Tokunaga soffriva molto per la malattia della moglie e quando il presidente Yamamoto e Mineko vennero a conoscenza delle sue difficoltà decisero di sostenerlo, facendo riemergere speranza e fiducia nella vita del giovane
Il Nuovo Rinascimento presenta alcuni estratti dal volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun. Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
Quella riunione era una nuova partenza per la prefettura di Saga, per questo Shin’ichi desiderava che fosse un’occasione gioiosa e che tutti i membri si sentissero a loro agio.
Quando Nakamori disse: «Il presidente Yamamoto è arrivato ieri e ha voluto incoraggiare con tutte le forze ogni singolo membro di Saga…», Shin’ichi lo interruppe: «Non c’è bisogno di parlare di me. Questa è un’occasione speciale, cerchiamo di fare qualcosa di più allegro. Siamo in un Centro culturale, perciò facciamo qualcosa di culturale, ad esempio, il responsabile di prefettura potrebbe cantare una bella canzone allegra… Così tutti potrete dire con orgoglio: “Però, il nostro responsabile di prefettura è davvero cambiato! Pensavo che fosse estremamente formale e riservato, invece sta facendo la sua rivoluzione umana. Questa è la prova della fede e della pratica buddista!”».
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Sotto la guida seria ma benevola di Tomio Nakamori, i membri della Soka Gakkai della prefettura di Saga fecero grandi passi avanti per kosen-rufu, lavorando insieme in armonia.
Shin’ichi Yamamoto credeva che nella prefettura di Saga, per fare ancora più progressi, fosse necessario affidare ai giovani posizioni di responsabilità, così che potessero essere una nuova forza trainante per un’ulteriore crescita. Basandosi su questa idea, nel gennaio del 1977 il comitato per le nomine della sede centrale nominò il responsabile della Divisione giovani, Naritsugu Takehara, anche come vice responsabile della prefettura di Saga.
Dopo Gongyo, nel suo discorso commemorativo per l’apertura del Centro culturale di Saga, Shin’ichi presentò il responsabile di prefettura, Nakamori, e il suo vice, Takehara: «Il signor Nakamori, responsabile di prefettura, ha cinquant’anni e si è laureato all’Università di Tokyo, un’istituzione da tutti considerata prestigiosa. È una persona mite e intelligente, mentre Takehara, il suo vice, ha trentacinque anni ed è forte ed energico, pronto all’azione. Insieme sono la combinazione perfetta di “azione” e “riflessione”.
Nessuna persona da sola è perfetta. Tutti noi abbiamo dei punti deboli, dei limiti. Ma finché siamo uniti possiamo compensarci l’un l’altro, dimostrando, come un organismo, una forza completa e perfetta. D’altro canto, se lavoriamo gli uni contro gli altri, invece di integrare reciprocamente i nostri punti di forza, non facciamo che rafforzare e accentuare i nostri limiti.
Vedo che la prefettura di Saga è unita. Anche se l’organizzazione della vostra prefettura è piccola, il fatto che voi siate uniti vuol dire che possiede il tesoro più importante.
Oggi anche Kazue Sakata è stata nominata responsabile della Divisione donne. Spero che le Divisioni donne e uomini lavorino insieme per rendere la prefettura di Saga la migliore organizzazione possibile».
La Soka Gakkai è un’organizzazione in completo accordo con l’intento e la volontà del Budda, degna di essere chiamata “Budda Soka Gakkai”, perché lavora per realizzare la pace e la felicità di tutta l’umanità. La disunità all’interno della Soka Gakkai, evidente in cose come le critiche o i litigi, equivale a dividere l’entità di un organismo unico. Ciò significa “distruggere l’armoniosa unità dei credenti” che nel Buddismo è l’offesa più grave.
Shin’ichi proseguì dicendo che c’è un’essenza in qualunque cosa: il Gohonzon è l’essenza dell’universo e della vita. Sottolineò inoltre che la grande strada per una felicità indistruttibile si trova nella fede nel Gohonzon.
Dopo la cerimonia di Gongyo per l’apertura del Centro culturale di Saga, Shin’ichi uscì nel giardino per la messa a dimora di un albero di canfora. Il giardino era decorato con fiori di ciliegio artificiali confezionati a mano dai membri.
Mentre parlava con i membri lì riuniti, Shin’ichi camminava facendo il giro del giardino. Si fermò di fronte alla statua di un leone.
«Questa statua è bellissima. Esprime in pieno lo spirito dei giovani della prefettura di Saga».
La statua di bronzo, rappresentante un leone, era lunga centottanta centimetri e alta novanta. Shin’ichi l’aveva vista nel salone all’ingresso del Centro il giorno precedente e aveva suggerito di spostarla nell’ampio giardino. Shin’ichi si diresse poi verso l’albero di canfora.
Di fronte all’albero stava un giovane uomo di bell’aspetto che faceva attività di staff. Si chiamava Akira Tokunaga. Era un membro della Divisione giovani uomini che gestiva un negozio di macelleria nella città di Saga: era stato lui a donare la statua del leone.
L’estate dell’anno precedente, Tokunaga si trovava al Centro culturale generale di Kyushu per partecipare a una riunione del gruppo di controllo del traffico di Kyushu (attuale gruppo soka-han) e a una sessione di un corso all’aperto.
Come parte integrante del corso, era previsto che i membri dormissero in tende allestite nel giardino del Centro culturale. Ma quel pomeriggio pioveva molto. Furono organizzati dei posti letto all’interno del Centro per ogni evenienza, ma i membri del gruppo di controllo del traffico della prefettura di Saga insistettero per restare nelle loro tende.
«Anche se ci inzuppiamo di pioggia, il nostro compito come membri del gruppo di controllo del traffico è proteggere i nostri compagni di fede. L’allenamento ha lo scopo di insegnarci questo spirito, quindi dovremmo restare nelle nostre tende fino alla fine».
Con questa convinzione, completamente zuppi di pioggia, rimasero nelle loro tende a cantare le canzoni della Soka Gakkai.
Quella sera Shin’ichi volle visitare le tende. La pioggia aveva smesso di cadere ma lui era preoccupato per loro. I responsabili devono prendere l’iniziativa e agire per la sicurezza e il benessere degli altri. Solo quando si comportano così guadagnano la fiducia delle persone.
Quando Shin’ichi sentì da un responsabile della Divisione giovani uomini che i membri del gruppo di controllo del traffico avevano deciso di restare nelle loro tende nonostante la pioggia, chiese di quale prefettura fossero. Della prefettura di Saga, fu la risposta.
«Capisco. Sono molto determinati, vero? Ma se ci fosse anche il minimo rischio di pericolo, è importante che non insistano e trovino anche loro riparo all’interno, evitando comportamenti sconsiderati. È vero che l’obiettivo del corso è l’allenamento, ma la nostra regola ferrea è garantire la sicurezza di tutti ed evitare qualunque incidente. Vedo che i membri del gruppo di protezione del traffico della prefettura di Saga stanno bene e sono di buon umore. Cosa sappiamo delle loro famiglie? Per favore, fatemi avere una lista con i nomi dei loro familiari ammalati».
La preoccupazione di Shin’ichi si allargava sempre da coloro che lo circondavano fino ad abbracciare le loro famiglie lontane.
Akira Tokunaga stava partecipando come vice responsabile del gruppo di controllo del traffico della prefettura di Saga. Sua moglie Takeyo da due mesi soffriva di insonnia ed era dimagrita molto perché aveva perso l’appetito. Il suo medico le aveva diagnosticato una grave disfunzione del sistema nervoso autonomo. La sofferenza della moglie angosciava profondamente anche Tokunaga, che spesso recitava Daimoku per lei fino a notte fonda. Quattro anni prima, Tokunaga aveva aperto un suo negozio di macelleria, dopo aver lavorato per un’altra macelleria. Era passato attraverso tali difficoltà finanziarie, che a volte non si poteva nemmeno permettere il latte per i suoi bambini. Aveva lavorato molto duramente, ma sentiva dal profondo del cuore che i benefici e la buona fortuna accumulati con la fede e la pratica buddista gli avevano permesso di raggiungere questo successo. Ma ora si trovava di fronte alla sofferenza dovuta alla malattia della sua amata moglie.
Questa era la situazione che stava vivendo quando partecipò al corso. Akira scrisse su un foglio di carta da fare avere a Shin’ichi il suo nome e quello di sua moglie. Quando Shin’ichi lesse il biglietto, scrisse una dedica per lui su un libro: «Carissimo Akira Tokunaga, prego affinché la tua vita possa riempirsi di immensi benefici».
Shin’ichi gli dedicò quelle parole pregando che Tokunaga riuscisse a superare con coraggio tutte le avversità della vita, sicuro che aver incontrato il Buddismo di Nichiren Daishonin fosse già di per sé un grande beneficio e che non vi era nulla che potesse sconfiggerlo. Stringendo a sé il libro, Tokunaga pianse, commosso e determinato a vincere.
Dopo che i membri del gruppo di controllo del traffico furono tornati a casa dal Centro culturale del Kyushu, Shin’ichi e sua moglie Mineko fecero Gongyo, pregando per la salute di Takeyo, la moglie di Akira Tokunaga. Come scrisse Nichiren Daishonin: «La malattia stimola lo spirito di ricerca della via» (RSND, 1, 833). I coniugi Yamamoto pregarono intensamente affinché Takeyo risvegliasse una forte fede e superasse completamente la malattia.
Poi Shin’ichi chiese al responsabile della Divisione giovani uomini della prefettura di Saga, Teikichi Iizaka, che si trovava ancora al Centro, di consegnare a Takeyo la frutta che era stata offerta al Gohonzon. Anche Mineko gli affidò un breve messaggio per Takeyo: «Stiamo pregando per la sua guarigione».
Il mattino seguente, molto presto, Iizaka si recò a casa dei Tokunaga. Consegnò la frutta e il messaggio della signora Mineko e spiegò loro il motivo per cui era passato così presto.
«Inizialmente avevo pensato di partire dal Centro questa mattina, ma la scorsa notte il presidente Yamamoto incontrandomi mi ha detto: “Immagino che non partirai oggi stesso, mentre io speravo di trovare qualcuno che tornasse a Saga il prima possibile”. Allora ho deciso di partire dal Centro ieri sera tardi, ho viaggiato tutta la notte così da potervi consegnare il suo regalo prima che lei, Tokunaga, uscisse per andare a lavorare».
I coniugi Tokunaga, comprendendo la preoccupazione del presidente Yamamoto nei loro confronti non poterono trattenere le lacrime. Takeyo sentì che il suo cuore, così oppresso dalla sofferenza fino a quel momento, si era illuminato grazie a un caldo sole di compassione. L’incoraggiamento accende la fiamma del coraggio. L’incoraggiamento fa germogliare il seme della speranza.
Da quel giorno, la salute di Takeyo cominciò a migliorare gradualmente. Pochi giorni dopo, Tokunaga vide sua moglie dormire profondamente. Era talmente felice che si sarebbe messo a saltare dalla gioia. Quando arrivò la notizia che Shin’ichi avrebbe visitato la prefettura di Saga, Takeyo era ormai guarita. Tokunaga e sua moglie si domandarono cosa potessero fare.
«Tu sei guarita grazie all’incoraggiamento del presidente Yamamoto e di sua moglie. Il Centro culturale di Saga è completato e sensei verrà a visitarlo. Doniamo qualcosa al Centro per dimostrare la nostra gratitudine».
«Certo. Che cosa potrebbe essere adatto?».
«Il presidente Yamamoto è un re leone; voglio trovare qualcosa di adatto ad accogliere un re leone».
Tre giorni prima che Shin’ichi Yamamoto arrivasse nella prefettura di Saga, Takeyo Tokunaga era tornata a casa di corsa e aveva detto a suo marito Akira, quasi senza fiato: «Ho trovato il regalo perfetto! Ho visto la statua di un leone, in un negozio!».
Il giorno successivo Akira Tokunaga si recò al negozio e disse a un commesso che voleva comprare la statua del leone.
Il commesso rispose categoricamente che non era in vendita. Tokunaga continuò a pregarlo, ma per quanto insistesse il commesso continuava a rifiutarsi di vendere la statua e non voleva neppure ascoltarlo. Il direttore del negozio, che aveva assistito alla scena, invitò Tokunaga in una stanza sul retro.
«Quella statua è il simbolo del nostro negozio, non possiamo venderla. Ma se vuole può aspettare tre mesi e la fabbrica di Nagoya che l’ha prodotta può farne una copia identica per lei».
«Non posso aspettare così tanto, mi serve entro il 24 maggio».
Allora il direttore del negozio gli chiese perché desiderasse tanto comprare quella statua. Tokunaga gli raccontò che il Centro culturale della Soka Gakkai era stato appena completato e lui desiderava accogliere il suo maestro, il presidente Yamamoto, facendogli dono della statua.
«Capisco – disse il negoziante -. Ho sentito dire che il presidente Yamamoto è una grande persona». E poi aggiunse: «Di recente, qualcun altro ha ordinato la stessa statua, ed è già pronta nel nostro magazzino. Se davvero per lei è tanto urgente, può parlare con l’altro cliente e, se lui è d’accordo, comprare la sua statua».
Il negoziante chiamò subito l’altro cliente e poi passò il telefono a Tokunaga, che spiegò le circostanze in cui si trovava e pregò il cliente di permettergli di comprare la statua che lui aveva ordinato.
«Certo – disse il cliente, subito disponibile -.Vista la situazione, sono felice di cederla a lei». Tokunaga si sentì immensamente felice.
La statua del leone fu consegnata al Centro culturale di Saga il 24 maggio e fu posizionata nella sala d’ingresso. La figura solitaria del leone, solido e fiero, sembrava far risuonare un ruggito di verità. Era l’espressione del voto di Tokunaga come “cucciolo del leone”, in altri termini era la prova della promessa tra maestro e discepolo di lottare insieme per tutta la vita.