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Le nostre riunioni sul Seikyo Shimbun - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:31

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    Le nostre riunioni sul Seikyo Shimbun

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    Ricevuto il report delle riunioni che si sono tenute durante lo scorso maggio, sensei ha voluto ringraziare i ragazzi e le ragazze che si sono impegnati nella realizzazione di questi incontri e ha chiesto di pubblicare la notizia sul quotidiano giapponese della Soka Gakkai. Un’attenzione che ha sottolineato nuovamente quanto il presidente Ikeda sia al nostro fianco prendendosi cura di chi, nel futuro, sarà protagonista della società e della pace. «Voi che avete abbracciato la Legge mistica così giovani, siete la speranza e il sogno dell’umanità. Se dedicherete le vostre vite al sogno di portare la pace sul nostro pianeta, il mondo, di fatto, si avvicinerà alla pace» (I protagonisti della nuova era, pag. 53). Un sogno che stiamo coltivando insieme e che desideriamo nasca e cresca sempre di più in ogni zona d’Italia così che sempre più giovanissimi possano coltivare il proprio talento e le proprie capacità.
    Occhio, ragazzi, il prossimo numero del Nuovo Rinascimento dedicherà un’ampia sezione a queste riunioni.

    I responsabili nazionali della Divisione futuro

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    Dialoghi con il presidente Ikeda / Lavorare per la felicità di tutti

    Ikeda: «Il Daimoku è una formidabile sorgente di coraggio. È la scintilla che mette in moto il motore del coraggio. L’azione stessa di recitare Daimoku è un atto che richiede coraggio.
    Il coraggio è la forza di vivere la nostra vita nel modo corretto, di percorrere la strada giusta. Esso può assumere molte forme: per esempio, considerare qual è il modo migliore per raggiungere la pace nel vostro paese e nel mondo e poi agire per metterlo in pratica. Questo è il coraggio che nasce dalla convinzione. O pensare a quel che potete fare per contribuire alla felicità della gente e rendere la società un luogo migliore, per poi lavorare costruttivamente verso questa meta. Questo è il coraggio che deriva dall’amore per l’umanità. O, come nel caso di una madre o di un insegnante, pensare a cosa potete fare per i vostri ragazzi, oppure trovare il modo di aiutare e sostenere i vostri amici. Questo è il coraggio senza pretese della vita quotidiana».

    Itakura: «Intende dire che ci sono diversi livelli di coraggio?».

    Ikeda: «Può sembrare che i livelli siano differenti, ma in realtà sono uguali in quanto si tratta sempre di coraggio. Grande o piccolo che sia, il coraggio è sempre coraggio. Incarna sempre il nobile spirito di servire gli altri. D’altro lato, limitarsi a perseguire i propri interessi è un comportamento vigliacco e meschino».

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    Dialoghi con il presidente Ikeda / Le persone di fede sincera sono coraggiose

    Itakura: «Ho sempre pensato che la fede esprima il più grande coraggio che ci sia».

    Ikeda: «È proprio così. Ci sono persone coraggiose nei più svariati ambiti, ma forse la maggior parte di loro si trova nell’ambito della religione.
    […] Anche il Buddismo è coraggio. Nichiren dichiara: “I discepoli di Nichiren non possono realizzare niente se sono codardi”. Il Daishonin sottolinea costantemente l’importanza del coraggio. Per il bene della nostra fede, non dobbiamo permettere che nessuna persecuzione ci sconfigga. Questo è coraggio. È il modo di vivere più nobile che esista. Coloro che lo mettono in pratica saranno riconosciuti dai cieli come veri eroi. Non solo i loro nomi saranno ricordati per sempre, ma lasceranno un segno distintivo nella storia dell’umanità. Essi ispireranno anche gli altri ad avere coraggio e a diventare eroi a loro volta.
    Tali individui sono grandi, sono bodhisattva e Budda. Coraggiosi sono coloro che mantengono una fede corretta e agiscono per amore della fede. Sono eroi tra gli eroi, i cui cuori pulsano in accordo col ritmo fondamentale dell’universo. Dovunque essi si trovino il sole splende, illuminando la loro vita, le loro famiglie, i loro compagni di scuola, la loro società, il loro paese e il mondo.
    Perciò, qualunque sia la sfida che avete di fronte, io vi dico: “Abbiate il coraggio di fare un passo avanti!”».

    (I protagonisti del XXI secolo, vol. 2, pagg. 85-87)

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    Le nostre storie / Positività al cento per cento
    Chiara, 17 anni

    Trasformare il veleno in medicina. Questa è stata la prima cosa che ho imparato del Buddismo ed era esattamente quello che dovevo capire per affrontare ciò che mi stava capitando. Ero in prima superiore e mia mamma aveva scoperto di avere nuovamente un tumore e questa volta con il trenta per cento di possibilità di guarire. Eravamo tutti abbattuti e quasi convinti che non ce l’avrebbe fatta. Come tutti i mercoledì andai a lezione di canto e Barbara, la mia insegnante, mi vide un po’ strana. Le raccontai tutto e a un certo punto mi scrisse su un foglio Nam-myoho-renge-kyo, mi spiegò in breve cosa significasse, mi disse che il giorno seguente ci sarebbe stato un meeting e mi consigliò di provare. Nella mia testa pensavo fosse strana, però ero spinta dalla curiosità. Mia mamma venne a riprendermi a lezione e a un certo punto mi disse: «Perché non provi?». Così in macchina recitai quella strana frase e iniziai a sentirmi libera, il mio corpo vibrava e sentivo che sarebbe accaduto qualcosa che mi avrebbe completamente cambiata. Quando smisi però le dissi: «Senti, io domani vado per vedere e confrontarmi con questa religione, ma mica divento buddista, prendiamola come uno scambio tra religioni e finisce lì». Andai a quell’incontro, nel momento della preghiera inizialmente mi veniva da ridere, pensavo fossero completamente pazzi e anche un po’ stupidi però allo stesso tempo provavo la stessa sensazione che avevo avuto in macchina, ma amplificata, e non volevo che smettessero. Dopo di che iniziarono a parlare di trasformare il veleno in medicina e subito pensai a mia madre. In quel momento pensai che non era vero che la sua guarigione era impossibile… se la percentuale di guarigione era minima, chi diceva che non poteva essere in quel trenta per cento? Solo le nostre menti. La mia, dopo quel meeting, cambiò direzione e mi convinsi che mia mamma sarebbe guarita, che non l’avrei persa, che non potevo perderla perché avevamo ancora tanto da condividere e da vivere. Nei giorni seguenti provai a recitare quella strana frase davanti a un muro e anche se non sapevo cosa significasse mi facevo trasportare da quello che il mio cuore sentiva. Poi iniziai ad approfondire, a leggere alcuni libri e a frequentare le riunioni. Mia mamma però era sempre la stessa, ero io che dovevo trasmetterle la positività che stava emergendo da dentro di me. Un giorno le dissi: «Mamma, ma non hai mai pensato che tu potresti essere quel trenta per cento?».
    Iniziammo a essere tutti più positivi. Ogni giorno le persone conosciute alle riunioni venivano a trovarci a casa; recitavamo insieme, parlavamo e insieme ci sentivamo sempre più forti, sempre più leoni. Quando mamma entrò all’istituto dei tumori per la prima chemioterapia le diedi il libro Felicità in questo mondo, sperando che lo leggesse. Ebbene sì, non solo si mise a leggerlo, ma in quella stanzina tutta bianca si ritrovò a dire Nam-myoho-renge-kyo. Da quel momento, ogni giorno, anche lei diventava sempre più sicura che ce l’avrebbe fatta, chiedeva ai medici di fare subito la chemioterapia perché non vedeva l’ora di sconfiggere questo tumore. Il veleno stava diventando medicina, ma soprattutto il veleno dentro di noi si era trasformato in qualcosa di spettacolare. Ora mia madre è guarita, ha sconfitto il tumore e i medici le hanno fatto i complimenti perché anche a loro sembrava impossibile. Da quando ho incontrato il Buddismo la mia vita cambia continuamente, vedo tutto sotto una prospettiva diversa e riesco a superare mano a mano ogni difficoltà perché penso che stia emergendo il mio potenziale e quello delle persone che mi stanno accanto. E anche se vengo criticata, presa per pazza, per una che non mantiene le proprie tradizioni occidentali, sinceramente non mi interessa. Sono onorata di essermi avvicinata a questa religione e spero che presto altre persone inizino a praticare, sentendo quello che provo io.

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    Protagonisti della nuova era: Perché leggerlo?
    di Noah, 11 anni
    Consiglierei a un amico di leggere questo libro perché mi ha fatto conoscere meglio Daisaku Ikeda e un po’ anche Makiguchi. Ho capito che Ikeda è una persona meravigliosa perché non pensa mai solo a se stesso, ma si preoccupa e aiuta gli altri. Con le sue parole mi ha aiutato a superare la mia paura a scuola di essere sempre sbagliato. C’è un brano del libro che mi è piaciuto in modo particolare, si trova a pagina 33: «Siate voi stessi. Il Buddismo paragona la personalità ai fiori di ciliegio, di susino, di pesco e di prugno selvatico: ognuno è diverso, unico e meraviglioso così com’è. Sentirsi differenti dagli altri significa aver scelto la propria strada. Abbiate fiducia in voi stessi e accettatevi per quello che siete, senza preoccuparvi troppo di ciò che pensano gli altri».

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