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Al Centro culturale di Milano i bambini giocano al disarmo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:05

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Al Centro culturale di Milano i bambini giocano al disarmo

I bambini del gruppo Futuro della Lombardia hanno proposto alle altre scuole “Disarmiamoci insieme”, un pomeriggio dedicato al tema del disarmo

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I bambini del gruppo Futuro della Lombardia hanno proposto alle altre scuole “Disarmiamoci insieme”, un pomeriggio dedicato al tema del disarmo

Da sei anni i bambini del gruppo Futuro festeggiano la ricorrenza della fondazione della Soka Gakkai (18 novembre 1930) presentando al Centro culturale di Milano un lavoro preparato durante i loro incontri mensili che spazia dall’allestimento di spettacoli alla produzione di cd e disegni. “Disarmiamoci insieme” è stato il primo debutto del gruppo Futuro nella società. In un pomeriggio emozionante, si sono divertiti a trasformare il simbolo nero della bomba atomica in un cuore rosso, simbolo del disarmo interiore e nucleare. Hanno svolto insieme un percorso con il simbolo del disarmo usando tre mappamondi diversi: nel primo i bambini hanno incollato le bombe nucleari di colore nero sui paesi che possiedono le armi, nel secondo le bombe nucleari nere diventano grigie, simbolo della trasformazione per i paesi che stanno abbandonando le armi nucleari; nel terzo mappamondo pervaso da cuori rossi, che rappresentano il disarmo nei paesi dove le bombe nucleari non possono transitare e dove non possono esserci esperimenti nucleari come da accordi internazionali.
È stata infine costruita la “trama della vita” che ha creato un tessuto coi colori della Soka Gakkai Internazionale e hanno approfondito i sentimenti con il gioco delle emozioni. Nel frattempo, per i loro genitori il gruppo educatori aveva organizzato, in una sala attigua, una conferenza-dialogo sul rapporto genitori e figli.
Josei Toda affermava: «Dobbiamo far crescere giovani eccellenti che possano contribuire al benessere della società, della loro nazione e di tutta l’umanità. Questo è lo scopo della Soka Gakkai».
Carmen Virdia

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Il Consiglio regionale della Toscana si impegna a sostenere la campagna per il disarmo nucleare

Il 6 dicembre il Consiglio regionale della Toscana ha votato e approvato a maggioranza la mozione di adesione alla campagna Senzatomica e la richiesta di celebrare ogni anno la Giornata mondiale contro le armi nucleari. Si tratta di un fatto di grande importanza perché con questo atto il Consiglio regionale ha espresso una precisa volontà: ha aderito alla campagna Senzatomica, ha dichiarato che ogni anno, in occasione della Giornata mondiale contro le armi nucleari, programmerà iniziative per il disarmo nucleare, solleciterà gli enti locali in questo senso e si adopererà affinché il Governo nazionale favorisca l’impegno italiano in iniziative che vadano in direzione dell’approvazione della Convenzione per la messa al bando delle armi nucleari (NWC).

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Laboratori culturali fuori e dentro il carcere
Nella provincia cagliaritana insieme all’associazione “Oltre le sbarre” per parlare di coesistenza fra gli esseri umani

La comunità “La Collina” di Serdiana (Cagliari) è un’importante realtà nel panorama delle iniziative sociali italiane dedicate ai giovani che hanno compiuto dei reati. La dirige don Ettore Cannavera, cappellano del carcere minorile di Quartucciu. Grazie a un rapporto di collaborazione intrapreso due anni fa, su invito della comunità e dell’associazione ONLUS “Oltre le sbarre”, l’Istituto Buddista il 14 dicembre ha presentato “Il significato del contributo per gli altri dal punto di vista del Buddismo di Nichiren Daishonin”. Dopo aver introdotto l’iniziativa definendola “un laboratorio culturale” che ha come obiettivo quello di conoscere il punto di vista degli altri, perché «nessuno conosce veramente la propria religione se non conosce anche quella degli altri», don Ettore ha poi ceduto la parola ai relatori. Sebastian Porcu (nella foto) ha letto un brano di Daisaku Ikeda dall’introduzione agli Scritti di Nichiren Daishonin mettendo in evidenza la similitudine di intenti. Giannina Spissu, invece, partendo dal “desiderio originale di Shakyamuni” ha introdotto il concetto di compassione come base delle azioni per gli altri, perché “secondo il Buddismo”, “la felicità di un singolo individuo non può esistere separata da quella degli altri”. Nonostante precedenti incontri finalizzati alla presentazione dei princìpi buddisti, sono emersi nuovi spunti di approfondimento mirati a capire quali azioni intraprendere per creare un concreto cambiamento a livello personale e sociale. In particolare “La preghiera e il suo potere di cambiamento” è stato uno di quelli che ha suscitato il maggior interesse nei presenti.
Donatella Marchi e Barbara Parodo

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Riunioni nazionali in Albania e in Romania
Appuntamento per i pionieri nei due paesi accomunati da un forte legame con l’Italia. A Tirana hanno partecipato Tamotsu Nakajima e Anna Conti

Tirana

L’11 dicembre a Tirana (foto sopra)si è festeggiato il terzo anno di attività del gruppo “Albania”. Quello che un giorno verrà ricordato come un momento fondamentale della storia di kosen-rufu nel “paese delle Aquile”, oggi è un sicuro punto di partenza. Ospiti speciali: Tamotsu Nakajima e Anna Conti. Il giro di presentazioni in tre lingue (albanese, italiano e inglese) ha aperto la riunione della piccola nazione rimasta chiusa per tanto tempo, ma con un grande potenziale interculturale. Infatti, oltre a un ragazzo inglese, hanno partecipato Toshimi, una ragazza giapponese che lavora in Kosovo, con suo marito, membro della SGI austriaca e due giovani albanesi che vivono in Puglia e che sono venuti appositamente. Si è parlato di felicità, del vivere pienamente per superare la paura della morte e del karma. È stato toccante percepire il contatto tra le singole vite, il desiderio e la curiosità di recitare Daimoku. Daimoku che aveva già fatto da preludio alla riunione fin dal mattino. La casa della romena Silvia e dell’italiano Paolo, nostro abituale luogo di incontro, è stata eletta a “Centro”. Incredibile, per la prima volta, eravamo ventiquattro. Ha aperto l’incontro Redis, giovane albanese che dopo aver partecipato alla riu­nione europea tenutasi a Milano il 16 marzo 2008, ha deciso di tornare in Albania. Silvana, prima praticante albanese che vive al sud e ogni mese viaggia quattro ore per poter partecipare alle riunioni, ha raccontato la sua esperienza: dalla mancanza della voglia di vivere alla riscoperta di se stessa fino alla forte determinazione di voler realizzare kosen-rufu nella sua terra. Espressione di questa decisione è l’obiettivo di tutti che entro cinque anni ci siano membri in ogni città dell’Albania. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche.
Micol Cimaglia

Bucarest

Nei giorni 10 e 11 dicembre si è tenuta a Bucarest una riunione generale della SGI Romania, alla quale hanno partecipato circa trenta persone. L’organizzazione non è ancora ben strutturata e per la Romania è la fase pionieristica, come in Italia all’inizio degli anni Settanta. Per quanto ancora pochi, i membri rumeni, sia quelli che risiedono in Romania, sia quelli che vivono in Italia, hanno una potente carica di entusiasmo unita al fortissimo desiderio di crescita. Realizzare kosen-rufu in Romania significa contribuire alla trasformazione di un radicato karma di sofferenza e di difficoltà economica in una terra bellissima dall’enorme e ricco potenziale umano. In un futuro prossimo c’è l’intenzione di realizzare una news­letter per fare sentire i membri più vicini e partecipi.
Hideaki Takahashi, responsabile della SGI europea, ha sottolineato l’importanza di iniziare da se stessi, adesso, insieme a una grossa carica di ottimismo che punti al futuro, abbandonando il pessimismo che invece guarda al passato, rinnovando l’impegno dei cinquant’anni di kosen-rufu in Europa con il motto: “One Europe with Sensei”. Il presidente Ikeda, particolarmente attento allo sviluppo in Europa e ai pionieri rumeni, ha inviato un messaggio di incoraggiamento.
In quei giorni “la luna sulla capitale”, Bucarest, era piena, ma il viaggio per realizzare kosen-rufu è appena agli inizi.
Ignazio Montis

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Per esprimere la forza della vita
“Uniti e forti con sensei”: il corso della regione Veneto nel Centro europeo di Trets

La rivoluzione umana è adesso, in qualsiasi azione e in ogni decisione che ognuno di noi prende. Ora.
È questo il senso fortissimo che ha dato a ognuno dei centocinquantasei partecipanti all’ultimo corso al Centro culturale europeo a Trets della regione Veneto la morte di un compagno di fede avvenuta la sera prima della partenza. Un corso al quale lui stesso si stava preparando a prender parte. “Uniti e forti con sensei“, lo slogan del corso, può significare allora lottare insieme, vincere insieme, ispirarsi, incoraggiarsi, senza alcuna separazione neppure quella dettata da un lutto improvviso. La morte allora non è la fine, non interrompe, non crea confini. I legami tra compagni di fede possono essere davvero indistruttibili e kosen-rufu un’onda che non s’infrange quando la vita cessa di esprimersi nel modo che noi riconosciamo ma che si svela per ciò che è, un flusso che contiene la forza di tutto l’universo. “Uniti e forti con sensei” non è stato più solo un pensiero su cui riflettere, una proposta del comitato organizzatore, ma è diventato in soli quattro giorni un testamento, una decisione personale, un ricordarsi che abbiamo fatto insieme il voto di essere felici, tutti, ma proprio tutti, anche il compagno di fede che è scomparso. Un corso indimenticabile come lo è la decisione che prendiamo ogni mattina noi tutti insieme al nostro maestro, il quale parla ancora con Toda, il “suo” maestro perché non ha mai smesso di sentire quel legame, un legame da vita a vita che la morte non spezza. Prima di partire, ciascuno ha salutato quelle montagne che si stagliavano all’orizzonte e quel cielo indaco, con la vittoria nel cuore. Perché è nel cuore che riconosciamo il maestro, è nel cuore che portiamo i nostri compagni di fede, è nel cuore che ci apriamo alla vita vincendo ogni paura. Ogni giorno, ogni istante. Ora.
Marianna Bonso

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Maestro di umanità

Nichiren spiega più volte nei suoi scritti che possiamo far fiorire pienamente la nostra umanità solo grazie a un maestro. Anche nella cultura europea un noto aforisma recita che siamo «nani sulle spalle di giganti»: per quanto limitati, possiamo vedere sempre un po’ più lontano grazie a chi è vissuto prima di noi. Ma nel Buddismo di Nichiren Daishonin, la relazione tra maestro e discepolo è molto più di questo: non esiste un maestro senza discepolo, e viceversa. Questa relazione, più precisamente di “non dualità di maestro e discepolo”, mira a trasformare dei cuccioli in re leoni, a far emergere dalla vita del discepolo lo stato vitale del Budda, libero dalla paura.
Daisaku Ikeda ricorda la funzione e l’importanza che hanno avuto la figura di Josei Toda nella sua vita e quella di Makiguchi nella vita di Toda. In questo nuovo libro, dedicato all’approfondimento dello studio del Gosho, il presidente della SGI ci guida a una comprensione più piena di cosa significhi vivere fino in fondo questa relazione.
D. Ikeda, Maestro e discepolo, Esperia Edizioni, 152 pagine, euro 10,00.

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