, venne ad accompagnarmi alla stazione di Yokohama da dove partii per prendere l’aereo per il Kansai, convocato in tribunale a causa dell’incidente di Osaka.
In lei ardeva lo spirito della Gakkai di vincere assolutamente sulle funzioni demoniache che cercano di ostacolare il progresso di kosen-rufu.
Quando i figli erano piccoli, aveva instaurato stretti legami di amicizia con i vicini e svolto un ruolo attivo nel consiglio di quartiere, conquistando la fiducia e il rispetto di numerose persone della comunità.
Tuttora piena di energia e vitalità, continua a dedicarsi a kosen-rufu recitando Daimoku per la felicità degli amici, il nome dei quali è scritto in una lista posta davanti al suo Gohonzon, e parlando con loro della filosofia del Daishonin.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren afferma: «Il brano descrive come si danzi di gioia quando si arriva alla comprensione che gli elementi del corpo e della mente sono la Legge meravigliosa» (BS, 111, 42). Nel momento in cui ci si risveglia alla realtà che la nostra vita è la Legge mistica non solo si è pervasi di una gioia permanente e senza confini, ma le parole di incoraggiamento per gli altri fluiscono da noi illimitatamente.
Il sole non risparmia mai la sua luce. Facciamo anche noi lo stesso: non risparmiamo le nostre voci e illuminiamo il cuore dei nostri amici. Ricordiamoci che la voce svolge il lavoro del Budda.
A ogni dialogo
per kosen-rufu,
la buona fortuna
fiorirà come mille fiori
e profumerà come diecimila.