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È tempo che la storia cambi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:27

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    È tempo che la storia cambi

    Li abbiamo incontrati nel nuovo Centro culturale di Catania, il castello di kosen-rufu di cui si prendono cura con dedizione e passione. Sono tenaci, poetici e ottimisti. Soprattutto sono decisi a scrivere una nuova pagina della storia di questa terra…

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    Li abbiamo incontrati nel nuovo Centro culturale di Catania, il castello di kosen-rufu di cui si prendono cura con dedizione e passione. Sono tenaci, poetici e ottimisti. Soprattutto sono decisi a scrivere una nuova pagina della storia di questa terra…

    Qual è oggi la parola che accomuna la Divisione giovani siciliana?

    Salvo Santoddì: L’attività più recente è stata all’insegna dell’approfondimento dei legami. È un desiderio che abbiamo portato avanti già da qualche anno, soprattutto grazie alle attività soka-han e byakuren, con cui abbiamo creato un intenso scambio tra le varie città. Questo ci ha permesso nel tempo di trovare un’unione più profonda, di dare vita a qualcosa di nuovo. Abbiamo basato tutto sulla recitazione del Daimoku e sul potere delle relazioni, sui legami di amicizia.

    Giulia Briguglia: Oggi ci sono molti più scambi tra i due territori della regione, si fanno molte più cose insieme. La condizione che ha permesso tutto questo è l’apertura del Centro culturale di Catania. Sento che siamo consapevoli che questo luogo è il “castello di kosen-rufu“.

    Verena Catania: Nello stesso tempo il Centro siciliano è l’effetto di un lavoro precedente, l’impegno di tutti per trasformare la tendenza all’isolamento, tipica della nostra regione, il fatto che ogni città si percepisse come un luogo a se stante, separato dal resto. Dall’apertura del Centro in poi è nato un nuovo periodo.

    Salvo: Già negli anni precedenti siamo andati in questa direzione anche quando non vedevamo risultati ma, ognuno, facendo attività insieme ai membri delle altre città, ha sviluppato questa consapevolezza: io per primo apro la mia vita affinché gli altri si aprano. C’è stato e c’è un lavoro di costruzione tra tutte le Divisioni per mettere in pratica costantemente questo dialogo e confrontarsi in maniera costruttiva.

    Qual è il vostro impegno per realizzare sempre più una Soka Gakkai dei giovani?

    Verena: Un aspetto fondamentale è la crescita della Divisione Futuro. Il fatto che bambini e ragazzi stiano crescendo così tanto e che i genitori abbiano questo desiderio di sostenere la loro partecipazione alle riunioni, è espressione del fatto che siamo diventati più attrattivi per loro. Stanno emergendo nuovi gruppi in diverse città siciliane: il tempo è maturo per diffondere tra i giovanissimi i semi della Legge mistica. Dopo l’esperienza di Catania, anche a Siracusa sta fiorendo questa attività.

    Giulia: Per me l’attività con i bambini e i ragazzi è l’esperienza più difficile. A Palermo, lo scorso anno, avevamo iniziato con un progetto che poi è naufragato. Pensavamo infatti di dover raccontare, “insegnare” loro qualcosa, ma non è così. Recitando Daimoku e chiedendoci come potessimo trovare la strada per arrivare al loro cuore, abbiamo capito che dovevamo completamente ribaltare la prospettiva, avvicinandoci noi al loro mondo, anche agganciandoci ai loro interessi. Abbiamo scoperto, ad esempio, che alcuni di loro hanno una passione per le video interviste: all’uscita da una attività mi hanno fermata per farmi alcune domande (quando hai iniziato a praticare, qual è il tuo principio preferito ecc), di loro iniziativa! Così abbiamo capito che possiamo partire da un loro nucleo di interesse e sviluppare da qui questa attività insieme. Per noi è stata una occasione per capire che abbiamo il potenziale per parlare anche ai giovanissimi, si tratta solo di trovare la chiave.

    E il Gruppo Leonardo?

    Antonio Rao: È cambiato il modo di sostenere il gruppo Leonardo. Nell’ultimo periodo abbiamo scelto di sostenere le loro attività da dietro le quinte, ma in maniera attiva: recitando Daimoku con loro ma anche procurando il materiale di studio, accogliendo i partecipanti e accompagnandoli nei luoghi di riunione, in modo da consentire loro di sviluppare i meeting in piena autonomia. Questo ha fatto sì che creassimo un rapporto di fiducia ma anche che questi giovani fiorissero liberamente. In un anno e mezzo a Catania i risultati sono stati straordinari, molti di loro hanno ricevuto il Gohonzon e hanno sviluppato naturalmente il desiderio di incoraggiare i loro coetanei nelle altre città perché emergessero nuovi gruppi. Anche quest’anno faremo lo stesso.

    Quali attitudini del cuore deve sviluppare un giovane?

    Gabriele Vecchio: La tenacia e la fiducia sono importanti. Tempo fa un giovane uomo mi ha confidato il suo sogno di fare l’attore. Determinare di realizzare i propri sogni significa anche proteggere questi progetti dalle influenze esterne e dallo scoramento. Partecipare alle attività della Soka Gakkai, per esempio nelle attività di protezione (soka-han e byakuren), può allenare le persone a sostenere i loro desideri e a portarli avanti.

    Antonio: Un ostacolo molto forte, in Sicilia, è la convinzione che tutto rimarrà sempre uguale. E invece è fondamentale trasmettere che tutto può cambiare. Portare questo tipo di pensiero nella propria vita e trasmetterlo agli altri è importante.
    Anche grazie all’attività di sostegno alla campagna di Senzatomica, misurandomi con l’incredulità della gente rispetto alle possibilità di cambiare lo stato delle cose, mi sono reso conto che quello che facciamo ogni giorno è lottare per realizzare qualcosa di straordinario. Questa tenacia deriva da un profondo senso di missione.

    Gabriele: L’attività per me è stata uno strumento eccezionale per sperimentare una condivisione profonda con molte persone. Nella vita quotidiana questo accade difficilmente. In genere sentiamo dire: «Fai così, ho più esperienza di te, l’ho già sperimentato e non può andare diversamente». Fa parte della mentalità, sintetizzata dalla celebre frase del romanzo Il Gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»… Vorrei che la Sicilia avesse un altro “manifesto”. Una storia di cambiamento e di ottimismo. È importante che noi giovani della Soka Gakkai contribuiamo a cambiare il modo in cui i siciliani percepiscono la realtà.

    Verena: Per questo dobbiamo acquisire ancora più consapevolezza del nostro valore e vivere con coraggio. Decidere fin da ora che tipo di adulti vogliamo diventare.

    Dunque quali determinazioni possiamo trasmettere oggi?

    Giulia: Creare le condizioni per cui i giovani non debbano andare via dalla loro terra per realizzarsi ed esprimere i loro talenti.

    Salvo: E che la Sicilia diventi un luogo pieno di speranza e di opportunità risvegliando sempre più la sua vocazione cosmopolita, diventando il posto in cui possano fiorire i progetti di ogni vita.

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