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Con profonda gratitudine - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:28

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    Con profonda gratitudine

    Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI, è scomparso il 21 febbraio. Per dieci anni ha tenuto corsi di studio a livello europeo, a Trets e a Milano – dal 2005 in particolare per i giovani – e lezioni di approfondimento degli insegnamenti del Daishonin con migliaia di partecipanti a Milano, Napoli, Firenze e Roma

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    Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI, è scomparso il 21 febbraio. Per dieci anni ha tenuto corsi di studio a livello europeo, a Trets e a Milano – dal 2005 in particolare per i giovani – e lezioni di approfondimento degli insegnamenti del Daishonin con migliaia di partecipanti a Milano, Napoli, Firenze e Roma

    Tutti noi probabilmente abbiamo incontrato per la prima volta il nome di Katsuji Saito nelle pagine, ormai familiari, di due testi fondamentali per lo studio del Buddismo: La saggezza del Sutra del Loto e Il Mondo del Gosho. Due libri scritti in forma di dialogo nei quali Saito è tra gli interlocutori del presidente Ikeda, e con le sue domande e osservazioni acute contribuisce a far luce da diverse angolazioni sui vari temi via via affrontati, in un serrato confronto a più voci con il maestro.
    In seguito, dal 2003 al 2012, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo di persona, quando ha iniziato a venire in Europa per tenere lezioni e seminari estivi, dando vita a una tradizione di studio che si è consolidata in un decennio come un patrimonio fondamentale per la crescita nella fede dei membri europei, e in particolare italiani.
    Con inesauribile spirito di ricerca, Saito ha perseverato nello studio fino all’ultimo istante della sua vita e ha voluto condividere con noi la gioia di approfondire sempre di più la ricchezza degli insegnamenti di Nichiren Daishonin. Con umiltà e rigore, ha dedicato tutto se stesso a trasmettere il cuore e la visione del presidente Ikeda, cercando ogni volta le parole migliori per avvicinare alla nostra cultura e sensibilità occidentali i concetti più profondi e a volte complessi del Buddismo.
    Con il suo esempio ci ha mostrato il significato di uno studio mai teorico o fine a se stesso, ma sempre basato su uno spirito combattivo e sulla relazione tra maestro e discepolo, uno studio volto soprattutto a rivitalizzare le radici della fede mettendo in pratica il Gosho.
    Anno dopo anno, le sue lezioni estive sono diventate un appuntamento molto atteso dai membri che confluivano da ogni parte d’Italia per apprendere concetti come la trasformazione del karma, la dottrina dei benefici o per approfondire insieme il significato del Gohonzon. Princìpi che Daisaku Ikeda aveva spiegato nel Mondo del Gosho e che Saito presentava ancora una volta con quella sua eccezionale capacità di arrivare a tutti, come quando, illuminandosi in un sorriso, si rivolgeva direttamente alla platea rendendo tutto ancora più vicino e vivo, facendoci sentire che ciò che afferma il Gosho riguarda davvero ognuno.
    Ricorda Marialuisa Cellerino, traduttrice della Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin: «Katsuji Saito aveva la capacità di far comprendere a tutti, con la semplicità di chi ha veramente capito e fatto proprio qualcosa, il Gosho e il pensiero di Ikeda. Sto pensando alle sue lezioni sulla trasformazione del karma dove, forse per la prima volta, tanti italiani hanno davvero capito che “cambiare il karma” con il Buddismo non significa farlo magicamente scomparire, ma usarlo per la felicità degli altri, dandogli così una valenza nuova. E lo ricordo l’anno scorso a Milano desideroso di incoraggiarci in un momento di grave crisi economica, quando si tratteneva anche per ore, più del tempo stabilito, a convincerci fino in fondo, testi alla mano, che questo difficile periodo in realtà era l’alba di una nuova epoca, o meglio che stava a noi gettare i semi di un’epoca di speranza e umanesimo nei cuori della gente. E mentre lo ricordo, penso a cosa posso fare, io, affinché ciò che ci ha lasciato non vada perduto. E decido che voglio fare uno sforzo in più, per approfondire ognuna delle sue spiegazioni, per imparare a leggere gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e del presidente Ikeda con il cuore e la vita come faceva lui e per trasmettere agli altri, al meglio delle mie capacità anche una sola frase di ciò che, senza risparmiarsi, ci ha regalato».

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