L’importanza dello studio, dell’amicizia, della lettura, della salute e dell’amore per i genitori sono i cinque punti che il presidente Ikeda chiede di ricordare sempre alla Divisione futuro. Realizzarsi in tutti questi ambiti è difficile e proprio per questo è importante costruire una forte fede. Tutte le preghiere e gli sforzi sono semi che immancabilmente daranno dei risultati. Ogni esperienza che facciamo, recitando Daimoku con sincerità, ha un valore immenso
Lo studio prima di tutto
Sensei ci incoraggia sempre a studiare sostenendo che l’impegno scolastico di oggi si dimostrerà un beneficio inestimabile per tutta la vita. Dice anche: «Il vostro futuro dipende dagli sforzi che intraprendete e dal fatto che vi siate incamminati sulla giusta strada. Non è tanto importante il confronto con gli altri, ma quello con il “voi” di ieri. La questione è come possiate vivere felici, coerenti con voi stessi, a quale obiettivo mirate e se progredite» (In cammino con i giovani, esperia, pag. 46). Solo grazie allo studio e al coraggio di non arrendersi mai possiamo davvero fare la differenza nella società odierna: studiamo noi anche per coloro che non possono farlo.
L’amicizia prima di tutto
Costruire dei legami di amicizia è un compito arduo nella società attuale; a volte si pensa addirittura che sia troppo difficile. Recitando Daimoku e studiando il Buddismo possiamo conoscerci a fondo, da una parte migliorando i lati peggiori del carattere, dall’altra acquisendo più fiducia in noi stessi. Quando costruiamo un legame con qualcuno possiamo percepire che le nostre vite sono Myoho-renge-kyo, in altre parole che hanno un valore e un potenziale immenso. Ikeda nel libro dedicato alla Divisione futuro dice: «I buoni amici si radunano attorno a coloro che si sforzano di apprendere e migliorarsi, ed è grazie ai buoni amici che possiamo lucidare e migliorare il nostro carattere. La vera amicizia tra persone che aspirano a grandi obiettivi può moltiplicare i frutti delle loro fatiche» (Protagonisti, 42).
La lettura prima di tutto
«Attraverso la lettura possiamo venire a contatto con centinaia di migliaia di altre vite e possiamo comunicare con saggi e filosofi che sono vissuti anche duemila anni fa» (Protagonisti del XXI secolo, esperia, vol. 1, pag. 141). Leggere un libro significa esplorare le idee di qualcun altro, sposare un po’ il suo punto di vista. Persone mai conosciute diventano amici indimenticabili. Ma come coltivare l’amore per la lettura? Scrive Ikeda: «Il primo passo è abituarsi a leggere, utilizzando ogni momento libero: viaggiando in treno o prima di andare a letto». «La base della mia vita l’ho costruita durante la gioventù. Dedicavo ogni minuto libero alla lettura» (Ibidem, 143).
La salute prima di tutto
Il presidente Ikeda dice che soltanto quando perdiamo la salute cominciamo ad apprezzarla veramente e che, rispetto alla ricchezza o al potere, la salute è di gran lunga il bene più prezioso. Stare in salute non vuol dire necessariamente non ammalarsi. Il Buddismo insegna che la malattia è parte integrante della vita, ogni essere umano prima o poi si ammalerà, quindi è sbagliato pensare che non ci ammaleremo solo perché pratichiamo. Al contrario invece, proprio perché pratichiamo, dovremmo essere attenti e sviluppare una saggezza e una forza vitale tali da consentirci di prevenire e superare qualsiasi avversità. Seguendo i consigli di sensei possiamo sviluppare una vita che tende verso la sfida costante e una continua creatività; una vita pervasa dallo stato vitale del Budda, questo è il modo migliore per proteggere la nostra salute e diventare persone profondamente sane.
L’amore per i genitori prima di tutto
Noi possiamo praticare il Buddismo e realizzare vite felici grazie al voto di Nichiren Daishonin, che quando aveva solo dodici anni decise che avrebbe ripagato il debito di gratitudine verso i suoi genitori, diventando così l’uomo più saggio del Giappone. I nostri genitori ci hanno dato la vita, il dono più prezioso, e senza dubbio hanno a cuore la nostra felicità più di ogni altra cosa, per questo il presidente Ikeda ci incoraggia sempre a sviluppare gratitudine nei loro confronti. Ma come facciamo quando ci sono incomprensioni? «L’importante è pregare per tutto questo davanti al Gohonzon. E poi, rimanendo fedeli a se stessi, fare del proprio meglio: questa è la strada migliore per prendersi cura dei propri genitori» (Ibidem, 88).