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Il Daimoku è la forza motrice per vincere - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 19:10

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    Il Daimoku è la forza motrice per vincere

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    In un recente scritto del presidente Ikeda si legge che ognuno di noi, tornando a casa la sera, può alzare gli occhi e vedere Venere, la stella della sera, «brillare luminosa nel cielo rosso del tramonto». I membri della Divisione futuro possono brillare come Venere e ispirare gli amici e le loro famiglie con il coraggio e la speranza che si imprimono nelle loro esperienze basate sull’insegnamento buddista.
    Questo è il tempo di brillare con coraggio ricordando, come afferma sensei, che «coloro che recitano Daimoku possono manifestare all’interno della propria vita la più potente e più grande condizione vitale del Budda, diventando capaci di volare liberamente nel cielo della loro missione».

    I responsabili nazionali della Divisione futuro

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    Avanziamo anche oggi per kosen-rufu insieme al nostro maestro / Il Daimoku è la forza motrice per vincere
    di Daisaku Ikeda, 20 ottobre 2013

    Care amiche e cari amici della Divisione futuro colmi di speranza, sono molto felice che abbiate un cuore che si sfida nell’avanzare con fierezza.
    Nell’ottobre del 1960 partii per la prima volta verso il mondo: fu il primo passo per realizzare kosen-rufu mondiale, ovvero la pace globale, il compito che mi affidò il mio maestro Josei Toda.
    Oggi, dopo mezzo secolo, il Buddismo del sole proclamato da Nichiren Daishonin si è diffuso in centonovantadue paesi del mondo.
    Tra i leader che svolgono attività in questi paesi sono numerosi coloro che decisero di partire quando ancora facevano parte della Divisione futuro e per tale scopo hanno forgiato la loro fede, hanno studiato le lingue e hanno sviluppato le loro capacità.
    Quanto grandi diventeranno le capacità di una persona che prende una decisione nel periodo della Divisione futuro e poi persevera!
    Nichiren Daishonin afferma: «L’uovo di un uccello all’inizio contiene solo acqua, ma da questa acqua, senza l’intervento di nessuno, si sviluppano un becco, due occhi e tutto il resto e infine un uccello che vola nel cielo» (Lettera a Niiike, RSND, 1, 914).
    Così, coloro che recitano Daimoku possono manifestare all’interno della propria vita la più potente e più grande condizione vitale del Budda, diventando capaci di volare liberamente nel cielo della loro missione.
    La costanza nel recitare Daimoku nella vita quotidiana, anche per poco tempo, diventa la forza motrice per vincere su tutto.
    Ognuno di voi è un tesoro per il futuro dell’umanità.
    Per favore, siate coraggiosi e ardenti di speranza, pregate, studiate e forgiate voi stessi con vigore.

    (www.ilvolocontinuo.it)

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    dal Gosho “Gli argini della fede”:

    «Anche fra coloro che abbracciano e credono nel Sutra del Loto, sono rari i credenti che lo fanno sia con i pensieri che con le azioni. Sono pochi i praticanti capaci di sostenere questo sutra, ma quelli che lo fanno non dovranno subire serie retribuzioni, anche se hanno commesso offese minori nei confronti del sutra, perché la loro fede è forte e l’offesa alla Legge è debole; è come una grande acqua che spegne un piccolo fuoco» (RSND, 1, 557)

    commenta Daisaku Ikeda:

    Se la fede nel Gohonzon è ferma e incrollabile come la mira sicura di un maestro arciere che non manca mai il bersaglio, non c’è niente di cui aver paura. Nell’era contaminata dell’Ultimo giorno, in cui abbondano le offese alla Legge, una persona dalla fede così forte non sarà sviata da simili influenze negative. Sarà in grado di espiare le offese alla Legge “come una grande acqua che spegne un piccolo fuoco”, scrive il Daishonin. Questo principio si applica anche a noi. Una volta abbracciata la fede nella Legge mistica, indipendentemente dalle offese all’insegnamento corretto compiute in passato, non saremo afflitti per sempre dalle retribuzioni negative generate da tali azioni poiché la fede nella Legge mistica è come una potente spada che spezza le catene del karma. (BS, 161, 46)

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    Le nostre storie / Un immenso potenziale
    Angela, 17 anni

    Ho conosciuto il Buddismo in seconda media grazie a mia mamma.
    Un giorno mi portò a un meeting e fu totalmente diverso da come me lo aspettavo: pensavo di trovare persone sedute per terra avvolte in una nuvola di incenso e luci soffuse. Invece vidi persone normalissime che recitavano questa frase che mi risuonava nelle orecchie come una musica. Poi, il momento più bello, quando tutti, a turno, parlavano e si confrontavano. Questo dialogo mi piacque molto e ricordo che scrissi nel mio diario: «Mi piacciono i meeting buddisti, tutti parlano e non c’è qualcuno che è più importante degli altri».
    I miei primi obiettivi furono quelli di andare in gita in Germania e di prendere dieci all’esame di terza media… Tutto realizzato! Allora decisi di prendere questa cosa sul serio nonostante fossi abbastanza piccola. Recitare Daimoku mi ha aiutato nelle piccole cose ma anche nelle grandi decisioni, come la scelta della scuola superiore, il liceo classico. In quel caso fu la prima volta che non mi calai nei panni dell’eterna indecisa.
    Nel novembre del 2012 il mio papà ha ricevuto il Gohonzon e quel giorno è maturata anche in me questa decisione. Decisi di voler abbracciare il Gohonzon perché vidi mio padre sereno per la prima volta. Mia mamma è sempre stata forte e raramente l’ho vista crollare davanti ai miei occhi. Ma vedere mio padre così sereno e felice dopo tutte le difficoltà che aveva affrontato mi commosse e decisi di provare quella serenità sulla mia pelle. Fino a quel giorno sembrava che andasse tutto per il meglio: avevo un ragazzo, la scuola andava bene, la danza pure. Di lì a poco crollarono tutte quelle piccole certezze che mi rendevano forte. Innanzi tutto la scuola: non riuscivo a recuperare greco e a febbraio avrei dovuto sostenere un esame; sempre a febbraio mi lasciai con il mio ragazzo. Ed è stato proprio questo episodio che mi ha fatta “svegliare”. Mia mamma mi ha presa e mi ha “piazzata” davanti al Gohonzon consigliandomi di recitare Daimoku e invitare anche alcuni giovani. Recitavo circa venti minuti al giorno con la volontà di cambiare radicalmente il mio rapporto con il greco e trovare un ragazzo come lo volevo io: carino, intelligente, gentile, che mi amasse veramente, insomma, una specie di principe azzurro.
    I primi benefici non tardarono ad arrivare. L’esito dell’esame di greco fu positivo e quindi avevo recuperato la materia! Riuscii addirittura a portare greco in pagella da 4 a 7. Poi, il 29 aprile conobbi un ragazzo, anche se in realtà lo conoscevo già, ma non avevamo mai parlato. Aveva tutte le qualità del principe azzurro che volevo e il primo giugno ci siamo messi insieme, dopo un lungo corteggiamento. L’8 giugno 2013 ho partecipato alla cerimonia di consegna Gohonzon e sono diventata membro dell’Istituto Buddista! È stata un’emozione bellissima, anche perché era il giorno del compleanno di mia mamma. Alla cerimonia c’erano, oltre ai miei genitori, anche il compagno di mia mamma, i miei amici più cari, il mio ragazzo e i miei zii da Venezia.
    Ma le mie piccole esperienze non finiscono qui: infatti il 24 settembre 2013 sono andata all’ospedale Meyer per una visita di controllo della malattia che da undici anni mi porto dietro: il diabete. Quando l’infermiere mi ha fatto il prelievo non ho sentito veramente nulla e la glicata, ovvero il resoconto di tutte le glicemie negli ultimi tre mesi, è risultata perfetta. Così, con questo risultato fantastico, sono andata a fare la visita dalla dottoressa. Anche altre volte mi era capitato di avere il valore della glicata così buono, ma era sempre determinato da eccessive glicemie basse, quindi comunque non andava bene. Ma questa volta è andata diversamente: la dottoressa ha controllato le glicemie che avevo scritto nel libretto e ha detto: «Direi che i risultati sono ottimi. Hai una gestione del diabete impeccabile, brava!». Subito dopo ha aggiunto: «Dato che sei così attenta e brava, ti andrebbe di fare da tutor ai bambini con il diabete ai campi scuola?». Ero troppo felice! Naturalmente ho dato subito la mia disponibilità, anche perché io da grande voglio fare la diabetologa, quindi questo per me è una sorta di “segnale” che mi dice che sono sulla strada giusta!
    Da quando pratico sono cambiate moltissime cose. Ho affrontato molte difficoltà come il tumore di mio padre, il mio diabete, la separazione dei miei, ma ho sempre imparato a guardare avanti e con la mia forza e la pratica ho acquisito una sicurezza che non avrei mai pensato di avere. Sono ancora tante le sfide che voglio affrontare, come ad esempio lasciare da parte l’ansia che mi condiziona sempre, diventare ancora più sicura e credere veramente in me stessa e nel mio immenso potenziale nascosto!

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