Amedeo e Alberto sono amici. L’esperienza della pratica buddista li ha uniti ancora di più, rafforzando la loro amicizia e donando nuove energie alle loro passioni
Amedeo: Ho iniziato a recitare Nam-myoho-renge-kyo cinque anni fa, ma la mia vera esperienza di fede è iniziata quando ho parlato di Buddismo ad Alberto, perché questo mi ha dato una valida motivazione per continuare a praticare.
Alberto: Quando ho conosciuto la pratica buddista tramite la famiglia di Amedeo, pensavo fosse una cosa per grandi, che fosse una cosa troppo seria per me. Poi, dal momento in cui ho visto Amedeo praticare, ho pensato che forse potevo farlo anch’io. Ho cominciato da subito a fare Daimoku con una certa regolarità, ma a un certo punto, a causa di alcuni problemi in famiglia e a scuola, ho smesso, perché non credevo che praticando li avrei potuti risolvere. Un giorno poi ho deciso di riprendere con costanza e improvvisamente i miei problemi mi sono sembrati più gestibili. Diciamo che ho fatto ordine nella mia mente e ho iniziato a dare un nome alle mie emozioni. Tre anni dopo, con Amedeo abbiamo deciso di diventare membri della Soka Gakkai.
Amedeo: Avrei voluto diventare subito membro della SGI, già quando mia madre è diventata buddista, ma non avendo l’età, ho aspettato di compiere sedici anni. Ma in cuor mio sapevo già di far parte di questa organizzazione.
Alberto: Da dicembre ho realizzato un sacco di obiettivi. Ho praticato molto per continuare a coltivare le mie passioni più grandi: la musica e il video-making. Per quanto riguarda la prima ho avuto la possibilità di suonare durante una rassegna letteraria e come video-maker, insieme ad alcuni ragazzi della mia scuola, ho partecipato alla realizzazione di uno spot per pubblicizzare uno dei libri in concorso al Premio Strega. Ora sto sostenendo questo nostro progetto che mi permetterà di confrontarmi con altre persone che condividono la mia stessa passione.
Amedeo: Anche per me è stato un periodo di grandi risultati personali. Coltivo con entusiasmo le mie passioni: la capoeira e lo studio del clarinetto. Non è sempre facile continuare con costanza, ma mi rendo conto che vale la pena lottare per quello che si vuole raggiungere. Un altro sogno è quello di viaggiare e mi piacerebbe fare un’esperienza di studio all’estero. In parte lo faccio già: mio padre abita in Brasile e spesso lo vado a trovare. Viaggiare è per me l’emozione più grande, un’occasione per dedicarmi totalmente a me stesso. Inoltre praticando ho sviluppato un profondo legame con Alberto.
Alberto: Sì, io e Amedeo siamo diversi, ma le nostre differenze diventano un modo per incoraggiarci a vicenda, perché le diversità dell’uno diventano occasione per l’altro di migliorarsi.