Sofia si mette un grande scopo, anche se questo la spaventa. Sarà un dialogo tra Josei Toda e Daisaku Ikeda, a sostenerla anche nei momenti più duri
Il mio percorso di studi è sempre stato caratterizzato da ottimi voti e belle esperienze di studio e di fede durante gli esami, ma anche da una forte incostanza e un’altalena di stati d’animo che mi portavano continuamente a svalutare le mie capacità e influenzavano anche la mia pratica. Quando accettai la responsabilità della neonata Divisione futuro marchigiana, promisi a me stessa di diventare un esempio per gli altri dimostrando con la mia vita la forza del Daimoku. Perciò, in occasione della riunione successiva sull’importanza dello studio, decisi di incoraggiare i partecipanti ponendomi un grosso obiettivo: dare tre esami in un’unica sessione. Ciò mi spaventava molto, ma avevo nel cuore l’incoraggiamento del presidente Ikeda quando racconta la sua esperienza di studio all’ “università Toda”: «Una volta [il presidente Toda], al termine di una delle sue lezioni, prese un fiore da uno dei vasi sulla sua scrivania e lo mise all’occhiello della mia giacca. “Questo è il premio per aver completato questo corso con il massimo dei voti”, disse. “Vorrei poterti regalare un orologio d’oro o qualcosa del genere, ma purtroppo non ho nulla”. Quel fiore che ricevetti dal mio maestro è stato, per me, la più alta onorificenza del mondo. […] La vittoria dei maestri e dei discepoli Soka è una vittoria di apprendimento continuo» (Protagonisti, 61). Con queste parole nel cuore, ho recitato Daimoku per dare il meglio di me, come se il giorno dell’esame, alla cattedra, ci fosse Toda ad appuntare un fiore all’occhiello della mia giacca. Il primo esame della sessione andò benissimo. Il secondo è stato, invece, la sfida maggiore: mi ero preparata bene su una parte, ma avevo tralasciato del materiale e non ero pronta per sostenere l’intero esame! Però non potevo retrocedere, desideravo dimostrare la potenza del Daimoku. Ho sostenuto il colloquio con uno stato vitale altissimo e nella prima parte ho ottenuto il punteggio più alto. Per la seconda parte ero meno preparata, ma grazie alla determinazione nel mio cuore sono riuscita a rispondere correttamente a tutte le domande e il voto complessivo è stato trenta.
Ho compiuto un passo della mia rivoluzione umana, avendo piena fiducia nel fatto che io sono “perfettamente dotata”, non solo di capacità intellettuali, ma anche della Buddità! Ho superato anche il terzo esame mantenendo fermo lo spirito di “continuare ad apprendere sempre” e di “studiare con convinzione”, come spiega Ikeda. Nel frattempo ho anche deciso di sostenere l’esame di primo livello di Buddismo e di laurearmi entro marzo.